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Autore: Dro    27/08/2013    3 recensioni
Donne e uomini che tra nascondere il volto o frustrare il corpo scelgono la seconda opzione.
Madri e padri che per proteggere i propri figli sono disposti ad abbandonarli.
Fratelli ed amanti che per stare insieme vengono divisi fisicamente e spiritualmente.
In un gioco delle parti che trova sempre il suo centro, tra coloro che sono stati costretti a scegliere la vita di traditori fedeli, Shun d’Andromeda deve decidere se accettare ciò che è realmente o continuare a nascondersi dietro le sue paure.
Saint ed amazzoni devono appianare le loro divergenza e formare un’alleanza per la battaglia decisiva.
Attenzione: i protagonisti dovevano essere Shun d’Andromeda, Ikki di Phoenix, Hyoga di Cingus, sorpresa e altro personaggio, ma sono imbranata e non sono riuscita a selezionarne più di uno… Quindi vi prego di non giudicare le mie capacità informatiche, ma di leggere la storia (è la prima che scrivo qui). Spero che vi piaccia…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Note dell’autrice: come l’altra volta voglio ringraziare chi mi legge, chi mi sta’ seguendo come Crystal eye e LadyTsuky, chi mi ha messo tra i da ricordare come Walli. Mi piacerebbe sapere la  vostra opinione, ma anche se non commentate sappiate che apprezzo anche il vostro appoggio silenzioso… (sperando che sia un appoggio) Grazie a tutti e buona lettura. A questo punto, però, vi tocca lo spiegone…
 

Astrea e Dohko
 
La delfina delle amazzoni corse verso lo studio del generale degli argonauti.
Sì, lui era la vera mente, non Seika, era lui che voleva tutti i suoi nipoti sotto controllo. Nessuno era riuscito a starle dietro. Era stata troppo veloce per gli altri. Spalancò la porta con un calcio, al diavolo l’etichetta, al diavolo il rigore, i ruoli e le mansioni. Al diavolo la delfina! L’unica cosa che le importava era vendicarsi. Suo fratello non sarebbe mai passato di lì, mai! Lo avrebbe persino affrontato se necessario, ma non sarebbe mai diventato un argonauta!
- Jason!!!- ruggì.
Nella stanza erano solo lui e Seika. Entrambi molto sorpresi di vederla in quello stato mentre era cosciente.
- Non ti bastava avere me?! Ora vuoi pure Ikki?!-
L’uomo non si scompose, aveva più di trecento anni, ma sembrava un trentenne. I capelli erano neri e gli occhi erano dello stesso colore della nipote. Le sorrise, era la prima volta che la rivedeva dopo tre anni.
- Calmati, Alex…- disse in tono pacato.
Seika la fissò solo un istante, ma la fu subito incenerita con lo sguardo…
- Non mi calmo!!! Sono la futura regina delle Amazzoni!!! Attualmente la carica più importante nelle mura!!! Le decisioni le devi prendere assieme a me, chiaro?!-
- Improvvisamente ti importa del tuo ruolo in fatto di diritti?- le chiese con falsa sorpresa.
- Sì, se ciò mi permette di salvare mio fratello!-
- Non lo vuoi accanto a te?-
I muscoli delle braccia della ragazza si tesero, le nocche sbiancarono, i denti si serrarono e le sopracciglia le si aggrottarono all’inverosimile :- No, se significa precipitarlo qui!!! Puoi usare me come arma, basto ed avanzo! Non ti permetterò di usare anche lui!!!-
- E se fosse per il suo bene?-
- Non potrà mai stare bene qui!!! Mai!!!-
- Non stare bene, essere al sicuro…- la corresse lui.
- Che intendi dire?- improvvisamente la rabbia si trasformò preoccupazione.
Saga, Camus, Aiolaos, Aioria, Afrodite, Kanon, Esmeralda e Hyoga arrivarono in quel momento.
- Sedetevi, devo spiegarvi il vero motivo per cui mio figlio è stato cacciato…-
 
Avevano chiuso la porta della piccola stanza al secondo piano della villa. Si udivano rumori dei lavori in corso per riparare i muri distrutti dopo la lotta di due giorni prima. Marin camminava avanti ed indietro, Mu aveva appena bevuto il quinto caffè della giornata e Shaka era in meditazione, ma non sembrava possedere la serenità consueta. Marin batté la mano sul tavolino.
- Non ce la faccio più!!!- esclamò facendo sobbalzare Mu  – Quello stolto di tuo fratello ha distrutto qualunque possibilità di alleanza tra saint ed Amazzoni e tu stai lì senza reagire?- si rivolgeva a Shaka che, però, non dava segni di vita             – Allora?!- urlò più forte sperando di ottenere qualche reazione.
Shaka aprì gli occhi, ma rimase in silenzio, che poteva rispondere? Neanche lei lo sapeva. La grande regina delle amazzoni messa in crisi da suo padre e suo fratello. Poteva solo diventare lo zimbello del senato…
- Naz… tu hai qualche idea a parte quella di farti venire la pressione alta?-
Mu la fissò stupita, quel nomignolo non lo usava da quando i suoi figli erano stati uccisi da Medea… - No, dobbiamo aspettare e vedere che succede, a mio parere…-
- Come aspettare?- protestò Marin.
- Sì!- disse Shaka laconica.
L’altra emise un gemito e sedette su una delle poltrone. - È tutta colpa di tuo fratello Astrea…-
- Dohko ha pagato abbastanza per un errore che non sa d’aver commesso…- concluse la regina delle amazzoni mestamente.
 
Jason aspettò che tutti si fossero seduti… Hyoga aveva tirato giù Shun per un braccio facendola sedere tra lui ed Esmeralda che le aveva messo una mano sulla spalla.
- Voi sapete che le vostre madri vi hanno abbandonato, dopo aver nascosto la vostra nascita ai vostri padri, eccetto alcuni casi…- cominciò l’eroe divinizzato - …ma è ovvio che non lo hanno fatto con gioia… sono state costrette…-
Shun si massaggiò la nuca con la mano sana.
- Io sapevo di Afrodite, non di Shun ed Ikki…- spiegò Saga.
- Come Afrodite?- chiese Shun.
- Pensavi ti chiamassi sorellina per scherzare?- obbiettò subito la diretta interessata.
- Ma Ikki è … mio fratello…- mormorò la ragazzina con il timore di tradire il saint di Phoenix a quelle rivelazioni.
Afrodite non si offese, sapeva benissimo di non poter insinuarsi nel rapporto che c’era tra i fratelli più piccoli. Ikki aveva cresciuto Shun…
- Continua, per favore…- fece Hyoga, che voleva sapere perché sua madre lo aveva ingannato a quel modo.
- Tutto cominciò quando nacque Dohko… dovevate vederlo: era un bambino fantastico…-
Nella testa di tutti gli ex saint si materializzò l’immagine di Dohko quando era il sosia di Yoda in viola con il ciuccio in bocca…
- Ma a Medea non bastava…-
Esmeralda alzò la mano come a scuola. Jason le fece cenno di parlare. – Chi era Medea?-
- La regina delle amazzoni prima di Astrea … Aveva la tua armatura… e Glauce quella di Shun…-
- La campionessa che deteneva il record battuto da Shun…- spiegò velocemente Seika vedendo nuovamente la mano di Esmeralda alzata.
- Quale record?- chiese Saga.
- Quello di più giovane vincitrice di un titano…- rispose Hyoga.
- Veramente era quello di più giovane a prendere l’armatura…- corresse la sorella del saint di Pegasus.
- Ma quanti…- provò a chiedere Saga, ma la figlia grande l’ammonì con uno sguardo impaziente.
- Tornando a noi, Medea non sopportava che, benché figlio di due divinizzati potenti come noi, non avesse avuto altro che la reincarnazione di un dio minore…-
- Scusa se te lo dico - lo fermò Aioria – ma tu sposi la reincarnazione di una che ha ucciso i tuoi figli per farti dispetto e non ti aspetti che sia un po’… come dire…-
- Matta?- lo aiutò il fratello.
- Potete non interromperlo più?!- esclamò il russo molto alterato.
- Grazie, comunque non era la reincarnazione di Medea la strega della Colchide, era quella di Metide…-
- La madre di Atena…- sussurrò Shun.
- Esatto, voleva la dea della guerra come figlia, poi dopo circa due secoli nacque Astrea. Lei era la figlia che voleva, almeno così pensava all’inizio, la reincarnazione di Rea. Tutto sembrava perfetto…- il narratore sospirò -… poi lei rimase incinta circa all’età che tu hai ora…- disse rivolgendosi alla nipote più piccola - …e nacque Afrodite, una dea dei dodici. Medea cominciò ad essere invidiosa di quella figlia, non poteva sopportare che oltre ad ereditare il suo trono avrebbe avuto anche i figli che voleva lei…-
- I primi seri segni di cedimento si ebbero dopo la nascita di Ricky…-
Tutto aggrottarono le sopracciglia senza capire…
- Ah, già, scusate, intendevo Ikki. Medea tentò d’ucciderlo e le due donne dell’armatura d’Andromeda si scontrarono, solo che la Gorgone sconfisse la principessa, Medea fu cacciata ed Astrea, che mai avrebbe pensato sarebbe successo, divenne regina… -
- Ma Astrea era la figlia di Medea, hanno eletto due persone della stessa famiglia?- chiese Kanon.
- Sì, a dire il vero… se conti bene è la terza volta che succede…  le famiglie Start, Lei e Katalanoff sono le più antiche nel mondo amazzone…-
- Basta interruzioni!!!- esclamò Hyoga ancor più ansioso di prima.
-… Astrea capì che doveva nascondere la nascita del figlio anche a suo padre per proteggerlo… anche il resto delle amazzoni della squadra che allora si chiamava solo αera in dolce attesa, Natascia aveva da poco avuto i gemelli, sua sorella, Sion, aveva avuto Shiryu da Dohko e Marin, che in realtà non era ancora entrata a far parta della squadra, aveva appena partorito Seiya. Il fatto che erano tutti in pericolo, i bambini intendo, fece decidere a tutte loro di lasciare l’ordine, tranne naturalmente la novella regina… comunque Dohko fu sospeso a tempo indeterminato, anche se non aveva fatto nulla di così grave. Aveva solo detto ad Aiolaos che aveva avuto un figlio, ma così fu costretto a raccontargli tutto… in realtà li volevamo già arruolare… -
- Certo…- commentò sarcastica Seika –… vi servivamo io ed il mio fratellino acefalo…
- Sì, - ammise Jason senza pudore – servivate tutti… Astrea rimase nuovamente incinta…- Jason guardò la delfina intensamente…
- Ma usare precauzioni, no?- propose Camus guardando storto Saga che arrossì.
- Medea andò ad incontrare Dohko, lui sapeva dove si trovavano tutte le amazzoni ed i loro bambini e… lo convinse a riverarglielo…-
Saga, Camus e Aiolaos impallidirono ed i loro figli li guardarono come per dire ma perché gli importa tanto?
- Medea andò a cercarvi… La prima che trovò fu Sion dovette abbandonare il figlio, poi fu il turno di Marin che li nascose alle Figi, pensando che era abbastanza lontano dalla Grecia… poi diede la caccia ad Astrea. Lei scappò in Giappone con i due più piccoli… Afrodite era già ad allenarsi, Medea non l’avrebbe mai attaccata qui e poi non gli interessava di certo lei, anche se anche io solo ora capisco il suo interesse per te…- si rivolse a Shun - Medea vi trovò… tu avevi circa sei mesi ed Ikki quasi tre anni. Quando sentì il vostro cosmo tentò subito di uccidervi… Astrea riuscì a fermarla, ma lei questo non lo sa, io ho fatto credere a tua madre e a tua nonna che siete morti…-
Shun aggrottò le sopracciglia :- Ma quanti miei certificati di morte sono stati rilasciati? Mi devo preoccupare?-
- Pensavo ti saresti arrabbiata… comunque poi è stato il turno di Natascia, lei riuscì a nascondersi, e quando non lo poté più fare, lasciò Esmeralda all’isola di Andromeda e lasciò Hyoga in Siberia, ma poi io trovai il modo di mandarvi tutti o quasi in Giappone. Eravate troppo piccoli per ricordarlo…-
- Perché in Giappone?- chiese Seika.
- Perché conoscevo le ambizioni di Kido e sapevo che voleva un esercito di Saint per quella che noi avevamo fatto credere essere Atena… -
- Perché convinse Ikki a far sembrare Shun un maschio?- chiese Saga dando voce alle domande che mentalmente si stava ponendo la figlia torcendosi le mani.
- Credo che fosse per Ikki, lo voleva nella sua squadra. Lui era più grande, il suo cosmo si notava subito… invece quando si accorsero di Shun pensarono di usarla per ampliare i poteri di Saori…-
- Tu hai detto di aver coinvolto Ikki per il suo bene…- gli ricordò Shun.
- Sì, Medea ora dopo le battaglie negli inferi ha sentito i vostri cosmi di nuovo, il tuo non lo ha riconosciuto corrotto com’è da quello di Hades, ma quello degli altri quattro sì…-
- Quindi tu pensi che mio fratello qui sarebbe al sicuro… E Seiya e Shiryu? Di loro non ti importa?-
- Un passo alla vota. Qui c’è il grande amore di Shiryu e tutte le donne della vita di Seiya. Non sarà difficile convincerli, ma Medea come prima mossa cercherà tuo fratello…-
- Perché quando mi sono buttato in acqua ho visto il corpo di mia madre?- sbottò Hyoga, la cosa che più gli premeva non gliel’avevano detta.
- Non lo so…- gli rispose Jason sinceramente.
 
- L’hai trovata?- chiese Saga a Kanon.
- No, era tornata ad allenarsi, pensavo che tu le avresti dato assistenza, dopo tutto quello che è successo oggi…- osservò il gemello.
- Proprio per questo non l’ho voluta vessare troppo…- si giustificò l’altro.
- Non ti preoccupare, la stanno cercando tutti…- si intromise Aiolaos – Stai diventando un padre fin troppo apprensivo, lo sai?-
- Lei ha bisogno di qualcuno che se ne occupi… l’avete vista? Non è come Afrodite, lei se l’è sempre cavata…-
- Ha venticinque anni ed una figlia di nove che ha più considerazione  di sua zia diciassettenne che di lei… e combatte lanciando rose!- obbiettò Kanon – Diciamo invece che preferisci Shun…-
Saga guardò a terra. In realtà non sapeva se preferiva un figlio in particolare, non li aveva cresciuti, ma nei riguardi della delfina delle amazzoni si sentiva in colpa.
Hyoga intanto in un’altra stanza si guardava intorno, vide un tavolo coperto da  una tovaglia bianca molto impolverata che doveva aver visto giorni migliori. Sorridendo si avvicinò al tavolo si accovacciò a terra e scostò leggermente la tovaglia.
- Posso entrare nel tuo ufficio?-
Shun lo fissava da sopra le ginocchia.- Sì…-
Il ragazzo strisciò vicino a lei e si sedette a gambe stese. – Le vecchie abitudini non muoiono mai, eh?-
Lei lo guardò con la coda dell’occhio. – Spero che non farò per sempre così…-
- Hai pensato alla possibilità di far entrare Ikki nel corpo degli argonauti?-
- Io non lo voglio coinvolgere, sai meglio di me che qui gli scontri sono un’altra cosa…-
- Perché qui titani e fauni attaccano ogni cinque minuti ed anche un bambino sa usare il cosmo? Tuo fratello è uno tosto, se la caverà alla grande…- la rassicurò lui.
- Ma hai visto come i saint non riuscivano ad affrontare le menadi? E sono quelle che quando si spaventano si autodistruggono!!!-
Improvvisamente si accorse che lui era veramente vicino a lei, tanto che i loro nasi quasi si sfioravano… arrossì veloce come una lampadina appena accesa.
- Troppo vicino?- chiese lui, ma senza scostarsi ancora.
Lei gli mostrò il profilo ed appoggiò la testa sulla sua spalla. – Tu non sei mai troppo vicino…-
  
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