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Autore: JulietAndRomeo    25/08/2013    2 recensioni
Dal prologo:
-Non indovinerai mai quello che abbiamo visto- disse Pansy.
-Perché, che avete visto Pan?-.
-Malfoy si è dichiarato- rispose Daphne.
Per chi di voi sarà così coraggioso da leggere questo sclero notturno, tutte le informazioni alla fine del prologo.
E adesso: leggete, leggete, leggete! :D
... e recensite se vi va. xD
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Ginny, Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lavanda/Ron
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo 27





Draco ed Harry, persi tra la calca di Diagon Alley, erano riconoscibili solo dal fatto che, al contrario di tutti gli altri maghi, non avevano un cappello di lana in testa.
Si muovevano con lentezza, cercando di evitare le persone che si accalcavano e spingevano per rifugiarsi in un luogo caldo ed asciutto il più presto possibile.
Avevano già scartato varie ipotesi, tra cui quella di prendere ad Hermione un gatto, un talismano per tenere lontano gli spiriti cattivi (“Probabilmente dovrei comprarlo io per tenere lontana lei” era sta la risposta di Draco alla proposta di Harry), un vestito che assomigliava molto a quelli della nonna di Ron e un set per lucidare le scope (“Accidenti, Draco, è una ragazza!” aveva esclamato Harry).
Trovandosi a corto di idee quindi avevano continuato a camminare senza meta per Diagon Alley, sperando in un’illuminazione divina o quanto meno un segno.
Alla fine, sconsolati e sconfitti, si sedettero su una panchina ghiacciata.
-Se continuiamo con queste idee idiote, non troveremo mai niente di buono- disse Draco.
-Beh, almeno ci stiamo provando…- ribatté Harry, buttando la testa all’indietro. Poi, come fulminato da un’idea improvvisa, si rimise dritto e spalancò gli occhi. –Sono un emerito cretino! Come ho fatto a non pensarci prima?!-.
-A cosa?- chiese Draco confuso.
Harry schizzò in piedi e, afferrato Draco per il gomito, prese a trascinarlo in giro per Diagon Alley.
-Ogni volta che mio padre combina qualche disastro, mia madre gli mette il muso (questo ovviamente quando non gli urla addosso che è un idiota) e lui per farsi perdonare le porta sempre un mazzo di rose che gli vengono puntualmente sbattute sul naso. Capito che con mia madre i fiori non bastano, le porta un gioiello, una cosa bella, di quelle a cui mia madre non sa resistere e lei smette di tenergli il muso-.
-Ok, ma continuo a non capire dove stiamo andando- disse Draco che a quel punto era ancora più confuso di prima.
-Mio padre prende i gioielli qui, a Diagon Alley, in un posto che si chiama “La magia dell’amore” è uno di quei posti dove vanno solo le ragazze, di quelli in cui dopo cinque minuti ti è venuto il diabete e hai bisogno di una settimana di partite di Quidditch per riprenderti. La Granger per quanto stronza è comunque una ragazza e un gioiello le piacerà-.
-Sai, Harry, a volte sai essere perspicace, intelligente ed acuto- disse Draco scimmiottandolo.
-Ricordati che dovrei prenderti a calci per avermi svegliato alle 7 del mattino e per avermi mentito per quasi due mesi, quindi chiudi il buco dentato che hai sotto il naso!-.
-Ok, hai vinto tu-.
Camminarono per qualche minuto ancora, fin quando una musica dolce non accarezzò soave le orecchie di Draco. Harry si fermò a qualche metro dalla vetrina di un negozio, che sembrava uscire da un libro di fiabe.
-E io dovrei entrare lì dentro?!- disse Draco terrorizzato all’idea di dover entrare in un posto mieloso come quello. –Preferisco che Hermione mi faccia bruciare vivo o che mi strappi gli attributi-.
-Come la fai lunga, vieni entriamo- ribatté Harry, tirandolo per un gomito.
-No! Se entriamo lì dentro insieme crederanno che siamo una coppia!- disse il biondo.
-Questo oppure subirai le torture barbare della Granger fino alla fine della scuola. Oh, sì, dimenticavo! Probabilmente i tuoi genitori sarebbero davvero contrariati dalla tua scortesia-.
-Tu dici?!- disse Draco con una smorfia preoccupata.
-Sì. Quindi adesso prendi il coraggio Grifondoro che hai e porta le chiappe lì dentro-.
Draco deglutì a vuoto e rumorosamente, più di una volta, prima di convincersi che una mezz’ora di tortura in quel negozio era meglio di altri sei mesi e mezzo di quelle della Granger.
Così insieme al suo migliore amico, varcò la soglia del negozio.
Un profumo di rose e lavanda lo investì prepotente, proprio come fece la luce che proveniva dai lucernari in vetro del tetto, accompagnata da quelle delle candele rosa.
Il mobilio era costituito al novanta percento di specchi, dentro i quali i riflessi dei volti delle signore, si mostravano sorridenti, e da vetrine che mostravano tutti i gioielli e gli oggetti preziosi che contenevano. Alla destra della porta da cui erano appena entrati i due ragazzi, una signora sulla sessantina e una con circa vent’anni in meno, stavano sedute ad un tavolino da caffè bianco, su due sedie che richiamavano il motivo del tavolo.
Al centro della sala, invece, un bancone circolare faceva la sua figura, ospitando all’interno una ragazza che aveva più o meno la loro età. Era mora, alta e un sorriso gentile le deformava il viso. Le guance erano rosse come le labbra.
Harry, fece la prima mossa e si avvicinò alla ragazza, Draco subito lo seguì.
-Buongiorno, cercavamo qualcosa per una ragazza. Ehm, dovrebbe essere qualcosa di delicato e magari con qualche…-.
-… brillante. Sì, con qualche brillante. Ma non grosso. Piccolo- disse Draco, guardandosi intorno allo stesso tempo schifato e a disagio.
-Bene, avete pensato a qualcosa?- chiese la ragazza con voce delicata.
-No, siamo aperti a tutte le possibilità- disse Harry.
La ragazza annuì brevemente e uscì dal bancone circolare, chiedendo poi loro di aspettare lì.
Appena furono soli, Harry si girò con gli occhi fuori dalle orbite.
-Brillante?! Sai quanto costano i brillanti?!-.
-Sono ricco sfondato, se non li spendo io i soldi chi dovrebbe farlo? Harry ti prego, cambiamo posto, mi sento un calore all’altezza del cuore e non mi piace, mi sento una ragazza in preda alle emozioni!- disse sconfortato Draco.
-Mi sento così anche io, ma se vuoi tornare con qualcosa in mano a casa, devi restistere-.
In quel momento alle loro spalle, la voce delicata della ragazza, annunciava il suo ritorno.
Aveva le braccia piene di bracciali, collane, anelli, orecchini e ciondoli. A Draco venne un colpo solo al pensiero di quanto ci sarebbe voluto per trovare quello giusto.
-Allora- disse la ragazza riponendo tutto sul bancone. –Direi di partire con gli anelli-.
-No, niente anelli, non voglio sposarla, voglio farle un regalo di Natale- disse Draco.
-Beh, gli anelli non si regalano solo quando bisogna sposarsi- ribatté la ragazza.
-Si, ma non è neanche la mia ragazza, quindi evitiamo. Se si mette in testa strane idee, mi troveranno assassinato tra qualche giorno-.
La ragazza fece schioccare la lingua contro il palato e con un gesto che tradiva tutto il suo disappunto, mise da parte gli anelli.
-Orecchini?- chiese più affabile.
-Non ha i buchi alle orecchie- ribatté pronto lui.
-Come fai a saperlo?- chiese Harry.
-Gliele ho morse le orecchie. Ricordi? Finta fidanzata- disse Draco in tono ovvio.
Harry lo guardò, scuotendo la testa e fece cenno alla ragazza di mettere via anche gli orecchini. A questo punto la lista di cose tra cui scegliere si era notevolmente ridotta e Draco cominciava a sentirsi molto meno pessimista.
-Abbiamo queste collane con diamanti, smeraldi, rubini, topazi, acquemarine…-.
La scelta era durata più di un’ora e quando misero piede fuori dal negozio, Draco era quasi in lacrime.
-Voglio la mamma!- piagnucolò.
-Era una gioielleria, che ti aspettavi? Uomini sudati che discutevano dell’ultima partita di Lancio Dello Gnomo o di Quidditch?- rispose Harry.
-Portami in un posto per uomini, portami lontano da qui!-.
Harry, mentre se la rideva sotto i baffi, afferrò Draco e Materializzò entrambi a Malfoy Manor.
Quando i cancelli della villa riconobbero Draco, si spalancarono e i due entrarono assomigliando a due reduci di guerra.
Draco, più pallido del solito, appogiato ad Harry, ed Harry che tentava di nascondere la bustina della gioielleria, attraversarono il salone principale del castello e salirono le scale in fretta e furia.
Poco prima di chiudersi nella camera di Draco, una voce dal fondo delle scale, li fece fermare come due ladri colti con le mani nel sacco.
-Potter! Qual buon vento?- disse Daphne, salendo pochi gradini.
-Greengrass- disse Harry senza una qualche particolare inflessione nella voce. –Mi trasferisco qui anche io, i miei purtroppo hanno da fare per le vacanze-.
-Beh, credo che le ragazze saranno felici di saperlo. Malfoy, di sotto è pronto il pranzo, aspettano tutti te, ti conviene però andare a dire di aggiungere un posto a tavola- disse Daphne accennando ad Harry. –Io torno di là. Fate in fretta-.
Daphne scese le scale, lasciando i due ragazzi soli, ma poco dopo la sua voce echeggiò tra i corridoi del Manor.
-Spero tu le abbia preso un bel regalo, Malfoy!- esclamò, probabilmente da uno dei corridoi lì vicino.
Draco, sbigottito dalla vista da falco della ragazza, non rispose e, dopo aver nascosto il regalo sotto il suo letto, scese con Harry in sala da pranzo.
 
Quel pomeriggio passò pigro. I cinque ragazzi, stavano nel salotto, dove tre divani e due poltrone davano bella mostra di sé nel mezzo della stanza. Daphne ed Hermione, coricate al contrario su uno di essi, stavano giocando a scacchi; Pansy, sul divano a fianco, metteva lo smalto ai piedi; Harry e Draco invece, giocavano a Gobbiglie.
-Mi annoio da morire- disse Daphne, mentre la sua regina distruggeva l’alfiere di Hermione.
-Concordo. Che fai per far passare il tempo, Malfoy?- chiese Pansy.
-Leggo un libro- rispose lui.
-Preferisco continuare ad annoiarmi- fu la pigra risposta di Daphne.
In quel mentre un gufo picchettò alla finestra. Hermione lo riconobbe subito come il gufo di Blaise. Abbandonò la partita con Daphne e andò ad aprire. Quando il gufo, senza neanche entrare, le porse la zampina, lei slegò la pergamena.
Il gufo volò via, senza attendere neanche il compenso che Hermione era andata a prendere e lei, incurante, tornò a sedersi sul divano.
-Che vuole?- chiese Pansy, riconoscendo il gufo.
-Non vuoi davvero saperlo- disse Hermione, con una smorfia.
-Dimmi che non è un’altra delle sue freddure- supplicò Daphne.
All’occhiata sconsolata di Hermione, la bionda sbuffò, prendendole la pergamena dalle mani.
-“Sapete dove finiscono gli hobbit quando muoiono? All’hobbitorio”- lesse ad alta voce Daphne. –A volte mi vergogno profondamente di essere sua amica- concluse la bionda, guardando il foglio con sdegno.
All’improvviso una fragorosa risata, irruppe nella stanza.
-All’hobbit.. torio!- disse Draco, rotolandosi a terra dalle risate, seguito da Harry.
-Stanno scherzando, vero?- chiese Pansy. –Non stanno ridendo per davvero, giusto?-.
-Io credo proprio di sì, Pansy- disse Hermione.
-Hey, ne ho una anche io, Draco, va a cercare un gufo!- disse Harry, cercando di trattenere un’altra risata.
Draco volò su per le scale e poco dopo tornò con un enorme gufo appollaiato sul braccio sinistro, mentre nella mano destra teneva una penna, un piccolo calamaio e un foglio di pergamena.
Harry srotolò la pergamena e intinse la penna nel’inchiostro.
-Sai quali sono i biscotti preferiti di Silente? I gALBUSera!- poi vi fu il solito scroscio di risate, mentre le ragazze, scioccate, portavano le loro orecchie lontano da quel salotto.
-Diventeranno amici per la pelle- disse Pansy.
-Spero di no o diventeremo come loro- disse Daphne.
Hermione si limitò a sospirare preoccupata.












Perdonatemi, sono stata fuori, risponderò immediatamente alle recensioni :3
Juliet :D
   
 
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