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Autore: Yssel    26/08/2013    3 recensioni
[A Day To Remember][A Day To Remember ]
1; Userai il cappuccio per nascondere il viso, ma non basterà a nasconderti tutto.
“Tu… a te non piaccio proprio, vero?” Sapeva già la risposta, la sapeva.
Era Alex a non saperla.
2; Non solo i muscoli compiono reazioni involontarie.
“Non volevo svegliarti,” riprese allora il chitarrista. “ma se ti addormenti ora non posso darti il mio regalo di Natale.”
“Quale regalo di Natale?”
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non solo i muscoli compiono reazioni involontarie.


 

 
 
 
track list – Muse, Unintended

 
Alex non avrebbe mai pensato che si sarebbe ritrovato, la sera di Natale, ad ascoltare musica da solo, nella sua cuccetta. Si sarebbe aspettato di andare con gli altri a fare baldoria, si sarebbe aspettato di far scintillare i fumogeni ed i razzi nel cielo, si sarebbe aspettato di chiamare sua madre e di ricevere messaggi da tutte le persone che conosceva. Non si sarebbe aspettato di spegnere il cellulare, di prendere il suo iPod e di rimanere chiuso nel bus, al buio, con le cuffie alle orecchie. Non sapeva perché si stesse comportando in quel modo, fino a poche ore prima avrebbe creduto di voler uscire con tutti gli altri, di ubriacarsi, di darsi alla pazza gioia, di unirsi alle battute squallide di Joshua, ma non fece niente di niente.
Neil aveva provato a convincerlo a venire con lui e i ragazzi, ma non aveva potuto fare più di tanto perché conosceva Alex, sapeva che era testardo e che, se si metteva qualcosa in testa, difficilmente accettava di intraprendere altre strade o solamente di tenere di conto altre cose. Perciò, il castano aveva lasciato il batterista a fissare il televisore con un bacio sulla fronte ed era uscito.
Alex, dal canto suo, non sapeva quanto tempo fosse passato. Poteva essere rimasto immobile per ore come per pochi minuti. L’ unica certezza che aveva era che, lentamente, stava prendendo sonno. Sonno che svanì quando un rumore brusco proruppe nel bus e le luci si accesero.
Gli occhi azzurri del ragazzo si aprirono all’ istante, presi alla sprovvista, e sussultò quando una mano gli sfiorò la schiena. Si voltò all’ improvviso, trovandosi davanti Neil. Intontito, lo guardò muovere la bocca, ma non sentì le sue parole.
Ah, che stupido, la musica.
Scosse la testa e si strappò da un orecchio una cuffia, provando a rendere lucide le immagini che vedeva. Neil era in ginocchio di fronte a lui e gli sorrideva, dolcemente, in quel modo che solo da poco aveva ricominciato a fare. Un ciuffetto di capelli gli cadeva sulla fronte rilassata, una mano era nascosta dietro la schiena mentre l’ altra si era spostata su un fianco del batterista, i pantaloni strappati lasciavano intravedere le ginocchia bianche e dal collo della maglia di vedevano le clavicole sporgenti che si ricongiungevano all’ attaccatura del collo.
Ancora stordito, Alex biascicò qualcosa: “Come?”
“Non volevo svegliarti,” riprese allora il chitarrista. “ma se ti addormenti ora non posso darti il mio regalo di Natale.”
“Quale regalo di Natale?”
Neil doveva capirlo, Alex si era appena ripreso dalla totale solitudine, dal dormiveglia in cui era riuscito ad entrare dopo vari tentativi.
Era appena scoccata la mezzanotte, era ufficialmente il 25 Dicembre.

 
You could be my unintended
Choice to live my live extended
You could be the one I’ ll always love

 
Il castano sorrise ancora, scompigliando i capelli già disordinati del batterista. Alex aveva la mente confusa per metà dalla canzone che aveva iniziato ad irradiargli le zone del cervello momentaneamente assopite, per metà dalla bocca di Neil.
Andava meglio, decisamente meglio, rispetto a tutta la merda che i due si erano guardati scivolare addosso. Andava meglio e, finalmente, Neil aveva il suo piccolo pezzo di Paradiso all’ ombra del mondo e custodito nel silenzio di pochi.

 
You could be the one who listens to my deepest inquisitions
You could be the one I’ ll always love

 
“Questo.”, sospirò il chitarrista, spostando il peso del corpo sulle ginocchia e mettendosi in ginocchio davanti alla cuccetta di Alex. Gli tese il piccolo pacchetto rosso che teneva nascosto dietro di sé ed osservò le dita ossute del moro prenderlo con cautela, paurose di farlo cadere.

 
I’ ll be there as soon as I can
But I’m busy mending broken pieces of the life I had before

 
Il batterista incrociò le gambe sulle coperte e si schiarì la voce, ma poi spalancò gli occhi e li puntò su Neil.
“Non mi hai detto nulla, io non ti ho preso nient-”
“Non importa. Era una cosa che volevo fare io.”, lo precedette quello, facendo però sentire Alex in colpa. Neil faceva una cosa carina e a lui, di regalargli qualcosa, non era neanche passato per l’ anticamera del cervello. Si sentiva un inetto, un idiota per non averci pensato prima.
“Aprilo.”, lo esortò il chitarrista, distogliendolo dal groviglio di pensieri in cui Alex si era incastrato.

 
First there was the one who challenged
All my dreams and all my balance
She could never be as good as you

 
Il moro cominciò a scartare il suo regalo, vagando tra esso e gli occhi verdi del suo Neil, respirò un paio di volte in modo calmo, tentando di far evaporare dal suo cuore quel peso colpevole e vergognoso che non ne voleva sapere di sparire.
Neil era sempre dolce con lui, quando lui non pensava mai a niente. Neil faceva sempre felice Alex, lui, invece, poche volte riusciva a far sorridere di cuore il chitarrista. Ma d’ altronde, c’ era sempre quell’ equilibrio che riusciva a farli star bene entrambi, perciò era impossibile lamentarsi. E a Neil andava bene così.
Libera dalla carta, fra le mani di Alex rimaneva una scatola nuda, nera, rettangolare.

 

You could be my unintended
Choice to live my life extended
You should be the one I’ ll always love

 
Neil rimase a sperimentare l’ ansia della suspence mentre il batterista sollevava il coperchio della scatola, ma i suoi muscoli si distesero al vedere il viso di Alex piegarsi in una delle sue smorfie tipiche da reazione positiva. Gli occhi lucidi e ancora non del tutto riabituati alla luce del batterista saettarono per l’ ennesima volta dalla scatola al castano, il cervello in pappa e il suo boccheggiare muto in cerca di parole che non c’ erano. No, non c’ erano parole, perché un grazie sarebbe stato riduttivo.
“Se non ti piace posso sempre-”
“Stai scherzando, spero.”
Il tono allarmato di Alex fu quasi incontrollato, più alto e sveglio del timbro che aveva a causa del sonno fino a pochi secondi prima.

 

I’ ll be there as soon as I can
But I’ m busy mending broken pieces of the life I had before
 

Alex provò ad infilarsi da solo la treccia di cuoio al polso, ma non ci riuscì. Neil, gentile, lo aiutò a metterla attorno al polso ed entrambi rimasero a guardare quella carne pallida macchiata dal marrone del braccialetto.
Alex lo adorava. Era bellissimo. Era una parte di Neil, una parte che Neil aveva creduto potesse stargli bene addosso. E gli stava bene, gli stava d’ incanto. Il chitarrista carezzò piano la pelle di Alex, ricevendo un fruscio di coperte in cambio e una mano del moro su una guancia. Si piegò contro di essa, facendosi accogliere dal palmo caldo in silenzio, socchiudendo gli occhi e lasciando che i polpastrelli si avventurassero lungo la barba accennata che tanto piaceva ad Alex.

  
I’ ll be there as soon as I can
But I’ m busy mending broken pieces of the life I had before
 

 
Il batterista non si accontentò del bacio che le labbra di Neil riservarono alla sua mano, si decise a tirare leggermente il più alto verso di sé affinché nessuno li vedesse, se mai qualcuno avesse fatto irruzione nel bus da un momento all’ altro, ed affondò la bocca sulla sua, rintanandosi nelle spalle ed agganciando il bacino del castano con le gambe. Si specchiò nelle sue iridi prima di chiuderle e, con delicatezza, portò entrambe le mani alle guance di Neil, per carezzarlo ancora mentre la consistenza delle sue labbra insisteva sulle proprie in quello che era stato forse il più bell’ augurio di Natale mai ricevuto da qualcuno.
 

Before you.

 
 
 
  
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