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Autore: shadow_sea    27/08/2013    6 recensioni
Lo scrittore principale di Mass Effect desiderava che il finale di ME3 si concentrasse sull’energia oscura, che stava per distruggere l’universo.
"The Reapers as a whole were 'nations' of people who had fused together in the most horrific way possible to help find a way to stop the spread of the Dark Energy. The real reason for the Human Reaper was supposed to be the Reapers saving throw because they had run out of time. Humanity in Mass Effect is supposedly unique because of its genetic diversity and represented the universe's best chance at stopping Dark Energy's spread" (Drew Karpyshyn).
Da qui, dalla forza devastante dell’energia oscura, tema appena sfiorato in ME2 e poi rapidamente abbandonato, trae lo spunto questa mia storia.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Garrus Vakarian, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shepard e Vakarian'
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A Bea, con l’augurio di una convalescenza rapida, anche senza l’aiuto di impianti dei Razziatori.



INTERMEZZO


The ludlows




La trovò nel suo alloggio, assorta nella lettura di un documento aperto sul portatile. “No, è il nostro alloggio” si corresse immediatamente, sorridendo fra sé e sé.
Aveva passato tutta la mattina ad eseguire alcune calibrature, ricordando a IDA che, come ai vecchi tempi, non era autorizzata ad occuparsi di nessuno dei macchinari presenti nella batteria primaria.
La nave stava finalmente per rimettersi in movimento, diretta dove lui aveva stabilito, di comune accordo con Joker.
Spiò sopra le spalle di Trinity per dare un’occhiata. Stava scorrendo alcuni appunti in cui era evidenziato in grassetto un termine a lui quasi ignoto: energia oscura. L’unica vaga nozione che aveva a riguardo era collegata ai poteri biotici.
- Dobbiamo davvero arrivare fino a Far Rim per la nuova missione? - chiese sottovoce, ridacchiando al lieve sobbalzo che lei fece non avendolo sentito entrare, presa com’era dalla lettura di quel file.
- Temo di sì. Anche se impiegheremo quasi una vita ad arrivarci. Ma ci meritiamo una lunga vacanza, prima di infilarci in qualche nuovo guaio - sussurrò in risposta, girando su se stessa e facendo scorrere le dita sul collo del turian.
“Non ho fretta di rimettermi in azione, di trascinare te e i nostri compagni d’avventura in un’altra impresa impossibile” si confessò, perdendosi in quegli occhi azzurro cielo e pensando allo stupore che avrebbe suscitato nel raccontare lo scopo del prossimo incarico. Sorrise stringendoglisi addosso e cercando la sua bocca.
Era a casa, aveva Garrus al suo fianco e un ottimo equipaggio che l’avrebbe seguita ovunque con fiducia cieca. Le sarebbe stato difficile immaginare una situazione che potesse renderla più felice ed era determinata a godersi quei momenti magici il più a lungo possibile.

- Ho finito, Shepard - avvertì IDA dal comunicatore, interrompendo quel flusso dolce di pensieri - Credo che adesso non ci sia più alcuna sostanziale differenza rispetto alle condizioni della Normandy prima dell’esplosione - continuò la IA con un tono che le richiamò alla mente l’accento di soddisfazione che avrebbe usato Garrus al termine di qualche calibratura particolarmente ben riuscita.
- Molto bene, IDA. Vorrei chiederti che impressioni provi, se la domanda ha senso per te.
- E’ la cosa più vicina a quell’emozione che voi chiamate felicità, suppongo.
- Sai che sono stata io ad aver causato la tua disattivazione, la tua... beh, morte. Questo potrebbe rappresentare un problema per i nostri rapporti futuri?
- Era la decisione più logica: ho letto i documenti che hai fatto circolare nell’equipaggio per chiarire a tutti il tuo operato sulla Cittadella. E comunque sei sempre tu che hai permesso a Tali’Zorah e alla specialista Traynor di ripristinare completamente i miei sistemi. Non ci sono conflitti fra di noi.
- Sono lieta di sentirlo.
- E, se me lo permetterai, continuerò a contare su di te ogni volta in cui Jeff rifiuterà di rispondere a qualche domanda.
- Ne sarò felice.
- Vorrei domandarti il permesso di riattivare il corpo di Eva. Jeff lo ha tenuto al sicuro. Credo sia perfettamente funzionante.
- Senz’altro. Sarà piacevole venirti a trovare sul ponte, come ai vecchi tempi... - rispose Shepard calcando appositamente l’accento sulle ultime parole, con un sorriso rivolto a Garrus.
- Ora collegami con tutti i ponti.
Strinse una mano al turian e cominciò a parlare.

- Cari amici e compagni di avventura, qui è il vostro comandante - iniziò a dire al suo equipaggio - Dopodomani faremo la nostra prima tappa di questo nuovo viaggio. A differenza di tutti voi, ho saputo solo poche ore fa che la Normandy si sta dirigendo sul pianeta contro il quale si è quasi schiantata subito dopo l’esplosione che ha posto fine alla guerra contro i Razziatori.
Fece un attimo di pausa, fissò quel paio di occhi azzurri che la seguivano con attenzione e precisò - Garrus vuole celebrare lì il nostro matrimonio. Chiuse la comunicazione e sussurrò - Anche se non riesco a capirne il motivo. Mi piacerebbe se me lo spiegassi.
Prolungò ancora la pausa, per sfiorargli la bocca con le labbra, e infine proseguì - Parlo anche a suo nome: avete il divieto assoluto di farci qualunque regalo. Ci avete già donato quanto di meglio potessimo desiderare: la vostra presenza a bordo della Normandy. Non so esattamente cosa ci riserverà il futuro, ma temo che vi condurrò in una nuova missione non propriamente di routine... Proprio per questo motivo mi ritengo onorata ed estremamente soddisfatta di trovarmi circondata da questo eccellente equipaggio: non potrei desiderarne uno migliore.

- Bel discorso, Shep - sottolineò Garrus, stringendola fra le braccia una volta che ebbe chiuso il collegamento - Sono contento che le chiacchiere spettino a te: non mi è mai piaciuto parlare in pubblico.
- Saresti stato lo stesso un ottimo Primarca...
- Non lo sapremo mai, temo.
- Mai dire mai.
- Uh?
- Era il titolo di un vecchissimo film terrestre di spionaggio, con un protagonista davvero affascinante... Ma non affascinante come te - rettificò poi, vedendo una luce accendersi nei suoi occhi - Sei geloso, Garrus?
- Non mettere alla prova un turian innamorato - la minacciò per gioco. Poi tornò serio improvvisamente - Sei davvero sicura di volermi sposare? Il matrimonio non è fondamentale per noi turian, anche se prevede lo scambio di un dono che ha un significato speciale. In realtà è la promessa di impegno per la vita ad avere il peso maggiore, ma anche su quella dovresti riflettere.
- I due vini amalgamati indissolubilmente...
- Sei sicura di volermi fare una promessa così impegnativa, Trinity?
- Tempo fa mi dicesti che non sapresti dove altro andare, se non restare al mio fianco. Te lo ricordi?
- Certo. Ed è ancora vero, se ti servisse una conferma. Con o senza matrimonio, con o senza promessa, resterò su questa nave. Anche solo per combattere insieme. Non devi sposarmi, se non te la senti, e non devi neppure farmi una promessa che non sei certa di poter mantenere: mi farò andar bene quello che potrai darmi.
- Non riuscirai a farmi piangere, dannato turian - rispose, girandosi di colpo per cercare di nascondergli di essersi commossa.
- Non volevo essere romantico, lo sai che non ne sono capace - ammise sinceramente, sapendo che stava per rischiare di subire l’ira del comandante - E’ solo che... ci ho riflettuto: credo di aver chiesto troppo ad un’umana.

- Non ripetermi un’altra volta che sono un’umana, perché...
- Perché esploderesti una nova? - replicò interrompendola, fingendo di cercarsi un riparo.
- Perché se tu fossi un turian qualunque, e non Garrus, non credo proprio che mi verrebbe questo impulso sconsiderato. Invece... Non riesco a immaginare la mia vita senza te, neppure su questo catorcio di nave...
- Una Trinity sentimentale... Che novità! Uhm, inaspettato... ma terribilmente piacevole - la prese in giro, ridacchiando.
- Non ho risposto alla tua domanda.
- No, ma non c’è fretta. Pensaci.
- Non devo pensarci, ma non so come rispondere. Odio le frasi fatte...
- Basta un sì o un no. Vanno bene entrambi - la prese in giro ancora, acchiappandola per la vita e tentando di baciarle le labbra.
- Ho un’idea migliore - sussurrò scostandosi, mentre si guardava attorno alla evidente ricerca di qualcosa.
Prese il bicchiere con i due vini che si trovava ancora appoggiato su un ripiano, mimò un brindisi e ne bevve il contenuto fino a quando Garrus non glielo strappò di mano con un’imprecazione, prima di avventarsi sul trasmettitore nella cabina.
- Shepard ha ingoiato il mio vino di Palaven, cosa faccio? - urlò in tono sconvolto, sotto lo sguardo stupefatto del comandante.
- Nulla, Garrus - rispose la Chakwas - con gli impianti che ha può bere e mangiare qualunque cosa. Chiamami solo se sgranocchia un pezzo di meteorite...
- Pensavo lo sapessi... - si scusò Trinity, ma non riuscì a restare seria e cominciò a ridere, mentre cercava di memorizzare le imprecazioni che lui continuava a snocciolare in quella lingua estranea e gutturale.
- Mi spiace. Mi sembrava un modo romantico per dirti che sono sicura di volerti sposare - confessò cercando di smettere di ridere.
- Per gli Spiriti, Shep... Ti preferisco quando non provi ad essere romantica.

- Come funziona la cerimonia? - chiese lei qualche minuto dopo, quando fu certa di essere riuscita a farsi perdonare lo spavento che gli aveva procurato involontariamente.
- Noi turian non facciamo lunghi discorsi ed i nostri riti sono estremamente semplici.
- Vorrei lo stesso delle informazioni più dettagliate. Credo che anche Joker le desideri: mi sembrava un po’ ansioso...
- Tu non lo sei affatto, invece - osservò Garrus, allontanandole le dita dalla bocca perché smettesse di mangiucchiarsi le unghie - Forza, scendiamo di sotto, così vi spiego tutto.

°°°°°

Era effettivamente una cerimonia davvero semplice, ammise pensosamente allontanandosi dal ponte, dove Garrus a Joker stavano continuando a chiacchierare. Avrebbe dovuto pronunciare un’unica frase, e anche piuttosto breve. Restava però insicura sul regalo che avrebbe voluto consegnargli.
Tali avrebbe approvato incondizionatamente la sua scelta, ne era certa. Le serviva il parere di qualcun’altro. Si diresse risolutamente verso la stanza del primo ufficiale.

- Posso parlarti un attimo, Liara?
- Certamente.
- Mi servirebbe il tuo aiuto.
- Cosa posso fare per te?
- Fra qualche giorno...c’è... ehm... il matrimonio...
- Nervosa?
- No.
- Ah... bene. Immagino che se fossi nervosa avresti fatto tre volte il giro della mia stanza, invece di solo due - osservò la asari senza nascondere un sorriso divertito.
- Ci si scambia un regalo.
- Che genere di regalo?
- Tipo gli anelli umani, le fedi. Però si porta al collo. Qualcosa da appendere a una catenina.
- Lui cosa ti regala?
- Non me lo vuole dire. Ho capito che è importante. Intendo nel... significato. Sono certa che lui ci tenga moltissimo e questo mi fa agitare: ho combinato talmente tanti casini ultimamente...
- Non sai cosa regalargli?
- In realtà lo so. Ma... non sono affatto sicura che la mia sia una buona idea. E’ un oggetto... beh, brutto.
- Brutto? - chiese ridendo la asari - Ma cos’è?
- La mia medaglietta N7. La prima: quella che mi hai restituito proprio tu, quella a cui sono morbosamente affezionata - rispose Shepard - Appena mi ha spiegato la faccenda del dono reciproco ho immaginato che fosse esattamente quello l’oggetto giusto. Adesso mi sembra una follia: è logora e ammaccata. Un pezzo della scritta si è addirittura cancellato nell’esplosione sulla Cittadella. Guarda... - ammise con sconforto, aprendo l’uniforme sul petto e mostrandogliela.

- Lo sai che ti hanno tirato fuori da sotto le macerie grazie quella medaglietta logora e ammaccata? - le chiese Liara, accarezzando quel piccolo pezzo di metallo fra le dita - Se, come credo di aver capito, l’oggetto regalato deve avere un significato speciale, quella medaglietta è semplicemente perfetta. Non potresti mai trovare nulla di meglio.
- Ne sei sicura?
- Assolutamente. E tu sai cosa ti regalerà?
- Sì, penso di sì. O meglio... spero sia quello che immagino.

°°°°°

- Mi piacerebbe avere qualche ulteriore notizia sulla nostra destinazione, dopo il matrimonio, Shep - osservò Garrus, stiracchiandosi pigramente la mattina del giorno seguente, quando si accorse che si era svegliata.
- In teoria dovrebbe essere la nostra luna di miele - fece notare mentre le accarezzava la testa, divertito dalle sensazioni che gli restituiva la mano mentre si intrufolava in mezzo a quei capelli ancora tanto corti. Erano folti e morbidi e la percezione era gradevole, anche se la sensazione magica delle dita che scorrono nell’acqua di un fiume stregato era solo un ricordo.
- I turian non hanno alcuna luna di miele - protestò lei ridendo.
- No, ma potremmo adottare le usanze che ci piacciono, a prescindere dalla razza a cui appartengono, e la vostra luna di miele non è affatto un’idea da scartare.
- Temo che non sarà un viaggio che potremmo mai definire come luna di miele...
- In quali casini ci stai trascinando questa volta? - chiese in tono fintamente rassegnato, addolcito da uno sguardo complice e colmo di genuino interesse.
- Qualche giorno fa, mentre ero ancora in ospedale, sono stata contattata da due scienziati - cominciò a raccontare, mentre lui si alzava dal letto per andare a farsi una doccia - Erano i soli sopravvissuti di una spedizione scientifica su Gotha. Le rilevazioni effettuate su quel pianeta erano, a dir poco, bizzarre. Mi dissero che ne avevano parlato anche con il Consiglio che li aveva esortati a sottopormi la questione.
- Oh, stupefacente: il Consiglio che crede a qualcosa di bizzarro - osservò Garrus, lanciandole uno sguardo di intesa che rapidamente si trasformò in stupore nel vederla raggiungerlo sotto la doccia.
- Cosa succede?
- Nulla. Cosa dovrebbe succedere? Cosa usi per lavarti? - rispose tendendo la mano destra. Lo vide fissarla per qualche secondo con aria perplessa e poi finalmente decidersi a passarle un flacone. Versò un po’ di liquido sul palmo, si mise alle sue spalle e cominciò a lavargli la schiena con attenzione.

- Uhm… ammetto che è piacevole. Insolito, ma piacevole - ridacchiò il turian, rilassandosi sotto il tocco delle sue mani delicate. Poi chiese con tono incuriosito - E’ uso comune fra gli umani condividere la doccia?
- Direi di sì - fu la risposta divertita.
- Ribadisco che la mia idea di integrare usi turian e umani non sia affatto da scartare - rise a sua volta - Posso farlo anch’io?
- Solo se abbassi la temperatura dell’acqua, così è decisamente troppo calda per un’umana priva di scaglie e placche e senza metallo nella pelle.

- Vennero a trovarmi nel pomeriggio di quello stesso giorno, la prima volta - continuò Shepard, godendosi la sensazione del tocco forte e sicuro delle mani di Garrus lungo la sua schiena - e anche nei giorni successivi, ma allora non riuscii a raccontarti nulla, perché giocavi a fare il Primarca - lo punzecchiò - Comunque la asari la incontrasti anche tu, al ristorante vicino all’ospedale - aggiunse ridendo per il lieve solletico, mentre lui le leccava via dal collo le gocce d’acqua con quella sua lingua spessa e compatta.
- Non giocavo a fare il Primarca, ma a procurarti la Normandy... - precisò lui, fissandola dall’alto verso il basso con uno sguardo provocatorio.
- Forse hai ragione.
- Forse? - ripeté lui, in tono incredulo.
- Va bene. Hai ragione e basta, senza nessun dannato forse - si arrese lei, completando la scenetta, in memoria di quello che avevano vissuto pochi giorni prima, prima di chiedergli perdono con un lungo bacio.
Poi lo strinse fra le braccia impedendogli di allontanarsi, si alzò in punta di piedi e sussurrò - Sotto la doccia si testa anche allungo e flessibilità.
Garrus la guardò interdetto per alcuni brevi istanti, incerto sulla possibilità di essere preso in giro, ma la sua espressione lo convinse che quella dovesse essere un’altra consuetudine umana.
- Vorrei che anche Tali e Liara sapessero di questa missione. Mi piacerebbe se ne parlassimo un po’ fra noi, prima che a tutto il resto dell’equipaggio - fu la richiesta successiva del comandante, mentre chiudeva il rubinetto.
Garrus annuì, ma riaprì il rubinetto tirandola verso di sé, dimostrando di essere interessato a sperimentare un’altra stuzzicante consuetudine umana.

°°°°°

Suite from BSG (Season 2)



- Per quanto ti possa sembrare strano, Shepard - osservò la quarian, dopo che il comandante ebbe illustrato la meta del loro viaggio - la destinazione che hai scelto è la migliore fra tutte quelle possibili.
- Sì, se ti piacciono le lunghe crociere noiose... E’ ai confini della galassia e impiegheremo degli anni solo per avvicinarci...
- Di certo non sono salita a bordo della Normandy per un viaggio rilassante - rispose Tali ridendo divertita. Consultò il proprio factotum e proiettò l’immagine della mappa galattica in sala briefing, evidenziando il percorso che si sarebbero trovati a dover fare.
- E’ nel mio sistema, comandante: dai un cacciavite in mano a un quarian desideroso di potersi finalmente costruire una casa sul proprio pianeta natale e i tuoi portali si riattiveranno miracolosamente, prima di qualsiasi altro esistente in tutta la sterminata galassia! - esclamò con orgoglio.
- Per gli Spiriti! Ma è vero! - esclamò Garrus osservando la mappa - per arrivare a casa, gli amici di Tali dovranno rimettere in funzione tutti i dannati portali che servono anche a noi.
- E i quarian rimasti su Rannoch non saranno rimasti con le mani in mano: sono certa che stiano riattivando i portali in quella zona - osservò Liara fissando la mappa - Vedrai che saranno proprio loro a rimettere in funzione quello che ci condurrà alla meta finale.
- Le riparazioni procederanno rapidamente, comandante. La mia gente è quella che ha avuto meno difficoltà di qualsiasi altra a comprendere ed utilizzare la tecnologia dei Razziatori - continuò Tali.
- Credo che difficilmente Shepard potrà dimenticare questo fatto con tutti gli impianti che si è fatta inserire - osservò Liara ridendo.
- Non ricordarmelo - ribatté lei - Per ora l’unico effetto collaterale consiste nel poter mangiare qualunque tipo di cibo, ma sono certa che le sorprese non finiranno qui...
- Ti preparerò qualche buon piatto a base di destro-aminoacidi, allora... - si offrì la quarian.
- Ehm, no, grazie, lascia perdere. L’unica pietanza che ho trovato commestibile è stata un purè verdastro - replicò Shepard fissando la sua amica con un certo timore - ma ricordo ancora una barretta con un sapore disgustoso.
- Com’era? Me la descrivi? - chiese Garrus incuriosito.
- Un bastoncino marrone poroso che mi pareva ricordare di averti visto inzuppare in una brodaglia oleosa tanto tempo fa...
- Quello è uno dei miei spuntini preferiti...
- Davvero, Shepard, anche io lo trovo eccellente - concordò Tali con sicurezza.
- Mi chiedo cosa proverei nell’assaggiare qualcosa che neppure a voi due piace...
E a quel punto Liara cominciò a ridere, piegandosi in due sulla sedia, mentre gli altri tre amici si girarono a fissarla perplessi.
- Ma vi sentite? - articolò la asari fra uno scoppio di risa e un altro - ci mancherebbe solo che vi scambiaste ricette di cucina!
- Siamo in sala briefing e stiamo parlando di... cibi... Non di strategie di attacco, non di sistemi di difesa, non di potenziamenti di armi o armature, ma di banalissime barrette e di purè! Non posso davvero crederci - concluse asciugandosi le lacrime con una manica - Propongo di spostare in questa stanza un paio di divani, il mobile bar del salone e la macchina per fare il caffè.
- Te ne farò pentire, mia bella asari - la minacciò Shepard ridacchiando - Te la sei cercata... Ora parleremo di cose serie.
Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni dell’uniforme alcuni datapad e cominciò ad entrare nei dettagli di quella nuova missione.

- Ricorderete la storia del rapido decadimento di Dholen - richiamò alla mente dei presenti - Allora non avevamo collegato immediatamente quello strano fenomeno all’aumento nell’energia oscura presente nel sistema, ma le analisi fatte dagli scienziati suggeriscono invece che l’energia prodotta dalla fusione nucleare della stella venga parzialmente trasformata in energia oscura, per cui i due fenomeni sembrano strettamente connessi fra di loro. Il problema è che la stragrande maggioranza dell’energia prodotta dalla fusione scompare.
- Non è possibile, Shepard - la interruppe Tali - L’energia non può scomparire - protestò con fervore - al limite può trasformarsi in qualcos’altro...
- Per quello ho detto che c’è un problema. So che non è possibile - annuì lei - Ci arrivo dopo, prima voglio spiegarvi perché sono preoccupata dai livelli di energia oscura rilevati dentro Far Rim.
- Non so quanto voi due ne sappiate su questo argomento - aggiunse in tono incerto, guardando alternativamente Garrus e Liara - ma una sua eccessiva concentrazione potrebbe mettere a rischio la stabilità del sistema di Dholen. Livelli molto alti tenderebbero a disgregarlo, sospingendo i pianeti lontano dalla stella. L’energia oscura tende a distanziare i corpi celesti gli uni dagli altri.
Fece una breve pausa per raccogliere le idee e poi continuò - Al momento non sappiamo se si arriverà alla disgregazione di Far Rim e, tanto meno, se questa eventuale disgregazione potrebbe avere un qualche effetto sui sistemi stellari limitrofi. La previsione più pessimistica porta a ritenere che si possa generare una specie di effetto a catena che potrebbe interessare perfino il bordo della Via Lattea.

- Spiriti, Shep! - commentò Garrus fissandola con gli occhi spalancati - Non sono sicuro di capire bene, ma non sembra una faccenda da poco...
- Significa che potremmo cominciare a perdere pezzi di galassia che finiranno dispersi nello spazio - spiegò Liara in tono rassegnato - Sto imparando molto su questo argomento, di recente.
- Esattamente - rimarcò Tali - L’energia oscura è una forza repulsiva. La forza gravitazionale della materia ordinaria non può contrastarla e perfino quella della materia oscura non può nulla, oltre un certo limite.
- Materia oscura? - ripeté Liara, fissando la quarian con espressione diffidente.
- Fai finta che sia materia normale, ma invisibile - chiarì Shepard che restò in un silenzio incerto per qualche secondo - Credo che Tali abbia ragione, non posso tagliar corto - concluse poi, rendendosi conto che non avrebbe avuto senso parlare di energia oscura senza menzionare anche la materia oscura.
Impiegò la mezzora successiva a delinearne sommariamente le caratteristiche principali, sottolineando la sua importanza nel tenere insieme le galassie, e concludendo con la spiegazione dell’ineliminabile conflitto con l’energia oscura.
Terminò quel lungo discorso dicendo che era rimasta molto colpita dal fatto che i Consiglieri stessi l’avessero pregata di esplorare Far Rim, anche se in modo non ufficiale. Sembravano ansiosi di procurarsi qualche informazione più precisa.
- Sì, Shepard - la interruppe Liara - è così: il Consiglio è seriamente preoccupato. Hanno inviato a me e a Javik alcuni documenti, che stiamo ancora cercando di decifrare. E’ questo il motivo per cui non mi ha sorpreso la tua ipotesi sul futuro della Via Lattea.
- Che tipo di documenti?
- Per ora posso dirti che sembrano riferirsi alla disintegrazione della galassia. Sono compilati in un dialetto prothean antico. Javik non comprende del tutto quel linguaggio: crede fosse utilizzato da una colonia che si trovava ai bordi del loro vasto impero. Molti termini sono ancora intraducibili e volevamo essere certi di aver compreso esattamente il significato di quei documenti, prima di parlarne a te e al Consiglio. In ogni modo li definirei piuttosto inquietanti.
- Documenti prothean? Sei sicura?
- Sì, ma antichi: di certo molto precedenti alla guerra contro i Razziatori. Io credo che risalgano ad un periodo della loro storia in cui la ricerca in campo scientifico attraversava un periodo particolarmente fiorente.

- Potremmo saltare temporaneamente le parti relative all’esistenza di roba invisibile e all’entusiasmo di Liara per i prothean arcaici? - intervenne Garrus - vorrei arrivare al sodo: c’è qualcosa a cui sparare?
- D’accordo, ma non credo ti piacerà - replicò Shepard - Dalle rilevazioni fatte da quegli scienziati sembrerebbe che esista effettivamente una specie di nemico...
- sembrerebbe? - ripeté lui, inclinando la testa.
- Non è stato individuato in modo preciso, diciamo che è... difficilmente rilevabile.
- Non dirmi che è... invisibile?
- Già. Così sembra... Il problema è che, qualunque cosa sia, mostra una certa propensione ad attaccare gli esseri viventi - andò avanti Shepard, spiando le espressioni dei compagni - L’intera spedizione, composta da una ventina di persone, è stata aggredita da questo nemico invisibile, o da più nemici invisibili. I due scienziati che sono venuti da me erano gli unici superstiti di quella strage.

Non si aspettava una accettazione cieca di quella storia bizzarra, per cui si era preparata un discorso che le era sembrato ammissibile, pieno di dubbi e permeato dalla necessità di procurarsi informazioni più dettagliate. Durante l’esposizione passò agli amici i datapad contenenti le fotografie che le erano state consegnate dai due visitatori e la registrazione delle letture di alcuni loro strumenti.
- Purtroppo non c’è altro materiale - concluse in tono rassegnato - Le letture anomale potrebbero essere attribuite a un guasto e, in ogni caso, non ci sono utili per capire con quale tipo di cosa avremo a che fare.

- A meno si tratti di un film dell’orrore, le immagini di cadaveri nel mezzo di un campo apparentemente indenne non vengono normalmente giustificate da affermazioni del tipo questo massacro l’ha compiuto un fantasma... - osservò Garrus accarezzandosi lentamente le creste ossee del cranio.
- Nemici invisibili, comandante? - fu il commento di Tali, che si sovrappose a quello di Liara - Vorrei sapere chi ci crederebbe.
- Non vi trascinerei tanto lontano se non fossi sicura che un nemico esiste davvero. Da’ana mi ha trasmesso le immagini che aveva raccolto mediante l’unione - spiegò il comandante - Posso mostrartele, Liara - concluse, fissandola con uno sguardo eloquente - e vorrei che le facessi vedere a Garrus, a Tali e a chiunque riterrai opportuno e, soprattutto, a Javik che, essendo un biotico, potrà darci un valido aiuto.
- Cosa c’entrano i biotici?
- Solo i biotici possono vedere queste entità - chiarì - Però dovremo usare l’energia oscura del cosmo e non quella che deriva dall’eezo.
- Non ho capito... - osservò Liara - oppure stai scherzando - continuò, pur essendo certa che quella sua speranza fosse destinata a naufragare.
- Dovremo smettere di utilizzare gli impianti - fu la risposta, decisa, che confermò i suoi sospetti.
- E saremo in grado di usare i nostri poteri?
- Lo spero. I miei sono disattivati da quando ho incontrato quei due scienziati.
- Shep... la nova in cabina era senza impianti biotici? - chiese Garrus, interessato, mentre il comandante annuiva sorridendo.
- Dovevi essere arrabbiata davvero, allora... - fu il commento divertito.
- Una nova in cabina? - ripeté Tali, guardando a turno i suoi due amici - ti esibisci in esplosioni biotiche a bordo? Sono certa ci siano altri modi per passare il tempo... - aggiunse guardandoli con espressione preoccupata, mentre gli altri tre amici scoppiavano a ridere rendendosi conto che la quarian non avrebbe voluto fare una battuta a doppio senso.

- Somigliano a ombre fluttuanti. Appaiono dal nulla e tornano a scomparire. Non riesco neppure a capire dimensione o forma: sembrano entrambe così variabili da non poter essere considerate reali - osservò Liara alla fine della fusione mentale con il comandante - Il che non ha senso.
- Sono esseri viventi? - chiese Tali.
- Non so proprio - rispose Shepard, mentre Liara sollevava le spalle in un gesto che esprimeva la mancanza di qualsiasi certezza.
- Non riesco a immaginare esseri viventi che non abbiano una struttura fisica definita e quindi una massa - osservò la quarian - D’altronde, se avessero massa ma fossero invisibili dovremmo concludere che sono composti da materia oscura... ma questa deduzione contrasta con l’aumento dell’energia oscura - continuò a ragionare ad alta voce.

Un lungo minuto di silenzio seguì quelle argomentazioni, mentre Shepard cercava di ripetersi le parole appena ascoltate per capirne l’esatto significato. Le sue riflessioni vennero interrotte dal suono di una voca rauca e metallica.
- Non so se importa a qualcuno, ma io non ho capito.
- Io neppure - gli fecero eco Liara e Shepard, all’unisono.
- Se queste... cose... fossero effettivamente responsabili dell’aumento di energia oscura, l’ipotesi che siano formate da materia oscura non reggerebbe - spiegò Tali - materia oscura ed energia oscura sono in lotta fra loro.
- Potrebbero essere IV o IA? - chiese Liara.
- Avrebbero comunque una qualche massa, necessariamente... Beh, almeno suppongo. Non riesco a immaginare un essere, organico o meno, che non abbia bisogno di materia per esistere, che prescinda da una certa massa.
- E forme viventi basate sull’energia? - chiese Garrus.
- Piuttosto originale come supposizione - osservò Tali in tono scettico - Riesci a pensare a un qualche entità che si basi sulla luce, per esempio? O sul magnetismo?
- Non so bene cosa sto suggerendo, in effetti... - rise il turian, sentendosi piuttosto inadeguato a seguire quei discorsi troppo tecnici.
- Fermiamoci qui. Le supposizioni ci servono a poco in questo momento - tagliò corto Shepard che su quelle domande aveva passato interi giorni. Neppure Da’ana, nonostante tutte le sue conoscenze scientifiche, era riuscita a formulare un’ipotesi ragionevole in risposta a quell’interrogativo - Occupiamoci di questioni più rilevanti.

- Lo scopo di queste entità, che non sappiamo se siano viventi o meno, parrebbe essere quello di appropriarsi dell’energia prodotta dalla fusione nucleare di Dholen - spiegò il comandante - Con questa teoria, che capisco possa suonare piuttosto bizzarra - aggiunse subito, notando lo sguardo perplesso di Garrus e Liara e il piccolo sussulto della quarian - è possibile spiegare i diversi fenomeni che hanno osservato i due scienziati.
- Come hai osservato giustamente tu all’inizio del mio discorso - proseguì Shepard, fissando Tali - l’energia non può essere distrutta. E’ però possibile conservarla e immagazzinarla, magari dopo averla trasformata in una forma diversa.
- Non so se ho capito, Shepard - la interruppe la quarian in tono incerto - stai supponendo che queste... cose... immagazzinino l’energia di Dholen? Che sfruttino la fusione nucleare per ricaricare degli... uhm, accumulatori?
- Fermatevi un attimo, voi due. Pensate che alimentino le loro pile con le nostre stelle? - chiese Garrus in tono incredulo.
- Più o meno... - ammise Shepard, sentendo che tutti gli occhi le si incollavano addosso - E’ una delle possibilità che si potrebbero prendere in considerazione. Al momento è l’unica teoria che sta in piedi - concluse allargando le braccia in un involontario segno di capitolazione.

- Riassumendo - riepilogò la quarian - la tua ipotesi è che ci siano delle entità invisibili, viventi o meno, organiche o artificiali, che hanno accelerato l’invecchiamento di Dholen allo scopo di appropriarsi dell’energia che emette. Durante il procedimento di immagazzinamento trasformano parte di quell’energia, volontariamente o involontariamente, in energia oscura, compromettendo la stabilità del sistema stellare. Non amano che qualcuno disturbi il loro lavoro e quando individuano estranei li distruggono, sottraendo l’energia a tutto quello con cui vengono in contatto. E’ così?
- Il tuo riassunto è preciso, Tali... - annuì Shepard, mentre la quarian si portava istintivamente entrambe le mani sopra la testa in un gesto che palesava i suoi dubbi.
- Ma piuttosto incredibile - osservò Liara.
- Solo piuttosto? - amplificò Garrus.
- Ho ascoltato i vostri discorsi e ho fatto delle ricerche in extranet - avvisò la voce di IDA, cogliendo tutti di sorpresa - Ho trovato diverse fonti che riferiscono di esseri costituiti da energia e non da materia: sono stati spesso denominati esseri astrali.
- Ma cosa dici? Non è possibile... - chiese Shepard - Ne sei sicura?
- Sì, ma non so se sia un problema che tali fonti siano costituite esclusivamente da fumetti, videogiochi, film e romanzi di fantascienza, tutti di origine esclusivamente umana.
- IDA! - ringhiò Shepard, incerta se la IA li stesse semplicemente prendendo in giro o se facesse ancora fatica a distinguere realtà da fantasia - Proporrei una pausa per ragionare su quanto ci siamo detti - aggiunse - Troviamoci nuovamente in sala briefing dopo pranzo.
- Sì, credo mi serva del tempo per digerire queste novità... - commentò Garrus - Per una volta, avrei desiderato un maggiore scetticismo da parte del Consiglio...

°°°°°

- I Razziatori erano più grossi di noi, più potenti di noi, più cattivi e intelligenti di noi, ma un nemico invisibile non mi sembra tanto meglio... - osservò Garrus, appena tutti presero nuovamente posto attorno al grande tavolo - Come possiamo prepararci per una battaglia contro esseri come questi, Shepard? Ci hai già pensato? - chiese poi, interessato ad affrontare argomenti pratici.
- Sarà una battaglia strana, ma non impossibile - fu la risposta pronunciata con quel tono fiducioso che avrebbe ingannato chiunque, ma non lui - Sono convinta che molti biotici impareranno come individuare il nemico. A quel punto sarà abbastanza semplice convogliare su quelle... cose... il fuoco di tutti i membri dell’equipaggio. Abbiamo fatto di peggio, no? - chiese guardando il turian in cerca di incoraggiamento.
- Uhm, credi? - rispose Tali in tono incerto, provando a immaginarsi nell’atto di sparare con un fucile a pompa seguendo indicazioni apparentemente prive di senso - Sarà come combattere bendati. Per non parlare dei miei droni. Dovrò riprogrammarli. Di solito sparano solo dopo aver inquadrato il bersaglio...
- Non abbiamo altra scelta. Dovremo esercitarci - li incitò Shepard con convinzione - I biotici dovranno imparare come individuare il nemico, tutti gli altri dovranno imparare a combattere seguendo le loro indicazioni.

- Spero di poter almeno scegliere chi mi dirà dove sparare - puntualizzò Garrus lanciandole un’occhiata in tralice - non vorrei trovarmi a seguire le indicazioni della krogan: alla prima indecisione mi troverei con le costole sfondate da una gomitata.
- Sono certa che Grunt sarà ben felice di far coppia con Lazara - fu la risposta divertita - ma in effetti hai ragione: dovremo stabilire in anticipo la formazione delle squadre, in modo da imparare a combattere con il maggior affiatamento possibile.
- Sarebbe bene avere almeno due biotici in ogni squadra, ma a bordo non siamo poi tanti... - osservò Liara, dopo aver elencato mentalmente le persone che componevano l’attuale equipaggio della Normandy.
- Temo che tu abbia ragione. Ero incerta se scrivere o meno un messaggio ad una nostra vecchia conoscenza. La tua riflessione mi spinge a farlo... - concluse Shepard.
I tre compagni si guardarono negli occhi ed esclamarono quasi all’unisono - La biotica psicotica? - mentre il comandante si avviava ridendo al terminale.

Cara Jack,
ho bisogno del tuo aiuto: mi serve una squadra di biotici in gamba. Almeno tre oltre a te stessa, ma puoi portare tutti quelli che in tua assenza si infilerebbero nei casini: sai che la mia nave è abituata ad accogliere persone di ogni genere.
Se ti facessero difficoltà, ruba pure una navetta: ricorda che la mia autorità di Spettro ti proteggerà da qualunque provvedimento disciplinare e poi... non vorrei mai che ti trasformassi completamente in una brava ragazza.
Attenderò il tuo arrivo per celebrare il mio matrimonio: non metterci troppo o avrai a che fare con un turian inferocito.
A presto,
Shepard


- Adesso non ci resta che aspettare - dichiarò il comandante con aria soddisfatta - Sono certa che ci raggiungerà. Nel frattempo, avete domande?
- Come si fa a vedere, o meglio intravedere, questi esseri invisibili? - chiese Liara, con un po’ di preoccupazione nella voce.
- Non posso mostrarti come faccio io usando l’energia oscura del cosmo, perché non vedresti nulla. Però posso guidarti e correggerti - rispose Shepard, decidendo di adoperare lo stesso metodo che Da’ana aveva usato con lei.

Seguendo le istruzioni del comandante, Liara si mise seduta a gambe incrociate, allungò leggermente il braccio sinistro davanti a sé, all’altezza del cuore e voltò la mano con il palmo in alto, con le dita separate e leggermente curvate. Poi creò un nucleo di energia nel palmo, plasmando una sfera che rifulgeva di luce bluastra.
Continuò ad accrescere regolarmente quel nucleo cercando di mantenerlo il più regolare e compatto possibile, fino a quando raggiunse una dimensione tale da racchiudere completamente il suo corpo. A quel punto cominciò a dilatarlo, creando delle sfere concentriche che pulsavano leggermente mentre si allontanavano, con un movimento morbido e regolare.
Le sfere aumentarono di diametro avvolgendo tutti loro ed espandendosi oltre la sala briefing fino a uscire all’esterno. Abbracciarono l’intera struttura della Normandy e seguitarono ad espandersi nello spazio, con uno spostamento che, nelle tre dimensioni, ricordava il movimento bidimensionale dei cerchi che si creano in un lago quando si tira un sasso nelle sue acque tranquille.
Gli altri tre compagni si erano affacciati alla finestra seguendo il dilatarsi delle sfere nel vuoto cosmico: Garrus e Tali ipnotizzati dallo strano spettacolo, Shepard attenta che l’esercizio venisse svolto nel modo più preciso possibile.

- Qui Joker - fu la frase che balzò fuori dal comunicatore in sala briefing interrompendo l’esibizione di Liara che, concentrata com’era, a quel suono imprevisto sussultò per la sorpresa, mentre le sfere di energia biotica si disperdevano nel buio dello spazio vuoto - IDA rileva un accumulo insolito di energia biotica attorno alla Normandy. Siamo dentro a una serie di bolle vibranti... No, aspetta... Adesso non c’è più nulla. I livelli di energia biotica sono tornati nella norma - rettificò il pilota in tono sorpreso.
- Si, Jeff, tranquillo. Siamo stati noi - lo tranquillizzò Shepard - Ci farai l’abitudine, specie quando saranno dozzine e dozzine le bolle che circonderanno la nave.
- Ah ecco, grazie per avermi avvertito con il solito tempismo, comandante - rispose lui ironicamente - suppongo non ti preoccupi affatto che al tuo pilota preferito venga un infarto di tanto in tanto... sai così, solo per restare in esercizio...

Shepard cercò di chiarire a Liara la finalità di quella strana esibizione.
- Se percepissi una qualsiasi forma di resistenza, se le onde si deformassero, venissero risucchiate in un vortice o defluissero improvvisamente, sapresti che esiste qualcosa là fuori, anche se i tuoi occhi non riuscissero ad individuarla - spiegò - In pratica, qualunque irregolarità risulterebbe sospetta: una delle caratteristiche dell’energia oscura è la sua distribuzione pressoché uniforme in tutto l’universo.
Aggiunse poi - Fino ad oggi non ho avvistato mai nulla di sospetto, solo le forme che creava per me la biotica asari per essere certa che io avessi capito la tecnica, quindi non posso assicurarvi che questo metodo sia veramente efficace - ammise con una certa riluttanza.
- In effetti sembrava troppo semplice... - commentò Liara con divertita ironia.
- Anche io, che dovrò insegnarvi questa tecnica, sono ben lontano da riuscire ad ottenere risultati soddisfacenti: ho ancora molta strada da fare - riconobbe Shepard con disappunto - Non riesco a controllare i flussi se non sono immobile e impiego troppo tempo nelle scansioni. Dovrò imparare a eseguirle in qualsiasi condizione e con estrema rapidità ed efficienza. Tutti i biotici dovranno imparare...
- Se ho capito bene - osservò Garrus - i biotici dovranno imparare a usare i loro poteri senza far uso di impianti. Dovranno imparare a individuare il nemico invisibile e trovare un modo per indicare la sua posizione. Chi non ha poteri biotici dovrà allenarsi a sparare al nulla... in base alle indicazioni ricevute.
- Mi sembra un quadro abbastanza fedele della nostra situazione attuale - riconobbe il comandante - a meno che vi vengano in mente soluzioni alternative...

Pochi minuti dopo, in ascensore, Garrus si limitò a commentare che come luna di miele avrebbe preferito una di quelle missioni un po’ scontate che erano soliti fare ai vecchi tempi.
- Non brontolare - lo esortò Shepard ridacchiando - le nostre battaglie non sono mai facili. E poi, sai... fra gli umani una causa frequente dell’insuccesso di un matrimonio è la noia: non voglio correre questo rischio...
- Sono certo che la noia sarebbe l’ultima delle cause dell’eventuale fallimento del nostro - la rassicurò lui ridendo, mentre fissava quella donna che, con quei capelli corti e quell’espressione maliziosa in faccia, sembrava un’adolescente che stesse meditando su un qualche progetto sconsiderato, che avrebbe incontrato la ferrea disapprovazione dei genitori.
  
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