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Autore: Hp_Nameless    24/08/2013    2 recensioni
Salve a tutti voi, popolo di Efp. Vi starete chiedendo: “Perché questa matta mette una frase come titolo di una storia? ” Ebbene, questa è una bellissima frase dei Beatles (che tradotta, per chi non lo sapesse, è: L’amore è vecchio, l’amore è nuovo, l’amore è tutto, l’amore sei tu. Sì, in inglese funziona meglio!) che rispecchia molto la storia, e per questo è stata scelta come titolo. Questa è la storia di Justin Bieber, all’apparenza il solito bulletto, e Jennifer Hall, la sua imprevedibile ragazza.
ATTENZIONE: la storia è un cross-over con Eric Saade, personaggio di spicco verso la metà della storia.
-Amore ma dove mi porti?- chiesi con insistenza a Justin
-Smettila Jen, è una sorpresa- rispose lui continuando a trascinarmi per un braccio. Era il giorno del mio diciassettesimo compleanno e Justin aveva deciso di farmi una sorpresa.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Love is old, Love is new, Love is all, Love is you

 

MISSING MOMENTS


N.d’A.
Questo Missing Moment non è stato difficile da scrivere, anzi, mi sono divertita molto, e spero vi divertirete anche voi nel leggerlo. Non so se ne scriverò altri, anche perché se non apprezzate questo, che faccio? Comunque spero mi lasciate una piccola recensione e ora vi lascio alla storia.
A presto
Ily
Ps: se dovessi pubblicare un'altra fan fiction sui One Direction, qualcuno di voi passerebbe a leggerla?  
-Ehi, ho notato che giri sempre insieme alla mia ragazza!- esclamò Justin intimidendo il ragazzino davanti a lui.
-I…io?- borbottò Eric impaurito dal ragazzo che aveva davanti.
-Sì, tu sta’ lontano da Jennifer!- abbaiò contro il minuto Eric.
-E da quando è la tua ragazza?- chiese il moro facendosi valere per proteggere l’amica.
-Beh… ecco… lo sarà presto- balbettò il biondo colto alla sprovvista.
Eric non sopportava la sua prepotenza, ma la cosa che più odiava era il fatto che Jennifer non lo filasse. Da quando si era trasferito aveva fatto amicizia solo con lei, e poi lei lo aveva inserito nel proprio gruppo di amicizie. Si era quindi ritrovato ad essere l’unico ragazzo in mezzo a tante ragazze, e la cosa non gli dispiaceva poi così tanto.
Julie, la migliore amica di Jennifer, era una ragazza molto magra e abbastanza alta, con un bel sedere e delle discrete tette. Il sedere distoglieva lo sguardo dal viso abbronzato con gli occhi scuri, contornati da lunghi capelli marroni.
Ashley, invece, aveva un gran bel culo, ma delle tette piccole. Il viso era grazioso, con occhi verdi e capelli neri. Il tutto messo in risalto dall’altezza mediocre.
Honey, invece, era una ragazzina non troppo magra, ma decisamente molto alta, con lunghi capelli rossi, occhi blu e lentiggini sul viso roseo.
La più bella di tutte, però, resterà per sempre Jen. Lei e il suo viso angelico, i capelli biondo scuro, gli occhi color ghiaccio talmente chiari da potercisi specchiare. Poi, a completare l’opera che Madre Natura le aveva regalato, c’erano delle gran belle tette e un culo da asdfghjkl.
Sono un ragazzo in piena crisi ormonale: cosa vi aspettavate?
Peccato che per lei Eric era solo un amico, un buon amico.
-Te lo ripeto per l’ultima volta!- esclamò Justin distogliendo Eric dai suoi pensieri e facendolo rinvigorire. –Se non stai lontano da lei, lei dirò che le sbavi dietro!
-Cosa?! Io non…- tentò di giustificarsi Eric, naturalmente senza buoni risultati.
Il biondo, poi, gli afferrò lo zaino, e mentre cercava di scappare gli mollò un pugno sullo stomaco. Il povero ragazzo, della stessa età ma molto meno sviluppato di Justin, si accasciò al suolo, inerme, schernito dalle risate del bulletto.
Eric, in Svezia, era abituato ad essere trattato bene, ad essere rispettato per la sua bellezza, per i suoi occhi marroni che parevano finti, per i capelli corvini; a Los Angeles, invece, niente pareva andare per il verso giusto.
Sarà la cittàsi disse sconsolato.
Dopo lo spiacevole avvenimento decise di andare subito a parlare con Jennifer, per raccomandarle di stare lontana dal bulletto. Quando la trovò lei era distesa su un enorme prato in mezzo a tanti fiori.
-Sai Eric- gli disse. –In questi giorni ogni volta che Justin mi parla mi sento strana.
-Strana in che senso?- domandò il ragazzo sedendosi accanto a lei.
-Boh. Non saprei proprio.
Rimasero lì nel prato per ore a parlare, senza nessuna ragione che li spingesse ad andar via… Senza nessuna ragione che li spingesse a rimanere lì.
-Eric, perché lo odi tanto?- domandò perplessa Jennifer. –In fondo, non ti ha fatto nulla di male.
In quel momento Eric fu tentato di dirgli tutta la verità, ma non riuscii. Guardare i suoi occhi lucidi sotto la luce del sole lo fece riflettere.
Forse potrà proteggerla molto più di quanto io sia capacepensò.
-Eric, mi stai ascoltando?- domandò la ragazza la cui domanda era rimasta sospesa nel vuoto.
Il ragazzo, per tutta risposta, si mise a sedere e lentamente si avvicinò al volto di lei, creando un velo d’ombra scura sulla sua pelle pallida appena arrossata dal sole.
Nemmeno lui si rese conto di quello che stava facendo, ma le sue labbra sembravano essere attratte come una calamita su quelle dell’amica più fidata.
Un bacio che non riuscì ad evitare.
Sempre più spaventato per il risultato della sua azione, sfiorò lentamente le labbra di Jennifer in cerca di un bacio, facendola sussultare a quel tocco. Spalancò gli occhi e notò da subito che il viso di Eric si faceva più vicino. Nessuno dei due sapeva cosa stesse realmente succedendo, ma Eric cercò quel bacio tanto atteso. Poggiò nuovamente e con molta forza le proprie labbra su quelle della ragazza inerme sotto di lui, la quale non si mosse. Accettò quel contatto con un altro sussulto e chiuse gli occhi, abbandonandosi alla passione del momento.
Ma Eric non voleva solo quello.
Un po’ spaventato da quelle nuove emozioni, prolungò il bacio ancora di qualche secondo, inserendo la lingua nella bocca dell’amica, ma a quel punto fu lei a staccarsi.
-Eric io…- tentò di spigarsi sfregando il sedere sull’erba per mettersi a sedere.
-No… Scusa è colpa mia…- intervenne il moro. –Facciamo come se nulla fosse successo- propose lui riluttante. Lei annuì sorpresa ma felice del distacco con cui agì il ragazzo. In fondo non voleva che soffrisse, ma si era lasciata trasportare dal romanticismo del momento, senza nemmeno immaginare che quello potesse essere il primo bacio per Eric.
-Dai, alzati che ti riaccompagno a casa!- esclamò quest’ultimo scattando in piedi. La ragazza lo seguì, un po’ riluttante, fino al motorino.
Salirono insieme, e lei, mentre stavano per partire, si strinse forte al petto del moro.
In fondo questo a lui bastava…
  
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