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Autore: EMNancy    24/08/2013    1 recensioni
Eve è solo una quindicenne dal distretto 10 quando viene sorteggiata per partecipare ai famigerati Hunger Games. Sa che le sue possibilità di sopravvivere non sono molte, ma ce la metterà tutta per tornare a casa.
Dal primo capitolo: 'Quando finalmente trovo un posto che mi sembra adatto per fermarmi per la notte deve essere passata almeno un'ora e mezzo dalla morte di Talo. Non posso fare a meno di pensare che si è sacrificato per me. Spero che al distretto lo ricordino come un eroe, almeno fino alla fine dei giochi. Io lo farò per il resto della mia vita, corta o lunga che sarà.'
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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I volti dei tributi appaiono nel cielo, accompagnati dal solito inno. Il ragazzo del 2, ucciso da Garett, la ragazza del 4, che deve la sua morte anche a me, il ragazzo del 5, ucciso probabilmente dai Favoriti, e Vlex, buttata nel fiume da Lurn. Con questi sono sedici in tre giorni. Probabilmente adesso gli strateghi ci faranno rallentare un po' il ritmo, per permettere ai cittadini di Capitol City di gustarsi di più questa edizione degli Hunger Games.

- Siamo rimasti in otto. - dice Harly. - Questo significa che partiranno con le interviste.

Giusto. Quindi andranno a casa dei miei nonni e li riempiranno di domande personali o anche quesiti più generici. Del tipo come sono morti i miei genitori, come va l'attività di famiglia, perché so usare i coltelli, quanta lana ricaviamo dalle nostre pecore e quali erano i miei giochi preferiti quando avevo sei anni.

- E che questa edizione volge al temine. - aggiunge Garett.

In realtà non capisco cosa intende. Chissà quante cose ancora ci aspettano, quanti combattimenti dovremmo ancora vincere, o perdere, quanti coltelli o frecce dovremmo ancora lanciare prima che questa edizione volga al termine. Adesso mi viene quasi voglia di nascondermi in questa grotta fino alla fine e aspettare che gli altri si uccidano o muiano di fame, o più probabilmente di sete, per poi uscire e dichiararmi vincitrice. Ma so che una cosa del genere non succederebbe mai. Se davvero voglio vincere devo combattere anch'io.

Sistemiamo la coperta per la notte e ci dividiamo i turni di veglia. Harly insiste per farne uno anche nelle sue condizioni, così le assegniamo il primo. A me tocca l'ultimo.

Sono talmente stanca che mi addormento immediatamente. La mia mente mi porta in un viaggio a ritroso, verso il giorno in cui tutto questo è cominciato.

 

Sono a casa. È mattina. Devo prepararmi per andare in piazza. Oggi è il giorno della mietitura. Mi lavo, indosso un bel vestito verde e mi aggiusto i capelli. Poi mi avvio con i miei nonni davanti al Palazzo di Giustizia, dove hanno allestito un grande palco. Siamo molti e il caldo è quasi insopportabile, quando finalmente arriva la solita donna stravagante di Capitol City a darci il benvenuto a questa nuova edizione degli Hunger Games e ad annunciare i nomi dei due tributi del nostro distretto. Così estrae il mio nome e poi quello di Talo. Avanzo tremando verso il palco e ho a malapena la forza di stringere la mano alla donna di Capitol e al ragazzo. Mentre i pacificatori ci portano dentro il Palazzo vedo i miei nonni piangere, consolandosi inutilmente a vicenda.

Quando è il momento dei saluti piango anch'io e riesco solo a dire che gli voglio bene e sono grata a entrambi per avermi cresciuta quando i miei genitori non hanno potuto farlo. Entrano poi nella stanza anche la madre e il padre di Talo e mi dicono che sono molto dispiaciuti per me. Dico che anche a me dispiace molto, ma in fondo so che loro sperano con tutto il cuore di vedermi morta e di poter riabbracciare il loro unico figlio maschio. Ed è giusto così.

Poi ci portano a Capitol City. Viaggiamo in un treno incredibile: è la cosa più lussuosa e appariscente che io abbia mai visto in vita mia. Il cibo poi è delizioso e la sera mangio così tanto che ad un certo punto sono costretta a scappare in bagno a vomitare. La mattina dopo però siamo arrivati a destinazione.

In un grandissimo edificio, dove si trovano anche le nostre stanze e il centro di allenamento, il mio staff di preparatori e lo stilista mi puliscono, truccano e vestono per la sfilata. La sera tutti i tributi sfilano davanti ai cittadini di Capitol City e al presidente Snow con vestiti ispirati alle specialità di ogni distretto. Poi lo stesso presidente ci da' il benvenuto a Capitol City e ci augura buona fortuna per questa edizione degli Hunger Games.

Dal giorno dopo cominciano le sessioni di allenamento, dove posso imparare molte cose e ammirare i tributi Favoriti distruggere un manichino dopo l'altro. Io e Talo ci spostiamo in ogni postazione, ma non ci facciamo mai notare molto. Alle sessioni private però centro più volte il collo dei manichini con i miei coltelli, sbalordisco gli strateghi e mi guadagno un buon nove.

Poi c'è l'intervista. Sono di nuovo rimessa in tiro dai preparatori e dallo stilista e aspetto il mio turno di apparire sulle televisioni di tutta Panem. Quando sta a me Ceasar esordisce con la classica domanda 'Quali sono i tuoi punti di forza?'. Non ci penso nemmeno a rivelare a tutti i miei avversari i miei punti di forza, quindi dico a Ceasar che sono molto brava a mimetizzarmi, a nuotare e nel combattimento corpo a corpo. Forse spero che gli altri tributi ci credano e che mi evitino nell'arena, ma nessuno sembra molto convinto. Probabilmente ad una domanda come questa mentire sarebbe stata la strategia di chiunque.

Il giorno dopo i giochi cominciano.

 

Garett mi sveglia per ricordarmi che è il mio turno di veglia. Mentre mi metto a sedere lentamente noto che lui fatica a prendere sonno. I suoi occhi verdi risplendono anche nel buio della caverna. Gli chiedo allora quello che mi ha tormentato per tutta la giornata: - Perché ci hai aiutate oggi?

Lui mi fissa e risponde: - Perché dovevo farlo.

- No, non dovevi. Potevi ucciderci ed avvicinarti alla vittoria.

- Non sono quel tipo di persona, - protesta lui – non sono un Favorito. Non mi sono mai sentito come un Favorito, per questo li ho abbandonati appena i giochi sono iniziati.

Io annuisco e ripenso a come si è scontrato in nostra difesa oggi pomeriggio. Improvvisamente mi torna alla mente che oggi non solo Harly è stata ferita. Infatti Garett è stato colpito al braccio dalla grossa lancia di Lurn.

- Il tuo braccio! - esclamo costringendolo ad alzarsi.

Lui protesta un po', ma poi acconsente a farsi controllare. Vedo solo grazie a quello sprazzo di luce che esce dallo spazio che abbiamo lasciato tra la pietra e la fine dell'ingresso alla grotta, ma sono sicura che il taglio che Garett ha sul braccio è pieno di sangue rappreso. Così lo pulisco con meno acqua possibile e mi appresto a fasciarlo, quando mi ricordo delle piante che aveva raccolto Harly per uso medico. Prendo un paio di foglie di uno strano arbusto disinfettante e le strofino alla ferita. Poi prendo la garza e la avvolgo intorno al suo braccio. Per tutto il tempo in cui l'ho medicato, Garett non ha fatto altro che fissarmi. Devo ammettere che è un bel ragazzo, ma questo suo comportamento mi inquieta un po'. Mi chiedo cosa abbia in mente.

Quando ho finito sussurra un ringraziamento e torna a distendersi. Mentre si avvolge nella coperta mi chiede: - E tu perché adesso mi hai aiutato?

- Perché dovevo farlo. - rispondo, sorridendo dolcemente.

Non ne sono sicura, ma credo che anche Garett mi sorrida prima di assopirsi.

  
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