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Autore: _Simmiu_Zoe_Jackson_    26/08/2013    2 recensioni
Parla di una ragazza ce scopre di essere una semidea all'età si sedici anni e quindi portata al Campo Mezzosangue...
Se vi ho incuriositi almeno un pochinopochino, aprit e leggete.
Grazie
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Visita inaspettata, sogni e attacchi.

P.V CONNOR

Mi svegliai con una strana sensazione in corpo: sapevo di aver sognato qualcosa di importante, ma non riuscivo a ricordare cosa.
Ormai era una settimana che Liz non era più al Campo. Nessuno seppe che sarebbe partita fino a quando non si vide più in giro. Solo che nessuno, a parte me, Chirone e gli dei, sapeva realmente il motivo della sua partenza.
Mi alzai a fatica: mi sentivo vuoto, non volevo fare niente, non facevo neanche più scherzi insieme a Travis. Si direi che ero messo proprio male..
La capanna era già tutta vuota quindi non ebbi problemi. Dopo esservi lavato e vestito uscii. Appena ebbi varcato la porta, mi ritrovai a terra con una spada puntata alla gola. Alzai lo sguardo e vidi che si trattava di Nico.
“Dov’è mia sorella?” chiese freddo.
“I-io non lo so” risposi balbettando.
“Non dire idiozie, sono andato alla nostra capanno e non l’ho trovata, non c’è neanche in giro per il campo; quindi l’unico che può sapere dov’è sei tu.” Disse con una punta di rabbia nella voce.
Io ero stupito: quindi lui non sapeva cosa avevano decretato gli dei?
“Nico mi dispiace, ma io non lo so davvero: l’ultima volta che l’ho vista è stato dopo la sua convocazione sull’Olimpo. Da quel momento in poi nessuno ha saputo più niente. Se vuoi saperne di più ti conviene andare da Chirone.”
Mi stavo sentendo male, continuavo a farmi la solita domanda: perché l’ho lasciata andare?
Senza rispondermi, rinfoderò la spada e si diresse verso la Casa Grande, mentre io mi dirigevo verso il bosco: volevo stare solo.
Una volta entrato mi diressi a passo spedito verso una radura che avevo scoperto qualche tempo prima. Era una radura circolare, c’era una masso nel mezzo dove potersi appoggiare e qualche fiore qua e la. Da lì potevi vedere solo gli alberi che la circondavano, ma a me stava bene: era un posto difficile da trovare, almeno potevo rimanere solo.
Mi persi nei miei pensieri tanto che non mi accorsi di qualcuno che si avvicinava, finchè non sentii una mano sulla mia spalla. Inutile dire che sobbalzai. Quando mi resi conto di chi era, non mi rilassai per niente, anzi, mi agitai ancora di più.
“Divino Ade, come mai qui?” chiesi.
“Connor, vedi, ho visto come ti sei comportato con mia figlia; prima di parlarti volevo vedere se ciò che gli avevi detto fosse vero o solo una cosa detta sul momento” disse mentre io arrossivo “ma, vedendo come sei cambiato dopo la partenza di mia figlia mi sono convinto. Connor, come te, anche io tengo molto a Liz, per questo la controllo continuamente, ma non potrà durare per sempre. Bisogna trovare il modo di far cambiare idea agli altri dei.” Finì.
Ero spiazzato. Insomma, perché non ci ha pensato prima che la esiliassero? Insomma è un dio anche lui o sbaglio?
Non so perché ma glielo dissi:
“Perché non li ha fermati? Perché non ha impedito che la cacciassero?” urlai, senza rendermene conto.
“Credi che non ci abbia provato?” disse, iniziando ad alzare la voce a sua volta “ C’è stata una votazione: gli unici a non essere d’accordo siamo stati io e tuo padre, ma visto che è mia figlia il mio voto non è stato valutato.” Continuò “Ci ho provato e, quando mi accorsi che non potevo fare più niente l’ho avvertita. Ora, l’unica cosa che posso ancora fare è quella di portarla a vivere con me, negli Inferi.”
“C-cosa? No!” risposi io.
“Hai un’altra idea? E’ meglio così, almeno per il momento. Oppure preferisci lasciarla  lì fuori, con tutti quei mostri?”
Effettivamente era vero, ma se l’avrebbe portata lì, io non avrei più avuto l’occasione per rivederla.
C’era solo una cosa da fare: trovare il modo di far cambiare idea agli dei.
Quando stavo per parlare, mi accorsi che Ade non c’era più: se ne era andato.

 

P.V. LIZ

Dopo due giorni senza dormire, passati a respingere continui attacchi, mi pare normale essere stremata. Avevo passata le ultime quattro ore ad allontanarmi dalla radura dove mi ero accampata, visto che un paio di dracene erano venute a farmi visita. I il cibo, come i soldi iniziavano a scarseggiare. Così decisi di andare a fare visita a mia madre: so che era rischioso, ma sarebbe stato solo per u paio d’ore, magari i mostri mi avrebbe lasciato in pace per quell’arco di tempo, no?
Quando arrivai davanti alla porta dell’appartamento, mi accorsi realmente di quanto fosse avventata come cosa. Stavo per scendere nuovamente le scale, quando la porta si aprì, rivelando la figura esile di mia madre.
“Liz, sei veramente tu?” mi chiese.
Non potevo più scappare, così sospirai.
“Si mamma, mi sei mancata”.
“Vieni dentro” una volta entrata continuò “Ma come sei combinata? Hai tutti i vestiti strappati e sporchi di sangue, stai bene?”
“Si mamma, diciamo..” non volevo dirle tutta la verità, ma neanche mentirgli.
“Cosa è successo?”
“Sono stata attaccata da alcuni mostri durante il tragitto, nulla di troppo preoccupante”
“Liz, non ci casco, come mai sei qui? Cosa è successo?” non potevo più mentirgli, così gli raccontai tutto: gli dissi tutto gli che avevo passato, senza risparmiare nulla.
Quando ebbi finito di raccontare mia madre mi abbracciò. Era una delle cose che preferivo di lei: sapeva quando non avevo bisogno di parole, ma solo di sentire qualcuno vicino.
Dopo un paio di minuti sciolse l’abbraccio e disse:
“Vado a preparare qualcosa da mangiare: resti a cena e anche per la notte”
Stavo per ribattere, ma lei era già sparita nell’altra stanza, così sospirai.
Sprofondai sul divano e mi addormentai subito.
Sognai nuovamente quella grotta, il salice era sempre lì e anche le due figure.
“Come procede il piano?” chiese l’uomo.
“Direi perfettamente: gli dei l’hanno esiliata come previsto e adesso è esausta, continua ad essere attaccata, non resisterà ancora a lungo.” Rispose la donna.
“Bene, quando sarà abbastanza debole entrerai in gioco tu: abbiamo bisogno di lei per portare a termine il nostro scopo.”
“Si, ne sono consapevole.”
“Bene allora vedi di non fallire.”
Poi la scena cambiò: mi trovavo in una caverna con una voragine al centro. Dal fondo della voragine proveniva una risata cavernosa, sembrava che fermasse il tempo, una voce riecheggiò:
“Sarai tu a farmi tornare in forze, semidea. Vedi di non deludermi”
E tornò la risalta.
Mi svegliai di soprassalto e mi trovai un Minotauro in salotto: non era un buon segno. 

Angolo autrice
Sono tornata con un nuovo capitolo! Allora, dal prossimo capitolo si inizierà a capire un po' meglio la situazione. Spero che questo vi piaccia.
Ne approfitto anche per ringraziare i 5 che hanno messo la storia tra le preferite, i 2 tra le ricordate e i 13 tra le seguite!
Ringrazio anche tutti quelli che recensiscono: non sapete quanto mi rendono felice le vostre recensioni!
E adesso vi lascio.

A presto!

Con affetto
_Simmiu_ 
  
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