Ciao belle
bestiole!
Reduce da
un’interrogazione di greco con la più brava della
classe (e, quindi,
difficilissima) ma fortunatamente uscitane indenne e con un sacco di
impegni in
vista oggi (folle studio di matematica per volontarizzazione per
rimediare alla
tremenda verifica, parrucchiera con il mio migliore amico, conferenza
della mia
prof di italiano sulla poesia erotica del duecento) trovo un attimo per
aggiornare, sperando nella vostra comprensione per il leggero ritardo.
Scusate, non
si
ripeterà più (ovviamente io non mantengo mai le
promesse).
Dedico il
capitolo a
Mony_Riddle che è stata la quarantesima ad inserire questa
fanfiction tra i
preferiti! Grazie, bestiola..
LEI TRADISCE
LUI PERCHÉ LUI TRADISCE LEI
La minaccia di
San Valentino era passata. Finita. Per molti
era stato un trampolino verso l’infinito (e oltre) sdolcinato
mondo dei
rapporti sentimentali tra adolescenti, per molti altri era stato un
trampolino
dritto nella depressione post-San Valentino.
JJ ci stava giusto
in mezzo. Lei viveva sempre in una bolla dorata dove anche le cose che
andavano
male sembravano andare bene.
- E così hai
passato il San Valentino con uno sconosciuto? – le chiesi
infine, quel Sabato
pomeriggio
- Beh, non
esattamente. Ci siamo conosciuti durante la sera –
replicò lei, sorridendo
beatamente
Sospirai e
continuai a sfogliare il suo Libro degli Ex cercando la scheda di
qualcuno di
mia conoscenza.
- Il fatto è
che
Dan ce l’aveva tua sorella – borbottò JJ
– Lui è mitico per San Valentino –
- Sì, immagino
–
risposi, incerta se ridere o preoccuparmi
-
Ehm…è vero che tu
e Mark ancora non l’avete
fatto in un
letto? – chiese JJ
-
Sì…stiamo
aspettando un momento davvero importante per farlo – risposi
– Sarebbe stupido
bruciarci tutto in una sera qualunque –
- Non ci avevo
pensato – JJ soppesò le parole – Ma
adesso avrete finito i posti dove scopare –
osservò
- Non ci avevo
pensato – questa volta toccò a me dirlo
- Ci penserete –
tagliò corto JJ, diventando improvvisamente sorridente
– La sai una cosa? –
- Il tipo
dell’altra sera ti ha chiamata e ha detto che sei la migliore
scopatrice che
abbia mai conosciuto e che vuole rivederti? – ipotizzai
- No, a parte
quello – sorrise JJ ammiccante – Resto qui a
Pasqua! –
- Uau! Niente
Parigi? – ci abbracciammo ridendo come due deficienti
- Ci vado con la
scuola, all’inizio di Giugno. Andiamo in Costa Azzurra e poi
passiamo anche da
Parigi. Perciò, notiziona da sballo: i miei genitori e i
bambini vanno a Parigi
e io resto qui! – esclamò allegramente
-
Da sola? – domandai, stupita
- Non sarò
sola. Ci
sono almeno venti cameriere in questa casa, e poi verrò a
trovare te, e Dan
e…Dan come amico – aggiunse in fretta
- L’avevo capito
–
le sorrisi
- No, è
perché tua
sorella già mi odia abbastanza – disse JJ,
rabbuiandosi
- Cosa te ne frega
di quello che pensa mia sorella? – le chiesi, cercando di
ritirarla su di
morale
- Nulla,
tecnicamente…però, insomma, è la
sorella della mia migliore amica nonché la
ragazza del mio migliore amico io vorrei…starle simpatica,
almeno – sussurrò
lei
- Magari un
giorno…
- la rassicurai, non troppo convinta
- Beh, con Tom ci
sono riuscita – osservò JJ
- Dopo grandi
sforzi – precisai – Non lo so, JJ, non credo ti
serva essere amica di mia
sorella. È una stronza, arrivista, ipocrita –
soggiunsi, ricordando le parole
di Pansy
- Non esagerare con
i complimenti – ridacchiò la mia amica
- Dico solo la
verità – ammisi
- Volevo chiederti
se, ehm, no, niente, lascia perdere – JJ si girò
verso la finestra e rimase ferma
qualche secondo, poi si voltò e sembrava un’altra
– Allora! Resto qui a Pasqua!
Sì! Non siamo stramegacontentissime?!? Yu-uh!! –
Al telefono, quella
sera, stavo raccontando a Mark della stranezza di JJ.
- Credo ci siano un
sacco di cose che noi ignoriamo completamente di Jessica. Per esempio,
ti ha
mai parlato di sua madre? – stava dicendo Mark
Mangiucchiai un
po’
di cioccolata.
- No – risposi,
alla fine
- E ti ha mai detto
com’era la sua vita “prima”? intendo,
prima della London Academy – precisò lui
- Io non sapevo
che… - cominciai
- Non sapevi che
non avesse sempre studiato alla London – completò
Mark
Solo in quel
momento mi resi conto di quante cose non sapevo di JJ. Lei conosceva
tutto di
me, mentre io ero all’oscuro di una buona parte della sua
vita.
- Non te ne saresti
mai accorta se non te l’avessi detto, JJ è molto
brava a nascondere le cose che
non vuole dire. Lei è una nobile, è stata
abitutata a mantenere il massimo
riserbo – sussurrò Mark
- Ma sua
madre…? –
chiesi
- Non ne parla mai.
La odia a morte. Non so perché e non so neanche che fine
abbia fatto, ma non
toccare l’argomento in sua presenza – mi
avvertì Mark
Rimasi in silenzio
per quasi un minuto.
- Assimilato la
notizia? – mi domandò Mark
- Io…sapevo che
la
madre non stava lì e che non si vedevano da secoli ma non
immaginavo che…ok,
basta. Che facciamo stasera? Penso che abbiamo ormai scopato in tutti i
posti
disponibili di Londra – spiegai
- Non preoccuparti,
Maggie, ci ho pensato tutta la notte e ho deciso che l’ideale
è cominciare a
giocare ai mestieri e ai personaggi! – propose
- Ma è
fantastico…allora, stasera cosa siamo? – chiesi,
impaziente di incominciare
- Propongo puttana
e cliente, tu che ne dici? – suggerì lui
- Magnifico! Alle
19.45 davanti all’Admiral?– ridacchiai
- A dopo – ci
salutammo con il solito bacio sul telefono, e poi cominciai a prepararmi
Alle
- Hai deciso di
arrotondare le entrate? – ironizzò Therese,
entrando in camera con aria
sbalordita
- No, è un
gioco
che sto facendo con Mark! – risposi, ridendo
- Posso immaginare
il seguito del gioco – sussurrò lei
- Immagini giusto!
– convenni
Mi passai il
rossetto rosso sulle labbra e presi la passaporta, pronta ad andarmene.
Proprio
in quel momento, Tom apparve di fianco alla porta. Ma questa volta non
arrivava
da Little Hangleton, bensì dal corridoio.
- Che cazzo ci
facevi nel corridoio? – gli domandai, dando una controllatina
all’orologio
- Non dirmi che sei
stato da Glenda – soggiunse Therese
- Che c’entra
Glenda? Non si parlano ormai da…ehm…qualche
giorno? – replicai, poi guardai
Tom, poi guardai mia sorella, poi guardai l’orologio e infine
guardai ancora
Tom – Non sei stato da
Glenda,
giusto? –
- Lei mi ha… -
iniziò Tom
- Pregato –
concluse Therese
- Era
distrutta… -
borbottai
- Perché Stefan
se
la faceva con la cameriera del suo locale –
continuò mia sorella
- E così ho
pensato
bene di consolarla – sibilai
- Non è andata
esattamente così – protestò Tom
- Quasi –
specificò
mia sorella – tanto ormai, qui è come
“Beautiful” sono duecento puntate che
Ridge deve scegliere se rimettersi con Taylor o rimanere con Brooke e
anche se
ogni giorno succede qualcosa di nuovo il punto fisso è
sempre quello –
- Therese, se
continui a infierire non sapremo mai cos’è
successo – le rammentai
- Non che ci tenga
più di tanto – sussurrò, ma rimase ad
ascoltare
- Beh, sapete che
è
da San Valentino che non parlo con Glenda, no? – fece Tom
- Caspita! È
praticamente una vita! – ironizzò Therese
– Quasi quattro giorni –
- Lei mi ha scritto
una lettera – proseguì Tom, ignorandola
– Una lettera molto bella, del tipo “il
tuo silenzio è la cosa peggiore che mi sia mai
capitata”… -
- Dopo le
smagliature nell’interno coscia – disse Therese
sarcastica – sapete cos’è la
cosa peggiore che le sia mai capitata? Essere venuta ad Hogwarts, ecco
cosa –
- Insomma, non ce
la facevo a pensare a lei che piangeva disperata –
sospirò Tom
- Dubito che Glenda
piangesse disperata. Primo perché probabilmente non ha avuto
abbastanza tempo
tra una scopata e l’altra con quello Stefan e secondo
perché… - cominciò mia
sorella
- Va bene, va bene,
ho sbagliato, ma ho avuto quello che mi meritavo – ci
bloccò Tom – Sono andato
da Glenda e lei ha cominciato a spogliarsi, poi però
è arrivato Stefan e mi ha
spinto nel bagno. Sono dovuto uscire dalla finestra –
raccontò
- Qualcosa mi fa
credere che Stefan la pedini – osservò Therese
- Già, nemmeno
nelle soap-opera più orrendamente e disgustosamente
intricate il fidanzato
arriva puntualmente mentre l’amante sta per infilarglielo
dentro! – convenni
- Non stavo per
“infilarglielo dentro” –
replicò Tom, storcendo la bocca
- Beh, di sicuro
l’avresti fatto…oppure pensavi di stare tutto il
pomeriggio a guardarla e non
toccarla? – domandai
- E comunque un
uomo seminudo che cammina sul cornicione di Hogwarts fa venire dei
dubbi alla
gente – brontolò Therese
- Non ero seminudo.
Mi sono rivestito in bagno. E nel giardino non c’era nessuno,
ho controllato
prima di uscire dalla finestra. Fa troppo freddo perché
qualcuno possa pensare
di starsene in giardino di sera – ribattè Tom
- Pensa che se
fossi davvero stato seminudo ora ti resterebbe in tiro per il resto
della vita
– ridacchiai
- Dovresti proporlo
al tuo amichetto Potter – suggerì Tom
- Beh, e adesso
cosa credi di fare? – mia sorella si voltò verso
Tom – Non vorrai mica tornare
da lei e ricominciare da dove eravate arrivati? –
- No. non subito,
quantomeno – proprio mentre finiva la frase, il suo telefono
squillò
- Ehi, Therese, ci
scommetti 100£ che è Glenda? – le chiesi
- Non ho voglia di
perdere 100£ in un modo così stupido –
mi snobbò lei
- Hai perfettamente
ragione – sorrisi
- Oh, ciao Glenda
–
disse Tom, io e Therese ci lanciammo uno sguardo da “come
volevasi dimostrare”
– No, ora sono a Little Hangleton –
Sentimmo aprirsi la
porta prima che io o mia sorella potessimo chiedere chi fosse. Glenda
si
precipitò dentro, restando un momento sorpresa nel vedere
Tom seduto sul nostro
letto.
- Che cosa ci fai
qui? – chiese, e aggiunse subito – Non mi pare che
questa camera si trovi a
Little Hangleton –
- Beh, volevo farti
una sorpresa e sono passato prima a salutare le gemelle Spencer, era
molto
tempo che non le vedevo – buttò lì Tom
- Secoli –
esagerai
- Oddio, Tom…tu
non
sai una cosa! – Glenda si gettò fra le sue
braccia, cominciando a piangere
istericamente
- Prepariamoci al
Glenda Rosweth Show – sibilai tra i denti
- Passo a ritirare
i biglietti? – propose Therese
- Stefan è
andato
al locale, io l’ho accompagnato fin lì, poi mi
sono girata e mi sono ricordata
che lui aveva la mia passaporta in mano e quando mi sono
rigirata…oh, quando mi
sono rigirata… - l’istericità delle
lacrime aumentò violentemente
- Quando ti sei
rigirata…? – la sponammo io e Therese
- Lui
stava…stava…baciando un’altra!
– piagnucolò Glenda –
Un’altra…donna!
–
- Ma dai…e io
che
pensavo stesse baciando un’altra parete! – la presi
in giro
- Il mio amoruccio
Stef mi tradisce – sussurrò Glenda – Da
quanto? –
- Da parecchio,
direi – aggiunse Therese
- Da prima ancora
di mettersi con te – rincarai la dose – Diciamo che
non ha mai davvero
incominciato a tradirti. L’ha sempre fatto. Prima ancora di
mettersi con la sua
prima ragazza credo che la tradisse –
- Glenda, non fare
così, vedrai che si sistemerà tutto –
Tom la strinse in un abbraccio, dandole
leggeri baci sul collo
Io guardai Therese.
Therese guardò me. facemmo smorfie a tutto andare. Infine
fissammo Tom con uno
sguardo pieno di rancore.
-
Tom…io…io
tradisco Stefan solo per ripicca! – ululò Glenda
- Questa poi… -
sussurrò Therese
- Allegria! –
esclamai
- Per ripicca? –
ripetè Tom, dubbioso
- Sì,
perché me lo
sento che lui mi tradisce – piagnucolò ancora
- Tutti se lo
sentono – aggiunsi
- Io ti propongo di
fare una cosa – si intromise Therese, parlando a voce forte e
chiara, come se
Glenda fosse uno di quei delfini al di là del vetro in un
acquario – Perché non
vai al locale di Stefan a vedere che si fa di bello? Magari vi chiarite
e…chissà! Scopri anche qualche cosa che non
immaginavi –
Glenda rimase
perplessa.
- Uh, perfetto, ti
ci accompagno io. Sono nell’abbigliamento adatto –
decretai
- Tu? – Glenda
guardò la mia minigonna verde che si arrampicava su per le
cosce e il top e il
pellicciotto con aria ancora più perplessa
- Chiamo Mark –
decisi
e avvisai il mio ragazzo di farsi trovare davanti al locale di Stefan
Redastaire per un cambio di programma dell’ultimo minuto
- Per me non è
un
problema, Maggie…in fondo dobbiamo giocare a puttana e
cliente – rise Mark e mi
salutò
Tom e Therese decisero
che ci avrebbero aspettato in camera.
- Ma non correte il
rischio che Hermione e compagnia vi becchino? – chiesi,
preoccupata
- Non se tornate
prima delle 22.00. questa sera c’è
l’ennesima lezione di Harry – mi ricordò
Therese
-
Ah…l’ES! me ne
stavo dimenticando! – sorridendo, trascinai Glenda a Londra
- Non sapevo che tu
e Tom vi vedeste ancora – sussurrò lei,
presumibilmente cercando di non pensare
a quello che avrebbe scoperto di lì a
poco
- Infatti noi non
ci vediamo – mentii – Lui è venuto solo
oggi…era…di passaggio –
- Di passaggio ad
Hogwarts? – Eggie mi fissò stupita
- Nel senso che
stava venendo da te – precisai
Lei sembrò
rincuorata. Continuammo a camminare, fino a giungere al locale, dove
Mark
aspettava vestito di tutto punto.
- Ehm…?
– iniziai
- Volevo fare
qualcosa tipo Pretty Woman – spiegò lui
– Un cliente raffinato –
Glenda ci
lanciò
un’occhiata distratta, senza commentare. Poi entrò.
Stefan stava
parlando sommessamente con Alice. Qualcosa mi faceva credere che Alice
non
fosse lì per caso, ma naturalmente poteva benissimo essere
che anche lei avesse
un piano per riconquistare il suo ex.
- Allora è
vero!
Tu! Mi tradisci! – urlò Glenda, sovrastando il
rumore della folla
- Mitico, è
come
stare in un cinema dal vivo. Dentro lo schermo del televisore di casa
quando
fanno quei programmi del tipo “Il Giudice dei
Matrimoni” dove lei tradisce lui
perché lui tradisce lei! – ridacchiò
Mark
La clientela del
locale non sembrava disturbata da quella scenata. Probabilmente se ne
verificavano spesso.
- Lui non ti
tradisce. Piuttosto tradisce me – Alice mi strizzò
impercettibilmente l’occhio
– Io sono la sua ragazza –
Glenda rimase senza
fiato.
- Alice, ma che
cazzo dici?!? Io non ho mai detto né lontanamente pensato
una cosa del genere.
Vai fuori da questo locale, ho bisogno di parlare in privato con Eggie
– sbottò
Stefan, spingendo Alice fuori dalla porta
- Fa’ come ti
pare,
ma ricordati che non ti andrà sempre bene! –
sbuffò Alice – E tu, Glenda, non
farti fottere da questo stronzo! –
La fermai per un
braccio.
- Tu e Stefan state
assieme? – le domandai
- Veramente passavo
di qui per caso. Sto cercando un lavoro serale per arrotondare le
entrate –
rispose lei, sinceramente, ed uscì
- Ha una strana idea
di “privato” la tua amica –
osservò Mark
Stefan aveva preso
sulle sue gambe Glenda e stavano parlando, seduti sul bancone.
Più che
parlando, sembrava che si dedicassero ai preliminari.
- Drink? – mi
chiese Mark, sfilando un menu dal bancone
- Va bene –
accettai
Nel frattempo,
Stefan e Glenda sparirono in cucina. Credevo (e speravo) di non
rivederli più
per tutta la sera, quando Glenda uscì in lacrime.
- Ora sta davvero
diventando come Cho – sbuffai, buttando giù
l’ultimo sorso di vodka
- Forse finalmente
si è guardata attorno e ha capito che razza di locale
gestisce il suo ragazzo –
ipotizzò Mark
- Ne dubito. Sono
due anni che non sa, o fa finta di non sapere, che razza di locale sia
–
replicai
- Io non lo amo!
–
gridò Glenda
- Non me ne importa
se lo ami o no…fatto sta che questa foto stava nella tua
borsa! – Stefan
sventolò una foto di Glenda e Tom di almeno due anni prima
- È una storia
vecchissima, vorrai farmi storie simili per ogni ragazzo che ho avuto?
– si
giustificò Glenda
- No, ma magari di
ogni ragazzo di cui tieni la foto nella borsa! –
ribattè Stefan
- Stefan, scusami,
è stato un errore, non succederà più
– sussurrò Glenda
- Certo che non
succederà più – Stefan tirò
una sberla ad Eggie – E questa è per ricordartelo
meglio –
- Bisognerebbe fare
serate simili più spesso – disse Mark, baciandomi
- Potremmo
diventare clienti abituali – suggerii, rispondendo al bacio
- Oppure potremmo
adeguarci sul momento a quello che sta facendo la maggior parte della
gente qui
– Mark cominciò a slacciarmi il corpetto
- No, aspetta!
Dobbiamo prima raccontare tutto a mia sorella e Tom –
ricordai improvvisamente
- Per forza? –
annuii tristemente – Per forza per forza? –
riprovò Mark, io cominciai a
sistemarmi il pellicciotto sulle spalle – Per forza per forza
per forza? –
- Ehi, non ti ho
detto che non scoperemo per i prossimi quindici anni, ti ho detto di
aspettare
quindici minuti – sbottai
- Ma Pallino non ha
una gran voglia di aspettare, credimi – sospirò
Mark, ma mi seguì ugualmente –
E sono certo che non saranno quindici minuti –
infilò la mano nella tasca di
dietro della gonna
- Mark! Tieni a
bada Pallino per un altro po’! – lo rimproverai
- Sì,
tranquilla,
stavo solo controllato che tu non avessi foto del tuo ex in tasca
– rispose
Mark
- Ti devo svelare
una cosa – sussurrai
- Cosa? – chiese
lui
- Ho davvero una
foto di Malfoy addosso – sorrisi
- E dove? – Mark
si
sfregò le mani
- Nel reggiseno!
–
risposi
Lui non se lo fece
ripetere una seconda volta e cominciò a cercare
un’inesistente foto di Malfoy
tra le mie tette non meno inesistenti. Proprio mentre cominciavo a
credere che
forse non era un’idea tanto cattiva quella di andare
più tardi da mia sorella,
l’occhio mi cadde sul cellulare che oltre a mostrarmi sette
chiamate senza
risposta, mi ricordava che erano le 21.10
- Merda! Dobbiamo
davvero andare – gli spostai le mani, controvoglia
- Ma allora lo fai
apposta. Sei una stronza – sbuffò lui –
E non ci pensi a Pallino? –
- Se la caverà,
non
preoccuparti – lo baciai per l’ultima volta sul
naso, poi tirai fuori la
passaporta e ci ritrovammo nella mia camera
- Bentornati! –
ci
accolse Therese, aspramente
- Beh…meglio
tardi
che mai – sollevai le spalle, colpevole
- E pensa che
abbiamo interrotto Pallino e Pallina per venire da te –
soggiunse Mark
- Che sforzo –
sibilò Therese, riaccomodandosi sul letto –
Ebbene? –
Io e Mark
raccontammo cos’era successo al locale mentre ci scambiavamo
bacetti di
nascosto. Alla fine, Therese guardò Tom con disprezzo.
- Ecco dove porta
il tuo essere gentile e comprensivo – sospirò
– Lei ha detto di non amarti,
l’ha detto chiaramente al suo Stef… -
- Non avrebbe
potuto dirgli altro – osservò Tom
- Certo che avrebbe
potuto – replicò Therese – Se ti avesse
davvero amato come dici tu, avrebbe
potuto anche dirgli che teneva quella foto perché voleva
averti sempre vicino –
- Ma quella
foto non l’aveva distrutta tempo
fa? – chiesi a Tom, alludendo all’incantesimo di un
paio d’anni prima
- Quella
sì,
dev’essere un’altra – osservò
lui
- Ehm…posso
sapere
di quale foto così importante state parlando? –
domandò Therese
- Una foto –
rispose Tom, sbrigativo
- Una normalissima
foto – precisai
- Visto che abbiamo
deciso che la foto è una normalissima foto,
perchè non assecondiamo Pallino? –
fece Mark, mordicchiandomi il lobo dell’orecchio
- Beh, visto che
abbiamo deciso che la foto è una normalissima foto, io vado
ad assecondare
Pallino – decretai, abbracciando Mark
- Buon
divertimento, allora – Therese non sembrava molto felice
- Grazie, Therese!
– rispose sorridendo Mark, e poi sparimmo oltre la porta
- Hogwarts è
piena
di posti interessanti per scopare – osservai
- Tipo? – chiese
lui
- La torre di
Divinazione – proposi – è piena di
cuscini –
- Ma la tua prof
non risiede lì? – borbottò Mark,
dubbioso
- Cazzo, è
vero!
Allora…beh, potrebbe andare la nostra redazione di
Gossipschool? – suggerii
- Mi sembra
fantastico – sorrise lui
- È fantastico
–
puntualizzai
Camminavamo
abbracciati nei corridoi, fermandoci qua e là per qualche
bacio al chiaro di
luna, quando sentii una risata non esattamente allegra alle nostre
spalle.
- Bel vestito,
Spencer, hai idea che questa è una scuola? E sottolineo
“scuola”, non puttanaio
– mi salutò Draco
- Malfoy, che ci
fai qui? – sbuffai, spazientita
- Ci vivo.
Piuttosto questo dovrei chiederlo al Babbano – si
voltò verso Mark con aria
sprezzante
- Ci scopo –
usò il
suo stesso tono di prima
Le labbra di Draco
si assottigliarono come si assottigliavano quelle della McGranitt
quando non
riuscivo a trasfigurare la mia sedia in una lontra.
- Beh, cosa fai in
giro per i corridoi di notte? – gli domandai ancora, notando
con enorme
soddisfazione la sua espressione disgustata nell’assistere ai
miei baci con
Mark. Era così divertente!
- Cerco di scoprire
dove Potter incontra il suo club di sfigati per insegnare Difesa contro
le Arti
Oscure – rispose Draco
- Vuoi unirti al
club di sfigati? – domandò Mark, che non aveva mai
amato Draco più di tanto
- No, volevo
chiedergli se accettavano te – rispose Draco freddamente
- Non preoccuparti,
Malfoy, faccio già parte di svariati club io. Tra cui quello
dei Fortunati
Scopatori di Maggie Spencer – sorrise Mark
- Anche io me la
sono scopata la tua Maggie Spencer – replicò Draco
– Se non ti ricordi –
Mark lasciò la
presa della mia vita e si piazzò davanti a Draco.
- Già, e ancora
non
abbiamo parlato di questo io e te – osservò Mark
- Non credo ci sia
molto da dire – borbottò Draco
- Hai ragione, non
c’è niente da dire – Mark gli
assestò un pugno sull’occhio – E non
rompermi più
i coglioni, o il prossimo pugno te lo tiro in modo che non possa
più andarti in
tiro quando vedi la mia ragazza –
- Che eroe! –
sussurrai, mentre ci allontavamo lungo il corridoio
- Come hai potuto
farti scopare da quello spaccone di merda? – Mark si
sputò su una mano
tirandosi in dietro i capelli – Ehi, Spencer, hai idea che
questa è una scuola?
Scuola. S-c-u-o-l-a. E io sono il più figo! Ah-ah-ah!
– lo scimmiottò allegramente
Poi non parlammo
più di Draco. Anzi, diciamo che non parlammo e basta.
La mattina dopo,
comunque, quando Mark se n’era già tornato a
Londra (quella mattina sua sorella
Gloria arrivava da Cambridge), trovai Draco ad attendermi davanti alla
porta della
Sala Grande.
Aveva l’occhio
sinistro di un simpatico colore sulle sfumature del violaceo.
- Di’ al tuo
ragazzo che la prossima volta che prova ad alzare le mani su di me, gli
faccio
vedere cos’è capace di fare un vero mago
– sibilò Draco
- Potevi dirglielo
tu stesso ieri sera, almeno avrebbe pareggiato i conti con
l’altro occhio –
sorrisi divertita
- Io non ho paura
di quel Babbano – sussurrò Draco, specchiandosi
nei miei occhiali da sole
- Buon per te –
risposi, indifferente, sistemandomi una ciocca di capelli che sfuggiva
dalla
molletta
- Draco! Chi ti ha
conciato così? – Therese ci raggiunse e lo
fissò preoccuopata
- La fata turchina
– ironizzai
- Quello stronzo
del ragazzo di tua sorella – sbottò Draco
- Mark? – chiese
Therese, sbalordita
- Spiega bene come
stanno le cose, Malfoy, tu l’hai provocato – gli
ricordai
- Provocato? Gli ho
solo chiesto cosa ci faceva ad Hogwarts! – replicò
lui
- Non mi pare
proprio. Hai fatto commenti sulla notte di Halloween –
aggiunsi
- Beh, e che male
c’è? Non potevo commentare la notte di Halloween?
– fece Draco, sollevando le
spalle
- Certo che potevi.
E questa è la giusta punizione per averlo fatto –
osservai
- Smettetela di
fare i bambini dell’asilo! – ci interruppe Therese
– Draco, vieni con me, penso
che potrei fare un buon lavoro con il fondotinta e il fard, almeno
cerchiamo di
nascondere quel viola –
- E non tornate
subito, mi raccomando – specificai, andando a sedermi al mio
posto vicino a Ron
- Sei stata tu?
–
chiese lui, con gli occhi luccicanti
- La notizia sta
facendo il giro della scuola – soggiunse Harry
- Ehi, ben fatto,
Maggie! Dovremmo riservare il trattamento speciale a tutti i
Serpeverde,
potrebbe essere un loro segno distintivo un occhio nero! –
suggerì Fred, al che
compresi tutto
-
Veramente…è stato
Mark – spiegai
- Mark? Che persona
fantastica! – esclamò George – Dovremmo
conoscerlo meglio –
- Accidenti…fa
così
con tutti quelli che ci provano con te? – Harry
impallidì
- No, altrimenti
dovrebbe spaccare il culo a mezza Hogwarts. Solo a quelli che gli
rompono i
coglioni – risposi, rassicurante
- Un magnifico
toast con burro e marmellata alla nostra eroina! – Seamus
Finnigan mi mise sul
piatto un toast
- E non
dimenticatevi che è una Mezzosangue! –
rammentò Dean, anche lui piuttosto
orgoglioso di provenire da una famiglia Babbana
- Dovremmo farlo
tutti – precisò Neville
Hermione, che di
solito non apprezzava le violenze gratuite, questa volta sembrava
d’accordo.
Dopotutto anche lei era spesso vittima delle prese in giro di Malfoy.
- Vorrei avere
anche io un ragazzo così, che spacca la faccia a Malfoy ogni
volta che mi
chiama Mezzosangue o che mi dice che ho dei denti orribili –
mi disse infatti
in un orecchio, più tardi
- Non devi
offenderti quando ti chiama Mezzosangue. Non è un insulto,
è solo una
costatazione dei fatti! È come se qualcuno ti chiamasse
“riccia”. Forse può
darti fastidio il modo in cui lui lo dice, ma in sé
“Mezzosangue” non è un
insulto. E quando ti dice che hai i denti troppo grossi tu rispondigli
“Hai
ragione, infatti i miei denti sono più grossi del tuo
cazzo” e poi vediamo cosa
ti risponde – suggerii
Hermione mi
guardò
riconoscente, poi mi invitò a studiare Trasfigurazione in
biblioteca.
- Ti sembro una che
studia Trasfigurazione? Per di più
- Beh, sai cosa mi
ha detto
- Uau – feci io,
sorpresa che si notasse davvero un miglioramento da quando Tom mi
aiutava con i
compiti – Ok. Vengo – accettai
E ci andai davvero.
Maggie Spencer che studiava Trasfigurazione in biblioteca con Hermione.
E stavo
studiando sul serio. Difatti notai molti sguardi stupiti tra gli altri
frequentatori della biblioteca. Specialmente Madama Pince
dimostrò di essere
particolarmente sbalordita, e continuava a passarmi di fianco per
essere certa
che stessi davvero studiando.
Il mondo è
sempre
restio ad accettare i cambiamenti.
Seiryu:
le tue recensioni mi fanno
sempre sentire talmente lusingata da rischiare di diventare
vanagloriosa. Ti
giuro, se non sembrasse un’ossessiva forma di egocentrismo le
ricopierei su dei
post-it rosa e le attaccherei dietro il mio letto, per rileggermele in
quel
momento di dormiveglia tra il suono della sveglia e il momento in cui
una forza
superiore ci impone di alzarci. Grazie, grazie e ancora grazie (quanto
al non
ancora, beh, ogni cosa a suo tempo).
Lady_slytherin:
beh, se la ripetizione
sta nel ripetere che la mia storia ti piace, fidati, puoi ripetermelo
quanto ti
pare, non me ne dispiaccio affatto. Therese ha guadagnato cinquanta
punti per
aver difeso Draco? Allora si prospetta una serie infinita di punti che
Therese
guadagnerà ancora. Nella sua magnifica veste da paladina
della giustizia (non
ho ancora pensato al vestito da marinara, accidenti) è solo
all’inizio.
Miyaki:
mi fa piacere che ti piaccia
Therese, certo fa più piacere alla mia sorellina che
è qui di fianco a me,
gongolante, e protesta perché in ciò che scrivo
Therese appare davvero un
agglomerato di difetti anche se la mia intenzione non era quella, non
proprio,
almeno. Comunque non sei l’unica: anche Schumi95 e qualcun
altro, anche se ora
non ricordo bene chi, mi avevano espresso questo singolare amore per
Therese. E
presto avrà più spazio in scena, promesso.
MaggieAddicted:
beh, tecnicamente
anche Harry è uno dei ragazzi più popolari della
scuola (forse IL più popolare)
quindi perquanto sia imbranato, è assolutamente usuale che
il più popolare stia
con la più popolare, no? Comunque, a parte questo, Glenda
non è affatto
normale. Sì, una volta ti eri imbarcaminata in questo folle
tentativo di
scoprire il suo segreto (ops! Ti ho già dato un indizio!).
buona fortuna.
Black_Moody:
innanzitutto grazie per
avermi consigliato tutti quei fantastici nomi. Mia madre, vedendomi
vagare su
nuovi ed esilaranti siti di moda, probabilmente ti ucciderebbe seduta
stante se
sapesse che sei stata tu a consigliarmeli, ma ho scoperto un folle
amore per
Paule Ka che spero di vedere presto con un bel negozio in galleria,
accanto a
quello della Miuccia magari. “detestare amabilmente
Glenda” è un ossimoro, sai?
Questa storia ti ispira addirittura figure poetiche. Sono deliziata.
Ever:
benvenuta tra noi! Mi fa strano
rispondere alle tue recensioni sebbene le legga ormai da qualche
settimana, e
quasi mi dispiace non poter godere delle tue recensioni poco a poco,
capitolo
per capitolo, giorno dopo giorno. Beh, ci farò
l’abitudine. La cintura delle
Powerpuffs, che ora è diventata un must have dei ragazzi dai
tredici ai venti e
passa anni di Varese (e non so se anche altrove), l’anno
scorso quando quel
capitolo è stato scritto, era una mia prerogativa. Ora
l’ho prontamente
abbandonata in un armadio, odio quest’omologazione da scuole
elementari.
Lady_Malfoy_4ever:
la tua poesia
ermetica (Glenda alla forcaaaaaaaaaaaaaaa) riprende in poche parole
ciò che
effettivamente una persona può pensare dopo cinquantaquattro
capitoli di tira e
molla (più molla che tira, in effetti) tra Tom e la suddetta
tr…tremenda
professoressa. Quanto a zia Tracie, il settimo anno è ancora
lontano (beh, non
tanto in effetti) e c’è ancora tempo
perché le cose si ribaltino. Vedrai…
Schumi95:
davvero i rettangoli delle
recensioni sono cambiati? Ho sempre pensato che fossero troppo piccoli,
andrò
subito a vedere in che razza di enormi fogli bianchi si sono
trasformati. Me ne
parli come di un tempio del nulla e sono perplessa. Comunque, anche se
Glenda
non è di Al Qaeda e non balla nuda in un locale di streep
tease, forse sul
fatto che voglia conquistare il mondo ho qualche dubbio.
Chissà..
Mony_Riddle: vedo che
l’argomento
“Glenda è una puttana” ha preso sia te
che Kathy in modo piuttosto violento. E
non solo voi due, in effetti. Per questo mi permetto una breve
disquisizione
sul significato del termine puttana: dicesi puttana una donna che
chiede e
riceve soldi in cambio di prestazioni sessuali e che non intrattiene
relazioni
amorose con i suoi clienti. Ora, Glenda è innamorata sia di
Tom che di Stefan
(e per ora solo loro due) quindi, anche se non so se possa essere
considerato
meno grave, oggettivamente non è una puttana.
*****
L’Angolino
delle Anticipazioni
- Allora, quella
stronza – ripresi – ti sta usando esattamente come
io uso questa merda di libro
di Pozioni dell’anno scorso. Come anti-stress. Ogni tanto ne
strappo una
pagina, ne faccio una pallina, ci gioco contro il muro, la mordicchio e
poi
alla fine la brucio e mi diverto a vederla ridotta in cenere
–
***
- Come fai a dire
che non funzionerebbe mai? – sbuffai – A Bella
piaci un casino –
- Ma a me Bellatrix
non piace. Non mi piace, capito? Non voglio nemmeno pensarci
– decretò
***
- Non esagerare
–
la fermò Tom – Lei mi aspettava a braccia aperte
–
- A gambe aperte,
vorrai dire – lo corresse Therese
***
- George? Tu sei
single, vero? – domandò Pansy
- Credo di sì
–
rispose lui, dubbioso
- Allora,
seguimi –