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Autore: Gan_HOPE326    01/03/2008    13 recensioni
ATTENZIONE: se siete membri del MOIGE, non leggete questa fanfiction!
Preparatevi a venire a conoscenza di una verità così sconvolgente che Kishimoto preferirebbe fare harakiri, piuttosto che raccontarvela. La storia segreta che nessuno aveva mai avuto il coraggio, o la faccia di bronzo, di mettere per iscritto. Almeno fino ad ora.
Dopo la guerra con il Suono e la Sabbia, a Konoha Tsunade ha appena assunto il ruolo di Quinto Hokage. La pace è finalmente tornata; ma, chiuso nel suo covo buio e segreto, Orochimaru sta già cercando di mettere in atto un nuovo, diabolico piano per distruggere il Villaggio della Foglia…
Azione, suspence, colpi di scena, e soprattutto una demenzialità che non risparmierà niente e nessuno! Tremate, ninja della Foglia, perché state per affrontare il più potente e pericoloso nemico che abbia mai minacciato il vostro villaggio…
…la dottoressa ELVIRA GALIMBERTI!
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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6 – Aggiungi un posto a tavola

6 – Aggiungi un posto a tavola

 

-         Ventitrè centimetri.

-         Bravissima, Hinata! Aspetta un momento che me lo segno.

Kiba e Hinata stavano seduti sulla sommità dell’architrave che sovrastava l’ingresso del villaggio, con le gambe a penzoloni. Kiba aveva Akamaru sulla spalla e un grosso block notes in mano, su cui aveva trascritto una lunga lista di numeri. Hinata, invece, guardava di sotto. Le vene dilatate tutto intorno agli occhi erano l’inconfodibile segno del fatto che aveva attivato la sua abilità innata, il Byakugan.

Guardava di sotto, fissando soprattutto la gente che passava.

Soprattutto gli uomini.

Soprattutto quella zona del loro corpo che si trovava un po’ al di sotto della cintola.

-         Ibiki Morino, diciotto centimetri.

-         Molto bene, va’ avanti.

Era una missione della massima importanza, certo, e da brava ninja Hinata non avrebbe dovuto fare alcun genere di domanda, ma i dubbi (e gli strani turbamenti) che l’avevano assalita fin da quando aveva iniziato a svolgere quell’incarico la spinsero a chiedere, ancora una volta:

-         Ki-Kiba, ma se-sei sicuro che la maestra Ku-Ku-Kurenai ci abbia affidato que-questo compito?

-         Naturalmente, Hinata! Vedi? Questi sono gli ordini di missione. – esclamò il suo compagno, sventolando in aria un rotolo chiuso – E’ una cosa fondamentale per il futuro del villaggio. Una ricerca… ehm… scientifica. Cose tecniche, non puoi capire. Avanti, continua a misurare.

La cosa non era molto convincente, e i dubbi (e i turbamenti) di Hinata aumentavano ad ogni misura che faceva. Più andava avanti quella storia e più si rendeva conto che non poteva essere davvero una missione; che probabilmente lei era solo vittima di un crudele e stupido scherzo; che Kiba non aveva davvero l’aria di uno che dice la verità e che, oltretutto, questa teoria era rafforzata dal fatto che i suoi occhi prodigiosi le consentivano di vedere come il rotolo dei cosiddetti “ordini di missione” contenesse in realtà soltanto disegnacci sconci.

Tutto questo la faceva irritare sempre di più. La faceva davvero incavolare. Infuriare. Andare in bestia. E quando infine non ci vide più dalla rabbia, decise che, perdio, doveva dirgliene quattro, a quel deficiente con cane al seguito! Si fece coraggio e sbottò:

-         Ki-Kiba, se-secondo me tu mi stai pre-pre-prendendo in giro!

Poi, temendo di essere stata troppo dura, aggiunse:

-         Ma fo-fo-forse mi sbaglio.

Quando ci vuole, ci vuole.

Kiba la guardò come avrebbe fatto con Akamaru se gli avesse fatto la pipì sul divano:

-         Hinata… - disse in tono di rimprovero.

-         Scusa. – bisbigliò lei. – Asuma Sarutobi, ventidue centimetri.

-         OK. Ah, e guarda là chi c’è! Questa curiosità me la devo proprio levare. Misura, Hinata, misura!

-         E’… è un po’… difficile, Kiba

-         Fiducia in te stessa, Hinata! So che puoi farcela!

Quando qualcuno le infondeva coraggio, la ragazzina Hyuga dava il meglio di sé. Aguzzò la vista, e alla fine emise il suo verdetto:

-         Di-direi… otto centimetri. Forse.

Kiba scoppiò a ridere, mentre prendeva nota.

-         Quel vecchio porco di Jiraya! Tutto fumo e niente arrosto.

In quella, entrarono nel villaggio, quasi contemporaneamente, quattro stranieri che Hinata, però, aveva come l’impressione di aver già visto altrove. Avesse dovuto giudicare solo dal loro aspetto, avrebbe detto che si trattava di una ballerina di lapdance, un bambolotto di porcellana, un curioso maiale bipede nero e un poveraccio vittima di un lifting malriuscito. Ma se la sua memoria non la ingannava, i primi tre erano persone che aveva già incontrato alcuni mesi prima; quanto al quarto, non l’aveva mai visto di persona, ma la sua foto era visibile su innumerevoli manifesti, un po’ dappertutto.

-         Ki-Kiba… - balbettò – …credo che dovremmo riferire a qualcuno che i tre fratelli della Sabbia e Itachi Uchiha sono appena entrati nel villaggio.

Kiba ci pensò un po’ su, poi fece un gesto di noncuranza:

-         Naah. Non è così importante. Proseguiamo la ricerca.

-         Scu-scusa, Kiba, come, non è im-importante? Tre ninja di un paese nemico e un ri-ri-ricercato di livello S al villaggio non so-sono importanti?

-         Ho sentito dire che quelli della Sabbia ora sono nostri alleati. E comunque, piantala di distrarti, e continua il lavoro.

-         Va.. va bene.

Scrutò ancora per qualche secondo la via piena di ninja che andavano avanti e indietro, poi esclamò, sorpresa:

-         Kiba! Tre-tre-trentacinque centimetri!

-         Cosa? Dove? Chi?

Hinata indicò una persona, in basso. Kiba fischiò con ammirazione:

-         Davvero? Wow… incredibile.

Scosse la testa sorridendo, mentre scriveva un nuovo appunto sul suo blocco.

-         A dire il vero, un po’ lo sospettavo, che quella Anko Mitarashi ci nascondesse qualcosa. – disse.

 

Itachi aveva incontrato Gaara, Temari e Kankuro poco fuori dalle porte del villaggio. Essendosi sbarazzato da poco dei suoi precedenti, e molesti, compagni, aveva accettato di buon grado di unirsi al loro gruppo, una volta che avevano chiarito che la loro destinazione era la stessa.

Ora erano appena giunti a Konoha, e, sorpresi dall’insolito viavai di gente che animava le strade del villaggio, si dirigevano verso la piazza centrale. Vi giunsero in pochi minuti, camminando tranquillamente e discutendo di qualunque cosa dei ninja potenti e feroci come loro potessero discutere:

-         e perciò, basta aggiungere un pizzico di cinnamomo perché vengano molto più saporiti.

-         Dici davvero? – chiese stupito Kankuro.

-         Assolutamente. – confermò Itachi.

Al centro della piazza era stata allestita una lunghissima tavola di legno, intorno alla quale si muovevano, indaffarati, quasi metà dei ninja del villaggio. Quella sera si sarebbe tenuta una grande cena per festeggiare la posa della prima pietra nella realizzazione del volto di Tsunade, i cui progetti l’architetto Palaçon aveva appena terminato. L’hokage stava seduta in un angolo, con Shizune al suo fianco a sventagliarla; ogni tanto strepitava qualche ordine, poi si guardava intorno soddisfatta.

Nonostante i loro fossero volti noti e temuti, Itachi e gli altri non vennero notati da nessuno, in tutto quel trambusto; giunsero così, ancora non visti, fino a pochi metri da un gruppetto di ragazzi che confabulavano tra loro.

Era il momento di fare a tutti una bella sorpresa.

-         Naruto! Mi mancavi tantissimissimo!

-         Gaara! E chi se l’aspettava!

Naruto corse ad abbracciare il suo amico, che lo strinse a sé tanto forte da sollevarlo da terra, ridente e gioioso come era molto spesso, negli ultimi tempi.

-         Shikamaru! Sei contento di rivedermi?

-         Hm.

Shikamaru si limitò ad agitare una mano in direzione di Temari, che comunque non si scoraggiò e andò a salutarlo con più calore.

-         Sasuke! Fratellino, come te la passi?

-         IO TI AMMAZZOOOOO!!!! TAGLIO DEL FULMINE!

Sasuke si lanciò contro Itachi agitando una mano luminosa di chakra. Itachi lo scansò scartando leggermente di lato, e il ragazzo finì conficcato in un muro, con le gambe che sventolavano a mezz’aria.

Risate generali.

-         Bastardo… - sibilò Sasuke, uscendo a fatica dal muro.

-         Ehi, gente, che succede?

Il maestro Kakashi si avvicinò, attirato dal trambusto. Si ritrovò di fronte Itachi ma, impassibile come un vero ninja, non perdette minimamente la calma:

-         Ciao, Itachi. Tutto a posto?

-         Sicuro! – rispose cordiale l’altro – E tu, invece? Tutto bene? Mi dispiace per quella brutta batosta che ti ho dato l’altra volta: credimi, niente di personale. Ma sembra che tu ti sia ripreso ottimamente!

-         Altrochè! Sto meglio di prima!

-         Bene, bene. E tu, Naruto? Niente rancore per quella storia del tentato rapimento?

-         Figurati! – fece Naruto, ridendo – Se non ci fosse gente come voi, la mia vita sarebbe molto più noiosa.

Sasuke si riunì al gruppo, zoppicando un po’. Non riusciva a capire come mai, ma sembrava che tutti trattassero il suo caro fratellone (colpevole dei reati di strage, alto tradimento e terrorismo) come un vecchio amico che rivedevano dopo tanto tempo.

-         Maestro, che fa? – domandò a Kakashi – Lui è un ricercato. Dobbiamo combatterlo e ucciderlo, ora che ne abbiamo l’occasione.

-         Sasuke, Sasuke… - fece il maestro scuotendo la testa – Quante volte devo dirti che non devi cedere al rancore e alla sete di vendetta.

Il ragazzo era un po’ disorientato.

-         Va bene… ma lui ha sterminato tutto il mio clan! Mica possiamo fargliela passare liscia, no?

-         Uffa, Sasuke! – sbottò Naruto – Quante storie per quella vecchia faccenda! Io ero tanto piccolo che nemmeno me la ricordo più.

-         PORCA PUTTANA, NARUTO, NON SONO STATI I TUOI GENITORI AD ESSERE UCCISI!

-         Non va bene. Alla mamma non sarebbe piaciuto affatto sentire che usi certe parole. – commentò Itachi.

Gli altri annuirono in segno di approvazione.

Sasuke si prese la testa tra le mani. Matti, matti, matti. Erano diventati tutti matti. Non c’era altra spiegazione.

-         A ‘bbelli, che è tutto ‘sto casino?

Anche lei attirata dal trambusto, Tsunade, affiancata sempre dalla fedele Shizune, aveva ritenuto opportuno manifestare la sua presenza. I suoi modi si erano però dimostrati meno raffinati di quelli di Kakashi.

Itachi fece un largo inchino in direzione delle nuove arrivate.

-         Se per colpa mia avete avuto disagio o fastidio, vi prego di scusarmi, signora…

-         Shizune. – rispose la donna, intimidita.

Il fatto che Itachi avesse rivolto la parola alla sua assistente prima che a lei stava già mandando in bestia Tsunade. Avrebbe potuto esplodere da un momento all’altro.

-         Piacere, Itachi Uchiha. E, signora, mi concederebbe la gioia di presentarmi la sua bellissima e giovane figlia?

La rabbia svanì. Sdilinquita, Tsunade si schermì:

-         Oh, la prego, non sono la figlia. Piacere: Tsunade, ninja leggendaria e Quinto Hokage di Konoha.

-         Il piacere è tutto mio.

E con gesto incredibilmente squisito, le posò le labbra sulla mano, leggermente. Tsunade arrossì. Come si poteva resistere al fascino di quegli occhi dolci, misteriosi, rossi e con tre virgolette intorno alla pupilla?

-         Spero che lei e i suoi compagni vorrete restare nostri ospiti alla grande cena di stasera.

-         Non vorrei disturbare.

-         Oh, nessun disturbo! Pensa a tutto Ichiraku. Ha allargato gli affari, e oltre al chiosco di ramen ora gestisce una ditta di catering. E’ lui che organizza la festa. Gli dico di aggiungere quattro posti, va bene?

Tsunade raggiunse Ichiraku, che stava a poca distanza, assieme ad un suo collega, discutendo di qualunque cosa dei cuochi esperti e raffinati come loro potessero discutere:

-         In questi casi, la carne va tagliata a fettine sottili sottili

-         ICHIRAKU!

Il cuoco sospirò:

-         E’ arrivata la schiavista.

-         Ichiraku! Stasera, quattro coperti in più. Va bene?

-         Sarà fatto, signora Tsunade.

L’hokage andò via soddisfatta, e Ichiraku tornò al discorso di prima.

-         …come, ti dicevo, va tagliata molto sottile, in questo punto. E’ importante il coltello: deve essere particolarmente affilato. Puoi anche metterci sopra sale o pepe, per migliorare l’effetto.

L’altro cuoco annuì soddisfatto. Poi, colto da un dubbio, domandò:

-         Però, scusa, e se anche dopo che gli ho fatto tutto questo uno non parla?

-         Allora significa che è un vero duro, e non canterà mai. – concluse Ichiraku, prima di tornare alle sue pentole – In questo caso, uccidilo pure.

 

La cena andò meravigliosamente. All’inizio ci fu un po’ di confusione durante l’assegnazione dei posti, perché era difficile conciliare le richieste di tutti. Gaara voleva stare accanto a Naruto, Naruto voleva stare accanto a Sakura, Sakura voleva stare accanto a Sasuke, Sasuke NON voleva stare accanto ad Itachi, Shizune invece voleva che Sasuke stesse accanto ad Itachi (“Sono così carini, insieme!”), Tsunade voleva stare accanto a Shizune, Temari voleva stare accanto a Shikamaru, a Shikamaru non gliene fregava niente di chi stava accanto a lui, nessuno voleva stare accanto a Choji, metà dei ragazzi maschi del villaggio volevano stare accanto a Ino e Akamaru aveva fatto la pipì su una decina di sedie. A capotavola sedeva, come ospite d’onore, l’architetto René Palaçon, la cui opera quella sera si festeggiava. Quando la cena poté finalmente essere servita, tutti i malumori si acquietarono e ognuno si godé la deliziosa cucina di Ichiraku. Particolarmente apprezzati furono il filetto flambè à la Uchiha e le zampe di rana, fornite da Jiraya e che in realtà mangiò solo Palaçon: lui però assicurò a tutti che erano buonissime. Finché le portate furono in tavola, non ci furono avvenimenti degni di nota, a parte qualche trascurabile disordine (“Sasuke, stai per caso cercando di mettere del veleno nel piatto di tuo fratello?” “Io? Nooooo…”). Infine, dopo il dolce, ormai a notte fonda, si giunse a quella parte della festa in cui si instaura un’atmosfera serena e rilassata, favorita anche dalla leggera euforia istillata dal vino, e tutti i commensali si prodigano in brindisi, lazzi e motti di spirito per rallegrarsi l’un l’altro.

-         Guardatemi! Sono un vecchio ninja incapace!

In piedi sul tavolo, gli occhi strabuzzati, simulando una postura rattrappita dall’età e un’andatura incerta, Itachi stava avendo un clamoroso successo con la sua imitazione del Terzo Hokage.

-         Darò la mia vita per sconfiggere Orochimaru, ma prima… oddio, dov’è il mio pannolone?

Le risate erano fragorose. L’unico a non ridere…

-         Orochimaru, presto morirò. Ma non per colpa del Sigillo del Diavolo. E’ che ho l’Alzheimer!

…era Sasuke.

-         Ma insomma! – sbottò – Come potete tollerarlo? Sta offendendo la memoria del Terzo Hokage!

-         Lui avrebbe voluto essere ricordato così. – tagliò corto Tsunade.

Poi scoppiò in una nuova risata alla vista di Itachi che, accucciato in una buffa posizione, fingeva le sofferenze di un vecchio con le emorroidi.

-         Non ha senso! – gridò il ragazzino. Era al limite dell’esasperazione – Non ha senso non ha senso non ha senso! Itachi è un ricercato di livello S! E’ un traditore! E’ un assassino! E’ membro di un’organizzazione criminale che costituisce un pericolo mondiale! Spunta qui a Konoha da un momento all’altro senza alcun motivo, e tutti gli date il benvenuto, e tutti lo abbracciate, e lo trattate meglio di come non abbiate mai fatto con me, ridete alle sue battute, e per di più gli consentite di oltraggiare il ricordo di…

-         Invidia. – disse a mezza voce Naruto, e tutti risero.

-         CHE COS’HAI DETTO? – urlò Sasuke, girandosi verso di lui inferocito.

Naruto si strinse nelle spalle:

-         Insomma, è vero. Sei invidioso di lui perché è più forte e più popolare di te. Perché piace di più alle ragazze.

-         LE RAGAZZE?!?

Sasuke sentì che il cervello gli sarebbe schizzato fuori dalle orecchie, o qualcosa di simile.

-         Massì, anche per quello. Non ti capisco, sai? Non dovresti essere così permaloso. Dovresti essere contento per lui, invece; e dovresti tenere di più alla tua famiglia. E’ il tuo unico fratello, in fondo.

-         BRUTTO MICROBO DECEREBRATO, IO CI TENEVO ALLA MIA FAMIGLIA PRIMA CHE LUI LA STERMINASSE COMPLETAMENTE!

E da qualche parte, qualcuno disse:

-         Beh, se erano tutti noiosi come te, direi che ha anche fatto bene.

Di nuovo, scoppiarono risate allegre e spensierate. Sasuke cambiò colore, stava per ribattere, poi non ci riuscì. Sentì le lacrime che gli salivano agli occhi. Saltò giù dalla sedia e corse via, piangendo.

-         Vi odio tutti! – gridò – VI ODIO TUTTI!

Per un momento, scese il silenzio.

Poi le risate tornarono, più forti di prima. Risero tutti fino alle lacrime, a conclusione degna di un’ottima cena e di una splendida festa. Itachi scese dal tavolo e tornò a sedersi, anche lui ridendo come un pazzo. Poi si ricordò di qualcosa:

-         Giusto… mi sono divertito così tanto, oggi, che ancora non vi ho riferito il messaggio che sono venuto a portare! – esclamò tra una risata e l’altra.

-         Ah! – disse il maestro Kakashi – E di che si tratta?

-         Oh, è solo che tra pochi giorni…

Kakashi dovette avvicinarsi per sentire meglio, nel fragoroso divertimento generale.

-         …Konoha rischia di scomparire per sempre.

E le risate cessarono di colpo.

 

 

 

 

Sesto capitolo! E con questo sono ufficialmente entrato a far parte della lista nera del Sasuke Fan Club… ma d’altro canto riceverò l’ammirazione incondizionata di tutti coloro che Sasuke lo detestano, quindi l’equilibrio è mantenuto XD. Spero anche di non aver traumatizzato nessuno con le scioccanti rivelazioni su Jiraya e Anko Mitarashi XD. Una notizia importante è che stamattina ho finito di scrivere l’ultimo capitolo, per cui la fanfiction è definitivamente conclusa. Grazie a chi ha letto lo scorso capitolo, ora le risposte!

 

X Stella Matta: ma dici davvero per Darth Vader? O_o Io ci avevo pure pensato, ma poi mi son detto che era una spiegazione troppo assurda… certe volte la realtà è più demenziale delle mie fanfic… XD

 

X GaaChan: accannato? Ebbene sì, mi hai scoperto. Adesso, oltre alla B.I.G.O.T.T.A.,  avrò alle calcagna pure quelli della Narcotici… XD

 

X riza hawkeye93: ti ringrazio per avermi detto che sono “bravissima”. Però, non sentirti in imbarazzo, ma io sono un ragazzo. Non ti preoccupare, mi è successo spesso su EFP, non mi offendo mica XD. Ho solo approfittato del tuo “errore” per farlo notare.

 

X Ulixes: e ci pensi al coprifronte di questi ninja? Che stemma avrà il loro villaggio? Foglia a cinque punte, immagino… XD

 

X ayachan: esami, eh? Immaginavo una cosa del genere… mi fa piacere che tu dell’ultimo capitolo abbia apprezzato, oltre alle battute, anche il modo di gestire l’intreccio. In effetti, come ho detto anche all’inizio, scrivendo questa fic ci tenevo a non mettere da parte la trama o quel pizzico di suspence… ma mi rendo conto che è una cosa molto difficile. Cambiando argomento, Heidi ha fatto molte vittime, a quel che vedo… e ti è piaciuta anche la segretaria inutile! Non ero sicuro di quella battuta, perché a me piaceva, ma mi sembrava anche un po’ troppo surreale, una di quelle cose che magari fanno sorridere ma non proprio ridere. Grazie ancora per i complimenti!

 

Grazie anche lale16 e sophie_95, e a tutti quelli che hanno letto ma non commentato! Al prossimo capitolo!

 

 

  
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