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Autore: JiuJiu91    29/02/2008    8 recensioni
Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. Quando guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarda dentro di te. [Friedrich Nietzsche]
Le gemelle Spencer vivono su binari paralleli: Maggie è esuberante, goffa e maldestra, perennemente intenta a collezionare figuracce, mentre la riservata Therese è una studentessa modello, saggia dispensatrice di consigli e ottima strega. Destinate a non incontrarsi mai, se non si fossero trovate intrappolate, assieme, in un piano molto più grande di loro, divise tra Bene e Male. Sempre che Bene e Male esistano ancora, quando i Buoni sono pronti a tutto pur di vincere la guerra e i Cattivi non sembrano poi così cattivi.
In un Mondo Magico in cui non è più tutto bianco o tutto nero si intrecciano storie d'amore e di guerra, d'amicizia e di fratellanza, di alleanze e di tradimenti. In tutte le sfumature che preferite.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo, personaggio, Serpeverde, Tom, Riddle/Voldermort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Ciao belle bestiole!

Reduce da un’interrogazione di greco con la più brava della classe (e, quindi, difficilissima) ma fortunatamente uscitane indenne e con un sacco di impegni in vista oggi (folle studio di matematica per volontarizzazione per rimediare alla tremenda verifica, parrucchiera con il mio migliore amico, conferenza della mia prof di italiano sulla poesia erotica del duecento) trovo un attimo per aggiornare, sperando nella vostra comprensione per il leggero ritardo.

Scusate, non si ripeterà più (ovviamente io non mantengo mai le promesse).

Dedico il capitolo a Mony_Riddle che è stata la quarantesima ad inserire questa fanfiction tra i preferiti! Grazie, bestiola..

LEI TRADISCE LUI PERCHÉ LUI TRADISCE LEI

La minaccia di San Valentino era passata. Finita. Per molti era stato un trampolino verso l’infinito (e oltre) sdolcinato mondo dei rapporti sentimentali tra adolescenti, per molti altri era stato un trampolino dritto nella depressione post-San Valentino.

JJ ci stava giusto in mezzo. Lei viveva sempre in una bolla dorata dove anche le cose che andavano male sembravano andare bene.

- E così hai passato il San Valentino con uno sconosciuto? – le chiesi infine, quel Sabato pomeriggio

- Beh, non esattamente. Ci siamo conosciuti durante la sera – replicò lei, sorridendo beatamente

Sospirai e continuai a sfogliare il suo Libro degli Ex cercando la scheda di qualcuno di mia conoscenza.

- Il fatto è che Dan ce l’aveva tua sorella – borbottò JJ – Lui è mitico per San Valentino –

- Sì, immagino – risposi, incerta se ridere o preoccuparmi

- Ehm…è vero che tu e Mark ancora non l’avete fatto in un letto? – chiese JJ

- Sì…stiamo aspettando un momento davvero importante per farlo – risposi – Sarebbe stupido bruciarci tutto in una sera qualunque –

- Non ci avevo pensato – JJ soppesò le parole – Ma adesso avrete finito i posti dove scopare – osservò

- Non ci avevo pensato – questa volta toccò a me dirlo

- Ci penserete – tagliò corto JJ, diventando improvvisamente sorridente – La sai una cosa? –

- Il tipo dell’altra sera ti ha chiamata e ha detto che sei la migliore scopatrice che abbia mai conosciuto e che vuole rivederti? – ipotizzai

- No, a parte quello – sorrise JJ ammiccante – Resto qui a Pasqua! –

- Uau! Niente Parigi? – ci abbracciammo ridendo come due deficienti

- Ci vado con la scuola, all’inizio di Giugno. Andiamo in Costa Azzurra e poi passiamo anche da Parigi. Perciò, notiziona da sballo: i miei genitori e i bambini vanno a Parigi e io resto qui! – esclamò allegramente

- Da sola? – domandai, stupita

- Non sarò sola. Ci sono almeno venti cameriere in questa casa, e poi verrò a trovare te, e Dan e…Dan come amico – aggiunse in fretta

- L’avevo capito – le sorrisi

- No, è perché tua sorella già mi odia abbastanza – disse JJ, rabbuiandosi

- Cosa te ne frega di quello che pensa mia sorella? – le chiesi, cercando di ritirarla su di morale

- Nulla, tecnicamente…però, insomma, è la sorella della mia migliore amica nonché la ragazza del mio migliore amico io vorrei…starle simpatica, almeno – sussurrò lei

- Magari un giorno… - la rassicurai, non troppo convinta

- Beh, con Tom ci sono riuscita – osservò JJ

- Dopo grandi sforzi – precisai – Non lo so, JJ, non credo ti serva essere amica di mia sorella. È una stronza, arrivista, ipocrita – soggiunsi, ricordando le parole di Pansy

- Non esagerare con i complimenti – ridacchiò la mia amica

- Dico solo la verità – ammisi

- Volevo chiederti se, ehm, no, niente, lascia perdere – JJ si girò verso la finestra e rimase ferma qualche secondo, poi si voltò e sembrava un’altra – Allora! Resto qui a Pasqua! Sì! Non siamo stramegacontentissime?!? Yu-uh!! –

Al telefono, quella sera, stavo raccontando a Mark della stranezza di JJ.

- Credo ci siano un sacco di cose che noi ignoriamo completamente di Jessica. Per esempio, ti ha mai parlato di sua madre? – stava dicendo Mark

Mangiucchiai un po’ di cioccolata.

- No – risposi, alla fine

- E ti ha mai detto com’era la sua vita “prima”? intendo, prima della London Academy – precisò lui

- Io non sapevo che… - cominciai

- Non sapevi che non avesse sempre studiato alla London – completò Mark

Solo in quel momento mi resi conto di quante cose non sapevo di JJ. Lei conosceva tutto di me, mentre io ero all’oscuro di una buona parte della sua vita.

- Non te ne saresti mai accorta se non te l’avessi detto, JJ è molto brava a nascondere le cose che non vuole dire. Lei è una nobile, è stata abitutata a mantenere il massimo riserbo – sussurrò Mark

- Ma sua madre…? – chiesi

- Non ne parla mai. La odia a morte. Non so perché e non so neanche che fine abbia fatto, ma non toccare l’argomento in sua presenza – mi avvertì Mark

Rimasi in silenzio per quasi un minuto.

- Assimilato la notizia? – mi domandò Mark

- Io…sapevo che la madre non stava lì e che non si vedevano da secoli ma non immaginavo che…ok, basta. Che facciamo stasera? Penso che abbiamo ormai scopato in tutti i posti disponibili di Londra – spiegai

- Non preoccuparti, Maggie, ci ho pensato tutta la notte e ho deciso che l’ideale è cominciare a giocare ai mestieri e ai personaggi! – propose

- Ma è fantastico…allora, stasera cosa siamo? – chiesi, impaziente di incominciare

- Propongo puttana e cliente, tu che ne dici? – suggerì lui

- Magnifico! Alle 19.45 davanti all’Admiral?– ridacchiai

- A dopo – ci salutammo con il solito bacio sul telefono, e poi cominciai a prepararmi

Alle 19.30 mi guardai allo specchio soddisfatta. Indossavo una mini di vernice verde che non sapevo neanche di avere, un corpetto nero, un pellicciotto verde e l’immancabile smalto rosso laccato da troia.

- Hai deciso di arrotondare le entrate? – ironizzò Therese, entrando in camera con aria sbalordita

- No, è un gioco che sto facendo con Mark! – risposi, ridendo

- Posso immaginare il seguito del gioco – sussurrò lei

- Immagini giusto! – convenni

Mi passai il rossetto rosso sulle labbra e presi la passaporta, pronta ad andarmene. Proprio in quel momento, Tom apparve di fianco alla porta. Ma questa volta non arrivava da Little Hangleton, bensì dal corridoio.

- Che cazzo ci facevi nel corridoio? – gli domandai, dando una controllatina all’orologio

- Non dirmi che sei stato da Glenda – soggiunse Therese

- Che c’entra Glenda? Non si parlano ormai da…ehm…qualche giorno? – replicai, poi guardai Tom, poi guardai mia sorella, poi guardai l’orologio e infine guardai ancora Tom – Non sei stato da Glenda, giusto? –

- Lei mi ha… - iniziò Tom

- Pregato – concluse Therese

- Era distrutta… - borbottai

- Perché Stefan se la faceva con la cameriera del suo locale – continuò mia sorella

- E così ho pensato bene di consolarla – sibilai

- Non è andata esattamente così – protestò Tom

- Quasi – specificò mia sorella – tanto ormai, qui è come “Beautiful” sono duecento puntate che Ridge deve scegliere se rimettersi con Taylor o rimanere con Brooke e anche se ogni giorno succede qualcosa di nuovo il punto fisso è sempre quello –

- Therese, se continui a infierire non sapremo mai cos’è successo – le rammentai

- Non che ci tenga più di tanto – sussurrò, ma rimase ad ascoltare

- Beh, sapete che è da San Valentino che non parlo con Glenda, no? – fece Tom

- Caspita! È praticamente una vita! – ironizzò Therese – Quasi quattro giorni –

- Lei mi ha scritto una lettera – proseguì Tom, ignorandola – Una lettera molto bella, del tipo “il tuo silenzio è la cosa peggiore che mi sia mai capitata”… -

- Dopo le smagliature nell’interno coscia – disse Therese sarcastica – sapete cos’è la cosa peggiore che le sia mai capitata? Essere venuta ad Hogwarts, ecco cosa –

- Insomma, non ce la facevo a pensare a lei che piangeva disperata – sospirò Tom

- Dubito che Glenda piangesse disperata. Primo perché probabilmente non ha avuto abbastanza tempo tra una scopata e l’altra con quello Stefan e secondo perché… - cominciò mia sorella

- Va bene, va bene, ho sbagliato, ma ho avuto quello che mi meritavo – ci bloccò Tom – Sono andato da Glenda e lei ha cominciato a spogliarsi, poi però è arrivato Stefan e mi ha spinto nel bagno. Sono dovuto uscire dalla finestra – raccontò

- Qualcosa mi fa credere che Stefan la pedini – osservò Therese

- Già, nemmeno nelle soap-opera più orrendamente e disgustosamente intricate il fidanzato arriva puntualmente mentre l’amante sta per infilarglielo dentro! – convenni

- Non stavo per “infilarglielo dentro” – replicò Tom, storcendo la bocca

- Beh, di sicuro l’avresti fatto…oppure pensavi di stare tutto il pomeriggio a guardarla e non toccarla? – domandai

- E comunque un uomo seminudo che cammina sul cornicione di Hogwarts fa venire dei dubbi alla gente – brontolò Therese

- Non ero seminudo. Mi sono rivestito in bagno. E nel giardino non c’era nessuno, ho controllato prima di uscire dalla finestra. Fa troppo freddo perché qualcuno possa pensare di starsene in giardino di sera – ribattè Tom

- Pensa che se fossi davvero stato seminudo ora ti resterebbe in tiro per il resto della vita – ridacchiai

- Dovresti proporlo al tuo amichetto Potter – suggerì Tom

- Beh, e adesso cosa credi di fare? – mia sorella si voltò verso Tom – Non vorrai mica tornare da lei e ricominciare da dove eravate arrivati? –

- No. non subito, quantomeno – proprio mentre finiva la frase, il suo telefono squillò

- Ehi, Therese, ci scommetti 100£ che è Glenda? – le chiesi

- Non ho voglia di perdere 100£ in un modo così stupido – mi snobbò lei

- Hai perfettamente ragione – sorrisi

- Oh, ciao Glenda – disse Tom, io e Therese ci lanciammo uno sguardo da “come volevasi dimostrare” – No, ora sono a Little Hangleton –

Sentimmo aprirsi la porta prima che io o mia sorella potessimo chiedere chi fosse. Glenda si precipitò dentro, restando un momento sorpresa nel vedere Tom seduto sul nostro letto.

- Che cosa ci fai qui? – chiese, e aggiunse subito – Non mi pare che questa camera si trovi a Little Hangleton –

- Beh, volevo farti una sorpresa e sono passato prima a salutare le gemelle Spencer, era molto tempo che non le vedevo – buttò lì Tom

- Secoli – esagerai

- Oddio, Tom…tu non sai una cosa! – Glenda si gettò fra le sue braccia, cominciando a piangere istericamente

- Prepariamoci al Glenda Rosweth Show – sibilai tra i denti

- Passo a ritirare i biglietti? – propose Therese

- Stefan è andato al locale, io l’ho accompagnato fin lì, poi mi sono girata e mi sono ricordata che lui aveva la mia passaporta in mano e quando mi sono rigirata…oh, quando mi sono rigirata… - l’istericità delle lacrime aumentò violentemente

- Quando ti sei rigirata…? – la sponammo io e Therese

- Lui stava…stava…baciando un’altra! – piagnucolò Glenda – Un’altra…donna! –

- Ma dai…e io che pensavo stesse baciando un’altra parete! – la presi in giro

- Il mio amoruccio Stef mi tradisce – sussurrò Glenda – Da quanto? –

- Da parecchio, direi – aggiunse Therese

- Da prima ancora di mettersi con te – rincarai la dose – Diciamo che non ha mai davvero incominciato a tradirti. L’ha sempre fatto. Prima ancora di mettersi con la sua prima ragazza credo che la tradisse –

- Glenda, non fare così, vedrai che si sistemerà tutto – Tom la strinse in un abbraccio, dandole leggeri baci sul collo

Io guardai Therese. Therese guardò me. facemmo smorfie a tutto andare. Infine fissammo Tom con uno sguardo pieno di rancore.

- Tom…io…io tradisco Stefan solo per ripicca! – ululò Glenda

- Questa poi… - sussurrò Therese

- Allegria! – esclamai

- Per ripicca? – ripetè Tom, dubbioso

- Sì, perché me lo sento che lui mi tradisce – piagnucolò ancora

- Tutti se lo sentono – aggiunsi

- Io ti propongo di fare una cosa – si intromise Therese, parlando a voce forte e chiara, come se Glenda fosse uno di quei delfini al di là del vetro in un acquario – Perché non vai al locale di Stefan a vedere che si fa di bello? Magari vi chiarite e…chissà! Scopri anche qualche cosa che non immaginavi –

Glenda rimase perplessa.

- Uh, perfetto, ti ci accompagno io. Sono nell’abbigliamento adatto – decretai

- Tu? – Glenda guardò la mia minigonna verde che si arrampicava su per le cosce e il top e il pellicciotto con aria ancora più perplessa

- Chiamo Mark – decisi e avvisai il mio ragazzo di farsi trovare davanti al locale di Stefan Redastaire per un cambio di programma dell’ultimo minuto

- Per me non è un problema, Maggie…in fondo dobbiamo giocare a puttana e cliente – rise Mark e mi salutò

Tom e Therese decisero che ci avrebbero aspettato in camera.

- Ma non correte il rischio che Hermione e compagnia vi becchino? – chiesi, preoccupata

- Non se tornate prima delle 22.00. questa sera c’è l’ennesima lezione di Harry – mi ricordò Therese

- Ah…l’ES! me ne stavo dimenticando! – sorridendo, trascinai Glenda a Londra

- Non sapevo che tu e Tom vi vedeste ancora – sussurrò lei, presumibilmente cercando di non pensare a quello che avrebbe scoperto di lì a poco

- Infatti noi non ci vediamo – mentii – Lui è venuto solo oggi…era…di passaggio –

- Di passaggio ad Hogwarts? – Eggie mi fissò stupita

- Nel senso che stava venendo da te – precisai

Lei sembrò rincuorata. Continuammo a camminare, fino a giungere al locale, dove Mark aspettava vestito di tutto punto.

- Ehm…? – iniziai

- Volevo fare qualcosa tipo Pretty Woman – spiegò lui – Un cliente raffinato –

Glenda ci lanciò un’occhiata distratta, senza commentare. Poi entrò.

Stefan stava parlando sommessamente con Alice. Qualcosa mi faceva credere che Alice non fosse lì per caso, ma naturalmente poteva benissimo essere che anche lei avesse un piano per riconquistare il suo ex.

- Allora è vero! Tu! Mi tradisci! – urlò Glenda, sovrastando il rumore della folla

- Mitico, è come stare in un cinema dal vivo. Dentro lo schermo del televisore di casa quando fanno quei programmi del tipo “Il Giudice dei Matrimoni” dove lei tradisce lui perché lui tradisce lei! – ridacchiò Mark

La clientela del locale non sembrava disturbata da quella scenata. Probabilmente se ne verificavano spesso.

- Lui non ti tradisce. Piuttosto tradisce me – Alice mi strizzò impercettibilmente l’occhio – Io sono la sua ragazza –

Glenda rimase senza fiato.

- Alice, ma che cazzo dici?!? Io non ho mai detto né lontanamente pensato una cosa del genere. Vai fuori da questo locale, ho bisogno di parlare in privato con Eggie – sbottò Stefan, spingendo Alice fuori dalla porta

- Fa’ come ti pare, ma ricordati che non ti andrà sempre bene! – sbuffò Alice – E tu, Glenda, non farti fottere da questo stronzo! –

La fermai per un braccio.

- Tu e Stefan state assieme? – le domandai

- Veramente passavo di qui per caso. Sto cercando un lavoro serale per arrotondare le entrate – rispose lei, sinceramente, ed uscì

- Ha una strana idea di “privato” la tua amica – osservò Mark

Stefan aveva preso sulle sue gambe Glenda e stavano parlando, seduti sul bancone. Più che parlando, sembrava che si dedicassero ai preliminari.

- Drink? – mi chiese Mark, sfilando un menu dal bancone

- Va bene – accettai

Nel frattempo, Stefan e Glenda sparirono in cucina. Credevo (e speravo) di non rivederli più per tutta la sera, quando Glenda uscì in lacrime.

- Ora sta davvero diventando come Cho – sbuffai, buttando giù l’ultimo sorso di vodka

- Forse finalmente si è guardata attorno e ha capito che razza di locale gestisce il suo ragazzo – ipotizzò Mark

- Ne dubito. Sono due anni che non sa, o fa finta di non sapere, che razza di locale sia – replicai

- Io non lo amo! – gridò Glenda

- Non me ne importa se lo ami o no…fatto sta che questa foto stava nella tua borsa! – Stefan sventolò una foto di Glenda e Tom di almeno due anni prima

- È una storia vecchissima, vorrai farmi storie simili per ogni ragazzo che ho avuto? – si giustificò Glenda

- No, ma magari di ogni ragazzo di cui tieni la foto nella borsa! – ribattè Stefan

- Stefan, scusami, è stato un errore, non succederà più – sussurrò Glenda

- Certo che non succederà più – Stefan tirò una sberla ad Eggie – E questa è per ricordartelo meglio –

- Bisognerebbe fare serate simili più spesso – disse Mark, baciandomi

- Potremmo diventare clienti abituali – suggerii, rispondendo al bacio

- Oppure potremmo adeguarci sul momento a quello che sta facendo la maggior parte della gente qui – Mark cominciò a slacciarmi il corpetto

- No, aspetta! Dobbiamo prima raccontare tutto a mia sorella e Tom – ricordai improvvisamente

- Per forza? – annuii tristemente – Per forza per forza? – riprovò Mark, io cominciai a sistemarmi il pellicciotto sulle spalle – Per forza per forza per forza? –

- Ehi, non ti ho detto che non scoperemo per i prossimi quindici anni, ti ho detto di aspettare quindici minuti – sbottai

- Ma Pallino non ha una gran voglia di aspettare, credimi – sospirò Mark, ma mi seguì ugualmente – E sono certo che non saranno quindici minuti – infilò la mano nella tasca di dietro della gonna

- Mark! Tieni a bada Pallino per un altro po’! – lo rimproverai

- Sì, tranquilla, stavo solo controllato che tu non avessi foto del tuo ex in tasca – rispose Mark

- Ti devo svelare una cosa – sussurrai

- Cosa? – chiese lui

- Ho davvero una foto di Malfoy addosso – sorrisi

- E dove? – Mark si sfregò le mani

- Nel reggiseno! – risposi

Lui non se lo fece ripetere una seconda volta e cominciò a cercare un’inesistente foto di Malfoy tra le mie tette non meno inesistenti. Proprio mentre cominciavo a credere che forse non era un’idea tanto cattiva quella di andare più tardi da mia sorella, l’occhio mi cadde sul cellulare che oltre a mostrarmi sette chiamate senza risposta, mi ricordava che erano le 21.10

- Merda! Dobbiamo davvero andare – gli spostai le mani, controvoglia

- Ma allora lo fai apposta. Sei una stronza – sbuffò lui – E non ci pensi a Pallino? –

- Se la caverà, non preoccuparti – lo baciai per l’ultima volta sul naso, poi tirai fuori la passaporta e ci ritrovammo nella mia camera

- Bentornati! – ci accolse Therese, aspramente

- Beh…meglio tardi che mai – sollevai le spalle, colpevole

- E pensa che abbiamo interrotto Pallino e Pallina per venire da te – soggiunse Mark

- Che sforzo – sibilò Therese, riaccomodandosi sul letto – Ebbene? –

Io e Mark raccontammo cos’era successo al locale mentre ci scambiavamo bacetti di nascosto. Alla fine, Therese guardò Tom con disprezzo.

- Ecco dove porta il tuo essere gentile e comprensivo – sospirò – Lei ha detto di non amarti, l’ha detto chiaramente al suo Stef… -

- Non avrebbe potuto dirgli altro – osservò Tom

- Certo che avrebbe potuto – replicò Therese – Se ti avesse davvero amato come dici tu, avrebbe potuto anche dirgli che teneva quella foto perché voleva averti sempre vicino –

- Ma quella foto non l’aveva distrutta tempo fa? – chiesi a Tom, alludendo all’incantesimo di un paio d’anni prima

- Quella sì, dev’essere un’altra – osservò lui

- Ehm…posso sapere di quale foto così importante state parlando? – domandò Therese

- Una foto – rispose Tom, sbrigativo

- Una normalissima foto – precisai

- Visto che abbiamo deciso che la foto è una normalissima foto, perchè non assecondiamo Pallino? – fece Mark, mordicchiandomi il lobo dell’orecchio

- Beh, visto che abbiamo deciso che la foto è una normalissima foto, io vado ad assecondare Pallino – decretai, abbracciando Mark

- Buon divertimento, allora – Therese non sembrava molto felice

- Grazie, Therese! – rispose sorridendo Mark, e poi sparimmo oltre la porta

- Hogwarts è piena di posti interessanti per scopare – osservai

- Tipo? – chiese lui

- La torre di Divinazione – proposi – è piena di cuscini –

- Ma la tua prof non risiede lì? – borbottò Mark, dubbioso

- Cazzo, è vero! Allora…beh, potrebbe andare la nostra redazione di Gossipschool? – suggerii

- Mi sembra fantastico – sorrise lui

- È fantastico – puntualizzai

Camminavamo abbracciati nei corridoi, fermandoci qua e là per qualche bacio al chiaro di luna, quando sentii una risata non esattamente allegra alle nostre spalle.

- Bel vestito, Spencer, hai idea che questa è una scuola? E sottolineo “scuola”, non puttanaio – mi salutò Draco

- Malfoy, che ci fai qui? – sbuffai, spazientita

- Ci vivo. Piuttosto questo dovrei chiederlo al Babbano – si voltò verso Mark con aria sprezzante

- Ci scopo – usò il suo stesso tono di prima

Le labbra di Draco si assottigliarono come si assottigliavano quelle della McGranitt quando non riuscivo a trasfigurare la mia sedia in una lontra.

- Beh, cosa fai in giro per i corridoi di notte? – gli domandai ancora, notando con enorme soddisfazione la sua espressione disgustata nell’assistere ai miei baci con Mark. Era così divertente!

- Cerco di scoprire dove Potter incontra il suo club di sfigati per insegnare Difesa contro le Arti Oscure – rispose Draco

- Vuoi unirti al club di sfigati? – domandò Mark, che non aveva mai amato Draco più di tanto

- No, volevo chiedergli se accettavano te – rispose Draco freddamente

- Non preoccuparti, Malfoy, faccio già parte di svariati club io. Tra cui quello dei Fortunati Scopatori di Maggie Spencer – sorrise Mark

- Anche io me la sono scopata la tua Maggie Spencer – replicò Draco – Se non ti ricordi –

Mark lasciò la presa della mia vita e si piazzò davanti a Draco.

- Già, e ancora non abbiamo parlato di questo io e te – osservò Mark

- Non credo ci sia molto da dire – borbottò Draco

- Hai ragione, non c’è niente da dire – Mark gli assestò un pugno sull’occhio – E non rompermi più i coglioni, o il prossimo pugno te lo tiro in modo che non possa più andarti in tiro quando vedi la mia ragazza –

- Che eroe! – sussurrai, mentre ci allontavamo lungo il corridoio

- Come hai potuto farti scopare da quello spaccone di merda? – Mark si sputò su una mano tirandosi in dietro i capelli – Ehi, Spencer, hai idea che questa è una scuola? Scuola. S-c-u-o-l-a. E io sono il più figo! Ah-ah-ah! – lo scimmiottò allegramente

Poi non parlammo più di Draco. Anzi, diciamo che non parlammo e basta.

La mattina dopo, comunque, quando Mark se n’era già tornato a Londra (quella mattina sua sorella Gloria arrivava da Cambridge), trovai Draco ad attendermi davanti alla porta della Sala Grande.

Aveva l’occhio sinistro di un simpatico colore sulle sfumature del violaceo.

- Di’ al tuo ragazzo che la prossima volta che prova ad alzare le mani su di me, gli faccio vedere cos’è capace di fare un vero mago – sibilò Draco

- Potevi dirglielo tu stesso ieri sera, almeno avrebbe pareggiato i conti con l’altro occhio – sorrisi divertita

- Io non ho paura di quel Babbano – sussurrò Draco, specchiandosi nei miei occhiali da sole

- Buon per te – risposi, indifferente, sistemandomi una ciocca di capelli che sfuggiva dalla molletta

- Draco! Chi ti ha conciato così? – Therese ci raggiunse e lo fissò preoccuopata

- La fata turchina – ironizzai

- Quello stronzo del ragazzo di tua sorella – sbottò Draco

- Mark? – chiese Therese, sbalordita

- Spiega bene come stanno le cose, Malfoy, tu l’hai provocato – gli ricordai

- Provocato? Gli ho solo chiesto cosa ci faceva ad Hogwarts! – replicò lui

- Non mi pare proprio. Hai fatto commenti sulla notte di Halloween – aggiunsi

- Beh, e che male c’è? Non potevo commentare la notte di Halloween? – fece Draco, sollevando le spalle

- Certo che potevi. E questa è la giusta punizione per averlo fatto – osservai

- Smettetela di fare i bambini dell’asilo! – ci interruppe Therese – Draco, vieni con me, penso che potrei fare un buon lavoro con il fondotinta e il fard, almeno cerchiamo di nascondere quel viola –

- E non tornate subito, mi raccomando – specificai, andando a sedermi al mio posto vicino a Ron

- Sei stata tu? – chiese lui, con gli occhi luccicanti

- La notizia sta facendo il giro della scuola – soggiunse Harry

- Ehi, ben fatto, Maggie! Dovremmo riservare il trattamento speciale a tutti i Serpeverde, potrebbe essere un loro segno distintivo un occhio nero! – suggerì Fred, al che compresi tutto

- Veramente…è stato Mark – spiegai

- Mark? Che persona fantastica! – esclamò George – Dovremmo conoscerlo meglio –

- Accidenti…fa così con tutti quelli che ci provano con te? – Harry impallidì

- No, altrimenti dovrebbe spaccare il culo a mezza Hogwarts. Solo a quelli che gli rompono i coglioni – risposi, rassicurante

- Un magnifico toast con burro e marmellata alla nostra eroina! – Seamus Finnigan mi mise sul piatto un toast

- E non dimenticatevi che è una Mezzosangue! – rammentò Dean, anche lui piuttosto orgoglioso di provenire da una famiglia Babbana

- Dovremmo farlo tutti – precisò Neville

Hermione, che di solito non apprezzava le violenze gratuite, questa volta sembrava d’accordo. Dopotutto anche lei era spesso vittima delle prese in giro di Malfoy.

- Vorrei avere anche io un ragazzo così, che spacca la faccia a Malfoy ogni volta che mi chiama Mezzosangue o che mi dice che ho dei denti orribili – mi disse infatti in un orecchio, più tardi

- Non devi offenderti quando ti chiama Mezzosangue. Non è un insulto, è solo una costatazione dei fatti! È come se qualcuno ti chiamasse “riccia”. Forse può darti fastidio il modo in cui lui lo dice, ma in sé “Mezzosangue” non è un insulto. E quando ti dice che hai i denti troppo grossi tu rispondigli “Hai ragione, infatti i miei denti sono più grossi del tuo cazzo” e poi vediamo cosa ti risponde – suggerii

Hermione mi guardò riconoscente, poi mi invitò a studiare Trasfigurazione in biblioteca.

- Ti sembro una che studia Trasfigurazione? Per di più la Domenica mattina e in biblioteca? – le domandai, sconvolta

- Beh, sai cosa mi ha detto la McGranitt? Mi ha chiesto se ti stavo aiutando a studiare perché dice che nell’ultimo mese sei molto migliorata – mi avvertì lei

- Uau – feci io, sorpresa che si notasse davvero un miglioramento da quando Tom mi aiutava con i compiti – Ok. Vengo – accettai

E ci andai davvero. Maggie Spencer che studiava Trasfigurazione in biblioteca con Hermione. E stavo studiando sul serio. Difatti notai molti sguardi stupiti tra gli altri frequentatori della biblioteca. Specialmente Madama Pince dimostrò di essere particolarmente sbalordita, e continuava a passarmi di fianco per essere certa che stessi davvero studiando.

Il mondo è sempre restio ad accettare i cambiamenti.

Seiryu: le tue recensioni mi fanno sempre sentire talmente lusingata da rischiare di diventare vanagloriosa. Ti giuro, se non sembrasse un’ossessiva forma di egocentrismo le ricopierei su dei post-it rosa e le attaccherei dietro il mio letto, per rileggermele in quel momento di dormiveglia tra il suono della sveglia e il momento in cui una forza superiore ci impone di alzarci. Grazie, grazie e ancora grazie (quanto al non ancora, beh, ogni cosa a suo tempo).

Lady_slytherin: beh, se la ripetizione sta nel ripetere che la mia storia ti piace, fidati, puoi ripetermelo quanto ti pare, non me ne dispiaccio affatto. Therese ha guadagnato cinquanta punti per aver difeso Draco? Allora si prospetta una serie infinita di punti che Therese guadagnerà ancora. Nella sua magnifica veste da paladina della giustizia (non ho ancora pensato al vestito da marinara, accidenti) è solo all’inizio.

Miyaki: mi fa piacere che ti piaccia Therese, certo fa più piacere alla mia sorellina che è qui di fianco a me, gongolante, e protesta perché in ciò che scrivo Therese appare davvero un agglomerato di difetti anche se la mia intenzione non era quella, non proprio, almeno. Comunque non sei l’unica: anche Schumi95 e qualcun altro, anche se ora non ricordo bene chi, mi avevano espresso questo singolare amore per Therese. E presto avrà più spazio in scena, promesso.

MaggieAddicted: beh, tecnicamente anche Harry è uno dei ragazzi più popolari della scuola (forse IL più popolare) quindi perquanto sia imbranato, è assolutamente usuale che il più popolare stia con la più popolare, no? Comunque, a parte questo, Glenda non è affatto normale. Sì, una volta ti eri imbarcaminata in questo folle tentativo di scoprire il suo segreto (ops! Ti ho già dato un indizio!). buona fortuna.

Black_Moody: innanzitutto grazie per avermi consigliato tutti quei fantastici nomi. Mia madre, vedendomi vagare su nuovi ed esilaranti siti di moda, probabilmente ti ucciderebbe seduta stante se sapesse che sei stata tu a consigliarmeli, ma ho scoperto un folle amore per Paule Ka che spero di vedere presto con un bel negozio in galleria, accanto a quello della Miuccia magari. “detestare amabilmente Glenda” è un ossimoro, sai? Questa storia ti ispira addirittura figure poetiche. Sono deliziata.

Ever: benvenuta tra noi! Mi fa strano rispondere alle tue recensioni sebbene le legga ormai da qualche settimana, e quasi mi dispiace non poter godere delle tue recensioni poco a poco, capitolo per capitolo, giorno dopo giorno. Beh, ci farò l’abitudine. La cintura delle Powerpuffs, che ora è diventata un must have dei ragazzi dai tredici ai venti e passa anni di Varese (e non so se anche altrove), l’anno scorso quando quel capitolo è stato scritto, era una mia prerogativa. Ora l’ho prontamente abbandonata in un armadio, odio quest’omologazione da scuole elementari.

Lady_Malfoy_4ever: la tua poesia ermetica (Glenda alla forcaaaaaaaaaaaaaaa) riprende in poche parole ciò che effettivamente una persona può pensare dopo cinquantaquattro capitoli di tira e molla (più molla che tira, in effetti) tra Tom e la suddetta tr…tremenda professoressa. Quanto a zia Tracie, il settimo anno è ancora lontano (beh, non tanto in effetti) e c’è ancora tempo perché le cose si ribaltino. Vedrai…

Schumi95: davvero i rettangoli delle recensioni sono cambiati? Ho sempre pensato che fossero troppo piccoli, andrò subito a vedere in che razza di enormi fogli bianchi si sono trasformati. Me ne parli come di un tempio del nulla e sono perplessa. Comunque, anche se Glenda non è di Al Qaeda e non balla nuda in un locale di streep tease, forse sul fatto che voglia conquistare il mondo ho qualche dubbio. Chissà..

Mony_Riddle: vedo che l’argomento “Glenda è una puttana” ha preso sia te che Kathy in modo piuttosto violento. E non solo voi due, in effetti. Per questo mi permetto una breve disquisizione sul significato del termine puttana: dicesi puttana una donna che chiede e riceve soldi in cambio di prestazioni sessuali e che non intrattiene relazioni amorose con i suoi clienti. Ora, Glenda è innamorata sia di Tom che di Stefan (e per ora solo loro due) quindi, anche se non so se possa essere considerato meno grave, oggettivamente non è una puttana.

*****

L’Angolino delle Anticipazioni

- Allora, quella stronza – ripresi – ti sta usando esattamente come io uso questa merda di libro di Pozioni dell’anno scorso. Come anti-stress. Ogni tanto ne strappo una pagina, ne faccio una pallina, ci gioco contro il muro, la mordicchio e poi alla fine la brucio e mi diverto a vederla ridotta in cenere –

***

- Come fai a dire che non funzionerebbe mai? – sbuffai – A Bella piaci un casino –

- Ma a me Bellatrix non piace. Non mi piace, capito? Non voglio nemmeno pensarci – decretò

***

- Non esagerare – la fermò Tom – Lei mi aspettava a braccia aperte –

- A gambe aperte, vorrai dire – lo corresse Therese

***

- George? Tu sei single, vero? – domandò Pansy

- Credo di sì – rispose lui, dubbioso

- Allora, seguimi –

  
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