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Autore: marthiachan    28/08/2013    4 recensioni
"È tornato.
Dopo tutto questo tempo...
Ho sentito i miei ormoni scalpitare quando me lo sono trovato di fronte, così pallido ed etereo come lo ricordavo, ma ancora più bello. I suoi occhi verdi da felino avevano qualcosa di diverso, di ancora più affascinante. Potevo leggervi il dolore che aveva provato negli ultimi tre anni e che lo aveva quasi trasfigurato. Il suo sguardo ora non era più così freddo e scostante. Non so come spiegarlo, ma era pieno di calore e sofferenza. Forse erano le piccole rughe che gli si erano formate attorno agli occhi a dargli quella profondità. O forse no. Nessuna ruga può trasformare così tanto qualcuno."
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Long fic legata alle mie precedenti “Tornare a casa” e “La ricerca della felicità.” Può essere letta anche senza aver letto le precedenti perché i fatti principali sono sostanzialmente gli stessi, solo che sono raccontati dal punto di vista di Molly.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock's Diary'
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Bene, eccoci all'ultimo capitolo.
Ovviamente il romanticismo non manca nemmeno qui, perché quando mi ci metto so essere davvero una gran sentimentale.
E credo che anche Sherlock lo sia, quindi in questo capitolo darà sfoggio di tutte quelle emozioni che ha tenuto nascoste per tanto tempo.
Ringrazio chiunque abbia deciso di imbarcarsi a leggere questa long fic, sopportando le mie folli manie diversamente romantiche.
Ringrazio chiunque abbia recensito o recensirà in futuro questo mio parto chilometrico.
E' stato bello per me condividere il mio tempo con Sherlock e Molly, e probabilmente lo farò ancora, non appena avrò la giusta ispirazione.
Buona lettura.

12

Ieri John e Mary sono rientrati dal loro viaggio di nozze.
Anche se cercava di nasconderlo, Sherlock era felice come un bambino. Così felice da organizzare una cena di bentornato. Ne ha parlato per due giorni. Era così impaziente di vedere John! Era commovente vederlo così emozionato. Mentre io e Mrs. Hudson ci siamo accordate per cucinare, lui si è offerto di pagare di tasca sua tutto il necessario. Incredibile, chi lo avrebbe mai detto?
Quando ho finito il mio turno di lavoro, sono andata direttamente a Baker Street. Salendo al primo piano ho trovato Sherlock che terminava di riordinare la sala liberandola dalle sue cianfrusaglie, mentre Mrs. Hudson si stava occupando di rendere agibile la cucina.
Come avevano deciso la sera prima, Sherlock si è occupato personalmente di portarla in braccio al piano di sopra, come di riportarla sotto a fine serata.
Credo sinceramente che farebbe qualsiasi cosa per Mrs. Hudson.
Quando sono entrata nella stanza mi sono avvicinata a lui per dargli un rapido e discreto bacio, ma lui mi ha abbracciato e mi ha baciato in maniera molto espansiva.
“Ma...” ho obbiettato indicando Mrs. Hudson.
“Lo sa già, e ci da la sua benedizione.”
“Oh, bene. Avevamo bisogno della sua benedizione?”
“No, ma pensavo ti facesse piacere sapere che lei è felice per noi.”
“Certo. Quindi ora lo dirai anche a John?”
“Sì, appena mi sarà possibile.”
“Bene, perché penso che sia della sua benedizione che mi devo preoccupare, giusto?”
“Non devi. John ti adora.”
Ho sorriso sperando che avesse ragione e poi ho raggiunto Mrs. Hudson in cucina per iniziare a preparare la cena. Sherlock ha aiutato come poteva e cioè deliziandoci con un sottofondo musicale suonato al violino.
Anche se non credo fosse solo per noi. L'emozione aveva lasciato il posto a un certo nervosismo e credo fosse sinceramente in ansia. Era evidente che aspettava John per parlargli e sembrava esserne preoccupato. Sapevo che voleva dirgli di noi ma non sapevo se aveva intenzione di dirgli dell'altro. Qualcosa che chiaramente lo preoccupava. Qualcosa che avrebbe potuto minare la loro amicizia.
Mentre cucinavamo ogni tanto lo guardavamo, non stava solo suonando, era immerso in delle riflessioni.
“Fa sempre così quando pensa...” ha detto Mrs. Hudson.
“È la prima volta che lo vedo suonare.”
“Davvero, cara? Strano.”
“Sì, in effetti volevo chiedergli di farmi sentire qualcuna delle sue melodie.”
“Oh, sono deliziose. Così delicate e tristi...”
Tristi? Sono sempre tristi?”
“Sì, ora che ci penso. Quelle che compone lui sì, ma a volte suona qualcosa di Bach e di altri compositori tedeschi di cui non ricordo il nome...”
Non ho potuto fare a meno di chiedermi se Sherlock aveva mai composto una melodia allegra o se comporre era un modo che aveva per esorcizzare i suoi demoni e, di conseguenza, la sua musica potesse essere solo triste.
In quel momento, mentre stava concludendo una melodia, John e Mary sono entrati nell'appartamento.
“Wow, non credo di aver mai visto questo posto così in ordine. A cosa dobbiamo tale onore?” ha esordito John con tono sarcastico.
“Ovviamente al vostro ritorno.” ha detto Mrs. Hudson lanciandosi verso di loro per abbracciarli.
Così ho fatto anche io, mentre Sherlock è rimasto per un attimo in disparte. Solo quando la girandola di baci e abbracci e terminata, si è avvicinato a John.
“Bentornato.” ha detto semplicemente stringendo la mano al suo migliore amico.
John sorriso e gli ha dato una pacca sulla spalla. In quel momento a loro si è avvicinata Mary.
“Grazie per questo invito, Sherlock. Ti abbiamo portato un souvenir dalla Grecia.”
“Grazie, Mary. E bentornata anche a te.” ha replicato Sherlock con tono estremamente socievole avvicinandosi a lei e dandole un affettuoso, se pur breve, bacio sulla guancia.
Mary e John erano stupiti e lo hanno guardato con gli occhi spalancati.
“Sherlock, cosa...” ha iniziato a dire John, ma Sherlock l'ha interrotto subito.
“John, hai lasciato delle cose nella tua vecchia camera. Vieni, te le mostro.” ha detto dirigendosi al piano di sopra con passo lento ma deciso.
John ha lanciato uno sguardo perplesso a sua moglie e poi lo ha seguito sparendo al piano di sopra. Mary si è avvicinata a noi con un sorriso imbarazzato.
“Beh, immagino abbiano bisogno di qualche minuto da soli... Discorsi da uomini, giusto?”
“Sì, probabilmente.” ho confermato con un sorriso. “Allora, come era la Grecia?” ho aggiunto per cambiare discorso.
“Oh, splendida. Ho con me le foto, vuoi vederle?”
“Oh, sì, volentieri. Non appena finisco con le patate...” ho risposto mentre mi occupavo di controllare la cottura e poi mi sono avvicinata a lei per vedere le foto.
“Molly, non abbiamo avuto di parlare al matrimonio.” mi ha invece sussurrato portandomi in sala per non farsi sentire da Mrs. Hudson. “Tutto bene?”
“Oh, sì, certo. Tutto a posto.”
“Al matrimonio sembravi un po'... provata.”
“Effettivamente lo ero, ma è andato tutto bene.”
“Quindi, non sei più fidanzata.” ha aggiunto lei guardando la mia mano ormai priva del pesante anello.
“Sì, non c'è un matrimonio per me nell'immediato futuro.”
“E in un futuro prossimo?”
“Chissà...” ho risposto non potendo evitare di sorridere.
“C'è forse qualche novità?” ha chiesto lei incuriosita e con uno sguardo furbo.
“Beh...” ho esitato per un attimo, poi mi sono resa conto che al piano di sopra Sherlock stava sicuramente informando John, quindi non c'era motivo di tacere. “In effetti, io e Sherlock...”
“Oh, Molly!” ha esclamato lei abbracciandomi. “Sono così felice per te!”
“Anche io sono felice, anche se ancora non mi sembra vero.”
“Sai, credevo che Sherlock non si sarebbe mai deciso. Sembrava sempre così freddo... Poi John mi ha raccontato tutto di lui e ho capito.”
“Cosa hai capito?”
“Ho capito che la sua freddezza è solo una posa. E che se si lasciasse andare potrebbe rendere felice qualunque donna. Ed è giusto che quella donna sia tu... Lo hai amato in silenzio per così tanto tempo, hai sopportato i suoi malumori e le sue cattiverie. È meraviglioso che finalmente si sia reso conto di amarti...”
“Lui non ha mai usato quella parola, in realtà.” ho obbiettato imbarazzata. “Non ha mai detto di amarmi, ma mi ha detto tante altre cose e mi ha dimostrato con i fatti quanto tiene a me. Credo che ne abbia paura, ecco perché non lo dice, ma io riesco a leggerlo nei suoi occhi ogni volta che mi guarda. Credi che sia solo un'illusa?”
“Oh, no, Molly, no!” ha esclamato abbracciandomi con affetto. “Sono certa che ti ama solo che ha paura di dirlo, esattamente come pensi tu. Io lo conosco molto poco, ma da quello che ha detto John sono certa che ha un buon cuore. E sono certa che ti ami.”
“Grazie, Mary. Io spero davvero di non sbagliarmi...”
“Ne sono certa. E che dici di me? Credi che io gli piaccia?”
“A Sherlock?”
“Sì. Prima mi ha dato un bacio sulla guancia ed è stato davvero strano. Sembrava quasi che si sforzasse di dimostrare che gli piaccio... Non credi?”
“Credo che semplicemente lui non ti conosca. E che abbia paura di te.”
Paura? Sherlock Holmes ha paura di me?
“Sì, credo che tema che tu gli porti via John per sempre. Non tu in quanto persona, ma tu in quanto moglie. Teme che ora John non avrà più tempo per lui.”
“Tutto ciò è molto infantile, non credi?”
“Oh, sì. Assolutamente.” ho detto ridendo. “Ma ti rivelerò un segreto. Sherlock Holmes è l'uomo più infantile di questo mondo.”
Siamo scoppiate entrambe a ridere e siamo tornate in cucina ad aiutare Mrs. Hudson.
Pochi minuti dopo è arrivato Greg con una bottiglia di vino sotto il braccio. Era allegro e ci ha salutato con entusiasmo. Non lo vedevo così da molto tempo...
“Sembri felice. Hai qualche bella novità?” ho chiesto immaginando cosa poteva avergli tirato su il morale.
“Ecco, in effetti sì. Ho conosciuto una donna e siamo usciti un paio di volte. Lei è davvero meravigliosa.”
“Oh, Greg, è fantastico, quando ce la fai conoscere?” ho chiesto sinceramente felice per lui.
“Non so, è ancora presto. Sai, non voglio affrettare le cose.”
In quel momento Sherlock e John sono ridiscesi e sembravano sereni, quindi tutto era andato bene.
“Fai bene, potrebbe scappare scoprendo che frequenti gente come noi.” ha scherzato John passando accanto a Greg e scatenando una risata generale.
Poco dopo ho visto Greg avvicinarsi a parlare con Sherlock e immergersi in una conversazione che sembrava coinvolgerli parecchio, probabilmente riguardava il lavoro. Nel frattempo abbiamo preparato la tavola in sala e subito dopo abbiamo servito la cena.
Sono stati fatti dei brindisi, principalmente in onore del fatto che eravamo nuovamente tutti insieme. Era evidente che tutti pensassero alla presunta morte di Sherlock, anche se non veniva nominata. Una volta finiti i brindisi stavamo per iniziare a mangiare quando Sherlock ha sorpreso tutti alzandosi in piedi con un bicchiere in mano.
Nessuno si aspettava un brindisi da lui, e tantomeno un discorso.
“Vorrei dire qualcosa.” ha esordito mentre tutti lo osservavano con aria interrogativa. “Non sono bravo in queste cose, ma c'è qualcosa di cui vorrei rendervi partecipi.”
Ha tossito per schiarirsi la voce, come se improvvisamente non riuscisse a tirarla fuori.
Era emozionato.
“Tre anni fa, ho dovuto abbandonarvi, e ho dovuto farlo nel peggiore dei modi. So di avervi dato un grande dispiacere, e vi assicuro che anche per me è stato davvero doloroso. Mi siete mancati tutti. Mi mancava la mia vita. Mi mancavano i miei amici. Mi mancava essere felice.” ha fatto una pausa per deglutire e ci ha osservati per qualche secondo. “So che il mio criterio di felicità non è uguale a quello degli altri, ma io ero felice. Quando sono tornato, però, mi sono reso conto che avevo perso tutto. La mia vecchia vita era stata spazzata via. Temevo che non sarei stato mai più felice. Invece, ora eccoci qua. Tutti insieme. Come una famiglia. Ho di nuovo tutti voi, i miei migliori amici, e anche molto di più. Per esempio, ora ho anche una nuova amica.” ha detto facendo un cenno verso Mary e suscitando un sorriso in John. “Ho dei nuovi collaboratori per il mio lavoro, come dicevo poco fa a Greg.” ha aggiunto indicando Lestrade che ha alzato il bicchiere verso di lui come risposta. “E, soprattutto, ho finalmente quello che mi è mancato in tutta la mia vita. L'amore di una donna speciale.” ha concluso sorridendo verso di me.
Sono arrossita violentemente. Non mi aspettavo una dichiarazione del genere, in maniera così plateale. Pensavo che avrebbe fatto una confessione discreta a John e Greg, non immaginavo mi avrebbe messo al centro dell'attenzione. Ho deglutito mentre con la coda dell'occhio vedevo la faccia stupita di Greg, i sorrisi maliziosi di John e Mrs. Hudson e la felicità mal trattenuta di Mary. Poi lui ha poggiato il bicchiere e si è avvicinato a me.
Mi ha baciato.
Di fronte a tutti.
E non in maniera casta e frettolosa. Si è dilungato nell'assaporare le mie labbra mentre con le mani circondava il mio viso e sfiorava i miei capelli.
Quando ci siamo separati, ha poggiato la sua fronte sulla mia in un gesto di affetto e ha continuato a tenere incatenati i suoi occhi ai miei. Poi si è spostato vicino al mio orecchio e mi ha sussurrato “Ti amo.” Inevitabilmente, le lacrime hanno iniziato a bagnarmi il viso. Lui ha sorriso e le ha asciugate dolcemente abbracciandomi.
Sherlock aveva detto di amarmi. E di essere felice.
In quel momento avrei potuto morire per la gioia che provavo.
Perché era tutto come nei miei sogni.
Anzi era migliore.


FINE
   
 
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