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Autore: Critti    29/02/2008    2 recensioni
Il tempo passa. I giorni galoppano come cavalli che corrono lontano, portando con sè l'oblio di una promessa che in un modo o nell'altro deve essere mantenuta. Riusciranno i Cullen a soddisfare la parola data ai Volturi? La loro decisione sarà priva di conseguenze? Lo scoprirete in questa ff, che prende avvio nel momento esatto in cui la Meyer aveva interrotto la narrazione di Eclipse.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 7
Remember when we used to look how
sun set far away?
And how you said: "this is never
over"
I believed your every word and I
quess you did too
But now you're saying : "hey, let's
think this over”…
Tallulah, Sonata Arctica


Charlie fu previdente nell’aspettarmi in cima alle scale per portare la mia valigia. Non penso che altrimenti sarei uscita di casa con le mie gambe.
Il telefono e il campanello suonarono quasi contemporaneamente.
«Bella, vai tu ad aprire». Charlie scomparve in cucina.
Spalancai l’uscio di casa e guardai sbigottita il nostro visitatore: mai mi sarei aspettata di trovarmi di fronte Jacob. Solo in quel momento mi resi conto di quanto mi fosse mancato. La preoccupazione per la salvezza di Edward aveva fatto passare in secondo piano tutto il resto.
Era passato più di un mese dall’ultima volta in cui avevo visto Jake. Dopo la nostra definitiva…separazione a casa sua lo avevo sentito solo una volta al telefono. Per la prima settimana non era stato rintracciabile in alcun modo. Avevo provato a telefonargli più e più volte, ma Billy mi rispondeva sempre che suo figlio era fuori e che non sapeva quando sarebbe tornato. L’avevo pregato di farmi richiamare a qualunque ora del giorno e della notte, ma il mio telefono era rimasto muto per diverso tempo. Si era fatto vivo una decina di giorni più tardi, assicurandomi di stare bene, poi più nulla. Io ero troppo codarda per chiamarlo di nuovo. Ed ora eccolo sulla porta di casa mia, elegante come non mai e con un sorriso smagliante sul viso.
Ero piacevolmente stupita. Jacob sarebbe venuto al mio matrimonio.
«Ciao Jake», sussurrai.
Invece che rispondere al mio saluto, mi strinse a sé in uno dei suoi tipici abbracci da orso.
«Oh Bella, non sai quanto mi hai reso felice oggi».
«Jake, Jake…Non riesco…A respirare!».
«Scusa». Mollò un po’ la presa, ma non mi lasciò andare.
«Chi…Ti ha detto…Cosa?», domandai senza fiato.
«Ho incontrato…Edward».
Lo abbracciai ancora più forte, nel tentativo di non cadere a pezzi.
«L’ho incrociato a pochi passi da casa sua. Sembrava…Afflitto, e nel timore che ti fosse successo qualcosa mi sono fermato per chiedergli che cosa non andasse».
Di fronte al mio silenzio proseguì imperterrito e spietato.
«Non è stato molto esauriente nella spiegazione. Ha detto solo: “Hai vinto Jacob Black”. Io non ho risposto nulla. Ho rimesso in moto la macchina e mi sono fiondato da te».
Era evidente la soddisfazione sul volto di Jake. Stava assaporando a pieno il gusto di una vittoria che ignorava di non aver conseguito.
In quel momento mi resi conto di non potermi paragonare in alcun modo ad Elizabeth Bennet. Lei aveva infranto, rifiutandolo, solo le speranze del Signor Darcy. Io, invece, stavo per far male a più di una persona.
«Jake…Le cose non stanno esattamente così».
Jacob mi guardò perplesso.
«Ah no?». Le sue grandi mani, avvolte intorno alla mia vita, cominciarono a tremare debolmente.
«Io…». Mi mancavano la voce e le parole.
«Ho bisogno di riflettere».
Jacob tentò di darsi un contegno prima di rispondere. Ci riuscì solo in parte.
«Bella, si può sapere cosa succede?». Mi si raggelò il sangue mentre Jake mi prese per le spalle e mi scosse.
«Un mese fa confessavi di amarmi sognando la nostra vita insieme. E ora che finalmente hai superato l’unico ostacolo alla nostra felicità…Tu mi dici che devi riflettere?».
Come dargli torto? Come mentirgli ammettendo che tutto ciò che gli avevo detto era falso? Come ingannare lui e me stessa?
Dovevo trovare il modo. Altrimenti, per Edward, sarebbe stata la fine.
Mi concentrai su di lui mentre mi costrinsi a pronunciare parole sferzanti, crudeli.
«Pensi che sia facile convivere con creature…Non umane? Non credi che una scelta del genere necessiti di un minimo di riflessione?».
Il dolore disegnato sul volto di Jacob mi ferì nel profondo. Come potevo fargli questo?
Trattenni a stento le lacrime mentre proseguii, crudele.
«Jake, ho paura di finire come Emily». Non osai guardarlo mentre pronunciavo quelle parole.«Non voglio rovinare la mia e la tua esistenza».
Jacob mi lasciò andare. Era…Colpito, addolorato.
Afferrando la valigia, superai lentamente lo stipite della porta, dandogli le spalle.
«Scusami Jake, mi dispiace tanto».
Feci qualche passo e con gli occhi gonfi mi voltai per guardarlo per l’ultima volta. Non c’era più.
  
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