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Autore: linkin park    03/03/2008    5 recensioni
Insomma, lui è Brian Haner Jr. L'essere più pomposo, egocentrico, narcisista che io abbia mai conosciuto. E' insopportabile!Credo che nessuno mi abbia mai fatto irritare così tanto come ha fatto lui in queste settimane passate insieme. E poi ci odiamo, dalla prima volta che ci siamo incontrati. Lui non sopporta me e io non sopporto lui. Facile da capire,no? [A7X ff]Spero vi piaccia!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SYn

Capitolo 10

 

Se dovessi descrivere con una parola le ultime due settimane credo non ci riuscirei. Sono state troppo intense, emozionanti, felici, sorprendenti.

Ecco, forse 'sorprendenti' è l'aggettivo più adatto, soprattutto per quanto riguarda Brian.

Si è rivelato essere totalmente l'opposto del personaggio che interpreta quando è sul palco, come in questo momento, e da come pensavo.

L'ho sempre giudicato male, fermandomi alle apparenze.

Se quando è Synyster Gates può sembrare freddo, uno sbruffone e un divo, in realtà, quando è se stesso, è completamente differente. E' un ragazzo semplice, divertente, solare, che ama divertirsi e fare cazzate.

Ed è proprio per questo che, più tempo trascorro con lui, più mi rendo conto di avere completamente perso la testa. E la cosa mi fa un po’ paura, a dir la verità, perché non mi sono mai sentita così coinvolta in un rapporto di coppia.

Mio fratello continua a dire che sono totalmente e irrimediabilmente innamorata di Brian e credo proprio che abbia ragione, anche se è strano, visto che le cose tra di noi sono cambiate così in fretta da lasciarmi un po’ stordita.

Forse è proprio perché questo sentimento è stato del tutto inaspettato, che lo rende ancora più bello.

Persa nei miei pensieri, mi rendo conto che i ragazzi hanno finito di suonare solo quando sento Brian che mi chiama.

"Terra chiama Chris…terra chiama Chris"

"Presente!" rispondo con un sorriso.

"Ti eri incantata a guardarmi, dì la verità. E' impossibile resistermi"

"Ma sentilo! Mr sono il più figo del mondo" dico, dandogli una leggera pacca sul braccio e lui, in cambio, mi spinge addosso al muro dietro di me e intrappola le mie labbra in un bacio mozzafiato.

"Wow…è suonare che ti fa quest'effetto?" gli chiedo, con un sorriso malizioso.

"No, sei tu" risponde lui, guardandomi con i suoi grandi occhi color cioccolato. Rischio di per dermici dentro ogni volta che mi specchio in essi.

Mi accarezza la guancia con una mano e mi ruba un altro bacio, più dolce questa volta.

Rimaniamo qui da soli, incuranti di quello che accade intorno a noi, per un po’, fino a quando decidiamo di andare a bere qualcosa con gli altri.

Arriviamo nella stanza dove sono riuniti i nostri amici giusto in tempo per sentire Matt che deve fare un annuncio.

"Siete arrivati in tempo.. Stavo dicendo che Val ha organizzato una festa per domani, visto che torniamo a Los Angeles"

Gioisco dentro di me al solo pensiero di rivedere i miei genitori e la mia città, dopo un mese di tour ma Brian non sembra essere dello stesso parere.

Lo sento irrigidirsi di fianco a me, per poi interrompere il contatto tra le nostre mani e allontanarsi, in direzione del tavolo degli alcolici.

Che gli è preso?

Incrocio lo sguardo di Zacky, che ha seguito tutta la scena, e dalla sua alzata di spalle capisco che neppure lui ha compreso il gesto di Brian.

Prendo posto vicino a mio fratello e mi lascio coinvolgere nella conversazione, lanciando qualche occhiata preoccupata a Brian, che se ne sta lì tutto solo a bere e a fumare.

Proprio non capisco perché abbia reagito così, anche se a pensarci bene, è da un paio di giorni che al solo sentir nominare Los Angeles diventa distante e pensieroso, come perso in un mondo tutto suo.

Voglio parlargli non appena saremo soli.

 

---

 

Fortunatamente l'occasione per parlare con lui si è presentata relativamente presto. Sono quasi le  due del pomeriggio e fra qualche ora dovremmo arrivare a Los Angeles. Mentre i componenti degli Avenged Sevenfold e della mia band sono nella zona notte dei rispettivi bus a riposare, io e Brian siamo nel piccolo salottino del suo bus a guardarci un film, anche se non stiamo realmente prestando attenzione alle immagini che scorrono davanti ai nostri occhi.

Io, seduta sulle sue ginocchia, gli passo la mano tra i capelli corvini osservando il suo profilo e l' espressione seria e corrucciata che assume quando è preso dai suoi pensieri.

"Tutto bene?" chiedo vaga mentre continuo ad accarezzargli i capelli.

"Si perché?" risponde, guardandomi dritto negli occhi.

"Niente, è che mi sei sembrato così pensieroso negli ultimi giorni"

"E' che non voglio andare alla festa stasera."

Vorrei chiedergli perché e sapere quello che gli passa veramente per la testa ma sto zitta, aspettando che sia lui a continuare il discorso e a darmi una spiegazione.

Cosa che però non fa.

Lo guardo, scettica, per alcuni istanti e allora si decide a parlare.

"Non guardarmi così. Voglio semplicemente passare una serata in compagnia della mia ragazza e basta. E' così strano?"

Faccio segno di diniego con la testa, le labbra increspate in un sorriso involontario.

Mi sorride anche lui, stringendomi più forte e facendo scomparire qualsiasi dubbio avessi.

 

---

 

"Non mi sembra vero che siamo a casa!" esclama mio fratello, aprendo la porta di casa nostra.

"Già, sembra che sia passato un secolo da quando siamo partiti"

Lo seguo in salotto, dove ad aspettarci ci sono i nostri genitori che, non appena ci vedono, ci vengono incontro raggianti.

Mi lascio abbracciare da mio padre, commosso e felice come non mai di rivedermi e poi mi tuffo tra le braccia di mia madre, che inizia a tempestarmi di domande.

"Allora, come state? Vi vedo un po’ sciupati. Vivere in un autobus non dev'essere il massimo, poveri."

Eccola che inizia! D'altronde mia madre è sempre stata così; iper protettiva, ansiosa, dubbiosa.

Mio fratello inizia a rassicurarla, raccontandogli nei minimi dettagli quello che è successo in questi mesi. Ridacchio di fronte alla scena e lancio un'occhiata a mio padre, che ricambia, complice.

"Non ti ho mai vista così radiosa. Devi essere proprio felice, eh tesoro?!" mi chiede, mentre mi aiuta a portare in camera le valigie.

"Si, mi sento al settimo cielo."

Mio padre mi fa l'occhiolino, capendo benissimo che la mia felicità è dovuta a qualcosa di più che al semplice tour. Lui mi capisce meglio di chiunque altro ed è per questo motivo, che mi sono sempre confidata con lui piuttosto che con mia madre.

Anche questa volta non sono da meno e gli racconto velocemente gli ultimi sviluppi della mia vita.

Condivide così tanto la mia gioia, che gli brillano gli occhi mentre gli parlo di Brian.

Mi abbraccia di nuovo e mi sussurra "Sono felice per te. Te lo meriti".

Parlando con lui, il tempo è volato ed è già ora di cena.

"Chris, che aspetti a prepararti? Fra meno di mezz'ora dobbiamo andare alla festa"

"No, David. Io non vengo. Esco con Brian" rispondo, rovistando in armadio alla ricerca di qualcosa da mettermi.

Mio fratello entra in camera, vestito di tutto punto per andare al party.

"Dove andate di bello?" chiede.

"Non ne ho la più pallida idea. A proposito, secondo te è meglio questo vestito o quest'altro?" gli domando, indecisa come sono su cosa indossare.

"Ah non chiederlo a me. Non sono mica una donna. Ci vediamo dopo" e scappa, chiudendo dietro di sé la porta.

Scoppio a ridere, optando infine per un vestito nero.

Finisco di prepararmi giusto in tempo per sentire il campanello suonare e mio fratello avvisarmi dell'arrivo di Brian.

"Si, arrivo"

Prendo la borsa e scendo le scale di corsa per arrivare il prima possibile dal mio ragazzo.

Siamo stati lontani solo un paio d'ore eppure mi è mancato tantissimo lo stesso.

Quando arrivo davanti a lui, rimango senza fiato. Dire che è stupendo è riduttivo. Cerco di mantenere un minimo di autocontrollo ma è uno sforzo immane, visto che mi sorride sornione e con la sua solita espressione maliziosa in volto.

Fa un fischio d'apprezzamento mentre mi avvicino a lui e mi prende per mano, non appena gli sono davanti.

"Allora bambola, pronta ad andare?"

Scoppio a ridere e annuisco, seguendolo verso la porta.

"Comportati bene con mia sorella, capito?" urla mio fratello, per scherzare, mentre sto sulla soglia di casa.

Brian ride e gli dice di star tranquillo.

Saluto mio fratello e salgo in macchina.

"Non ti ho ancora salutata come si deve" dice Brian, prima di sporgersi verso di me e catturare le mie labbra nelle sue.

Si stacca e sorridendo, mette in moto l'auto e partiamo.

Osservo un po’ l'interno della sua macchina, rendendomi conto di come ogni oggetto qui dentro parli di lui. Il pacchetto di Marlboro rosse sul cruscotto, i cd dei Pantera e dei Guns 'n Roses nel porta cd, la lattina di birra abbandonata per terra. Sorrido, guardando questo leggero disordine.

"Metti pure un cd se vuoi" mi dice, indicandomi il porta cd zebrato di fronte a me.

"Non ti facevo così fashion" dico ridendo, prendendo in mano la custodia zebrata e guardando i dischi che contiene.

"Ci sono ancora tante cose di me che devi scoprire, tesoro"

Possibile che in ogni cosa che dice, devo trovarci un doppio senso? Sembra notarlo anche lui perché ridacchia divertito mentre inserisco "Appetite for destruction" dei Guns n Roses nel lettore cd.

Le note di "Welcome to the jungle" si espandono nell'abitacolo e ci mettiamo a cantare entrambi, seguendo le parole di Axl Rose.

 

"Uhm…dove mi stai portando?" chiedo, guardando fuori dal finestrino. Siamo in macchina da più di un'ora, colpa anche del traffico e non siamo ancora giunti a destinazione.

"Un altro po’ di pazienza e lo scoprirai"

Sbuffo leggermente, lanciandogli una finta occhiata arrabbiata e dopo avergli rubato una risata, torno a guardare il paesaggio fuori dal finestrino.

Mi perdo a contemplare il sole che è ormai del tutto tramontato, illuminando di rosso l'oceano mentre gli ultimi surfisti, irriducibili, continuano a solcare le onde.

"Eccoci arrivati!" esclama Brian.

Scendiamo entrambi dall'auto e dopo che lui mi ha preso per mano, ci incamminiamo verso un ristorante a pochi metri da noi.

Entriamo e un cameriere ci conduce gentilmente al tavolo prenotato per noi.

La vista che mi trovo davanti mi lascia a bocca aperta.

Siamo in una piccola terrazza che si affaccia direttamente sull'oceano mentre le luci della città ci avvolgono dai lati.

"Ti piace?" mi chiede dolcemente Brian, una volta rimasti soli.

"E'…bellissimo." rispondo, con gli occhi lucidi.

Nessuno aveva mai fatto niente del genere per me prima d'ora.

 

La cena, tra chiacchiere e risate, si consuma velocemente e quando lasciamo il locale, il cielo è ancora chiaro, anche se le prime stelle iniziano a far capolino.

Sembra banale da dire ma vorrei veramente che questa serata non finisse mai. Mi sento così completa. Solo io e lui.

Decidiamo di fare una passeggiata sulla spiaggia, ormai deserta data l'ora.

"Sei tu la pensierosa stavolta!" esclama Brian, sorridendo.

"Mi stavo domandando dove possa essere finito il vero Brian Haner" rispondo scherzosa, riferendomi a questo suo improvviso attacco di romanticismo.

E' stato proprio lui a dirmi che non è da lui essere romantico e poi mi stupisce organizzando una serata speciale come questa.

Scoppia a ridere, contagiandomi subito.

Passeggiamo ancora un po’ per poi decidere di andare a casa sua, per stare un po’ da soli.

 

"Mi dispiace dirlo, ma Bam Margera è il mio uomo ideale" esclamo, con tono convinto, mentre ci guardiamo l'ennesima replica di Viva La Bam trasmessa in tv.

"Hey!" replica Brian, facendo l'offeso " e io che faccio, scusa?"

Fingo di pensare e gli rispondo "Tu potresti sempre fare l'amante".

Mi guarda con occhi spalancati per poi alzare un sopracciglio e dire " Mh… come ruolo non mi dispiacerebbe per niente".

Si avvicina sempre di più e appoggia le sue labbra morbide sulla mie.

Il contatto tra le nostre bocche mi provoca un brivido sulla schiena, che continua quando le sue mani iniziano ad accarezzarmi, avide, la schiena e i fianchi.

Il bacio diventa sempre più appassionato e dopo che mi Brian mi ha fatto stendere sotto di lui, inizio a sbottonare lentamente la sua camicia nera.

Sembra apprezzare la mia intraprendenza, visto il sorriso che mi rivolge. Sorriso che viene ampiamente ricambiato quando sento che anche lui inizia ad allentare la zip del mio vestito.

Non so come, ma riusciamo a raggiungere la sua camera da letto.

Tra carezze e baci, mi sta facendo impazzire e i sospiri che riempiono la stanza ne sono la prova.

Siamo completamente travolti nell'ennesimo bacio appassionato quando sentiamo la porta della stanza spalancarsi.

Brian sta per urlare qualcosa contro il nuovo arrivato ma le parole gli rimangono bloccate in gola.

Mi volto, imbarazzata, a guardare chi è il guastafeste ma quello che vedo mi lascia a dir poco sconvolta.

La ragazza che sta sulla soglia della porta, con gli occhi traboccanti di lacrime, non è altro che Michelle, quella che pensavo essere la sua ex ragazza.

"TU! Bastardo! Mi tradisci con la prima puttanella che trovi! Stronzo!" gli urla contro lei mentre Brian sposta lo sguardo da lei a me e viceversa.

Sembra non capire che succede ma io ho capito benissimo invece.

Quel "mi tradisci" è la prova lampante che lui non l'ha ancora lasciata. E io che l'avevo dato per scontato.

Michelle scappa via piangendo e imprecando mentre Brian se ne resta immobile a guardare il punto dove fino a pochi secondi fa, c'era la ragazza.

"Vai da lei" dico con voce incrinata dal pianto. "VAI!" urlo, infine.

Brian mi rivolge un ultimo sguardo, di scuse quasi, e la segue.

Le lacrime mi scivolano sulle guance e bruciano come acido sulla pelle. Le scaccio via rapidamente con una mano e raccatto i miei vestiti, il più velocemente possibile.

Non voglio rimanere in questa casa un minuto di più.

Quando sono di nuovo vestita, scendo di corsa le scale e fuggo verso la porta. Dalla cucina sento provenire le urla di Brian e Michelle ma non mi curo di quello che dicono.

Il mio cervello è talmente offuscato dalla rabbia, dalla delusione e dal dolore da non riuscire neppure a comprendere le parole che mi arrivano alle orecchie.

Esco dalla porta e inizio a correre per la strada, per allontanarmi il più possibile da lì.

La notte è ormai scesa e la strada è illuminata dalla tenue luce dei lampioni ma le lacrime mi offuscano la vista, impedendomi di vedere dove sto andando.

Ormai senza fiato, rallento il passo e cammino, con lo sguardo basso e la mente piena di quello che è successo poco fa.

Come ho fatto ad essere così stupida? Pensavo davvero che avrebbe lasciato la donna con cui sta da anni per me? Dio, sono un'illusa. Mi sono lasciata abbindolare dai suoi sguardi e dalle sue parole dolci, non rendendomi conto che era tutto troppo perfetto per essere vero.

Ed ora come mi ritrovo? Sola, col cuore a pezzi, e a girovagare di notte per strade a me sconosciute.

Ora però tutto mi è più chiaro. Ecco perché non voleva andare a quella festa. La scusa di voler stare con me era un'altra delle sue dolci bugie, architettate per tenere ancora una volta il piede in due staffe.

Codardo, falso, ammaliatore. Mi hai fatto credere a tutto ciò che dicevi, pendevo dalle tue labbra, senza rendermi conto di come mi stavi prendendo in giro.

Mi sono lasciata fregare. Ingenua come una bambina.

Ed ecco qual è il risultato.

Adesso tu e la tua vera ragazza starete facendo pace. Magari gli starai sussurrando quelle parole che riservavi solo a me o la starai baciando, delicato e allo stesso tempo sensuale come sei tu.

Fa male. E' come se il mio cuore fosse trafitto da un pugnale ma continuo a camminare, instabile. Voglio andare lontano da qui. Il più lontano possibile.

 

Well, I just want to walk right out of this world,'Cause everybody has a poison heart.

 

In questo momento l'unica che ha il cuore avvelenato sono io. E il mio veleno sei tu, Brian.

Canzoni festose e risate di bambini mi giungono alle orecchie, allontanando per un istante il tuo ricordo dalla mia mente.

Alzo lo sguardo e asciugandomi le ultime lacrime dal viso, osservo quello che ho davanti.

Un luna park. Pieno di gente contenta, spensierata, che sembra non avere problemi.

Sono le luci e l'aria festosa delle giostre il segreto per essere così?

Come un automa mi dirigo verso la fiera e le mie gambe mi conducono ai piedi della ruota panoramica.

Ho sempre adorato andarci. Osservare il mondo dall'alto, avere la sensazione di volare.

Davanti a me c'è una fila di bambini, che guardano con occhi vispi l'attrazione, aspettando il loro turno di salire. Aspetto anche io, incurante delle occhiate curiose che la gente mi rivolge.

Dev' essere strano vedere una ragazza vestita in modo elegante, con gli occhi rossi e il viso stravolto di chi ha pianto per ore ma non mi interessa.

Finalmente è il mio turno di salire.

"Sali sola?" mi chiede il bigliettaio.

Vorrei rispondergli ma nessun suono esce dalla mia bocca. Mi limito ad annuire e a mettergli la banconota da 5 dollari in mano.

Prendo posto sulla piccola cabina a due posti, sedendomi verso l'esterno e puntando lo sguardo su quello che mi circonda.

"Aspetti!"

Mi sembra di sentire addirittura la sua voce ma è sicuramente uno scherzo di pessimo gusto prodotto dalla mia mente.

Peccato, però, che qualcuno si sieda veramente vicino a me. E un profumo incofondibile mi stuzzica le narici, confermandomi che Lui è realmente qui.

La giostra inizia a muoversi e a salire, lentamente, ma io non mi muovo. Continuo a guardare il cielo, che diventa sempre più vicino man mano che la giostra si alza.

"Io…ho lasciato Michelle"

Taccio. Non ho voglia di parlare e neppure di ascoltare. So bene che mi farei persuadere dalle sue parole ancora una volta. E non voglio.

Sento la sua mano calda avvolgere la mia, ghiacciata. Il contrasto mi provoca un brivido impercettibile e lui sembra accorgersene perché aumenta la stretta.

"Ti prego ascoltami!"

"Ho già sentito abbastanza, non credi?" gli rispondo, girandomi di scatto verso di lui. Gli lancio un'occhiata al vetriolo ma è solo il minimo di quello che provo, di quello che vorrei fargli capire.

"Sono stato uno stronzo, lo so. Sono imperdonabile ma…"

"Ma cosa? Sei solo un codardo. Mi fai schifo. Ed è inutile che ti finga dispiaciuto. Avresti potuto dirmelo sin da subito che ami ancora lei e che io sono stata solo un diversivo. Almeno avremmo evitato questa sceneggiata"

Distolgo lo sguardo dal suo viso per non fargli vedere gli occhi pieni di lacrime.

Lo sento respirare profondamente mentre sussurra un "Mi dispiace" che si disperde nel vento.

Già, dispiace anche a me.

Faccio per sciogliere la stretta tra le nostre mani ma lui non accenna ad allentare la presa.

"Lasciami!"

"No!" replica, risoluto.

"Ti ho detto lasciami!"

"E io ho detto di no!"

Sono stufa di giocare.

"Perché?"

"Perché cosa?"

"Perché continui a prendermi in giro?"

"Non lo sto facendo e non l'ho mai fatto. Io voglio stare con te."

"Si certo. E allora perché non hai lasciato la tua ragazza?"

Forza Brian. Menti ancora. Tanto sei bravo a farlo,no?

Abbassa lo sguardo.

"Perché non ne ho avuto il coraggio. Patetico ma è così." dice, un sorriso triste a increspargli le labbra.

"Però prima l'ho mollata. Davvero!" aggiunge, specchiandosi nei miei occhi.

"E io dovrei crederci?"

"Si"

Il mio cuore mi suggerisce di crederti. Ma se gli dessi ascolto, finirei con lo stare male nuovamente.

"Perché dovrei farlo?"

Silenzio.

Aspetto, in attesa di una risposta che non arriva.

La giostra si è fermata. Siamo immobili, in alto. Guardo le stelle, sperando forse che mi suggeriscano cosa fare.

 

Un altro "perché?" esce dalle mie labbra, quasi inudibile.

Ma tu lo senti perché rompi il silenzio creatosi.

"Perché ti amo, cazzo!"

Il cuore sembra scoppiarmi nel petto. E' quello che volevo sentirmi dire?

Ti guardo, perdendomi nei tuoi occhi scuri, resi lucidi dall'aria fredda che ci colpisce il viso.

Ti osservo per attimi infiniti fino a quando mi accorgo che sei pallido e stai sudando.

"Stai bene?"

Scuoti la testa, serrando le palpebre.

"io…soffro di vertigini" dici, quasi vergognandotene.

Mi viene da ridere ma mi trattengo.

Stavolta sono io a stringerti la mano e tu apri gli occhi, sorridendo leggermente.

"Se soffri di vertigini, perché sei salito?"

"Avevo bisogno di parlarti. Non potevo aspettare e rischiare di perderti".

Risposta semplice ed efficace. Capace di farmi battere il cuore in maniera incontrollata.

Perché diavolo devi farmi quest'effetto?

Serri di nuovo gli occhi e io mi avvicino sempre di più al tuo viso.

Poso leggermente le labbra sulle tue e ti bacio.

Apri gli occhi sorpreso e ricambi, dolcemente, lentamente. Per assaporare ogni attimo di questo contatto, come se fosse l'ultimo.

Ma non ho nessuna intenzione di lasciarti.

"Ti amo anche io" ti sussurro sulla labbra.

 

 

Innanzitutto, scusate per il ritardo nell'aggiornare ma l'università mi sta praticamente sequestrando ;_; Perdonatemi!

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, che tra l'altro è il penultimo.

Come sempre voglio ringraziare chi legge questa ff e ovviamente chi recensisce sempre *_*

Baci <3

 

 

 

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