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Autore: Fenrir_23    24/08/2013    6 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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      LA MEDAGLIA SASSO

                                                                                     

Maky era andata a Monte Argento per stare un po’ sola insieme ai suoi Pokémon e concedersi qualche settimana di relax prima della partenza per Kanto, dove l’attendevano un nuovo viaggio e una nuova missione, ma mai avrebbe potuto immaginare di incontrare proprio la persona che era stata il suo maestro e che pi
ù ammirava. Quando si era trovata davanti agli occhi la figura di un uomo sui quarant’anni – dai capelli mori e spettinati nascosti sotto ad un cappellino, gli occhi dello stesso colore, alto e di corporatura snella – aveva creduto di aver preso un abbaglio. Poi aveva visto un Pikachu che trotterellava al suo fianco e a quel punto aveva capito di non essersi sbagliata. Era proprio Ash Ketchum.
L’aveva raggiunto e, dopo averlo salutato, non aveva resistito alla curiosità di chiedergli cosa ci facesse anche lui proprio lì.
“Mi alleno in attesa del prossimo torneo.” Aveva risposto il maestro di Pokémon, andando a sedersi all’ombra di un grosso albero e invitando Maky a fare altrettanto. Pikachu si era messo a sgranocchiare una mela e la loro conversazione era iniziata.
“Tu come mai qui?” Aveva domandato Ash.
“Fra qualche settimana dovrò partire per un viaggio a Kanto, e voglio riposarmi un po’ insieme ai miei Pokémon.”
L’uomo si era fatto subito più attento, a sentire quella risposta.
“Anche mio figlio partirà per il suo viaggio fra non molto.” Le aveva confessato, a bruciapelo.
“Posso chiederti un immenso piacere?”
Maky aveva annuito senza esitazione. Doveva saldare un enorme debito con Ash per quello che le aveva insegnato e se possibile avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo.
“Come sai … girano voci sulla rinascita di Team Rocket.” L’uomo si era portato una sfera Poké davanti al viso, iniziando a lucidarla con uno straccetto.
Maky aveva sentito dire che Ash un tempo era un tipo impulsivo e dotato di scarso autocontrollo; descrizione che strideva col suo modo di fare attuale. Forse qualcosa l’aveva fatto cambiare.
“Se per te non è un peso eccessivo … potresti trovarlo e viaggiare con lui per tenerlo d’occhio? Si chiama Matthew. è un bravo bambino, sono sicuro che non ti sarà d’intralcio.”
L’aveva guardata negli occhi, lasciandosi sfuggire un’espressione mista fra la tristezza e la malinconia, per poi aggiungere, già prevedendo una possibile risposta:“Io non credo di essere la persona piu adatta a farlo …”
 
 
 
 
Maky si destò da quei ricordi quando il suo stato di dormiveglia fu interrotto da Mat che, con frenesia, si preparava per uscire. Guardò la sveglia: erano le sette del mattino.
“Matthew, cos’è tutto questo baccano?” Domandò, con voce impastata.
Il ragazzino correva da una parte all’altra della stanza.
“Fra un’ora apre la palestra, devo essere pronto per la sfida!”
“Come pensi di affrontare l’Onix di Alice?”
Gli domandò l’allenatrice di Pokémon, tirandosi a sedersi e stropicciandosi gli occhi.
“Mi verrà in mente qual-“ Matthew s’interruppe a metà frase. “Come fai a sapere che la capo palestra si chiama Alice ed ha un Onix?” Le domandò, incredulo.
Maky frugò nello zaino che aveva lasciato ai piedi del letto e ne estrasse una piccola scatoletta. All’interno si trovavano talmente tante medaglie che Mat non riuscì a contarle, ma la ragazza ne prese una in particolare, mostrandogliela.
“L’ho vinta ieri mentre tu ti schiacciavi un pisolino.” Lo prese in giro.
Matthew s’indispettì a tal punto da metterle il muso. Possibile che fosse sempre così perfetta?
Per ripicca decise che era meglio tapparsi le orecchie e non ascoltare i suggerimenti che lei gli stava dando, tanto se la sarebbe cavata anche da solo.
 
                                                     ***
 
 
Mat spalancò l’enorme portone principale della palestra di tipo roccia, deciso a conquistare la medaglia. L’interno era buio, solo scarsamente illuminato da una luce fioca che proveniva dal lato sinistro dell’edificio.
“benvenuto nella palestra di tipo roccia di Pewter City.”Lo accolse la voce di una ragazza.”Io sono Alice, la capo palestra. Vuoi una sfida?”
La ragazza lanciò un’occhiata prima a Matthew, poi a Maky, incupendosi al ricordo della sconfitta della sera prima.
Era piu grande di Matthew, sembrava avere sui quattordici anni. Aveva il viso asciutto – come il resto del corpo – i capelli castano scuro, lunghissimi, le ricadevano sulle spalle e gli occhi erano talmente sottili da sembrare perennemente chiusi.
Mat si fece avanti, lanciandole uno sguardo di sfida.
“Sono Matthew Ketchum e vengo dalla città di Pallet!”
A quelle parole i lineamenti di Alice si fecero subito meno minacciosi.
“Ketchum?” Chiese, lasciandosi sfuggire un mezzo sorriso. “Ma allora sei il figlio dell’amico di mio padre!”
Si avvicinò con fare amichevole, stringendogli una mano. “è un piacere averti qui … arrivo subito è!”
La ragazza scomparve dietro l’entrata posteriore della palestra, per tornare dopo pochi minuti insieme ad un folto gruppetto di persone, per lo più di sesso maschile, che ad una prima occhiata sembravano tutte imparentate. Occhi sottili, capelli scuri, carnagione abbronzata.
Uno in particolare – piùsui cinquant’anni che sui quaranta – gli venne in contro, guidato da Alice.
“Eccolo papà, quello è Matthew!” Gli stava dicendo lei.
Mat e Maky erano come immobilizzati, incapaci di comprendere quello che stava succedendo intorno a loro. Si limitarono ad accettare con garbo, quando uno dei tanti membri della famiglia offrì loro un vassoio di succulenti pasticcini. Entrambi ne andavano matti ed iniziarono a rimpinzarsi a più non posso, dimenticandosi di ogni forma d’educazione.
“Piacere, io sono Brock.”
Lo salutò il padre di Alice, con un sorriso ampio, rivolgendosi poi anche a Maky.
Matthew ricordò improvvisamente. Non doveva avere piùdi tre o quattro anni quando l’aveva visto in visita a casa sua. A quel tempo lui era un bambino molto timido ed insicuro, ma con Brock era stata subito simpatia.
Gli sorrise di rimandò, non sapendo che dirgli di preciso.
“M- mi ricordò di lei … signore.” Borbottò, insicuro.
Brock si lasciò sfuggire una risata. “Sono venuto a trovarti quando eri molto piccino.”Gli disse.”è un piacere averti qui, d’altronde sei il figlio di uno dei più cari amici che io abbia mai avuto.”
Mat arrossì d’imbarazzo, sentendosi tremendamente a disagio per quella situazione. Brock dovette intuirlo e preferì non aggiungere nient’altro, ben sapendo dei problemi familiari che aveva dovuto affrontare quel ragazzino nel corso della sua crescita. Parlare di Ash con lui non era sicuramente la miglior cosa da fare.
“Immagino tu sia impaziente di disputare un incontro in questa palestra.” Gli disse quindi.”Io farò da arbitro:”Che la sfida abbia inizio!”
Gli indicò una X all’estremità del campo, invitandolo a posizionarsi lì.
“Non sottovalutare mia figlia.”Lo avvertì.
Alice andò a schierarsi dalla parte opposta e le due piattaforme si sollevarono dal terreno, portandoli in alto. Matthew si aggrappò saldamente alle sbarre in acciaio: soffriva di vertigini.
“Sono curioso di vedere cosa sai fare.” Lo provocò Alice, mentre prendeva la sua prima Pokéball.
“Sarà un incontro con due Pokémon a testa … sei pronto?”
Matthew annuì deciso, cercando di non far caso a tutti i membri della famiglia che si erano schierati sugli spalti per assistere all’incontro. Doveva concentrarsi sulla battaglia e non pensare ad altro.
Alice schierò in campo il suo primo Pokémon: “Vai, Geodude!”
Mat pensò bene alla scelta del Pokémon da usare per primo. Aveva tenuto Charmander nella sfera perché voleva utilizzarla come carta vincente evitando quindi di farla vedere all’avversario già dall’inizio del Match … ma la sua piccola amica sarebbe davvero stata in grado di sconfiggere un Onix? Forse era meglio tentare la sorte con Larvitar e mandare in campo il suo starter fin da subito. Seguì l’intuizione del momento.
“Charmander, scelgo te!”
“Chaaaaaaaaaaar”.
“Wow, un Charmander cromatico!” Si fece sfuggire Alice, per poi tornare a concentrarsi sulla battaglia.
“Geodude, attacco terrempesta!”
Una nuvola di polvere e sabbia si alzò sul ring roccioso. Mat non riusciva a vedere la sua Charmander nemmeno dall’alto, ma osservando meglio scorse la punta scoppiettante della sua coda.
“Prova a spazzare via la sabbia con un attacco braciere!” Le suggerì. Prima che il Pokémon avesse il tempo di attaccare però, il geodude nemico l’aveva già afferrata per le zampe anteriori.
“Vai col movimento sismico!”
Il Pokémon di roccia iniziò a far ruotare Charmander, preparandosi a scagliarla a tutta a forza contro un masso.
“Colpiscilo con un attacco braciere a piena potenza, Charmander!”
La lucertolina di fuoco si concentrò più che poteva, mentre la testa iniziava a girarle a causa del movimento sismico. Lanciò una fiammata in pieno volto a Geodude, con una tale potenza da costringerlo a mollare la presa. Quello non era il solito attacco braciere.
“Lanciafiamme.” Gracchiò la voce del Pokèdex, dalla tasca di Mat. “è una mossa di tipo fuoco molto potente.”
Ora che la tempesta di sabbia era scomparsa, i due rivali potevano fronteggiarsi a viso aperto.
“Geodude, vai con l’attacco azione!” Lo incitò Alice.
Matthew pensò che era il momento di usare l’asso nella manica di Charmander.
“Scagliati verso di lui e colpiscilo col ferrartigli!” Gli ordinò.
Charmander attaccò a tutta potenza, riuscendo ad assestare un duro colpo al Geodude nemico, che riportò seri danni, crollando a terra esausto. Si erano aggiudicati il primo match velocemente.
“Geodude non è in grado di combattere.” Sentenziò Brock.”La prima vittoria va allo sfidante!”
Sorprendentemente, Charmander crollò a terra prima che Matthew potesse richiamarla: forse non si era ancora totalmente ripresa dal giorno prima. Ora anche a Mat rimaneva solo un Pokémon. La sollevò con delicatezza, affidandola alle cure di Maky mentre lui si preparava a continuare la battaglia.
“Vai, è il tuo momento!” Alice schierò in campo un massiccio Onix.
“Larvitar, fatti valere!”
Quando il piccolo Pokémon entrò in campo, Matthew pensò di averlo scambiato con un altro esemplare identico. Tutta la timidezza della sera prima era sparita, per fare spazio a una grinta e  una determinazione d’acciaio.
Mat sorrise; sicuro di aver fatto la scelta giusta.
“Hai un Larvitar …”Commentò Alice, che non si era aspettata di vedere un Pokémon tipico di Johto nelle mani di un novellino.
Matthew parlò al piccolo Pokémon:”Larvitar, questo è il nostro primo incontro insieme. Fammi vedere di che pasta sei fatto!”
Il giovane allenatore si era studiato la sera prima gli attacchi a disposizione del suo nuovo amico e aveva tutta l’intenzione di sfruttarli al meglio.
La capo palestra non perse tempo.
“Onix, afferralo e stritolalo!”
“Larvitar, usa l’attacco fossa!” Ordinò prontamente Mat. Il Pokémon si lanciò in un salto, prima di scavarsi una galleria nel sottosuolo della palestra e scomparire dalla portata del nemico.
“Colpisci il terreno con la tua coda!” Fu la risposta di Alice.”E ora … attacco magnitudo!”
Tutto l’edificio venne scosso dalla potenza della mossa dell’Onix e Larvitar fu quello a risentirne maggiormente.
Matthew dovette aggrapparsi ai paletti in acciaio della piattaforma, per restare in piedi. Doveva trovare una soluzione immediatamente, o Larvitar avrebbe perso. Innanzitutto doveva uscire da lì.
“Larvitar, vieni fuori e vai con l’attacco stridio!”
Il piccolo Pokémon si lanciò allo scoperto, stordendo tutti con il suo urlo agghiacciante.
Onix ruggì dal fastidio.
Matthew si lasciò sfuggire un sorrisetto di soddisfazione. La sua strategia stava funzionando.
“Bene, ora terrempesta, poi nasconditi di nuovo sotto terra!”
Larvitar alzò una bufera di polvere e sabbia come aveva fatto prima il Geodude di Alice, e si apprestò a usare l’attacco fossa, ma fu colpito da un potente colpo di coda di Onix che lo scagliò contro un grosso masso.
In quel momento nessuno riusciva a vedere nulla, quindi era impossibile capire se il piccolo Pokémon fosse K.O.
“Larvitar, se sei ancora in piedi … stridio a massima potenza!”
I vetri della palestra si ruppero a causa dell’urlo potentissimo del Pokémon di tipo roccia terra.
“LAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAR”
Larvitar continuò ad urlare senza fermarsi, esasperando il povero Onix che iniziò a dare colpi all’impazzata.
“Continua a urlare!” Lo incitò Matthew, mentre si tappava le orecchie con forza.
Alla fine fu il grosso Pokémon del capo palestra a soccombere, esasperato dalle urla di Larvitar.
“Onix non è in grado di combattere!” Annunciò Brock. “La vittoria va allo sfidante, Matthew Ketchum!”
Alice richiamò il suo Pokèmon ringraziandolo, e si avvicinò a Mat con aria un po’ cupa, mentre lui abbracciava Larvitar che era tornato ad essere timidissimo e apparentemente indifeso.
“Ti faccio i miei complimenti.” Gli disse, anche se le due sconfitte riportate nell’arco di nemmeno ventiquattro ore le bruciavano non poco.”Ti sei guadagnato la medaglia Sasso.”
Mat la presa fra le mani, osservandola con stupore. La sua prima medaglia, il suo primo passo per diventare un maestro di Pokémon.
“Non ce l’avrei mai fatta se non avessi avuto la fortuna di ricevere Larvitar.” Confessò.”è un Pokémon eccezionale.”
Brock si avvicinò a loro, appoggiando una mano sulla spalla della figlia.
“Avete disputato un ottimo incontro, dovete esserne fieri.” Poi si rivolse solo a Matthew.”Buona fortuna per il tuo viaggio, sono sicuro che diventerai un grande allenatore.”
Matthew sorrise, partendo verso la prossima tappa forte di quell’augurio.
 
 
 
 
 
 
Salve gente, capitolo un po’ piu lungo del solito.
Non mi sono soffermata molto su Brock perché sinceramente non avevo nulla di importante da fargli dire. Mi è sempre sembrato un tipo con un certo tatto e dubito che avrebbe tirato in ballo senza alcun pretesto discorsi su Ash davanti al povero Mat. E comunque informazioni sulla famiglia di Mat ne avrete fra non molto … potete immaginare dove, forse XD
Che altro dire: in questa palestra Mat ha vinto senza troppe difficoltà: ma la prossima sarà tutta d’un’altra pasta, non capita mica tutte le volte di avere in regalo un Pokémon xD
 
Sono contenta che i commenti siano stati un po’ di piu rispetto al solito, continuante così … e, come ultima cosa, guardate qua:
http://www.youtube.com/watch?v=XncRoNUxmLc
Non ho ancora capito se si tratta solo di uno special o proprio di una serie animata, nel secondo caso sono pronta ad esultare fino alla morte XD ho iniziato questa fic per sfogarmi, se ora mi  esce una serie animata degna di essere chiamata tale non posso che esserne stra felice!
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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