Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Fusione    25/08/2013    3 recensioni
Tutto inizia dopo la vittoria della Raimon del torneo nazionale, quando tutti tornano a casa... è estate e nessuno smette di giocare a calcio! Ci saranno alcuni nuovi personaggi, ma non anticipo nulla su di loro!
Una cosa è certa, ne succederanno di tutti i colori!
Io sono Suzume, e questa è la mia prima FanFic!
Genere: Fluff, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come?! Gli alieni?!




------------------------------------------------------------------

“Non vi preoccupate, adesso ci penso io – disse la giovane Raimon, cercando di tranquillizzare gli altri – adesso chiamo mio padre e penserà a tutto lui”.
 
 -----------------------------------------------------------------


 
Dopo la telefonata ricevuta dalla figlia, il signor Raimon s’interessò alla questione e si impegnò per trovare una soluzione al problema, ma gli esiti non furono positivi.

“Pronto, papà? … Sì … Capisco … D’accordo, riferirò! Grazie per l’aiuto. – dopo aver chiuso la chiamata del padre, Natsumi si rivolse alla squadra dicendo – Ragazzi, mi spiace, ma non c’è niente da fare. Il direttore ha contattato chi di dovere e ha fatto l’impossibile, ma la partita sarà sospesa come scritto qui” e indicò il cartello alle sue spalle. Kidou, infastidito dalla situazione illogica, chiese ulteriori chiarimenti “Ma non hanno fatto sapere il motivo, almeno?!” e l’altra si spiegò “No, non hanno voluto dire altro che non ci sia già stato comunicato”.

Il silenzio giaceva sulla squadra. Suzume, che aveva spento il lettore musicale da un pezzo, se ne stava in disparte, tremante come una foglia, con i pugni serrati e l’affanno per l’agitazione. “Su-chan! Non fare così!” Gridò Ichizuki, notandola. “Non è mica la fine del mondo se non giochiamo, oggi” tentò Kazemaru, appoggiandole una mano sulla spalla, ma lei si scostò e scappò via. “Ma… ho detto qualcosa di sbagliato??” Si chiese l’azzurrino. “No, il problema non sei tu. – spiegò poi Ichizuki – dovete sapere che… Su-chan e suo padre non vanno molto d’accordo… almeno per quanto riguarda lo sport…” “In che senso?” domandò Gouenji incuriosito, così l’altra continuò “Lui non è mai stato d’accordo con la scelta della figlia di giocare a calcio, tuttavia le ha permesso di fare ciò che voleva, finchè non dovemmo scappare qui in Giappone, e ieri hanno avuto una brutta lite. Lui le ha imposto di mollare tutto”. “Cosa?!” domandarono tutti, sbalorditi. “Ecco perché sia ieri che stamattina si comportava in modo strano!” fece notare Handa, mentre Kidou commentò “E l’ha obbligata a farlo oggi, vero? Per questo non si dà pace. La sua ultima occasione per toccare un pallone è andata persa…” Fubuky annuì, confermando la tesi del regista. Piombò di nuovo il silenzio. Ognuno pensava alla situazione della ragazza, provava a mettersi nei suoi panni, ma nessuno di loro sopportava l’idea di dover smettere di correre con il pallone un giorno. Gouenji si stancò di aspettare e andò a cercare la compagna di squadra scappata. Non ci mise molto a trovarla: era seduta accanto ad un albero, poco distante dalla strada. Giocherellava con qualche filo d’erba, con la sua aria pensierosa e afflitta. ‘… Domani dovrai dare il tuo addio agli altri …’ ricordò. Le parole del signor Yamamoto non le uscivano dalla testa, per questo, dal nervosismo, colpì la terra con un pugno.
 
Il biondino si avvicinò, con un pallone che si era portato appresso. Le porse una mano, con un accenno di sorriso che mostrava tutta la sua comprensione e solidarietà. Lei accettò l’aiuto per alzarsi e il bomber non potè fare a meno di vedere delle lacrimucce uscire dai suoi occhi verdi, che in quel momento non sembravano più appartenere ad una persona determinata, sicura di sé, bensì ad una smarrita, indifesa, alla ricerca di un conforto, una spalla su cui poter piangere. Lui allora, decise di porgerle il pallone, sul quale cadde una delle lacrime della giovane. A questo punto, il ragazzo di fronte l’abbracciò e lei poté dare sfogo a tutti i suoi dolori nascosti e repressi. In quell’istante i due furono raggiunti dagli altri componenti della squadra, che cercavano la ragazza per dirle qualche parola d’incoraggiamento ed essere d’aiuto in qualche modo.

“Forza, Yamamoto!”
“Siamo tutti con te!”
“Puoi sempre venire a fare due tiri ogni tanto!”

Uno alla volta, tutti mostrarono solidarietà verso la ragazza, che capì di avere degli amici fantastici.
 
Una volta salita sul pullmino per il ritorno a scuola, Suzume si scusò con Kazemaru per l’atteggiamento di poco prima, e si sedette nello stesso posto dell’andata, accanto al finestrino, con gli auricolari nelle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto.
 
Raggiunsero finalmente città Inazuma.
Yamamoto era sempre immersa nelle note riprodotte dall’Mp3, fino a quando il furgoncino non passò davanti al campo al fiume, dove c’erano dei bambini che giocavano. “Si fermi!!” Gridò all’improvviso e l’autista, spaventato, obbedì. “Che succede?!” chiese l’amica al suo fianco, ma non ricevette risposta. “Apra le porte! Presto!!” Continuò l’altra, che sembrava preoccupata. Ed era così. Un bambino aveva perso il pallone in acqua e sembrava volersi gettare nella corrente per recuperarlo. La ragazza scese di corsa e si diresse verso di lui, fermandolo in tempo. “Ma non vedi come è forte la corrente?! – lo rimproverò, apprensiva – aspetta qui, vado io a riprenderti la palla!” detto questo, si gettò nel fiume e nuotò fino al pallone, incastrato tra gli scogli. Nel frattempo gli altri scesero dal pullmino, per capire che stesse succedendo. Yamamoto, aiutandosi con i massi sotto di lei, spiccò un salto e calciò la sfera, la quale finì proprio tra le braccia del proprietario. In quel momento la ragazza cadde nuovamente in acqua. “Che forte! Hai visto quella?!” Domandò stupefatto il bambino all’amichetto con lui. “Sì! Che salto e che precisione! Ma… dov’è adesso?” Rispose l’altro. La ragazza non risalì. “Che fine avrà fatto?!” si chiesero tutti “Perché non ritorna a riva?!”. Gouenji allora, scattò come una pantera, si tolse la maglia e si tuffò anche lui per cercarla. La giovane era in debito d’ossigeno, con un piede incastrato tra due rocce, che la tenevano sul fondo. Accorsero anche tutti gli altri. “Aki! – la chiamò Endou – Presto, prendi il kit di pronto soccorso e delle coperte!”.

Intanto Shuuya era tornato in superficie insieme alla ragazza, priva di sensi. Kazemaru li aiutò ad uscire dall’acqua e Ichizuki si apprestò a fare un massaggio cardiaco all’amica, alla quale bastò poco per risvegliarsi. Tossì forte, sputando la poca acqua che aveva bevuto e riaprì gli occhi. Era ancora frastornata, ma abbastanza lucida da capire che tutti i suoi compagni le erano corsi in aiuto. Haruna e Kino arrivarono con le coperte e ne misero una sulle spalle di Suzume, che tremava come una foglia, e una su quelle di Gouenji, anche lui fradicio. La ragazza provò ad alzarsi, ma le gambe cedettero, facendola cadere. Fu presa al volo da Endou e Ichizuki, che esclamò “Su-chan! Il tuo piede! Sta sanguinando!!” “Non è niente – la tranquillizzò lei – è solo un graffio”.

Nel frattempo arrivò un’ambulanza, chiamata poco prima dal mister, e caricò l’infortunata, seguita dal biondino, che disse al resto della squadra “A lei ci penso io, voi andate pure a scuola e avvisate i professori e suo padre”.
 
Yamamoto adesso si trovava in un letto d’ospedale. “Gouenji-kun… tu… mi hai salvato la vita” Sussurrò ad un tratto al ragazzo seduto affianco a lei, che le prese una mano e rispose a voce bassa “Dai, adesso riposa un po’, devi recuperare le forze!”

Poco dopo entrò nella stanza il dottore, nonché padre del ragazzo, che portò le analisi della paziente. “Non è nulla di grave, signorina Yamamoto – disse, dando un’occhiata alle carte mediche. – Stai a riposo per un giorno intero e andrà tutto bene. A mio parere puoi essere dimessa anche subito!” “E il piede?” domandò Shuuya, visibilmente preoccupato. Il padre rispose “Il suo piede destro sta benissimo! Ha solo qualche graffio e un brutto livido dovuto probabilmente alla botta contro un masso, quando è caduta in acqua, ma anche quello passerà con un po’ di riposo. Non appoggiarlo né oggi, né domani e vedrai che guarirà! Questa volta hai avuto fortuna, perché c’era mio figlio a tirarti fuori, ma la prossima ci penserei due volte prima di tuffarmi nel fiume, se fossi in te!”.

La buona notizia tranquillizzò la ragazza, che fu felice di alzarsi. Il dottor Gouenji uscì, per tornare al suo lavoro, e il figlio fece una proposta alla giovane: “Suzume-kun, ti accompagno io a casa. Però prima ti andrebbe di farmi un po’ di compagnia mentre vado a salutare mia sorella? Anche lei è ricoverata qui in ospedale”. L’altra acconsentì e, prese le stampelle, seguì il ragazzo davanti a lei, che l’aiutava passo dopo passo.
 
Si fermarono davanti una porta, sulla quale era appesa una targhetta con scritto “Yuuka Gouenji” e, dopo qualche attimo di esitazione, entrarono. “È in coma da molto tempo. – sussurrò il biondino alla ragazza, poi si rivolse alla sorellina stesa sul letto dicendo – Ciao Yuuka! Come stai? Sai, la partita di oggi è stata annullata, quella contro la Teikoku Jr High. Ti ho portato una mia cara amica – continuò, indicando l’infortunata seduta sulla sedia affianco al letto, mentre con l’altra mano accarezzava la fronte della piccola – Si chiama Suzume Yamamoto. Oggi si è fatta male al piede per aiutare un bimbo a riprendere il suo pallone” “Già – lo interruppe l’altra – e il tuo fratellone mi ha salvata da morte certa!”. Si scambiarono un sorriso, dopodiché lui si scostò per andare a cambiare l’acqua al fiore poggiato sul comodino. In quell’istante si sentì una voce fioca “Onii-chan… davvero l’hai salvata?”. In quell’istante Gouenji si paralizzò e fece cadere a terra il vaso nel quale era riposto il fiore. Si voltò e vide la sorellina sveglia, uscita finalmente dal coma provocato da quel brutto incidente successo l’anno prima. “Yuuka!” fu l’unica parola che uscì dalla sua bocca, così corse ad abbracciarla, davanti a Suzume, che aveva gli occhi lucidi per la commozione.

Rimasero accanto alla bambina finché non si riaddormentò. Yamamoto si avvicinò zoppicando a Gouenji e gli disse “Sono contenta per voi, Shuuya. Finalmente la tua sorellina si è svegliata e vedrai che ben presto si rimetterà del tutto! Potrà tornare a tifare per te dagli spalti!” “Sì, è così” rispose il ragazzo,  prima di sprigionare qualche lacrima di gioia. Lei, istintivamente, lo abbracciò, stringendolo forte a sé. Lui ricambiò l’abbraccio e mille emozioni pervasero entrambi, facendoli volare in un mondo meraviglioso dal quale non sarebbero più voluti uscire. Nella magia di quegli attimi si scambiarono coccole e carezze, fino a ritrovarsi faccia a faccia, l’uno perso negli occhi dell’altra e viceversa. I loro visi erano così vicini tra loro. “Suzume, ecco…  – sussurrò lui – dal primo momento in cui ti ho vista, io- …” “Shhh – lo bloccò lei, appoggiandogli un dito sulle labbra – Anch’io ti amo!”. Si scambiarono un ultimo sorriso, per poi affogare nel sapore di un profondo bacio. Ad un tratto un sonoro “Bleaah!” li interruppe. La piccola Yuuka si era svegliata nuovamente e si nascose sotto le coperte.

Rimasero accoccolati per qualche minuto, finché i cellulari di entrambi non squillarono uno dopo l’altro. “Sì, pronto? – Rispose Suzume – Ciao Aki! Dimmi tutto!” intanto Shuuya, dall’altra parte “Ciao Endou! Che succede?! … Cosa?! … Alieni?! E … dove siete adesso??!” poi, nello stesso momento, entrambi esclamarono “Alla Kasamino Jr High?!” Shuuya chiuse il telefono, invece l’interlocutrice di Yamamoto aveva altro da dire. “Come?! Ichizuki?! E… dov’è?!” La sua cara amica era ferita, quindi un’ambulanza la dovette portare di corsa all’ospedale. Suzume riagganciò la chiamata e cadde in ginocchio, disperata, ma l’amico, che ormai era diventato qualcosa di più, la tirò su e tentò di confortarla. “Suzume, fatti coraggio! Cos’è successo a Ichizuki?!” l’altra rispose tremante “È… è stata portata in ospedale… Aki… Aki ha detto che è conciata male…” lui allora, prese le stampelle della giovane e, dopo averla abbracciata di nuovo, la portò giù, nel reparto del pronto soccorso, per cercare l’amica. In quell’istante degli infermieri entrarono di corsa con una barella, sulla quale giaceva Ichizuki dolorante. “Fu-chan!! – gridò l’infortunata, correndo al suo fianco, non badando più al dolore del piede – che è successo?!” “Su … Su-chan! – Rispose l’altra, frastornata e piena di lividi – gli… gli alieni!” “Alieni?!” La interruppe la prima, confusa. L’altra continuò con un filo di voce “Gli alieni ci… ci hanno sfidato… io… Endou… Ora sono alla Kasamino Jr High” Poi la ragazza perse i sensi e fu portata di corsa in pronto soccorso. Gouenji si avvicinò a Suzume, che tornò di nuovo a piangere.

“Andiamo! – esclamò lei – Voglio vendicare Fu-Chan!!” “No!! Ferma! – la bloccò lui, prendendola per un braccio – Vorresti vendicarla con il piede che ti ritrovi? Non puoi appoggiarlo per due giorni, figurati toccare un pallone! Poi lei ora ha bisogno di te. Lascia che vada io. Forse sono ancora in tempo” “Shuuya-chan…” Sussurrò infine l’altra, acconsentendo alla decisione di lui, che la baciò ed uscì di corsa per raggiungere i suoi amici alla Kasamino.









-----------------------------------------------------------------------------------------------
ANGOLINO DI SUZU-CHAN  \(^0^)/


Buongiorno/Buonasera/Buonsalve a tutti!! :D La vostra Suzu-chan è tornata dalle vacanze!! ^^
G: Yeeeeeeeeeeeeeee!!
Spero il capitolo vi piaccia... sapete, ero indecisa se fare la stessa trama di Inazuma Eleven 2 o meno... mi son convinta a mantenere la trama, però potete stare tranquilli, non ho alcuna intenzione di copiare l'intero anime... vi sorprenderò! 
G: dimentichi nulla?
Ah, sì! Questo angolino è soprattutto per fare mille ringraziamenti xD Taaaaaaaaaanti Grazie ai recensori, ai lettori, a TUUUUUTTI ^^ Grazie anche a chi recensirà/leggerà questo capitolo e i prossimi :) Poi un grazie molto speciale va alla mia  Fu-chan, che ha avuto la pazienza di sopportarmi, pubblicare il capitolo 6 (ovviamente scritto da me...), ha copiato su word in bella la brutta copia del capitolo 8 (sembra un gioco di parole xD Lol_) e mi sta dando tantiiiiiiiissima ispirazione per i prossimi capitoli!
G: hai finito??
No!!! ho un annuncio annuncioso (?) da fare! Ragazzi, mi serve una OC xD siete quindi invitati, se vi va, a pubblicare in una recensione (o in messaggio privato, ma solo dopo aver lasciato una recensione, altrimenti non sarà contata valida!) la descrizione di un personaggio che entrerà a far parte della storia... e avrà un ruolo abbastanza importante... ecco a voi le condizioni! Vai Gouenji! :D
G: Bene! L'OC deve essere una Donna adulta, con esperienza da detective xD. Eccovi un modello da compilare per aiutarvi nella descrizione u.u
Nome:
Cognome:
Descrizione (breve) dell'aspetto fisico:
Descrizione (breve) del carattere:
Segni particolari:
Abilità speciali (se ne ha...):
Dopo ciò dovreste dirci se preferireste farla essere Rivale accanita di Onigawara Gengorou (per chi non lo conoscesse: il detective Smith) o arrivare a farli innamorare xD 
G: Smith innamorato?! 
Yeah_ sono curiosa di vedere il suo lato tenero u.u ma a voi la scelta! Datemi qualche consiglio e stupitemi! Ne ho davvero bisogno!
G: ha quello che si definisce "blocco dello scrittore" D:
E con questo vi saluto gente! ;D Grazie a chi vorrà lasciarmi l'OC. Potrete mandarmele entro il giorno 31 (quando pubblicherò il capitolo 8), dopodichè sceglierò quella che mi ispira di più e la comunicherò nell'angolino del prossimo Chappy :3 
Porky-Pig: è..è..è t-tutto g...gente!! 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Fusione