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Autore: Suzume Yuzuka    26/08/2013    1 recensioni
Questa storia illustra la vita scolastica di Aki Karino da quando entrerà a far parte della Special A.
Incontrerà nuovi amici ma anche nuovi nemici e affronterà tantissime avventure!
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“Aki, sai che il tuo nome significa Autunno?
È una stagione che certe volte è fredda, ma in realtà è sempre calda e dolce. È la stagione dove le foglie cadono dagli alberi, come i dubbi crollano dalla mia mente. È la stagione in cui ho conosciuto te.
L’Autunno sei tu, Aki.” Disse Yahiro Dominic, con la sua voce calda e soave.
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Se ne restava lì, a frignare, mentre nessuno la sentiva. E così nascondeva il suo lato fragile. Credeva di vincere. Quella canzone l’aveva convinta. Credeva di vincere, ci credeva con tutto il cuore. Ma non c’era riuscita. Aveva perso.
[....]
In questi momenti, anche se non voleva ammetterlo, aveva bisogno di qualcuno come Ren.
Aveva bisogno di Ren.
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Ringrazio tutti coloro che decideranno di seguire la storia e di recensirla.
La vostra cara Suzume Yuzuka ♥
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Todo, Nuovo personaggio, Tadashi Karino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '~Anni dopo il diploma al liceo Hakusen ★'
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Di generazione in generazione: alla S-A ci passano tutti.

 Dedico la storia a Lucrezia_2,
che mi segue sempre.
Grazie di cuore.

La luna è il miglior riflettore.

 
Layla era dietro le quinte, prossima all’entrata sul palco, dove i giudici e il pubblico erano pronti ad ascoltarla. Aveva già passato le prime selezioni, adesso concorreva  contro altri centoquarantanove partecipanti. Anche se considerava la canzone perfetta, era un po’ insicura. Era la prima volta che cantava davanti ad un pubblico, solitamente si limitava a cantare in camera sua, dove aveva altoparlanti e microfoni, ma soprattutto era sola. Era cresciuta così, con passo solitario, senza osservare la gente che la circondava, che avesse abiti firmati Vivienne Westwood oppure anonimi. Era cresciuta così, da sola, in delle mura che l’avevano fatta innamorare della musica, della sua voce. Ma il suo amore l’avrebbe portata alla vittoria? Lei lo desiderava tanto, come un assetato che desidera una bottiglia d’acqua.
 
Mika e Aki non erano nella pelle. Kaori, Len e Yahiro Dominic erano lì, tra gli spalti, e, soprattutto, i giudici erano pronti a osservarle. Sprizzavano energia  da tutti i pori, erano pronte, felici, erano così pronte che sarebbero volute approdare sul palco in quel momento. E infatti, il loro desiderio fu esaudito subito: il presentatore, chiamò: Concorrenti numero 129, signori e signore, Mika Ritsuni e Aki Karino!
Le due ragazze si fecero largo fra le tende e approdarono sul palco. Il pubblico, i fotografi, i microfoni, era tutto così… stupendo!
“Signore e signori, vi presenteremo una canzone che avete ascoltato e canticchiato chissà quante volte!” Esordì Mika, e Aki proseguì:
“Pubblico, The Final Countdown!” E furono seguite da un applauso.
La musica iniziò. Una canzone che sembrava aggressiva, ma in realtà era piena di energie, approdò sul palco, invase l’aria, l’avvolse, come nebbia.
Una canzone con una vita a sé.
Addirittura Layla, dalle quinte, la canticchiava.
Il conto alla rovescia finale. Stiamo sollevandoci da terra.
Le cose potranno mai essere di nuovo le stesse?
 
L’esibizione terminò, racchiusa da applausi e da gridi generali.
I giudici, guardando le ragazze ringraziare e sfilare per tornare dietro le quinte, furono soddisfatti. Molto soddisfatti.
 
Le due ragazze erano al settimo cielo: l’esibizione era stata eccezionale, più di quanto si aspettavano. Chiacchieravano fra di loro, senza tener conto degli altri che si esibivano.
 
Era il suo turno, e Layla era pronta: quando il presentatore la chiamò, numero 137, fece un respiro profondo e si avviò verso il palco. Sfilava quasi sicura con la sciarpa che le avvolgeva il collo e gli occhiali da sole a coprirle i bellissimi occhi color mare. Chissà, guardare il pubblico e le luci senza occhiali da sole l’avrebbe fatta scoraggiare.
“Buonasera.. Io sono Layla. Vi canterò una canzone che mi ha consigliato un amico ed è.. una canzone fantastica. Spero che piacerà anche a voi.” Parlava al microfono, emozionata.
Una canzone molto dolce, echeggiava fra la stanza. Dopo qualche secondo, Layla si fece trasportare dalla musica: Non sentiva più nulla, non vedeva più niente, c’erano solo lei e la sua canzone. Lo stava proprio dicendo: “Che sensazione!”.
Aki, dalle quinte, sbirciava.
“Lei è la nuova musica, lei è il nuovo ritmo.” Diceva.
“È proprio brava la nostra Layla.” Affermo Mika, sorridente. Era quasi fiera.
“Sembra una dea.” Pensò Kaori, mentre Len e Yahiro si limitavano ad ascoltare Layla con stupore.
 
L’esibizione finì e Layla, felice, si ritirò fra le quinte, dove l’accolsero i complimenti delle altre partecipanti. Non c’era da ribattere: aveva scelto una canzone poco famosa ma stupenda.
 
Dopo un po’, anche il partecipante centocinquanta tornò fra le quinte. I giudici stavano per promulgare il verdetto, e c’era una certa ansia fra i partecipanti. A Layla batteva forte il cuore, sembrava che stesse per esplodere. Mika e Aki si abbracciavano, ripetendosi che l’importante non è vincere, ma partecipare.
Il presentatore prese la busta dalle mani di uno dei giudici, si avvicinò al microfono e ne lesse il contenuto. La tensione regnava, nessuno osava dire una parola. Quel minuto avrebbe potuto cambiare la vita ad uno dei partecipanti.
“Il vincitore è… il numero ottantatre, il duo Kinomoto, con Love Story!” annunciò l’uomo vestito in smoking, sulla quarantina e i baffi.
Il duo Kinomoto si fece largo fra gli altri partecipanti. Era un duo composto da un ragazzo e una ragazza, che potevano avere forse qualche anno in più dei ragazzi della Special A. La ragazza, capelli color oro, occhi verdi, abiti da lolita, sfilava verso il microfono, seguita dal compagno, che sembrava il fratello, che conquistava tutto il pubblico femminile con i suoi occhi da gatto e i capelli biondi.
Pronunciarono qualcosa al microfono e ritirarono il premio.
Layla, intanto, era già scappata piangendo, come una bambina quando le si nega una caramella. Stava correndo, non sapeva nemmeno lei verso dove, per poi fermarsi vicino ad un muretto, in prossimità di un parco giochi. Se ne restava lì, a frignare, mentre nessuno la sentiva. E così nascondeva il suo lato fragile. Credeva di vincere. Quella canzone l’aveva convinta. Credeva di vincere, lo credeva con tutto il cuore. Ma non c’era riuscita. Aveva perso. Ciò le rimbombava nella mente e la faceva sentire ancor più triste.
 
Mika e Aki erano contente lo stesso, certo, non potevano piangere dalla gioia, ma nemmeno dalla tristezza. Era un gioco. Pazienza, sarebbero tornate con la testa sui libri, a studiare per i loro obiettivi. Andarono a congratularsi con i vincitori: erano stati davvero bravi.
“Complimenti! Io sono Mika e lei è Aki!” esclamò Mika appena si trovò davanti il duo Kinomoto.
“Piacere, io sono Shiro Kinomoto, e lei è mia sorella Akemi.” Disse cortese con la sua bellissima voce, che fece arrossire Mika.
“Ragazzi! Che ne dite di prendere una pizza tutti e quattro per festeggiare l’evento?” Propose Akemi, piena di energie.
“Certo!” annuirono Aki e Mika, felicissime.
 
Il vento dondolava i capelli di Mika, che osservava Tokyo dall’alto. Era una città bellissima, piena di colori. La luna illuminava il suo viso e i suoi pensieri.
“Cosa fai?” chiese Shiro, avvicinandosi a lei portandole una bevanda.
“Guardo la luna. La città di Tokyo dall’alto. Piena.. di colori.” Rispose, dolcemente.
Shiro si sedette accanto a lei, sul prato, osservando i capelli di lei. Erano oro, oro puro.
Si poteva sentire la canzone della finale, come una colonna sonora di un film.
 

…You'll be the prince and I'll be the princess…

 
“La luna è come te. È luminosa e bella.” Disse a bassa voce Mika, arrossendo.
“Hai detto qualcosa?” domandò Shiro, come risvegliato da dei pensieri.
“No, no! Dico solo cose stupide!” arrossì ancora di più, mentre tentava di smentire.
Era carina, quando arrossiva.
 
 
Layla non aveva ancora smesso di piangere. Era ancora lì, infelice per aver perso. Il freddo la divorava, ma non voleva muoversi da lì,voleva solo piangere.
Ren, dall’altra parte del muretto, le lanciò il suo giubbotto di pelle nera. Era caldo.
“Smettila di piangere come una bambina.” Layla riconobbe chiaramente la voce del primo in classifica.
“Vattene! Voglio piangere!” gridò, lagnante.
“Io non me ne vado.” Affermò, e si sedette di fronte a Layla.
“Perché non te ne vai?” Chiese.
“Perché se poi muori congelata, io sarò l’ultima persona ad averti vista. E non voglio avere un mare di guai, Number Seven.”
Layla non ebbe più il coraggio di piangere. Non voleva apparire ancora più debole di quanto era apparsa. Iniziò a cantare, cantò la sua canzone.
 

What a feeling…

 

Quella canzone, cantata in quel momento da Layla, è la testimonianza che si può cantare anche senza musica, se la voce è melodiosa come la sua. Ren guardava i suoi occhi blu, ancora bagnati dalle lacrime. Era una bambina viziata. Però, se ne era perdutamente innamorato.

 
…Bein's believin'…
 

Quel giubbotto di pelle era adagiato sulle sue spalle, la faceva sentire sicura, protetta.
Era come uno scudo di petali, che esisteva per proteggerla. Esisteva per lei.
Si era sentita morire quando aveva capito di aver perso. Aveva perso il concorso, aveva perduto la sua occasione di diventare una cantante famosa, di salire di un altro gradino. In questi momenti, anche se non voleva ammetterlo, aveva bisogno di qualcuno come Ren. Aveva bisogno di Ren.


Angolo autrice: 
Salve, sono tornata! 
Vi avviso che voglio inserire un altro personaggio
nella SA. Però, questa volta, voglio che lo creiate voi. 
Ho bisogno di una presentazione, che descriva in tutto 
e per tutto un personaggio da voi inventato. 
Sceglierò e inserirò il personaggio più intrigante/simpatico. 
Potete inserire parentele, simpatie, quello che volete. 
Mi sono impegnata molto per scrivere questo capitolo, 
quindi ci terrei molto a sapere ciò che ne pensate. 
Grazie mille. Suzume Yuzuka.

  
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