Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Francesca_3107    27/08/2013    4 recensioni
La mia visione di vita da qualche anno è un pò distorta. Da quando mia madre è morta tutto è cambiato. Mio padre si è risposato con una donna orribile, Jade. A causa sua sono stata rinchiusa in un collegio dal quale non si puó uscire se non per le vacanze estive, fortunatamente questo sarà il mio ultimo anno.
*---------
Xx: Sono Leon e tu?
Leon, che bel nome, ma quanto è bello lui! Ma dove ti eri nascosto?
Violetta: Violetta.
Sento improvvisamente caldo e le mie guance diventano rosse. Oddio, io che arrossisco, ma dove si è vista na cosa del genere? Non è da me !
Leon: Sai, hai proprio un nome bellissimo.. Ma tu lo sei di più *mi sorride*
*---------------
Come avrete capito questa è una fan fiction LEONETTOSA *---*
Spero vi piaccia :)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti, volevo scusarmi per non aver postato in queste ultime tre settimane. Purtoppo dove sono andata in vacanza la linea internet era quasi inesistente. Eccomi con un nuovo capitolo, spero vi piaccia!! :)
Eccomi in presidenza, come al solito! Quella strega d'italiano mi ha fatto richiamare dalla Suarez, che paaalle!
Sono qui già da parecchi minuti ad ascoltarla su quali sono le regole, su come ci si deve comportare e bla bla bla. Finita la sua predica mi punisce ancora una volta, costringendomi a pulire tutte le aule del collegio. Vado al pian terreno  per prendere l'occorrente e inizio.
Che sfiga! Quest'anno è iniziato proprio bene, non me ne va giusta una! Finito di pulire le due aule del primo anno mi accorgo della presenza di qualcuno alle mie spalle. Mi volto..
Violetta: Diego? Che ci fai qui!
Diego: Ho visto che non sei venuta a pranzo e ti ho portato da mangiare. Poi magari ti aiuto *sorridendomi*
Violetta: Grazie! 
Ricambiando il sorriso mi siedo in un banco e lui difronte a me. Iniziamo a mangiare ridendo e scherzando. Finito, sistemiamo tutto e ricominciamo a pulire tutte le aule..
Diego: Ehi Violetta!
Violetta: si?
Non ho nemmeno il tempo di voltarmi che mi ritrovo bagnata da capo a piedi, ancora stupita vedo Diego con un secchio vuoto in mano che ride come un matto. Bene, vuoi la guerra?  Guerra avrai! Prendo un'altro secchio d'acqua e glielo butto addosso! Adesso sono io che rido e lui che rimane sconvolto.
Violetta: Tesoro, non ti mettere mai contro di me ! *gli faccio l'occhiolino*
A quelle parole Diego inizia a correre verso di me, io lo precedo scappando per tutta l'aula.. Improvvisamente mi afferra per il braccio, scivolo sul detersivo sparso a terra, mi aggrappo a lui ma cado distesa a terra con lui sopra di me.
Violetta: Ahiiii! *senza smettere di ridere*
Diego: Sei una peste! 
Violetta: Ehi! Peste a chi? *gli do uno schiaffetto sulla spalla*
Continuiamo a ridere rimanendo in quella posizione, i suoi occhi si specchiano nei miei ed entrambi torniamo seri, ci guardiamo per un lungo momento, lui mi sfiora la guancia con le dita della mano destra. Continuo a rimanere con i miei occhi fissi nei suoi. Si sta per avvicinare alle mie labbra. Sempre più vicino. Ammaliata da quegli occhi, chiudo i miei, in attesa di quel bacio.. Mi tornano alla mente un paio di occhi verdi, che non sono quelli che fino a un'attimo prima stavo guardando. Un sorriso che non è quello che prima avevo davanti. Un odore di tabacco che era mischiato alla vaniglia e non alla menta. A delle mani che fanno venire i brividi solo sfiorandomi e non a quelle che mi stavano toccando. A Leon, non a Diego. Apro gli occhi di scatto e con una spinta lo allontano da me. Lui si drizza a sedere stranito. 
Violetta: Diego, scusa. Ma non posso!
Diego: E perché? Fino a un'attimo fa andava tutto bene.. 
Violetta: *Mi avvicino a lui e gli metto una mano sul ginocchio* Diego, la colpa non è tua. È mia. *abbasso lo sguardo* Io, io credo di essermi innamorata di un'altra persona. 
Diego: Cosaaa?! Non ci credo. Non dirmi che è Thomas. *alterandosi*
Violetta: Nono, non è lui. È più grande. 
Diego: Ah, è più grande. Quindi la grande Violetta Castillo non si abbassa a frequentare dei ragazzi della sua età. Che c'è, sono troppo immaturo? 
Violetta: No Diego. Non è questo.
Diego: Oh, si che è questo. Adesso scusami ma devo andare. *si alza ed esce dalla porta*
Violetta: Diego! 
Bene, ci mancava anche questa. Dovevo litigare anche con Diego? Ma cosa c'è che non va in me?
Velocemente mi rialzo e ripulisco tutto il disastro. Finito, torno a riporre l'occorrente al suo posto, per poi avviarmi verso l'auditorium. Entrata trovo le mie amiche sul palco che stanno cantando divertendosi come delle matte. Al solo vederle mi verrebbe una gran voglia di andare su quel palco a cantare con loro, ma non posso. Abbasso lo sguardo. Quando mi sento chiamare da qualcuno. Mi volto. E chi poteva essere se non lui?
Leon: Signorina Castillo alla buon ora.
Violetta: Scusi professore. Ero un pó impegnata a pulire tutte le aule. A causa di quella strega della sua collega.
Leon: Non deve parlare così di una sua insegnante. E comunque io non ho avuto nessuna notizia di questa sua presunta punizione. Per quanto mi riguarda potrebbe anche aver voluto perdere del tempo. Quindi, mi segua. Andremo dalla preside.
Violetta: Non è mica colpa mia se quella rimbambita non le ha detto della mia punizione. Io mi sono spaccata la schiena per pulire quelle aule del cazzo! Quindi non rompa.
Leon: Castillo non mi obblighi a punirla. E abbassi il tono quando parla con me. 
Violetta: *alzando gli occhi al cielo* Si si, come vuole lei. Andiamo!
Mi avvio davanti e lui mi segue a ruota, sto per dirigermi verso l'ufficio dell'occhialuta quando mi sento afferrare per un braccio. 
Violetta: Che diavolo stai facendo? Lasciami!
Leon: Stai zitta e cammina.
Andiamo verso i dormitori, continuiamo a camminare silenziosamente con lui che continua a trascinarmi per il polso. Arriviamo davanti a una porta, la apre e mi ci spinge dentro, entra anche lui e chiude la porta dietro di se. 
Mi guarda. Lo guardo. 
Violetta: Cosa vuoi esattamente? *incrociando le braccia sotto al seno*
Lui mi si avvicina senza staccare gli occhi dai miei. Il mio cuore comincia a battere più velocemente ad ogni suo passo. Eccolo qui, ad un soffio dal mio viso, più bello che mai. Respiro a pieni polmoni il suo profumo. Tabacco e vaniglia. 
Leon: Stai con Diego?
Violetta: Che?? Ma poi saranno affari miei scusa!
Leon: Te lo chiedo un'altra volta. Stai con Diego? 
Violetta: No! Ok? NO! 
Leon: MI STAI MENTENDO!
Violetta: NO CHE NON TI STO MENTENDO! Io e Diego siamo solo amici.
Leon: E come mi spieghi quello che ho visto in aula?
Violetta: Tesoro guarda, io non ti devo spiegare proprio nulla! E non venirmi a fare scenate di gelosia dopo avermi rifiutata! Io e te non stiamo insieme, tu sei il mio professore e io sono una tua alunna. Me lo hai fatto capire chiaramente, quindi fai pace con il cervello! Adesso, se non ti dispiace vado.
Furiosa lo sorpasso, apro la porta della sua stanza ed esco fuori. Qui prendo un bel respiro, per poi incamminarmi verso l'auditorium.
Dopo qualche minuto torna anche Leon, come se non bastasse mi chiama per cantare. Deglutisco e salgo sul palco. 
Leon: Bene Castillo, canti qualcosa.
Violetta: Professore, io non posso.
Leon: *Spazientito* Per quale motivo?
Le mie amiche mi guardano tristemente, sapendo il motivo.
Ecco, ricominciano a tornare alla mente ricordi della mia infanzia e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Violetta: Non sono affari che la riguardano!
Leon: Castillo, non mi costringa a prendere provvedimenti.
Violetta: Può prendere tutti i provvedimenti che vuole, ma io NON CANTERÒ! *con la voce spezzata dal pianto*
Avvicino le mani al viso e correndo scendo dal palcoscenico per poi uscire dall'auditorium..  Velocemente arrivo al terzo piano, dove non c'è niente e nessuno, sbattendo molte volte contro qualcuno e senza nemmeno farci caso. Entro in una stanza e chiudo la porta alle mie spalle. Cammino su e giù per la stanza, dopo essermi accesa una sigaretta, continuando a piangere. Mi avvicino ad un muro e mi ci appoggio, scivolandoci contro arrivo a sedermi per terra. Porto le ginocchia al petto e le abbraccio, continuando a fumare. Dopo poco vedo la porta aprirsi improvvisamente.
Violetta: Cosa ci fai qui?
Leon: Sono venuto a vedere come stavi. Non pensavo ti mettessi a piangere.
M si avvicina e si siede al mio fianco appoggiandosi al muro.
Rimaniamo in silenzio per parecchio tempo a guardare in avanti. Faccio un bel respiro..
Violetta: Non canto per mia madre. Si è suicidata quando avevo dodici anni. 
Leon: *mi asciuga le lacrime con il pollice* Non devi..
Lo guardo. Quei suoi occhi nonostante tutto m'ispirano fiducia.. Scosto il mio viso dalla sua mano e torno a guardare il muro davanti a me, mentre lui continua a guardarmi.
Violetta: Sai, lei era una cantante famosa. Mio padre mi ha raccontato che quando avevo sei anni, un discografico la sentì cantare in un ristorante e le fece incidere il suo primo disco. Da allora iniziò a fare tour, serate e tanto altro. Eravamo veramente felici. Lei era felice. Poi però  iniziò a far uso di droghe, aveva sperperato quasi tutti i soldi che aveva guadagnato. Una mattina, avevo dodici anni, mi picchiò perché non volevo darle i miei risparmi e finii in ospedale. Il giorno dopo mio padre mi venne a trovare e disse che mia madre si era suicidata e che aveva lasciato una lettera..
 
FLASHBACK.
Papà mi mostra una lettera della mamma, inizio a piangere:
 
Mi dispiace per tutto. Sono una pessima madre e una pessima moglie. Fin da bambina ho sempre avuto due desideri : avere una famiglia e diventare una cantante famosa. Entrambi si sono realizzati, ma uno ha danneggiato l'altro. Io sono cambiata radicalmente, non sono più la stessa ormai.. Ho picchiato persino te, Vilu, a causa mia sei finita in ospedale e questo non me lo perdonerò mai. Per questo ho deciso di farla finita, continuerei ad essere un peso per entrambi e non voglio. German, giurami che avrai cura di nostra figlia come hai sempre fatto e come io non sono riuscita a fare. Vi amo entrambi, non dimenticatelo mai. Addio. 
 
Papà si siede sul mio letto ed entrambi ci abbracciamo piangendo.
FINE FLASHBACK.
 
Continuo a guardare dritto davanti a me, lui rimane in silenzio.. Dopo poco si alza e mi porge la mano. Alzo lo sguardo verso di lui..
Leon: Verresti in un posto con me?
Lo guardo interrogativa, lui mi sorride. Decido di andare con lui.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Francesca_3107