Anime & Manga > Doremi
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Autore: LightAngel    10/10/2004    1 recensioni
Questa è la mia prima fan fic quindi vi supplico siate clementi. La storia si riferisce a dopo la quarta serie di cui ho potuto vedere solo alcuni spezzoni (in Giapponese) e non so se alla fine hanno perso o no i poteri, comunque qui da principio non li hanno, più o meno...
Genere: Azione, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The four orders

The four orders

 

Capitolo 2.

Tornò a casa.

-Ciao, sono tornata!- avertì entrando.

-Doremi- disse la madre seria, affacciandosi dalla porta della cucina. -dopo mangiato ti devo parlare-.

-Ci sono problemi?- chiese Bibì, scendendo le scale.

-No, non credo… - disse guardando interrogativamente la madre.

-Dopo mangiato dovrò parlare anche con te, Bibì - così dicendo si girò verso la più piccola. Dopodichè rientrò in cucina.

A cena il padre di Doremi era assente, ma non chiesero spiegazioni, troppo occupate a chiedersi cosa stesse succedendo e che diamine avevano fatto, loro madre non si era mai comportata così, almeno per quanto potessero ricordare. Sembrava molto preoccupata, e alle ragazze non restava che aspettare la fine della cena.

Mangiarono molto poco, tutte e tre erano molto preoccupate.

Finita la silenziosa cena, la madre si alzò e disse :- Seguitemi…-

Le ragazze non fiatarono e ubbidirono, andarono nel retro della casa, la madre delle due si avvicinò ad un albero, lo sfiorò, sussurrò alcune parole,  si senti un antico suono e l’albero si trasformo da prima in una gemma, poi da essa scaturirono alcuni fili d’oro che si unirono intrecciarono fino a formare  i contorni di una porta ad arco.

-Ma… ma… questa è una magia…- disse Bibì guardando la madre.

Doremi non parlò ma guardò intensamente la porta, sapeva, non come, che doveva varcare quella porta, che doveva farlo.

La madre sorrise e disse: -Si è una magia. Non fare quella faccia!- disse vedendo Bibì con la bocca mezza aperta dallo stupore. -So benissimo che avete fatto gli esami per diventare delle streghe a tutti gli effetti.- gli occhi di Bibì si fecero a palla.

-So pure che a causa di una serie di sfortunate circostanze non lo siete potute diventare, ma che, comunque, nel mondo della magia siete diventate una legenda con: Sinfoni, Melodi, Lullabi, successivamente Mindy e la principessina Hanna.-

-Ma come…?- iniziò a dire Bibì ma Doremi la bloccò.

-Come mai non ti abbiamo mai vista nel mondo delle streghe, o non ho mai visto il cristallo fatato o la tua fatina?- chiese.

-Semplice. E’ da molto tempo che non vado nel mondo della magia, non avete mai visto il mio cristallo fatato o la fatina perché non ne posseggo una.- spiegò.

-Ma è impossibile! Le fatine si ricevono dopo il primo esame e…- iniziò incredula Doremi, ma la madre la interruppe dicendo:

-Se fai parte di quell’ordine, sì-.

-Ma ci sono solo i maghi e le streghe!-

-No, ti sbagli c’è un terzo e un quarto ordine, e come i primi due sono due opposti. Sono l’ordine oscuro e l’ordine della luce. Io faccio parte di quest’ultimo ordine.- spiegò tristemente.

-Perché non ne abbiamo mai sentito parlare, siamo state molto nel modo delle streghe. Abbiamo conosciuto entrambi i regnanti, se fosse esistito lo avremmo saputo?- disse Doremi.

-Perché non esistono più, sono andati distrutti- disse piano con aria molto cupa.

- Cos’è successo?- chiese dolcemente Doremi.

-Questa storia non riguarda molto me, o meglio non mi riguarda quanto riguarda te…- disse guardando la figlia negli occhi. Occhi così diversi dai suoi, di una dolcezza infinita. -In passato il matrimonio tra streghe e maghi non erano proibiti, come quelli tra maghi/streghe e mortali,e non si doveva rinunciare alla magia…-

-CHE COSA??!!!!- esclamarono le due all’unisono.

-Si, ma solo in questi due ordini, che erano in conflitto tra loro-.

-Perché?- chiese tristemente Doremi.

-Vedi le due fonti da cui traevano i poteri erano troppo diverse. I quattro regni erano divisi in due parti: i due che conoscete, prendono energia dalla creatività, dalla fantasia e da ciò che la alimenta di ogni persona; invece i regni dell’oscurità e della luce prendono energia dai sentimenti.- fece un lungo respiro, questa era la parte più facile da raccontare, ma quello che sarebbe venuto dopo, quello sì che avrebbe ferito profondamente Doremi. L’avrebbe cambiata per sempre, le avrebbe messo sulle spalle una responsabilità che avrebbe portato a vita, ma ormai non poteva più rimandare.

-Il regno dell’oscurità prendeva energia da sentimenti come l’odio, invece il regno della luce da sentimenti come l’amore o la speranza. Quindi questi regni erano totalmente diversi tra loro e il regno dell’oscurità attacco quello della luce, per loro fin troppo prosperoso, il regno resse all’attacco. Ma poi, l’ordine oscuro, decise di mandare tutto il popolo, in un attacco massiccio, furono presenti i loro più potenti maghi, tra cui il loro capo. Si scontrò contro la nostra regina-

-Perché l’attacco? chiese Bibì.

-Per via della principessa, una neonata di neanche una settimana, ma dai poteri sconfinati, molto più grandi di una figlia della regina delle rose al massimo delle proprie potenzialità.

-Waoh!- disse Bibì. -Ma come è possibile?-

-Vedi la famigli reale derivava da un mortale, la regina del mondo delle streghe . Da loro derivava la nostra regina invece il re era un futuro re del mondo dei maghi. Alla principessa erano stati dati dei poteri senza precedenti, come quello di guarire…-

-Eh!!!- dissero all’unisono.

-Fu da una sua lacrima sincera, che nacque il fiore del sommo amore. Che tu,Doremi, hai colto-.

-Ma che cosa centra tutto questo, col fatto che sei una strega?!- chiese Doremi a voce piuttosto alta.

-Vedi, io sono il primo ministro del regno della luce.- iniziò.

-Quindi, io, sono una strega naturale?- disse Bibì sorpresa.

-Sì-

-Ma perché non ho alcun potere da strega?- chiese incuriosita.

-Non vi ho ancora detto come finì lo scontro…- disse tristemente.

-Come?- disse Doremi ansiosa, come se si stesse parlando della sua vita.

-La regina e il re combatterono al massimo delle loro capacità ma alla fine capirono che per loro, che per il regno non c’era scampo. Allora decisero di salvare non solo il regno ma anche la loro unica figlia, ad ogni costo, crearono un varco nel tempo e sigillarono i poteri della principessa, ella avrebbe varcato le soglie del tempo. Non avrebbe potuto fare neanche le più semplici magie finche i suoi poteri non sarebbero tornati, e ciò succederà solo quando il destino lo vorrà. Poi con l’energia che gli era rimasta, fecero cadere in un sogno profondo l’ordine oscuro in modo che non distruggessero quel regno, che tanto amavano e per il quale hanno dato la vita.-

Doremi abbasso la testa, mentre calde lacrime le solcavano il viso, non sapeva perché ma quella storia la faceva star male, come se si riaprisse una vecchia ferita  mai del tutto rimarginata.

-Quando morirono il regno sparì, e secondo una profezia finché la principessa non tornerà a regnare e il regno oscuro sarà finalmente sconfitto, non tornerà.-

-Conosci questa profezia?- chiese Doremi, asciugandosi le lacrime e alzando leggermente la testa.

Il primo ministro del regno della luce annuì poi iniziò a recitare:

 

Sol colei nel cui cuore solo la luce alberga

   Capace di perdonare come di amare

  Le cui lacrime speranza diffondono

  Porterà la luce in ogni dove

 E quando il suo posto prenderà

  Di nuovo il regno risplenderà-

 

-Visto che dalle sue lacrime è nato il fiore del sommo amore, si riferisce alla vostra principessa, e quando parla “del suo posto” si riferiscono a quello come regina- ipotizzo Doremi. La madre annuì.

-Non capisco perché i miei poteri sono stati sigillati?- sbottò Bibì.

- E’ pericoloso per una streghetta stare in un mondo dove non si conosce la magia, aggiungici di essere la figlia del primo ministro di un regno dimenticato nel tempo, senza contare la presenza di maghi e streghe che vogliono farti la pelle solo per l’ordine a cui appartieni e vedrai che bel risultato ottieni- spiegò Doremi mentre la madre annuiva.

-In effetti… - concordo Bibì.

-Per me, vale la stessa cosa?- chiese Doremi, anche se sentiva, sapeva che non era così.

-No, Doremi, o meglio principessa…- a quelle parole Doremi sbiancò e sentì le ginocchia cedergli.

-C-cosa?- disse Bibì che non aveva perso tempo e aveva assorbito subito l’informazione, anche se non l’aveva accettata.

-Hai capito bene, Bibì. Doremi è la principessa del regno delle streghe, fu lei a creare molti anni or sono il fiore del Sommo Amore,- poi si rivolse alla sua principessa, ancora a terra -E solo tu hai avuto un cuore così puro da poterlo cogliere, e un sogno talmente grande da rendere meno efficace, anche se persistente, il sigillo per diventare una strega. Ma ormai è venuto il momento, e il sigillo si è rotto rivelando i tuoi veri poteri. Che dovrai imparare a gestire e controllare.-

Lo sguardo di Doremi stava fissando il terreno anche se a dire la verità non lo vedeva. Ecco cosa era successo quella mattina, non era stata una strega esterna, era stata lei. Ma se lei non era la sua vera madre, voleva dire che Bibì non era… che lei non aveva… che loro non erano…

No, questo no, non poteva sopportarlo. Si alzò si girò e iniziò a correre più lontano che poteva, non le importava dove andava, voleva solo correre, mentre grosse lacrime calde e salate le rigavano il viso. Prima di quella sera era da molto che non piangeva davvero, da quando aveva dovuto dire addio ad Hanna, pensava che niente le avrebbe potuto fare provare un dolore simile, che niente l’avrebbe ferita al tal punto ma in quella mezz’ora aveva scoperto cose che neanche immaginava, che neanche sognava, o meglio qualcosa di strano l’aveva sognato.

Si fermò, era vero qualcosa di strano lo aveva sognato e ora il sogno le stava tornando alla mente, quel volto così simile al suo, stava iniziando a capire di chi era, era il volto di sua madre.

Quel volto che pur di salvarla era stato pronto a morire, doveva averla amata più di se stessa, lo stesso amore materno che aveva per la piccola Hanna, anche era stata pronta a tutto pur di salvarle la vita, era stata pronta anche alla morte. Avrebbe fatto di tutto per quella bambina che tanto l’aveva fatta preoccupare e le aveva regalato dei momenti felici. 

Capiva la regina della luce per quello che aveva fatto. “La regina” ecco come l’aveva definita, ecco come aveva definito sua madre, si ecco quello che era sua madre. Ma anche la donna con cui aveva vissuto fino a quel momento, che aveva chiamato giorno per giorno: “mamma”, che l’aveva vista crescere era sua madre, questo lo sapeva. Forse non era la sua madre naturale, ma dopotutto cosa importava? Ciò che davvero era importante era l’affetto che provava per lei, e sapeva che era molto. Cosa avrebbe dovuto dire Hanna, che si ritrovava cinque mamme, senza contare Bibì o raganella, dell’età di dieci anni?

Hanna, vero forse avrebbe potuto rivederla, avrebbe potuto vederla crescere. Avrebbe rivisto Eufonia, Lalà, Dodò e tutte le streghe che aveva conosciuto in quegli anni, senza contare i maghi.

Maghi, a proposito proprio oggi aveva incontrato Akasuki, forse stava controllando che tutto fosse in ordine e che i maghi oscuri non avessero già fatto la loro comparsa, si questo era plausibile, ma questo non era un compito da re! Bhè non è che lui fosse proprio un re normale.

Sulla testa di Doremi si era formato un *grosso gocciolone*.

E lei… una principessa… impossibile. Che fosse tutto uno scherzo? Forse, uno scherzo di cattivo gusto? No, sua madre non avrebbe ma scherzato su qualcosa del genere, e quella che aveva visto era una vera e propria magia.

-Non posso di certo dire che la mia vita sia noiosa- disse ironica con un sorriso, che contrastava con i suoi occhi arrossati dalle lacrime.

In quel momento l’unica cosa che avrebbe voluto era un bel letto morbido, sul quale sdragliarsi e dormire, ma non se la sentiva di tornare a casa, e non poteva restare tutta la notte fuori da sola, poteva essere pericoloso, strega o no era solo una ragazzina che non aveva la minima idea di come usare i suoi poteri. Ma dove poteva andare? Da Melodi? No, le avrebbe fatto troppe domande, domande alle quali lei non se la sentiva ancora di rispondere. Da chi altro? Non le veniva in mente nessuno, di amici ne aveva, ma non sapeva cha poter andare, qualcuno che non la avrebbe sommersa di domande. Nessuno.

Ricomincio a camminare e si ritrovo di fronte al MaHo.

-Oggi non è giornata- si disse.

Ma eccola lì la soluzione, nel negozio non c’era nessuno, dopotutto aveva bisogno di stare lì solo per poche ore, il tempo di far passare la notte.

Entrò, il negozio era in pessime condizioni, era un anno che nessuno ci metteva piede, l’ultima era stata proprio lei. C’era polvere ovunque, e pensare quanto rompeva raganella perché tutto fosse a posto, se l’avesse visto con molte probabilità le sarebbe venuto un infarto.

Sorrise mentre con la forza iniziavano ad entrare nella sua mente ricordi, ricordi che aveva cercato di seppellire nei luoghi più oscuri e remoti del suo animo, pur di non continuare a soffrire . Ma tutti quei giorni che aveva passato lì, non poteva cancellarli da un giorno all’altro, l’avevano cambiata profondamente, l’avevano resa più matura.

Si sedette su una poltrona che era rimasta lì (dopo averle dato un spolverato, spero NdA Certo! Guarda, ha cambiato colore NdD E tu, che ci fai qui con quella poltrona! NdA Una passeggiata NdD Con una poltrona? NdA Sì, perché? NdD Zitta e tornatene nella fic NdA_minacciosa Ok, ok, ho capito capo. NdD) e si addormentò.

Fece uno strano sogno, si trovava in quella che sembrava una palazzo interamente di marmo bianco e sfumature d’oro e argento, nelle pareti si aprivano enormi finestre dalle quali entrava una calda luce. Si guardò intorno e notò la presenza di una persona, era una donna, aveva lunghi capelli rossi e due scintillanti occhi verde smeraldo, indossava un abito lungo sul verde- bianco. La gonna aveva molte pieghe, il sopra del vestito era scollato, ma non in modo provocante, e aveva appuntato al centro (in alto) una strana spilla dalla forma sferica: era composta da una gemma dello stesso colore dei suoi occhi, con delle sfumature bianche, contornato d’oro; aveva dei lunghi guanti e ai polsi vari braccialetti, che tintinnavano ad ogni suo più piccolo movimento. Ma la cosa che notò di più, fu ciò che aveva sul capo: una corona molto fina e delicata, allora quella era la regina del mondo della luce.

-…mamma…- mormorò Doremi. La regina annui.-… come…?-

La regina le si avvicinò finche non furono una di fronte all’altra.

-Questo è un sogno, l’unico modo con cui posso parlarti.- disse la regina, per la prima volta dopo molto tempo Doremi poté sentire la voce della madre. Era dolce e melodiosa e per alcune intonazioni ricordava la sua. -Sulle tue spalle c’è un peso enorme, che io non ti posso levare. Posso solo chiederti di accettarlo.- disse con uno sguardo triste.

-Perché? Perché proprio io?- disse, mentre delle lacrime le bagnavano il viso.

-Solo tu hai un cuore abbastanza grande per poter avere tali poteri- così dicendo le prese il viso tra le mani e con un dolce gesto , il gesto di una madre, le asciugò le lacrime.

-… mamma…- sussurrò prima di tuffarsi tra le sue braccia, la madre ricambio l’abbraccio. Restarono così per molto tempo, tempo in cui Doremi poté finalmente sfogarsi.

-Va meglio?- sussurrò la regina quando Doremi pose fine a quell’abbraccio.

-Per colpa mia, per colpa dei miei poteri, tu non ci sei più, tutto il regno non c’è più.-

-No- disse in tono autoritario la regina -non è colpa tua, non devi neanche pensare qualcosa del genere.- continuò più dolcemente.

Doremi annuì.

-So cosa hai fatto in questi anni, per il mondo delle streghe e dei maghi. Grazie a te e alle tue amiche: tra i due regni c’è di nuovo la pace, la foresta oscura è sparita e Majotourbion ha trovato la tranquillità. Senza contare, che non vi siete mai tirate indietro quando i vostri amici avevano bisogno di aiuto, siete diventate addirittura delle Sentinelle!- disse la regina orgogliosa.

- E’ normale che se qualcuno ha bisogno di aiuto, tento di darglielo- spiegò imbarazzata.

La regina sorrise, era molto orgogliosa di sua figlia, e del suo modo di ragionare, che nel mondo di oggi non era poi così comune,

-Ti devo dare una cosa- disse la regina. Doremi la guardò dubbiosa, sua madre chiuse una madre e da questa si sprigiono un intensa luce rosa. Quando la aprì sul palmo della sua mano c’erano due gemme, di colore rosa-fucsia, avevano una forma di una specie di mezza luna tondeggiante, ricordavano dei fagioli.

-Ma questi sono i miei cristalli fatati- disse Doremi scioccata.

-Si, ti appartengono di diritto- disse porgendoglieli, la ragazza li prese.

-Ma è impossibile?-

-Come strega dell’ordine della luce, c’è una cosa che devi imparare prima di tutto, e cioè,che come i sentimenti sono infiniti, anche la magia che ne deriva lo è- disse dolcemente.

-Non vorrei esagerare, ma non potresti fare qualcosa per le mie amiche e per Bibì.- disse un po’ titubante.

-No, non stai esagerando, sono felice che pensi anche al bene delle tue amiche. Per Bibì non c’è alcun problema, ma per le tue amiche non posso fare niente, non ora…- disse la regina.

-Perché?- chiese curiosa.

-Vedi, almeno per ora è meglio che nessuno sappia chi sei veramente, Bibì come tua sorella l’ha dovuto sapere per forza. Ma le tue amiche dovranno aspettare.- disse tristemente.

-Per loro, potrebbe essere pericoloso?- chiese preoccupata Doremi.

-Sì. Ti ho ridato, i cristalli in modo che i tuoi poteri siano completi, quando diventerai un’apprendista del tuo regno, principessa.- spiegò sorridendo.

-Mi fa strano essere chiamata così…- disse Doremi perplessa.

-Oh, bhè ti ci abituerai presto- disse scherzosamente.

-Spero- disse sorridendole.

-Ora devi andare- disse la regina.

-Mamma… ti rivedrò- disse Doremi.

-Sì, se ne avrai bisogno, ma ricordati, io sarò sempre con tè. Come il primo ministro, anche lei è tua madre al mio pari, ricordatelo-

-Lo so- disse Doremi sorridendo.

-Ti voglio bene.- disse la regina mentre una lacrima le rigava il viso.

-Anche io- disse sorridendo amaramente, mentre sentiva una lacrima attraversarle il volto fino a morire sulle sue labbra.

In quel preciso istante, Doremi, si risveglio sulla poltrona del MaHo. Da principio pensò che fosse stato un sogno, si un bel sogno ma comunque soltanto un sogno. Poi si accorse di stringere qualcosa in mano, l’aprì e vide che c’erano tre cristalli: i suoi due più quello di Bibì, il cristallo rosso. I suoi due si illuminarono e si fusero in uno più grosso, ma sempre dello stesso colore e forma.

Non ci poteva credere, aveva il suo cristallo fatato! Avrebbe fatto i salti di gioia se non avesse saputo che quello non era il suo destino, non lo era mai stato.

Decise che era ora di andare, infatti era ormai si era fatto giorno, sentiva sul suo viso i raggi del sole e per di più stava morendo di caldo.

-Mi sa, che e ora che torno a casa. Spero che non siano troppo preoccupate, altrimenti principessa o no quelle due mi fanno la pelle.- disse in tono ironica, ma da cui traspariva un leggera , ma più che fondata, preoccupazione.

 

 

Ed anche questo capitolo è finito!! (Urrà stappiamo lo champagne NdA ^__^ Oh, fly! NdD&NdB -__-). Forse ora vi sembrerà che tutto sia più che scontato, ma ancora devono entrare in campo molti altri personaggi, ho comunque voluto mettere tutto in chiaro sin da subito, altrimenti non finirò mai e per questo sono già sulla buona strada…

Vorrei ringraziare Pé e per i suoi consigli, mi sono stati davvero molto utili ^__^  e a proposito COMMEEEEEENTTTAAAAATTTTEEEEEE!!!!!!!!!!!!!

 

                                                                             LightAngel

 

 

  
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