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Autore: BrokenSmileSmoke    27/08/2013    2 recensioni
Yumi Ishiyama è una ragazza molto chiusa in se stessa, con un passato che l'ha traumatizzata, finchè non incontra un ragazzo che tenta di farla tornare a vivere come prima; non ha amici eccetto Aelita, e non vuole averne.
Dal testo:
Essere ammessa in quell'accademia, per lei, non era soddisfacente; era piuttosto un bisogno, ma nessuno poteva capirla. [...]
Lo aveva scelto lei, il trasferimento, e avrebbe dovuto accettare ciò che sarebbe successo da quel momento in poi senza proferir parola.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Odd, Ulrich, William, Yumi
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore è una lotta '
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L'Amore È Una Lotta
L'Amore È Una Lotta.
Capitolo 12

I'm Fine.
Il giorno dopo tutto ciò che Yumi desiderava non incontrare a scuola era William, sopratutto dopo che l'aveva vista vestita in quel modo.
Quando arrivò in classe notò che Ulrich era nuovamente assente, e quella storia iniziava a preoccuparla.
Ormai non le sembrava più plausibile che il ragazzo fosse stato a casa il giorno prima per pura coincidenza, forse lei centrava davvero qualcosa, in quello che stava accadendo.
Non sapeva perchè, ma sapeva di essere preoccupata come se fosse successo qualcosa.
La seconda ora, anche se tintinnante, decise di saltare la lezione, doveva parlare con Aelita.
Le mandò un messaggio, e le due si incontrarono nel corridoio.
«Che succede, Yumi?»
«Io.. Sono preoccupata per Ulrich, non credo siano coincidenze che non sia qui, magari è a causa mia davvero.»
«E cosa vorresti fare?»
«Ti chiedo solo di mandargli un SMS, io sono troppo.. Imbarazzata
«Cosa dovrei scriverci?»
«Scrivi solo che io.. Vorrei sapere come sta e se sta bene, se può venire.. Se non viene saprò solo di essermi montata la testa, se viene sarò meno preoccupata.»
«O-Ok..» disse la rosa digitando sul cellulare.

Il resto della giornata Yumi non fece altro che aspettare che lui si presentasse.
Se lo immaginava sorridendo, perchè no? Con i suoi occhi verdi e i suoi capelli castano scuri.
La terza ora passò, e di lui nessuna traccia.
Da casa sua alla scuola ci volevano a malapena 10 minuti, e se non era ancora lì era perchè molto probabilmente non gliene fregava davvero nulla.
Yumi sospirò, lo sapeva. Non doveva illudersi.
Stava per suonare la campanella della quarta ora, quando la porta si spalancò.
Yumi si voltò immediatamente.
L'aveva aperta con forza, come se ci si fosse lanciato letteralmente contro, aveva provocato un rumore da far voltare tutta la classe.
Lui era lì, barcollante sulla soglia.
Bastarono pochi secondi per capire che il ragazzo era ridotto in uno stato critico, probabilmente ubriaco.
Yumi guardava Ulrich paralizzata, lui si reggeva in piedi aiutandosi con una mano contro la parete.
Lo guardò, non lo aveva mai visto ridotto in quello stato.
Gli occhi umidi, ma non dalle lacrime; occhiaie e un aspetto malmesso.
Ma lei, pur vedendolo così, rimase ferma, seduta.
Non faticava nemmeno lei a capirlo, doveva essere ubriaco, quasi al limite di un coma etilico.
Perfino il professore era basito dalla scena.
Ma perchè era ridotto così? Yumi era sull'orlo di piangere.
Lui iniziò a camminare, dirigendosi verso il suo banco, tra i brusii dei compagni e lo stupore di Yumi.
Arrivò al centro della classe, poi si fermò.
Cadde a terra di peso, privo di sensi.
La classe non aveva detto nulla, solo una voce in quella solinga classe si era liberata, stanca di nascondersi. Non era riuscita a reggere a quella vista.
Un grido terrorizzato.
«Ulrich!» si era alzata e senza pensarci due volte era corsa verso di lui, inginocchiandosi al suo fianco.
Piangeva a dirotto, aveva appena visto il ragazzo che amava crollare a terra davanti ai suoi occhi, in uno stato visibilmente critico.
Ed era l'unica, in tutta la classe, a piangere senza ritegno al suo fianco
«Ulrich! Ulrich, svegliati! Alzati!»
Nessuno oltre lei era lì, tutti guardavano la scena incerti se essere confusi, commossi, o spaventati.
Yumi si voltò verso il professore, in piedi, assistente alla scena 
«La prego, faccia qualcosa! Non vede che sta male?! Lo aiuti!» gridava lei.
Il professore, come risvegliatosi, annuì
«C-Certo.» disse, chiedendo poi a due alunni di chiamare l'infermiera della scuola, che appena arrivata lo portò in infermeria.

Yumi non resistette, saltando le lezioni successive terrorizzata. Erano ore che piangeva, erano ore che Ulrich era chiuso in quella stanza senza che nessuno dicesse nulla.
Lei rimaneva seduta su una panchina fuori, in attesa che qualcuno desse segno che il ragazzo stava bene, ma niente.
Non voleva pensare che Ulrich stesse rischiando qualcosa, non poteva.
Si asciugò l'ennesima lacrima, mentre dei passi si avvicinarono correndo verso di lei.
Quando alzò lo sguardo, rimase sorpresa nel vedere chi era lì.
Il ragazzo non l'aveva nemmeno notata, guardava fisso la porta, con il fiatone e lo stesso terrore che aveva avuto lei negli occhi poco prima.
Allungò una mano sulla maniglia, ma la porta era chiusa a chiave. Riprovò un paio di volte, ma era inutile.
«È-È chiusa.» disse alla fine Yumi, singhiozzando.
Lui la guardò, era di nuovo quella bambolina, ma che ci faceva lì a piangere?
«Io me ne sono reso conto.» disse lui, avvilito.
Si sedette vicino a lei sulla panca, si passò una mano tra i capelli mentre, preso dall'ansia, si rigiraga un accendino nell'altra.
Passò qualche minuto di assoluto silenzio.
«Porca troia!» disse in uno scatto, alzandosi.
Stringeva la mascella e camminava avanti e indietro per il corridoio.
Yumi lo guardò per un po', era così agitato, quasi quanto lei.
Le tornò in mente la scena di qualche ora prima, Ulrich che cadeva a terra, non riuscì a trattenere le lacrime, le quali iniziarono a scorrere senza freno.
Il ragazzo la guardò un attimo, piangeva e si asciugava ogni attimo gli occhi umidi con le mani, gli faceva pena.
Le porse la cravatta
«Tieni, fa con questa. Tanto io non la uso comunque.»
«Grazie..» disse lei sempre piangendo.
Lui si risedette vicino a lei
«Il mio migliore amico mi ha pestato l'altro giorno, eppure io sono qui ad aspettare che esca di qui, seza un infermiere che mi dica che ha combinato una cazzata di troppo.» disse William abbassando lo sguardo.
Yumi spalancò gli occhi, lui era il migliore amico di Ulrich.
«Io invece l'ho visto cadermi davanti, sono corsa verso di lui.. Ho urlato, vedendolo cadere. Ho sentito tra le mie braccia il suo corpo, privo di sensi.» disse sommersa dalle lacrime e dalla paura «Io non posso non..» di bloccò, non poteva continuare quella frase. Quello.. Era il loro segreto.
William annuì, aveva capito. Quella voce così spezzata dal dolore, gli aveva chiarito le idee
«Tu lo Ami, lo so
Yumi alzò lo sguardo, sorpresa
«C-Come?»
«Lui mi ha menato per te, bambolina.» sussurrò William, quasi piangendo «Vorrei mi menasse altre mille volte, basta vederlo qui, con il suo maledetto sorriso!» stavolta, Yumi avrebbe potuto giurarci di averlo sentito piangere.
«Per me?»
«Io ti chiedo scusa, bambolina. Tutto quello che è successo è stato per colpa mia. Io ho detto a una ragazzina che Ulrich era con noi, ma in realtà lui non c'era. Lei lo ha detto a mezza accademia, ed ora.. Lui è rinchiuso in quella fottuta infermeria!» disse William dando un calcio a un tavolino.
Yumi spalancò gli occhi, Ulrich non l'aveva mai tradita.
Guardò William, avvilito, depresso, sull'orlo di piangere.
Non lo odiava, gli era grata.
«Grazie William, per avermi detto la verità.»
«Io non voglio farti pietà, per nulla. Mi stai antipatica, sei volgare e sfacciata, ma se gli piaci io non voglio rovinare la sua vita.» disse lui squadrando Yumi.
«Anche tu mi stai antipatico, ma ti sono debitrice.»
«Non credere diventerò gentile, bambolina, lo faccio solo per Ulrich.»
«Sì..»
«Comunque» non fece in tempo a finire la frase, che venne interrotto dalla porta che si apriva.
Uscì Ulrich, ancora leggermente barcollante, ma si vedeva che le sue condizioni erano parecchio migliorate.
I due si alzarono dalla panchina e lo raggiunsero.
«Come stai?» chiese William sorridendo.
«William! Io sto bene, direi. A quanto pare, avevo ingerito troppo alcool.»
«Bene. E sai, per quella volta, che ho combinato un bel casino?» chiese William indicando il labbro per fargli capire che parlava della rissa di pochi giorni prima «Beh, ho spiegato tutto a.. Guarda tu stesso!» disse indicandogli Yumi, che era paralizzata a pochi metri da loro.
«Yumi?» la ragazza guardò colui che amava, era lì e stava bene.
«Ulrich! Oddio, come stai?» chiese lei correndogli incontro, finendogli tra le braccia.
«Yumi!» rispose il moro dandole un bacio.
«Siete disgustosi!» disse William «Ulrich, ora siamo pari. E ancora scusa.» disse il ragazzo andandosene con le mani in tasca.
«Ehi, grazie!» disse Ulrich, prima di vedere l'amico sparire dietro l'angolo senza dire una parola in più, ma ci avrebbe giurato che stava sorridendo.
Yumi intanto era ancora tra le sue braccia, commossa e con l'anima più leggera, lui stava bene e William le aveva detto la verità.
Lui ricambiò l'abbraccio della ragazza.
«Perchè? Perchè ti eri ridotto così? Stupido.» disse lei tenendosi stretta al suo petto con tutta se stessa.
«Io.. Ero scoinvolto, in questi giorni ho realizzato che senza di te io non posso più vivere.»
«Stupido.» continuò lei, anche se basita dalle parole del ragazzo «Come sarei stata io se tu fossi finito in coma, o peggio?» disse piangendo.
«Ma non è successo.»
«Menomale, sarei morta.»
Ulrich le prese semplicemente il viso tra le mani e la baciò
«Non succederà mai più nulla di simile, ok?» le sussurrò dopo essersi staccato da lei.
Yumi si limitò ad annuire, troppo frastornata da quel bellissimo bacio e confusa dalle troppe emozioni che l'avevano colta di sorpresa.
«E poi, devi tornare a vivere da me. Ho una sorpresa.» continuò lui sorridendo.
* * *
Saaaaaaaalve!
Ulrich is back!
Come avete visto, ho fatto tornare il nostro samurai preferito! :')
Ulrich e William migliori amici.. E chi se lo sarebbe aspettato, eh Yumi? u.u
Vaaaabbè, lascio a voi il commento! :)
Un abbraccio a tutti voi,
SmileSmoke.
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