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Autore: Yunalesca Valentine    27/08/2013    2 recensioni
Nella “gerarchia” dei vampiri, oltre alle classi note da tutti, vampiri e non, vi è anche un’altra categoria, meno diffusa ma comunque presente: quella dei Dampyr; figli nati da un vampiro e da un umano.
Ed alla Cross Academy si trasferisce una persona che appartiene a questa “categoria”, anche se ancora non sa di appartenervi. Se mai scoprirà la sua vera natura, tutto dipenderà dalle sue azioni. Dopotutto, non sempre la verità viene a galla.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XXXI

Sinister Smile

 

 

E anche le vacanze di Pasqua erano finite. Rossana e Zephyr non erano ancora tornati e il motivo di ciò era sconosciuto ad Aura, così come ad Angela e Simon; l’unico che avrebbe potuto sapere qualcosa in più – Alexander – non era presente. Che cosa stava succedendo?

Nonostante la mancanza della giovane coppia Crowe-Thanatos, Zero, Yuuki, Kaname, il resto della Night Class e Sebastian non mancavano di certo. Quest’ultimo in particolar modo era stranamente su di giri, un po’ come Hanabusa quando aveva una di quelle idee che gli avrebbero fatto vincere un bel ceffone da parte del suo “Kaname-sama”. Infatti, come a dimostrazione di ciò, Sebastian girava intorno ad Aura più del solito e sorrideva in una maniera più sinistra che inquietante, come se stesse tramando qualcosa; ma quel nuovo sorriso smagliante compariva sulle sue labbra solo quando Aura non era voltata verso di lui. L’unico a essersi accorto di questo strano comportamento del purosangue Thanatos era Zero, il quale lo scrutava con attenzione ogni volta che era vicino ad Aura.

Contemporaneamente, anche Kaname ronzava intorno a Yuuki più del solito, e lei si squagliava di fronte a lui come neve al sole; e così Zero si ritrovò a dover controllare, di sua spontanea volontà, due situazioni più o meno simili, anche se quella concernente Sebastian Thanatos richiedeva un occhio in più, in quanto Zero di lui sapeva meno rispetto a Kaname.

Quella mattina Sebastian fece in modo di far perdere a Zero le sue tracce e quelle di Aura, accompagnandola per i corridoi con una mano sulla spalla, non senza che lei stesse sulla difensiva e di tanto in tanto gli lanciasse qualche occhiata indagatrice.

Senza Zero nei dintorni, Sebastian ebbe più libertà d’azione, tanto che si permise di sfiorare una guancia di Aura con una delle sue dita gelide, facendola sobbalzare e allontanare di scatto da lui.

«Che stai facendo?» gli chiese, prima con gli occhi spalancati e poi ridotti a fessura, che lo scrutavano.

«Volevo attirare la tua attenzione» rispose semplicemente lui.

«Che metodo strano che hai usato» replicò Aura, rimanendo sulla difensiva.

«È così tanto strano?» chiese Sebastian.

«Secondo te?».

«No». Sebastian sorrise.

«Invece lo è!» ribatté Aura. «Tra poco, nemmeno gli innamorati lo fanno! Comunque» si ricompose «volevi attirare la mia attenzione: adesso ce l’hai» incrociò le braccia.

Sebastian fece un mezzo sorriso. «Ho saputo che tuo fratello ha marchiato quell’umana appartenente alla famiglia Crowe».

«Sì, è così. E con questo?».

L’aria si fece gelida, nonostante fosse primavera inoltrata. «La loro unione causerà solo problemi» proferì Sebastian, con lo stesso freddo che aleggiava intorno a loro.

«Non è la stessa cosa che pensa mio padre» disse Aura, cercando di nascondere il leggero tremolio che aveva.

«Oh…?». Sebastian parve sorpreso. «Vincent non ha fatto una piega, pur sapendo di permettere all’erede dei Thanatos di sposare un’umana, per di più proveniente da una famiglia di vampire hunters?». Aura annuì. «Allora deve avere in mente qualcosa» fu la conclusione del purosangue.

«Cosa intendi dire?» gli chiese Aura.

«O ha intenzione di dar il via a un’altra generazione di dampyr oppure ha intenzione di rendere immortale l’umana. Ah, ovviamente c’è anche la possibilità che voglia eliminare la ragazza, anche se questo, purtroppo, avrebbe degli effetti negativi su Zephyr».

Aura scosse la testa. «La cosiddetta “terza opzione” da te citata non esiste, mentre riguardo le altre due non so che dirti. Però, sono più plausibili rispetto a quella che prevede l’eliminazione di Rossana, sappilo».

Sebastian portò un dito sotto il mento, pensieroso. «In ogni caso, Vincent ha in mente qualcosa, ne sono certo. Ma cambiamo discorso…» rimosse il dito e riprese la sua solita espressione, con tanto di sorriso inquietante. «Sono a conoscenza del fatto che tua zia, la sorella umana di tua madre, desidera tanto vederti assieme a quel vampiro-vampire hunter di nome Zero Kiryu» proferì, pronunciando “umana” e il nome di Zero con una nota avvelenata.

La sensazione di gelo di poco prima tornò a farsi sentire e Aura non riuscì a nascondere la pelle d’oca che le arrivava fin sopra i capelli e raggiungeva persino le dita dei piedi. Questa volta era abbastanza evidente che c’era qualcosa che non andava bene a Sebastian, anche se dalla sua faccia non traspariva quello che provava.

«E con questo? È un desiderio di zia Angela, mica mio!».

«Ne sei sicura?» le chiese Sebastian, avvicinandosi di più e chinandosi in avanti, col viso a pochi centimetri da quello suo. «Ne sei davvero sicura?» chiese di nuovo, stavolta afferrandole il mento con una mano e guardandola dritta negli occhi.

«Io…» iniziò Aura, incapace di distogliere lo sguardo da quello di Sebastian. Il purosangue stava esercitando su di lei un po’ del potere magnetico che gli occhi di un vampiro posseggono, senza però assoggettarla del tutto.

«Io… Io…» ripeté lei, ma meno convinta e con meno vigore.

Le labbra gelide di Sebastian si stirarono in un sorriso compiaciuto, prima di posarsi su quelle di Aura; un preludio di quello che sarebbe stato un bacio profondo, se in quel momento Zero non avesse reso palese la sua presenza.

«Quindi era a questo che miravi fin dall’inizio!» esclamò quest’ultimo.

Sebastian si discostò da Aura ma la tenne vicina a sé, poiché le sue gambe avevano avuto un piccolo momento di crollo e aveva rischiato di cadere; poi spostò il suo sguardo cremisi su Zero e gli disse, calmo: «Forse ti stai confondendo… Per caso non sei tu, colui che mirava a questo fin dall’inizio?».

«Tch! Ti stai sbagliando, vampiro».

«Oh…?». Sebastian inarcò un sopracciglio. «Dunque, devo dedurre che di lei non t’importa nella maniera che ti ostenti a mostrare…». Sorrise. «Bene. Allora vorrà dire che non t’importerà né dispiacerà se ora la porterò via con me, vero?».

Aura lo guardò con gli occhi spalancati dalla sorpresa e tentò invano di liberarsi dal suo freddo abbraccio; Sebastian, dal canto suo, non fece una piega e si limitò a guardare la cugina con uno sguardo che mostrava finta apprensione, per poi assumerne uno che non lasciava spazio alla pietà e dedicarlo a Zero, il quale non si era mosso da dov’era, incapace di far qualcosa. Uno scontro tra lui e il purosangue avrebbe avuto svariate conseguenze, prima fra tutte il coinvolgimento di Aura.

«Prendo il tuo silenzio come un sì, Kiryu-kun» disse solenne Sebastian. Dopodiché sollevò senza alcuno sforzo Aura e la portò via con sé, tenendola fra le braccia come una sposa, sotto lo sguardo dell’impotente Zero.

Il giorno seguente, nessuno si era minimamente accorto della sparizione di due elementi della Cross Academy, tranne Zero e Kaname, il quale sapeva da un po’ che Sebastian stava tramando qualcosa: ora ne aveva avuto semplicemente la conferma.

Zero attese che calasse il sole, prima di iniziare la ronda insieme a Yuuki come sempre. Ma questa volta era alla ricerca di qualcosa, o meglio di qualcuno. Controllò la zona in cui si trovava e, accertatosi che non vi fossero studenti della Day Class o Night Class in giro, si mise sulle tracce della persona che voleva cercare, trovandola nel piazzale con la fontana.

Kaname si voltò verso di lui e gli disse: «Sapevo che saresti venuto, Kiryu-kun».

«Risparmiami la finta veggenza, Kuran-senpai».

«Vuoi sapere di Sebastian Thanatos, non è così?» chiese Kaname, ignorando quanto appena sentito. «Dopotutto, è questo che ti ha spinto a cercarmi».

«Potrei esser venuto qua anche solo per eliminarti» replicò Zero, estraendo la Bloody Rose e puntandola in direzione di Kaname.

«Ne dubito».

«Sicuro?».

«Certamente».

Zero abbassò la Bloody Rose e la tenne salda in mano, in modo da allentare il nervosismo che aveva. Kaname, che l’aveva osservato in silenzio, gli disse, ora con le braccia conserte: «La risposta alla tua domanda è: sì, ero a conoscenza che Sebastian Thanatos stesse tramando qualcosa. Pensavo che volesse mirare a Yuuki, invece…».

«Non nominare Yuuki, dato che non l’hai avvicinata per via di Sebastian Thanatos» sentenziò Zero.

«In ogni caso» continuò Kaname, ignorando quanto detto dal vampire hunter per l’ennesima volta. «il suo obiettivo era la cugina, Aura, che sembra essere molto importante per te, Kiryu-kun».

«Questi non sono affari tuoi, Kuran-senpai» ribatté Zero tra i denti.

«Invece lo sono. Soprattutto se hai intenzione di andare alla ricerca di Sebastian Thanatos e attaccarlo».

«Se mai ci sarà uno scontro, non avverrà di sicuro qua. So quel che faccio».

Kaname inarcò un sopracciglio. «Ne sei sicuro, Kiryu-kun?».

«Certamente».

«Allora, ti dirò un’ultima cosa: non ce la farai» proferì Kaname all’orecchio di Zero, mentre gli passava accanto.

«Staremo a vedere» borbottò Zero, una volta che la presenza del purosangue fu scomparsa del tutto.

Tornò sui suoi passi e continuò la ronda, anche se non ve ne fu bisogno, in quanto non c’era nessuno in giro, per poi recarsi nella sua stanza a rimuginare su quanto gli aveva detto Kaname.

Passò così tutto il resto del tempo a sua disposizione, fino all’ora in cui avrebbe dovuto recarsi in classe. Con la testa sempre intenta a ragionare, Zero uscì dalla camera, dal Sun Dorm, oltrepassò il ponte che conduceva alla scuola, percorse alcuni corridoi all’aperto e infine raggiunse l’aula, dove, con sua sorpresa, vi trovò Rossana. Ma qualcosa intorno a lei faceva capire che era diversa, cambiata; cosa fosse di specifico, Zero non lo sapeva e per il momento non gli interessava, ma immaginò che avesse sicuramente a che fare col fratello di Aura.

«Ehi, dov’è la nana?». Rossana si era voltata verso di lui e lo stava guardando, in attesa di una risposta. «Allora? Mi vuoi rispondere o no?».

«Non ho intenzione di risponderti».

«Siamo piuttosto allegri, stamani» disse Rossana, intenzionata a non mollare. «Per caso avete litigato?».

«No» fu la risposta laconica di Zero.

«Ti ha dato un due di picche?».

«No».

Rossana stava per fargli un’altra domanda, quando l’entrata del professore di matematica la costrinse a rimandare a un altro momento, per fortuna di Zero, il quale si sentì sollevato nel non dover subire l’interrogatorio da parte della rossa. In seguito, Rossana non riuscì più a parlare con Zero, poiché il suddetto si era addormentato sul banco.

 

Ben presto giunse il momento per i ragazzi della Day Class di lasciare le aule e per le ragazze di recarsi ai cancelli del Moon Dorm, dove si sarebbe ripetuta la stessa scena che avveniva da ormai diversi anni; ma quel giorno le ragazze della Day Class erano particolarmente esagitate, e la causa era un vampiro che al momento stava rubando la scena ad Hanabusa semplicemente sorridendo e lanciando occhiate maliziose e sensuali.

«A quanto pare ti ha battuto» disse Akatsuki a un Hanabusa che ribolliva per la mancanza d’attenzioni. Quelle stesse attenzioni che in quel momento erano tutte per Zephyr.

Hanabusa sbuffò, irritato. «Vedrai che il suo momento di gloria durerà poco…».

Mentre Zephyr continuava a far crollare a terra esanimi le ragazze ai lati del viale-passerella, la finta previsione fatta da Hanabusa divenne realtà: qualcuno si parò nel mezzo del viale, facendo cessare lo show di Zephyr.

Rossana Crowe in quel momento era il ritratto di una furia omicida malcelata, cosa che non sfuggì a Zephyr, il cui sguardo passò da malizioso e sensuale a preoccupato e terrorizzato.

«Zephyr…» pronunciò Rossana, con un tono che non presagiva nulla di buono.

«Sì…?» rispose Zephyr.

«Vieni un attimo qua» ordinò lei.

Il resto dei presenti rimase in silenzio, mentre il vampiro, preoccupato per la sua sorte, a passo lento si avvicinò alla sua torturatrice che, non appena lui fu a portata di mano, gli assestò un destro in pieno volto. Zephyr non fece una piega e si tastò la parte lesa, costatando che il segno sarebbe sparito entro la giornata, ma non la gelosia e la rabbia di Rossana, che non sembrava aver finito lì con la sua punizione.

«Dopo faremo i conti» fu l’ultima cosa che gli disse la ragazza, prima di dargli le spalle e andarsene, con la mano destra che le formicolava per il contatto avuto con il suo volto.

Zephyr, resosi conto dell’atmosfera presente, fece finta che non fosse successo nulla e tirò avanti, dirigendosi verso la scuola, ma non senza che la sua mente andasse a immaginarsi la possibile scena associata a quel “Dopo faremo i conti” detto da Rossana.

Takuma, che aveva assistito alla scena in silenzio come tutti gli altri, si avvicinò e gli disse, visto il segno lasciato del pugno di Rossana: «C’è andata piuttosto pesante!».

Zephyr si tastò il naso e una lieve fitta di dolore gli arrivò al cervello, facendolo maledire immediatamente. «Sì, purtroppo c’è andata pesante. E sai cosa ho appena imparato?».

«Cosa?» chiese Takuma, inclinando di lato la testa.

« Mai far ingelosire Rossana Crowe».

 

 


Ci stiamo avvicinando alla fine, gente! So che può sembrare un po’ presto, dati gli ultimi eventi, ma non ho il pieno controllo dei finali delle mie fic… ^^” Probabilmente, ci saranno solo altri due capitoli e poi fine della festa. Ma non pensiamoci adesso, ok?

Il prossimo capitolo, inutile dirlo, arriverà a Settembre, anche se ormai è come se fosse già iniziato… Vabbè, alla prossima!

Yuna.

   
 
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