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Autore: marthiachan    25/08/2013    2 recensioni
"È tornato.
Dopo tutto questo tempo...
Ho sentito i miei ormoni scalpitare quando me lo sono trovato di fronte, così pallido ed etereo come lo ricordavo, ma ancora più bello. I suoi occhi verdi da felino avevano qualcosa di diverso, di ancora più affascinante. Potevo leggervi il dolore che aveva provato negli ultimi tre anni e che lo aveva quasi trasfigurato. Il suo sguardo ora non era più così freddo e scostante. Non so come spiegarlo, ma era pieno di calore e sofferenza. Forse erano le piccole rughe che gli si erano formate attorno agli occhi a dargli quella profondità. O forse no. Nessuna ruga può trasformare così tanto qualcuno."
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Long fic legata alle mie precedenti “Tornare a casa” e “La ricerca della felicità.” Può essere letta anche senza aver letto le precedenti perché i fatti principali sono sostanzialmente gli stessi, solo che sono raccontati dal punto di vista di Molly.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock's Diary'
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Eccoci a un nuovo capitolo.
Un chiarimento tra Molly e Sherlock è ovviamente necessario.
Buona lettura.

7

Ho passato dei giorni davvero terribili.
Ho fatto ancora i doppi turni ed ero davvero esausta. Senza contare che Sherlock, naturalmente, non mi ha risposto. Probabilmente, si divertiva troppo a fare la parte della vittima. O forse aveva davvero deciso di cancellarmi dalla sua vita.
No, non poteva farlo. Non dopo avermi baciato...
In ogni caso, non posso più sposare William. Quando in questi giorni ci siamo sentiti per telefono avrei voluto dirglielo, ma non potevo farlo per telefono. Non sarebbe stato corretto. Dovevo aspettare il suo ritorno.
Mi ha telefonato Mary Morstan. Lei è sempre molto carina con me.
“Ciao Molly! Ti disturbo? Sei a lavoro?”
“Oh, ciao, Mary. No, tranquilla, sono in pausa pranzo.” ho replicato sinceramente contenta di sentirla.
“Come stai cara?”
“Sono un po' stanca, ma tutto bene. E tu? Come vanno i preparativi per il matrimonio?” ho chiesto subito pilotando la conversazione su di lei.
“Caotici, ma non potrei essere più felice! Ma ci pensi? Sabato io e John saremo marito e moglie... Non mi sembra vero!”
“Sì, è fantastico...”
“Senti cara, non voglio annoiarti con il mio entusiasmo prematrimoniale, so che tu hai il tuo a cui pensare. Volevo solo avere la conferma che venerdì sarai presente all'addio al nubilato.”
“Oh, venerdì?” ho replicato rendendomi conto solo in quel momento che era lo stesso giorno in cui rientrava William. “Mi spiace, Mary, ma proprio non posso.”
“Oh, peccato. Devi lavorare?”
“Sì... No... In realtà è una cosa diversa... personale. Mi spiace molto.”
“Va tutto bene, Molly? Hai un tono strano, è successo qualcosa? Posso aiutarti in qualche maniera?” ha domandato lei preoccupata.
“Ecco, io...” ho balbettato indecisa.
Non sapevo se fosse il caso di parlarne. Insomma, era tutto così incasinato.
“Puoi confidarti con me, Molly. Siamo amiche.”
Avrei voluto piangere per la gioia di sentirle dire qualcosa del genere.
“Venerdì William torna dal suo viaggio e devo assolutamente parlargli... Ho intenzione di lasciarlo.” ho confessato infine, felice di potermi togliere temporaneamente quel peso dal petto.
“Oh, Molly... Mi dispiace così tanto. È successo qualcosa? Tu stai bene?”
“Sì, sì… È solo che non posso sposarlo. Non lo amo. Non quanto dovrei...”
“Mia cara, l'importante è che tu stia bene e che sia convinta di quello che fai. Se William non è l'uomo giusto fai bene a lasciarlo, perché quello giusto è là fuori da qualche parte...”
Oh, sì, è la fuori. Per l'esattezza al 221b di Baker Street.
“Gli farei solo del male se lo sposassi. Comunque, non lo sa ancora nessuno quindi, ti prego, non dirlo a nessuno, neanche a John.”
“Ma certo! Senti cara... Posso chiederti se la tua decisione ha a che fare con un certo consulente investigativo che, guarda caso, è anche il migliore amico e testimone di nozze di John?”
Ho sussultato. Mary sapeva? Quanto sapeva?
“Cosa vuoi dire?” ho detto cercando di prendere tempo.
“Voglio dire che io e te abbiamo parlato due mesi fa e tu eri assolutamente convinta che William fosse l'uomo perfetto e che sareste stati felici insieme. Poi, Sherlock Holmes torna dal regno dei morti, per così dire, e improvvisamente tu non ami più William a sufficienza... Non bisogna essere dei geni per capire, mia cara. È colpa di Sherlock?”
“Sì e no.” ho detto preferendo non rivelare tutto quanto.
“John mi aveva accennato il fatto che tu in passato avessi un debole per lui, ma non avevo capito che ne eri innamorata... Sei sicura di quello che fai? Sei sicura che rinunciare a William per Sherlock sia la scelta giusta?”
“Mary, non lo sto facendo per Sherlock. Non ritengo giusto sposare un uomo che non amo... Io sono sicura che puoi capirmi.”
“Certo. Volevo solo essere sicura che tu non lo facessi esclusivamente per lui. Se lasci William, devi farlo perché è la cosa giusta da fare e non per altre ragioni.”
“In questo momento ti assicuro che non ho altre ragioni.”
Il che era assolutamente vero visto che Sherlock non sembrava intenzionato ad avere un qualche tipo di rapporto con me.
“D'accordo. Allora, ci vediamo sabato al matrimonio e mi racconterai tutto. Va bene?”
“Va bene, Mary. E grazie.”
L’ho salutata, ho chiuso la chiamata e sono rimasta a fissare il telefono per un minuto. Ho ricontrollato in messaggi in entrata. Niente. Sherlock non mi aveva risposto. Era davvero deciso a dimenticare quello che era successo quella sera nel mio appartamento?
Sono tornata al lavoro e ho cercato di non pensare troppo a lui. Insomma, io ho tante cose di cui preoccuparmi e Sherlock Holmes non è certo la più importante di queste. Mi sono tuffata a capofitto nel lavoro e sono riuscita a restare concentrata sino a che non ho avuto una visita.
Lestrade.
Era da un bel po' che non lo vedevo al Barth's. Da quando è stato promosso come commissario capo non gli capita più di frequentare gli obitori.
“Greg, cosa fai qui?”
“Ecco, io passavo da queste parti, la mia banca sta proprio dietro l'angolo, quindi ho pensato di farti un saluto.”
“Oh, grazie, sei gentile.”
“Ti va se prendiamo un caffè insieme?”
“Mi spiace, Greg. Devo finire qui...”
“Certo, capisco. Sarà per un'altra volta. Ci vedremo al matrimonio, giusto?”
“Sì, certo.” ho annuito e poi mi sono resa conto che c'era dell'altro. “Stai bene, Greg?”
“Sì, sto bene, è solo che... Sai, ogni tanto mi sento solo e speravo di poter chiacchierare un po' con te.”
Mi sono guardata intorno. Il lavoro poteva aspettare.
“D'accordo, andiamo.” ho detto levandomi i guanti e prendendo la giacca. “Offrimi una tazza gigante di caffè e sono tua per i prossimi dieci minuti.”
Lui ha riso e mi ha seguito nella piccola caffetteria dell'ospedale.
Dopo aver preso le tazze al banco, ci siamo seduti uno di fronte all'altra e improvvisamente lui sembrava in imbarazzo.
“Tutto ok?” ho chiesto con un sorriso.
“Sì, credo di sì. Insomma, ormai dovrei essermi abituato a tutto ciò, ma ci sono giorni che tornare a casa solo mi fa ancora molto male. Oggi poi... è un giorno particolare.”
“Che giorno è?”
“Sarebbe stato il nostro anniversario di matrimonio.”
“Oh, Greg.” ho commentato posando una mano sulla sua. Lui l'ha osservata per un secondo e poi mi ha sorriso.
“Tu sei sempre stata comprensiva con me. E io mi sono reso conto di aver perso anche tutti i miei amici con il divorzio.”
“Io ti sono amica. E lo è anche John e ovviamente Mary. E persino Sherlock, a modo suo.”
“Sì, certo...” ha replicato lui ridendo. “Credo che Sherlock consideri suo amico solo John. Noi altri siamo... comparse. Gli piace averci intorno, movimentiamo la sua vita, ma non siamo veramente importanti. Siamo sostituibili.”
Mi veniva da piangere. Era più o meno lo stesso pensiero che avevo avuto io poco tempo prima.
“Greg, non so se Sherlock ti ha mai detto perché ha finto di morire...”
“Me lo ha accennato ma non è sceso nei dettagli.”
“Lo ha fatto per salvare la vita ai suoi amici. E tra loro c'eri anche tu.”
Lui si è paralizzato e mi ha guardato sorpreso.
“Come... Te l'ha detto lui?”
“Sì, l'ha fatto per salvare John, Mrs. Hudson e te. Per lui tu sei un amico. Mentre era via si è tenuto in contatto con me... E mi chiedeva informazioni su tutti voi. Anche su di te.”
“Davvero?” ha domandato lui con gli occhi lucidi.
“Sì.”
“E chi l'avrebbe mai detto...” ha replicato ironicamente e poi ha sospirato. “Grazie.” mi ha detto infine.
“Di nulla.” ho detto con un sorriso. “Ora però devo tornare al lavoro.”
Lui mi ha riaccompagnato al mio laboratorio e poi sulla porta mi ha dato un bacio sulla guancia.
“Sei un'amica, Molly.” ha sussurrato e poi si è allontanato aggiungendo “Ci vediamo sabato al matrimonio.”
Mi sono sforzata di sorridere e l’ho salutato con un gesto della mano.
Dio, il matrimonio.
Non sarà affatto facile.
Ero decisamente preoccupata. Tanto per cominciare non potevo fare a meno di pensare al fatto che dovevo affrontare William, e sapevo che sarei stata malissimo nel doverlo lasciare. E poi sapevo che sabato tutti mi avrebbero chiesto dove si trovava il mio fidanzato e che avrei dovuto dare delle spiegazioni.
Inoltre, avrei dovuto affrontare Sherlock, in un modo o nell’altro.
Si preannunciava un week end davvero schifoso.
Con un sospiro sono tornata al lavoro e mi sono concentrata sull’autopsia di un tossicodipendente.
Quando sono uscita dal Barth’s era quasi ora di cena, ed ero esausta. Mentre stancamente mi dirigevo alla metropolitana, per la milionesima volta in quel giorno, ho riguardato il mio cellulare.
Ed era lì.
Un messaggio di Sherlock.
Mi aveva risposto.

Sei ancora fidanzata? SH

Un messaggio breve, dritto al punto. Questo è Sherlock. Sparisce per una settimana e poi ti scrive come se niente fosse. E non dice nemmeno Ciao.
Però aveva risposto. Voleva sapere se ero ancora impegnata. Voleva sapere se volevo ancora lui. E lui, evidentemente, voleva ancora me.

Pensavo non ti saresti più fatto sentire. William non è ancora tornato dall'estero. Voglio lasciarlo di persona, non per telefono. MH

Ho replicato sullo stesso tono, ma rispondendo comunque alla sua domanda. In quel momento non volevo rischiare di infastidirlo e costringerlo a chiudersi nuovamente a riccio.

Il mio telefono era spento. Lo porterai al matrimonio? SH

Aveva spento il telefono? Sherlock? Per una settimana intera? Decisamente non era da lui. Era rimasto così turbato dal nostro ultimo incontro?
Voleva ancora sapere se sarei rimasta con William così a lungo da portarlo al matrimonio. Aveva bisogno di essere rassicurato sulle mie intenzioni e io non volevo che avesse dei dubbi su quanto lo desideravo.
E così ho deciso di buttare via le mie insicurezze e di essere sincera e diretta. Non avrei più fatto giri di parole. Non avrei più esitato per paura di una sua risposta negativa.
Avrei detto le cose come stavano.

Non credo. Non voglio stare con lui. Voglio stare con te. MH

Mi auguro tu non ti riferisca solo al giorno del matrimonio. SH

No, mi riferisco a tutta la vita. MH

Sono passati alcuni minuti prima della sua risposta, e sono stati i più lunghi di tutta quella interminabile giornata. E poi, finalmente, un nuovo messaggio.

Tutta la vita è un periodo molto lungo. Sei sicura di riuscire a sopportarmi per tutto quel tempo, Molly Hooper? SH

Sicurissima. E tu sei certo che non cambierai idea? MH

Ho già cambiato idea una volta su di te. Non la cambierò nuovamente. Non sarebbe logico. SH

Non sapevo se ridere o piangere per la gioia di leggere quelle parole. Lui mi voleva ancora. E non aveva intenzione di cambiare idea. Sherlock Holmes non fa complimenti gratuiti e non ha molto tatto o empatia, ma scommetterei la mia vita su di lui. Non è un bugiardo. Anche quando si comporta in maniera scortese, lo fa per eccesso di sincerità e perché è senza filtri, ma non mente mai.
Quindi se dice che non cambierà nuovamente idea, è la verità. A quel punto volevo sapere di più. Mi è tornata in mente la conversazione avuta con Mrs. Hudson sul rapporto tra Sherlock e le donne... Quindi ho deciso di osare e fargli una domanda diretta.

Allora non devo essere gelosa se ospiti giovani clienti per la notte nella vecchia stanza di John? MH

Certo che no. Anche perché non capiterà più. SH

Ho fatto un saltello di gioia leggendo quel messaggio. Non solo era ancora interessato a me, ma mi stava anche dicendo che non era interessato a nessun'altra.

Bene. Venerdì William tornerà a Londra e gli parlerò. Sabato mattina, al matrimonio, sarò libera. MH

Non vedo l'ora. SH

Era impaziente di vedermi. E questo mi fece arrossire. Anche io ero molto impaziente. Avrei voluto andare subito a Baker Street e tuffarmi fra le sue solide braccia ed essere libera di amarlo, ma non dovevo. Non potevo. Non sarei più riuscita a guardarmi allo specchio se avessi ingannato così William.
Quando sono andata a letto, ero così felice che mi sembrava di essere su una nuvola, e mi sono addormentata rileggendo i suoi messaggi.

CONTINUA


   
 
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