Serie TV > Che Dio ci aiuti
Segui la storia  |       
Autore: Lisbeth17    26/08/2013    1 recensioni
[Che Dio ci aiuti]Lasciando inalterato il finale di stagione, ho sempre pensato a un possibile, personalissimo, proseguimento.
Un nuovo personaggio, il tempo che è passato ineserabile, com’è cambiata la vita agli inquilini del convento degli angeli?
Dal testo:
C’è una storia che voglio raccontare, la mia storia, per farlo come si deve, ho bisogno di fare un passo indietro, forse più di uno, per raccontarvi le cose così come le hanno vissute i protagonisti, soprattutto lei, la mia mamma.
Ho scoperto poco tempo fa il suo diario…
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Attimi...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un Passo Indietro


Un passo indietro





[Azzurra]

Quando apro gli occhi ci metto un po’ a capire…

Che cosa ho fatto?

Penso sentendo un braccio stringermi la vita… mi riscopro nuda, nel letto di casa mia a Milano… e improvvisamente mi torna alla mente la notte appena trascorsa con Guido.

Le sue mani… le sue labbra… il modo in cui mi sono totalmente e incondizionatamente donata a lui è imperdonabile.

Non avrei dovuto cedere al mio desiderio e alle sue lusinghe…

Come ho potuto implorarlo quasi di amarmi?

E la mia dignità?

Mi sciolgo dal suo abbraccio, senza troppa attenzione, m’infilo la mia vestaglia, inorridita dalla mia stupidità.

Ma limpido è il mattino 
tra i campi odor di vino 
Io ti sognavo e adesso 
Ti vedo ancora lì 
Ah, quanta nostalgia 
Affresco di collina 
Io pìango che pazzia 
Fu andarsene poi via. 

 

[Guido]

La sento quando si sveglia, la sento quando s’irrigidisce, la sento andar via da me, come offesa e orripilata da quanto succeso.

Mi volto verso la finistra, l’idea è di maledire quest’alba che ha cancellato tutto quello che è successo stanotte.

Sapevo che sarebbe stato pericoloso cedere alla passione prima di chiarirle i miei sentimenti, non pensavo però… questo! Che potesse allontanarsi con tanta forza da me.

Eppure le ho detto quello che provo per lei… le ho detto quanto la amo… che una confessione d’amore fatta in preda a un orgasmo abbia meno valore?

Di certo per lei sembra proprio che sia così.

Svogliato mi alzo per andarla a cercare, mi infilo i miei boxer e la camicia che indossavo ieri sera.

Noto per la prima volta la casa.

Inutile dire che ieri sera ero davvero troppo preso da lei anche solo per capire dove diavolo mi trovassi.

L’arredamento è molto semplice, anche se sembra… strano… in alcuni punti… camera da letto compresa sembra l’accozzaglia di più stili diversi.

 Vago un po’, trovando subito la camera di Lucia… e per quanto il desiderio di fermarmi qui sia forte, sospiro e vado avanti.

Parlare davvero con Azzurra adesso è la mia priorità.

- Buongiorno! – le dico scorgendola in cucina.

La vedo sussultare sorpresa, e stringere forte la presina che tiene in mano.

- Buongiorno Azzurra! – dico di nuovo muovendomi verso di lei.

- Non mi toccare! – dice lei subito, troppo velocemente.

- Azzurra… - dico allora in tono poco paziente.

- Guido, mi dispiace davvero, quello che è successo questa notte è stato un errore, una debolezza, una sbandata…

- Azzurra ti prego non dire così…

- Questo è quello che penso…

- No, no! Questa cosa che stai dicendo è una stronzata enorme… tu… tu c’eri stanotte con me… io… io ti ho sentita… - ma diavolo, proprio ora devo balbettare?!

- Non dico che non sia stato bello… - mi risponde lei sulla difensiva.

- Non parlo di quanto è stato splendido Azzurra, ma di come ti sei donata a me, come allora…

- Ed ho sbagliato. – dice lei castrondomi subito!

- Non fare così… non dire così… io ti amo.

ma sì Corsi, ormai più sputtanato di così… umiliati no?!

- Ed io no! – mi risponde lei troppo velocemente, bugia, penso io.

- Non è vero!

- Ma chi diavolo ti credi di essere? Credi di conoscere i miei sentimenti? Il mio cuore? Ti sbagli, ti sbagli di grosso Guido, tu non mi conosci… - dice guardandomi con gli occhi lucidi, i pugni stretti, e una rabbia e un rancore che non credevo  di poter scorgere mai sul suo viso.

- Io ti conosco…

- No, tu mi conoscevi! Poi mi hai distrutto, e ora… ora non hai idea di chi io sia!

- Azzurra, mi dispiace per quella maledetta telefonata, mi sono subito pentito…

- Ho notato! – risponde lei piuttosto sarcasticamente.

- Sei sparita!

- E tu ti sei consolato presto…

- Azzurra io ti amo, ti amavo allora, ti amo oggi, non ho mai smesso di amarti… Beatrice… è stata solo… è sempre stata un modo per non sentirmi solo… io ti amo come allora.

- No, tu non mi ami, amavi, amerai… dilla come ti pare, usa la forma verbale che preferisci, ma tu non mi hai mai amata. Tu amavi lei… - e non dice il suo nome, ma so che sta parlando di Manuela - solo lei, lei è diventata lo specchio delle tue passioni, lei lo specchio di me. Non sono lei, non lo sono mai stata… Mi hai accusato di essere… una poco di buono, di averti tradito… io?? Io che detesto il tradimento, io che ho non ho avuto mia madre per un tradimento… Non pago di queste tue bassissime insinuazioni che mi hanno fatto capire quanto tu non mi conoscessi allora, mi hai anche accusato di volerti accollare un figlio non tuo? Però suo figlio lo hai voluto, lo hai accolto, lo ami… il mio no, era un problema, qualcosa di cui io mi sarei dovuta sbarazzare!

- Mi dispiace!

- Ti dispiace?! Io me ne sbatto di quanto ti dispiace! Mi facevi schifo, ho messo i kilometri  tra di noi, ho cercato di andare avanti…. Di non pensare a quel tuo maledetto… lo devi risolvere… io ti ho odiato, fortemente, durante tutta la gravidanza immensamente, più Lucia mi si nascondeva durante le ecografie, più maledivo di dover affrontare tutto da sola… Nina mi ha detto dei tuoi finti tentativi di trovarmi, finchè non ha capito quanto male mi facesse e allora ha smesso di parlarmi di te, raccontandomi solo di Davide. – si asciuga gli occhi, allagati dalle lacrime che io le ho causato - …poi è nata Lucia e non riuscivo più ad odiarti, ti assomigliava, in cose che solo io vedevo e da allora ti ho avuto sempre, sempre davanti…

- Azzurra io…

- Non voglio sentirti!

- Mi ascolti! Ora devo parlare, tu mi devi ascoltare, ti prego… credi di essere stata l’unica ad avere paura durante la nostra storia? Tu temevi Manuela ed io temevo tutto il resto… Non ho mai visto te in Manuela o roba simile, è vero la amavo, molto, le sue azioni mi hanno fortemente condizionato per anni, ed io ero una brutta persona… ma tu, sei tu che mi hai aperto il cuore, sfondato con un caterpillar è più corretta come immagine, io amato di nuovo te, grazie a te, con te… però ero spaventato, quell’anno a Berlino è venuto troppo presto per la nostra storia, tu eri e sei ancora una donna bellissima, corteggiata da uomini che hanno più di me.

- Amavo te, idiota! – dice lei con rabbia.

- Lo so, avevo paura… solo paura, Davide era piccolo, temevo potesse prenderla male…

- Ed io questo non lo temevo?

- Azzurra ho sbagliato, non ho mai voluto che tu … abortissi. – dico assumendomi finalmente la responsabilità delle mie parole. - Amo Lucia…

- Lo vedo, ora lo vedo. Non è questo il punto… mi amavi? Perché non mi hai cercato davvero?

- Io… - dico abbassando la testa – temevo… avevo paura che tu mi avessi dato retta, che tu avessi abortito. Avevo paura del tuo odio.

- Tu eri certo che io lo avessi fatto, vero? – mi chiede ancora con una luce di rabbia negli occhi!

- Sì.

- Non mi conoscevi! – decreta bruscamente.

- Lo so…

- Come puoi dire di amarmi, se non hai davvero idea della donna che sono?

- Amo il modo in cui sono quando sono con te, amo quello che possiamo fare insieme…

- Mi hai fregata una volta con queste parole, credi davvero di poterlo fare di nuovo?

Scuoto la testa sconfitto dalla freddezza delle sue parole.

- Perché sei venuta a letto con me stanotte?

- Perché sono una cretina, che non sa cosa significhi il termine dignità, che si è innamorata di uno stronzo! – dice sparendo dalla cucina.

Non è più tempo per noi…

il mio destino 
amaro senza te 


Aspetta!

Corsi, ragiona!

Si è innamorata di uno stronzo…

Si è…

Oh il margine c’è ed io le farò capire che di me si può fidare, che io la amo davvero…. E che insieme siamo perfetti.

Con un sorriso sul viso, che se lei mi vedesse probabilmente mi spazzerebbe via con un cazzotto, vado nella camera di Lulù.

È così … bella … sua … mi sembra di vederla sfogliare un libro di animali, seduta lì sopra, tra quei morbidi cuscini e quel piccolo armadio… con i piccoli piedini scalzi, cosa che lei adora, lasciati liberi di penzolare liberi.

Mi siedo sul lettino, e prendo uno dei peluche che è sul letto… cercando di imparare sempre qualcosa di più su chi è mia figlia vedendo com’è la sua stanza.

 

[Azzurra]

Mi sono fatta una rapida doccia dopo averlo lasciato in cucina, non mi ha cercato, segno, forse, che anche per lui la conversazione è chiusa.

Quando esco dalla camera noto subito che qui non è ripassato, il letto è ancora sfatto, scarpe e pantaloni ancora buttati per terra…

Dove diavolo è finito?

Quando passo davanti alla camera di Lucia lo vedo, seduto sul suo letto, un peluche in mano, la testa tra le mani, e… lacrime?!

Mi manca il fiato, e faccio un passo indietro.

Non voglio entrare a forza in questo suo momento.

 

- Guido… dove sei? – dico ad alta voce dopo essere tornata in camera mia.

- Di qua.

Mi affaccio nella stanza di Lucia e lui si è alzato in piedi ora, sempre tenendo stretto il peluche.

- Si chiama Bobby! Bobby II per la precisione. – gli dico allora indicando il pupazzo, il suo sguardo è perplesso ed io mi spiego meglio. – tutti i suoi cani peluche si chiamano Bobby, non so perché però, non me lo ha mai detto…

Sorride, mentre guarda ancora il pupazzo.

- Anche io avevo un cane di pezza che si chiamava Bobby… - dice lui a bassisima voce.

Scuoto la testa, incapace di credere a queste cose, alla magia di questo legame di sangue, e a fatica, cerco un argomento più neutro.

- Hai un cambio? Qualcosa di più comodo per il viaggio?

Lui scuote la testa. – Non ci ho pensato, ieri me ne sono completamente dimenticato.

- Andiamo, ti mostro il bagno e vediamo se puoi mettere qualcosa di Paolo.

Esco dalla stanza e mi accorgo subito che lui non mi sta seguendo, faccio un passo indietro, per vederlo ancora con il pupazzo in mano imbambolato in mezzo alla stanza.

- Questa è la vostra casa? Voi avete una casa insieme? – mi chiede stupito, forse anche un pelino geloso.

- Guido… non ti seguo credo… ma non hai letto i nomi sul citofono o sulla porta ieri?? – gli chiedo piuttosto confusa da questa sua domanda.

- Ero distratto… - dice arrossendo.

 

[Guido]

Confessione un po’ triste e un po’ imbarazzante la mia, lo ammetto.

- Certo che è casa nostra… - ribatte lei tranquilla, andando verso l’ingresso facendomi cenno di seguirla, apre la porta di casa e mi mostra i nomi sulla porta…

Cristaldi – Mirti - Leonardi

Cristaldi?? Nina!!

- Nina?

- Certo, è casa nostra! Di tutti e tre, io ho già una casa a Roma, così come Paolo, e per quanto questa ci faccia comodo di certo quella che la usa di più è Nina per via del tribunale... insomma in tre diventa più ragionevole come spesa. – dice lei tutto insieme – insomma, sia a me che a Paolo faceva piacere aiutare Nina in questa impresa, l’unico modo che lei ha ritenuto ragionevole è stato quello di essere coproprietari.

- Ma non avete tre stanze da letto.

- No, abbiamo solo diversa biancheria da letto.

- Ma questa camera è di Lucia…

- Certo! Io sono sua madre, loro i suoi padrini… - ribatte come se le avessi chiesto se il cielo è blu?

- Non capisco, ma non ci state mai qui tutti insieme?

- Rarissimamente! E quando succede dormiamo insieme…

- Tu e Paolo?

- Cretino! Nina, Lucia ed io. – dice un po’ arrabbiata dandomi le spalle e sparendo verso la stanza da letto.

 

- Scusami! – le dico entrando nella stanza.

Lei apre un armadio e tira fuori delle lenzuola pulite, e mi fa cenno di avvicinarmi.

- Lenzuola e asciugamani, in alto neutri, in centro specificatamente di Nina, poi i miei, poi quelli di Paolo…

- E’ vuoto… - constato io.

- Usa i neutri, non voleva il posto in basso, perché doveva chinarsi quindi usa i neutri… puoi notare le lenzuola de I Simpson. – mi dice sempre indicando le lenzuola sullo scaffale.

Tira fuori delle lenzuola che mi passa in mano e degli asciugamani puliti, dal suo reparto. e poi apre un altro armadio.

- Qui ci sono i vestiti di Paolo. Vediamo che troviamo… - dice tuffandosi dentro e cominciando a frugare.

- Allora… ecco questa ti dovrebbe stare e ora cerchiamo l’intimo…

- Io non mi metto il suo intimo! – sbotto inorridito.

- Uffa… vediamo se ha qualcosa di nuovo, ha sempre qualche cosa nuovo di pacca…

- Perché dovrebbe avere cose nuove?

- Nina… - risponde solo lei.

- cioè? – chiedo sempre più confuso da queste strane abitudini.

- Una cosa tra loro due… - dice con fare ammiccante.

- Mi sono perso qualcosa?

- No. – rispondo sicura, alzando le spalle, ma la cosa non mi convince.

- C’è del tenero tra i due?

- Non ancora. - Risponde lei in maniera sibillina.

- MA non è innamorato di te? – chiedo sempre più confuso.

- Questo è quello che crede, è affascinato, attratto, sessualmente ispirato da me… - digrigno i denti a quel sessualmente ispirato e lei prosegue ignorandomi  del tutto - ma io non gli ho mai provocato nessuna delle emozioni che gli provoca Nina, rabbia, gelosia…

- Gelosia?

- Certo! Stavamo insieme ed io ero mezza nuda tra le braccia di uomini non belli, di più e lui non batteva ciglio, ma se Nina usciva con il collega di turno, o andava a bere qualcosa, o faceva un weekend ‘intimo’ qui a Milano, ci andava giù pesante... È pure casa mia, non l’alcova delle tue scopate… e cose così.

Sorrido divertito da questo strano racconto, ormai mi ha preso, dopo aver vissuto cinque anni con quelle suore, sono la peggiore delle comari ormai.

- E Nina?

- Nina? Nina è cotta marcia!

- …ma se l’ho sentita invitarti nel letto di Paolo? – chiedo quasi inorridito da tutta questa storia assurda.

- Solo perché sa che io non ci andrei più. – dice lei scrollando le spalle.

- Non credo di capire. – dico grattandomi il testone, oddio adesso penso pure come la suora.

- Hai visto la sceneggiata che mi ha fatto Paolo?

- Quella da amante geloso?  Quando mi ha spaccato il sopracciglio? – chiedo giusto per puntualizzare.

- Esatto! Sai chi ancora non gliel’ha perdonata? – mi chiede lei in maniera retorica.

- Nina…

- Nina! Perfetto! E perché? Perché è sembrato ancora innamorato di me, geloso di me, e ha tradito la sua fiducia comportandosi come un cafone.

- Ora è più chiaro. Stai facendo da cupido, quindi?

- No, cioè si, ci provo… ma sono due testoni.

- Loro?! – le chiedo sarcastico, mal nascondendo una risata.

Lei sbuffa, tirandomi i vestiti, e indicandomi, o meglio, cacciandomi in bagno.

 

Io per lei 
Ho deciso di cambiare 
Di smettere di rovinare 
Sempre tutto per colpa della solitudine 
Di questa solitudine. 

 

[Paolo]

Che fatica!

Penso mentre Nina mi sta rovesciando addosso l’ennesima serie di insulti, per fortuna Giulia ha avuto pena dei bambini e li ha portati a fare una passeggiata, accompagnata dalla suora.

- … ma come diavolo ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? Di costringerla alla sua presenza? Di spingerla nel suo letto…

- Mio letto!

- Se è per questo, nostro letto… non cambiare discorso… perché? Non eri innamorato perso? Ferito dal suo atteggiamento?

- Ferito dal TUO atteggiamento, mi hai mentito, non mi hai detto una cosa fondamentale… cazzo Nina, qui c’era il padre di Lucia e tu non mi hai nemmeno preparato a questo. – sbotto furioso.

Lei spalanca la bocca, e resta interdetta.

- Guido mina il tuo territorio…

- Non sono innamorato di lei, non più, non da tanto tempo, è bella, bellissima, le voglio bene, ma non sono innamorato di lei.

Nina è di nuovo a bocca aperta, ma vuole avere sempre l’ultima.

- Allora buttiamola nel suo letto…

- Mio letto…

- Non cambiare discorso Mirti!

- Azzurra parla molto meglio con il suo corpo che con la sua bocca… quando parla pensa, e dietro i suoi pensieri ci sono le sue paure… - ho catturato la sua attenzione - … quando Azzurra fa l’amore, non c’è testa, non c’è paura, non c’è razionalità, e dice quello che non vuole ammettere… - mi sembra che si sia irrigidita e non poco -  mi sono accorto prima che me lo dicesse che tra noi sarebbe finita, dal modo in cui facevamo l’amore, era lontana, altrove, non mia, mai mia.

Si schiarisce la voce, ma si è voltata e non mi guarda più in faccia.

- Ho sbagliato?

- Probabilmente no, ma quando accenderà il cervello e chiuderà le gambe, terrà di nuovo Guido a distanza…

- Io ho fatto quel che potevo, che ci pensi il professore ora…

- Tu l’amavi?

- Che cosa c’entra questo?

- Niente hai ragione, raggiungo Giulia, se tornano chiamaci…

L’afferrò per il braccio, costringendola a voltarsi di nuovo.

- Abbiamo fatto pace?

- Sì. - Dice guardando altrove, non la mollo però le tengo il braccio e con una mano sul mento la porto a fissarmi.

- Che c’è ancora? – sbotta acidamente.

- Non sono innamorato di lei! – soffio sulle sue labbra prima di catturarla in un bacio, al quale lei cede velocemente. Lo sapevo, la passione con la quale mi risponde racconta la storia che la sua testa non vuole ammettere, in questo è uguale ad Azzurra, quando ci separiamo per respirare, mi tira uno schiaffo.

- Stronzo. – sibila allontanandosi da me e correndo fuori dal convento.

- Non mi scapperai per molto, Cristaldi. – le urlo io di rimando, massaggiandomi la guancia.



 

[Azzurra]

 

Quello che non mi aspettavo era questo Guido, tranquillo, sereno, che non mi fa pressioni, che non mi costringe ad ascoltare le sue … dichiarazioni … ma guida tranquillo e sereno direzione Modena…

Scherzavo!

Quando lancia una brusca frenata e si ferma una piazzolla di sosta.

- Ma sei impazzito? – mi dico voltandomi irritata.

- Azzurra non abbiamo preso precauzioni! – dice afferrandomi per le spalle, facendomi anche arrossire.

 

[Guido]

- Prndolpillla – dice lei a bassisima voce.

- Cosa? – le chiedo ancora ad alta voce.

- Prendo la pillola! – dice a voce più alta e scandendo bene le parole.

Forse il mio sguardo s fa la domanda che la mia bocca gelosa vorrebbe fare.

- Cisti, ho un problema di cisti ovariche.

- Non volevo dire nulla… - dico afferrando di nuovo il volante, ora un po’ più calmo.

- Bugiardo… - dice lei facendo spallucce.

- Non vuoi un altro figlio da me? – mi dice lei piccata, prima di attaccarsi alla bottiglietta dell’acqua.

- Oh no cara mia, sei tu che non vuoi un figlio da me, io passerei tutte le notti come questa notte, al caldo tra le tue gambe, al sicuro tra le tue braccia.

L’effetto delle mie parole, è il vetro e il vano di fronte a lei, completamente sputati d’acqua, lei è rossa come un peperone, e in preda ad un forte attacco di tosse.

Sorrido facendomi notare da lei, che s’inviperisce ancora di più.

- Vuoi che mi fermi? – le chiedo evidentemente divertito.

- Guida e sta zitto! – tuona lei tra un colpo di tosse e un altro.








NDA

Ed ecco il risveglio... l'alba della coscienza che obnubila la notte della passione... ma davvero non ci sono speranze per il caro professore?

Miei cari, vado in ferie, o meglio venerdì parto, non credo di riuscire ad aggiornare ancora prima di venerdì, starò fuori una settimana... spero però di avervi fatto con questo capitolo, abbastanza corposo, un regalo gradito.

Grazie a chi legge, chi segue questa storia, chi la ricorda, e chi la preferisce.


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Che Dio ci aiuti / Vai alla pagina dell'autore: Lisbeth17