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Autore: Malikstyleslove    26/08/2013    1 recensioni
Vide il padre uscire dalla cucina mentre le lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso arrossito. Aveva bisogno di sfogarsi.
Non avrebbe più retto.
Era una semplice ragazza, perché proprio a lei?
**
-Chi è stato a farti questo?-mosse le labbra lentamente cercando di non risultare arrabbiato.
Aggrottò la fronte serrando la mascella non ottenendo una risposta.
Chi l'aveva toccata?
È una storia che parla di Justin e Selena:).
Amo i Jelena, quindi spero vi piaccia, ho cercato di essere più originale possibile.
E soprattutto non credo che sia una storia come tante in cui si innamorano subito, quindi buona lettura:).
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chaz , Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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SELENA'S POV.

Scossi la testa. Avevo finito ancora una canzone.
Avrei potuto incidere decine di album con tutte quelle canzoni, però dipendeva sempre dai giorni che trascorrevo e il tempo che passavo con la chitarra. Sobbalzai al suono della campana alla porta.
Sentii il cuore perdere un battito non appena mi accorsi chi poteva essere: Justin.
Ci eravamo messi d'accordo per le quattro, ed erano già le cinque passate ma il suo eventuale ritardo non lo aveva fermato a venire.
Sbuffai posando il quaderno e la chitarra sul divano e alzandomi per andare all'entrata, mi ci vollero pochi minuti per sembrare presentabile pure con la tuta e la felpa.
Aprii la porta prendendo un bel respiro.
-Ciao.- freddo, distaccato, privo di divertimento. Che maleducato.
-Hey ciao.- nessun sorriso, solo un accenno. Certo che eravamo ad un buon punto.
Lo lasciai passare per guardarsi un po' intorno.
-Hai mai fatto feste qui? È enorme.- mormorò quasi, guardandosi da tutte le parti.
-No.- scossi la testa sorpassandolo -non mi piacciono le feste.- mi voltai sorridendo appena per dirigermi verso la cucina mentre lui mi seguiva. Lui mi aveva solo guardato, senza accennare niente. E io odiavo sostenere gli sguardi delle persone, mi mettevano in soggezione e in imbarazzo.
Presi due bicchieri e del succo.
-Che tipo di succo vuoi?- chiesi con un fil di voce guardandolo a sottecchi un po' imbarazzata.
-Quanti tipi di succhi hai nel frigo?- rispose con una domanda lui, con un po' di sarcasmo. Io gli avevo fatto una domanda... che maniere.
-Pera, mela, pesca, albicocca, frutti di bosco, fragola, lamponi, arancia... - cercai di elencarle tutte ma erano troppi per essere ricordati.
Avevo amato i succhi, da sempre.
-Pesca.- si sedette sullo sgabello dell'isolotto aspettando che gli passassi il bicchiere, poi iniziò a bere in silenzio.
Lo guardai mentre aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Non era brutto, anzi. Però era la sua antipatia che rovinava tutto.
Avevo sempre odiato le persone antipatiche, perché non riuscivo mai a farci amicizia. Non che io avessi tanti amici, tutti quelli che ritenevo tale erano lontani dall'altra parte dell'oceano.
Scossi la testa bevendo un po' del mio succo.
-I tuoi genitori?- chiese spezzando quel silenzio straziante con una domanda a cui odiavo rispondere.
-A lavoro in Europa.- vagai sul fatto. Non lo conoscevo nemmeno e dirgli l'accaduto non mi sembrava opportuno. In parte era vero: papà era in Europa. Solo lui, senza la mamma.
-Oh e che lavoro fanno?-
-Architettura. È di loro proprietà la Gomez&Co.- affermai cercando di essere calma.
-Oh..capito.-annuì col capo finendo il suo succo, che velocità..
-E i tuoi?- essere maleducati non era da parte mia, quindi cercai di essere gentile.
Il nostro progetto si trattava solo di quello.
-Mia madre lavora come hostess, mio padre invece come volontario.-
-Quindi sei quasi sempre solo in casa?-
-Si, loro tornano ogni due mesi, circa. I tuoi?-
Quella conversazione stava prendendo una piega strana. Dovevamo parlare di noi, non dei nostri genitori, che per giunta io avevo solo un padre e non una madre.
Sospirai piano facendogli un piccolo cenno per seguirmi nel salotto.
-Tornano solo nelle vacanze natalizie, pasquali e a volte estive.- mi misi a gambe incrociate davanti al camino acceso cercando di scaldarmi un po'. Stava diventando davvero epico quel momento. Stavamo avendo davvero una conversazione normale? C'era da meravigliarsi, direi.
Mi alzai prendendo il quaderno poggiato sulla poltrona e mi ci sedetti prendendo la matita.
-Che fai?- chiese facendomi sobbalzare. Era arrivato davanti a me senza che me ne accorgessi.
Sentii il cuore perdere qualche battito, ero nervosa.
-V-volevo prendere appunti.- mormorai abbassando lo sguardo sulle sue scarpe bianche.
Erano anche nuove.
Gli vibrò il cellulare così, dopo un gentile 'rispondo' bofonchiato alla minchia si allontanò di poco lasciandomi respirare profondamente. Avevo trattenuto il respiro per qualche secondo.
-Io devo andare, ciao.- disse arrivando al salone per poi tornare all'entrata per uscire di casa.
Sospirai.
Si sentiva ancora il suo profumo di zucchero filato.

**

JUSTIN'S POV.

 

-Allora sicuramente è una di alta società!-
Chaz e la sua idiozia.
-Casa sua sembra un castello.- dissi addentando la tortina al cioccolato appena sfornata da mia sorella.
-Te la sei già scopata?- chiese mia sorella aprendo il forno per controllare se le altre tortine  erano già pronte.
Quasi soffocai con il boccone che avevo in bocca a quelle parole.
Io che mi porto a letto Selena?
-Mai. Ma che schifo..- feci una smorfia di disgusto tossendo ancora un po'.
Lei non era il mio tipo. Era troppo timida, ingenua e nemmeno tanto carina, non quanto lei..
-Che stronzo che sei.- mormorò Chaz, seduto sul ripiano accanto al lavandino. Sorrideva come un cretino da prima, parlava con sarcasmo e perversione, se non fosse il mio migliore amico l'avrei già preso a testate.
-Ah io? Non è mica colpa mia se i suoi genitori non ci hanno dato dentro.- borbottai bevendo il succo alla pesca.-Jazmyn, un'altra tortina.- dissi a mia sorella allungando la mano. Me la passò e iniziai a mangiarlo.
-E che sai di lei?- Jaz si sedette sullo sgabello dell'isolotto, mentre io, seduto su quest'ultimo, la guardavo con aria quasi stranita.
-Non tanto. I suoi genitori sono in Europa, e fanno gli architetti. La Gomez&Co è di loro.-schioccai la lingua sul palato.-Ritornano una volta ogni chissà quanto, è sempre sola.- risi di gusto muovendo i piedi per far cadere le scarpe a terra.-si nota che è asociale, nemmeno i suoi genitori la vogliono vedere.- mi trattenni dall'affogarmi col muffin, stavo ridendo e sicuramente ero tutto rosso in viso.
Jazmyn mi diede un pugno sul ginocchio facendomi gemere, senza però smettere di ridere. In effetti avevo ragione però.
Finii la tortina scendendo dall'isolotto.
-Vado in camera, Chaz vieni?- presi il cellulare dalla tasca notando che avevo dei messaggi appena arrivati: Tiffany.
-Io devo tornare a casa, sono le otto.- scese dal ripiano salutandoci per poi uscire di casa in fretta.
-Stasera che farai?- chiesi a mia sorella vedendola uscire prima di me. La seuii.
-Non lo so.- si grattò la guancia stringendo le labbra. - un film ti va?- chiese sorridendo a trentadue denti. Horror. Ci avrei scommesso tutto.
-Si, horror.-
-Leggi nel pensiero o cosa?- alzai le mani sorpreso, ci riusciva sempre.
- Insidious?- controllò la pila di cd che aveva in mano, erano tutti horror.
Stronza di sorella che non sei altro..
-Va bene.- mi sedetti sul divano accendendo la tv.
-Se stasera non riesco a dormire ti soffoco nel sonno, sappilo.- mormorai una volta che fu seduta anche lei accanto a me.
      

    

SELENA'S POV

 

Bevvi l'ultimo sorso di succo all'arancia che mi rimaneva nel bicchiere mentre leggevo il capitolo di storia per il compito.
L'orologio segnava le nove e mezza.
Avevo un sonno tremendo, ma non potevo prendere meno di B- nelle verifiche.
Mi assicurai di sapere l'essenziale per una A al compito prima di alzarmi per uscire dalla stanza.
Passai davanti alla camera di mamma fermandomi di colpo. Quanto mi mancava.
Lì ci avevo passato l'infanzia più bella di tutte. L'unica al mondo.
Mi avvicinai toccando la maniglia per aprirla. Presi un bel respiro chiudendo gli occhi cercando di raccogliere tutto il coraggio che avevo.
Ma non appena cercai di calmarmi, mi tornarono in mente tutti gli episodi di tre anni fa.
L'incidente, il corpo di mamma per la strada mentre aveva le braccia sul grembo. Voleva proteggere la piccola Scarlett, voleva proteggere mia sorella, quella che teneva in pancia.
Sentii le lacrime scendere dal mio viso, allontanai la mano singhiozzando mentre mi dirigevo a passo spedito verso la camera: avevo bisogno di sfogarmi.
Chiusi la porta a chiave, da un momento all'altro poteva arrivare la domestica e sarebbero stati guai.
Mi chiusi anche in bagno aprendo i primi cassetti in cerca della lametta.
Le mie mani tremavano, le lacrime mi appannavano la vista.
Quando la trovai mi appoggiai alla porta scivolando fino a terra.
Chiusi gli occhi prendendo un bel respiro mentre le lacrime non accennavano a smettere.
Alzai le maniche guardando i miei polsi: c'erano segni di tagli solo sui polsi, ed erano ancora freschi.
Singhiozzai prima di prendere la lametta in mano.

 

HERE I AM!!

Allora, che ne pensate? Mh ..il prossimo capitolo arriverà presto, prometto. lol.

Ditemi la vostra opinione. Recensite:)

#muchlove

 

  
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