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Autore: alezeia    27/08/2013    0 recensioni
Amore, amicizia, tenacia e spirito di combattimento, sono queste le caratteristiche dei personaggi della storia, le stesse della protagonista: Alexandra. Alex sostiene il fratello Nathan in ogni sua sfida, per lei il sogno del fratello di diventare campione di box è importante quanto per lui. Nathan è uno dei due più promettenti atleti della palestra, c'è anche Marcus suoeterno nemico anche nella vita. i due infatti sono in continua competizione. cosa succederebbe si Alex iniziasse a sentire qualcosa per Marc? Ovviamente a tutto ciò si aggiungono amici, scuola e famiglia e tutti i problemi che potrebbero passare per la testa di una diciasettenne. Come sfondo una caldissima San Diego (California)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Alex aprì gli occhi e, con ancora la vista sfocata, si alzò goffamente dal letto.
-Ah, buongiorno Cloe - e accarezzò il gomitolo di pelo grigio che stava rannicchiato sul davanzale-le sette … Nathan! Naaaaaathan !
Alexandra correva come un piccolo uragano di un metro e sessantacinque per tutta la casa, vestendosi, preparando la colazione e cosa più importante : cercando di svegliare suo fratello.
  • Nathan, svegliati! Possibile che a 18 anni hai ancora bisogno che qualcuno  ti svegli? L’incontro con Hamilton! Te ne sei dimenticato?
  • E secondo te mi dimentico l’occasione per rovinare il bel faccino di Hamilton? Non scherzare! Comunque non ti preoccupare, sono sveglio, piuttosto vai dalle uova altrimenti si carbonizzeranno. Ahahahah!
Mentre Alex correva ad evitare che la colazione si tramutasse in un nero ammasso polveroso, Nathan preparava  il suo borsone per l’incontro che aveva in mattinata e dopo qualche flessione scese in cucina.
  • Nonostante mamma e papà siano via non credere che la tua colazione speciale pre-box non sia in tavola!- disse trionfante  non appena vide il fratello varcare la porta.
Era domenica e Alexandra era eccitata per la sfida del fratello, come ogni volta. Pur essendo un anno più piccola si prendeva cura di lui con istinto materno e vederlo soddisfatto di se stesso, la rendeva la ragazza più orgogliosa di San Diego. Nathan era un atleta promettente, con tutte le carte per gareggiare alle olimpiadi. La famiglia si era trasferita in California quando Alex aveva 11 anni, per garantire al fratello una palestra prestigiosa in cui allenarsi. Le spese erano sicuramente alte ma i sacrifici erano d’obbligo visto il suo incredibile talento. Sua sorella al contrario era una ragazza ordinaria, voti nella media, aspetto nella media, ad una prima occhiata poteva sembrare anche banale, ma chi la conosceva sapeva che dentro di se aveva un animo unico.  Aveva i capelli lunghi e sempre sciolti, il volto era fresco mai truccato al contrario di molte sue coetanee e gli occhi verdi, dolci, gentili, circondati da folte e lunghe ciglia. Il suo aspetto era grazioso, spesso inciampava di qua e di la, non poteva essere descritta come agile e scattante ma bastava accendere la musica per trasformarla in una farfalla. Bastavano delle note, non importava di quale genere, per renderla aggraziata, precisa nei movimenti come un tutt’uno con la melodia. Non si rendeva conto di quanto fosse brava, in ogni caso non aveva mai voluto prendere lezioni o cose del genere, per lei era un modo di sfogarsi, di liberare la mente.
Dopo colazione Alex si mise alla guida, Nathan al suo fianco aveva le cuffiette nelle orecchie e arrivarono davanti alla palestra in silenzio. Come sua sorella amava la musica e prima di ogni incontro questa lo aiutava a concentrarsi, a seconda dell’avversario sceglieva il pezzo che lo caricasse al punto giusto. Ad Alexandra piaceva assistere ai suoi combattimenti, liberava una fiera quando saliva sul ring e ogni volta provava un filo di sorpresa nel vedere come un ragazzo tanto tranquillo e composto come lui, potesse diventare così letale. Rimaneva sempre nella correttezza però, spesso dei suoi compagni tendevano a giocare sporco, lui non aveva mai tirato un colpo basso. Mentre erano ancora in macchina, davanti all’entrata Alex abbassò i finestrini e aspirò profondamente l’aria, era calda, secca, sembrava un abbraccio che le entrava nei polmoni. Era una bella giornata di Settembre , il cielo era di un azzurro chiarissimo che in alcuni punti sembrava bianco, si vedeva ancora la luna e Alex si incantò guardandola, quando alzando gli occhi vedeva la luna poteva rimanere ore ad osservarla.
-Allora? domani si ricomincia … - disse Nathan.
-Sì ma adesso non voglio parlare di scuola, piuttosto come sta la nostra stella? è in giornata?
-Sai che a questa domanda non ti rispondo mai, lo sento soltanto quando sono là sopra … - Nathan come ogni volta che parlava di box aveva lo sguardo fisso nel vuoto, che visualizzava il ring, i guantoni, il suo ambiente.
- La mia stella … - Alex gli passò una mano tra i capelli dorati, sorridendogli dolcemente, con quel sorriso che conosceva bene, dava una pace e una sicurezza capace di annullare qualsiasi preoccupazione.
Nathan le prese le mani e le strinse fra le sue e la guardò intensamente, i loro occhi dello stesso verde si specchiarono per qualche secondo.
-Lo sai che sei te quella che fa brillare questa stella, vero?- Nathan le parlò in un sussurrò e continuava a guardarla negli occhi, come se da un momento all’ altro la risposta sarebbe stata scritta li dentro. In un certo senso fu così, lei ricambiò lo sguardo e lo abbracciò poggiando la testa sul suo petto. Dopo un tempo indefinito scesero dalla macchina e senza dire niente si avviarono alla palestra.
Alex aprì gli occhi e, con ancora la vista sfocata, si alzò goffamente dal letto.
-Ah, buongiorno Cloe - e accarezzò il gomitolo di pelo grigio che stava rannicchiato sul davanzale-le sette … Nathan! Naaaaaathan !
Alexandra correva come un piccolo uragano di un metro e sessantacinque per tutta la casa, vestendosi, preparando la colazione e cosa più importante : cercando di svegliare suo fratello.
  • Nathan, svegliati! Possibile che a 18 anni hai ancora bisogno che qualcuno  ti svegli? L’incontro con Hamilton! Te ne sei dimenticato?
  • E secondo te mi dimentico l’occasione per rovinare il bel faccino di Hamilton? Non scherzare! Comunque non ti preoccupare, sono sveglio, piuttosto vai dalle uova altrimenti si carbonizzeranno. Ahahahah!
Mentre Alex correva ad evitare che la colazione si tramutasse in un nero ammasso polveroso, Nathan preparava  il suo borsone per l’incontro che aveva in mattinata e dopo qualche flessione scese in cucina.
  • Nonostante mamma e papà siano via non credere che la tua colazione speciale pre-box non sia in tavola!- disse trionfante  non appena vide il fratello varcare la porta.
Era domenica e Alexandra era eccitata per la sfida del fratello, come ogni volta. Pur essendo un anno più piccola si prendeva cura di lui con istinto materno e vederlo soddisfatto di se stesso, la rendeva la ragazza più orgogliosa di San Diego. Nathan era un atleta promettente, con tutte le carte per gareggiare alle olimpiadi. La famiglia si era trasferita in California quando Alex aveva 11 anni, per garantire al fratello una palestra prestigiosa in cui allenarsi. Le spese erano sicuramente alte ma i sacrifici erano d’obbligo visto il suo incredibile talento. Sua sorella al contrario era una ragazza ordinaria, voti nella media, aspetto nella media, ad una prima occhiata poteva sembrare anche banale, ma chi la conosceva sapeva che dentro di se aveva un animo unico.  Aveva i capelli lunghi e sempre sciolti, il volto era fresco mai truccato al contrario di molte sue coetanee e gli occhi verdi, dolci, gentili, circondati da folte e lunghe ciglia. Il suo aspetto era grazioso, spesso inciampava di qua e di la, non poteva essere descritta come agile e scattante ma bastava accendere la musica per trasformarla in una farfalla. Bastavano delle note, non importava di quale genere, per renderla aggraziata, precisa nei movimenti come un tutt’uno con la melodia. Non si rendeva conto di quanto fosse brava, in ogni caso non aveva mai voluto prendere lezioni o cose del genere, per lei era un modo di sfogarsi, di liberare la mente.
Dopo colazione Alex si mise alla guida, Nathan al suo fianco aveva le cuffiette nelle orecchie e arrivarono davanti alla palestra in silenzio. Come sua sorella amava la musica e prima di ogni incontro questa lo aiutava a concentrarsi, a seconda dell’avversario sceglieva il pezzo che lo caricasse al punto giusto. Ad Alexandra piaceva assistere ai suoi combattimenti, liberava una fiera quando saliva sul ring e ogni volta provava un filo di sorpresa nel vedere come un ragazzo tanto tranquillo e composto come lui, potesse diventare così letale. Rimaneva sempre nella correttezza però, spesso dei suoi compagni tendevano a giocare sporco, lui non aveva mai tirato un colpo basso. Mentre erano ancora in macchina, davanti all’entrata Alex abbassò i finestrini e aspirò profondamente l’aria, era calda, secca, sembrava un abbraccio che le entrava nei polmoni. Era una bella giornata di Settembre , il cielo era di un azzurro chiarissimo che in alcuni punti sembrava bianco, si vedeva ancora la luna e Alex si incantò guardandola, quando alzando gli occhi vedeva la luna poteva rimanere ore ad osservarla.
-Allora? domani si ricomincia … - disse Nathan.
-Sì ma adesso non voglio parlare di scuola, piuttosto come sta la nostra stella? è in giornata?
-Sai che a questa domanda non ti rispondo mai, lo sento soltanto quando sono là sopra … - Nathan come ogni volta che parlava di box aveva lo sguardo fisso nel vuoto, che visualizzava il ring, i guantoni, il suo ambiente.
- La mia stella … - Alex gli passò una mano tra i capelli dorati, sorridendogli dolcemente, con quel sorriso che conosceva bene, dava una pace e una sicurezza capace di annullare qualsiasi preoccupazione.
Nathan le prese le mani e le strinse fra le sue e la guardò intensamente, i loro occhi dello stesso verde si specchiarono per qualche secondo.

-Lo sai che sei te quella che fa brillare questa stella, vero?- Nathan le parlò in un sussurrò e continuava a guardarla negli occhi, come se da un momento all’ altro la risposta sarebbe stata scritta li dentro. In un certo senso fu così, lei ricambiò lo sguardo e lo abbracciò poggiando la testa sul suo petto. Dopo un tempo indefinito scesero dalla macchina e senza dire niente si avviarono alla palestra.

  
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