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Autore: lalla124    03/03/2008    3 recensioni
Salve! Mi chiamo Laura e questa è la mia primissima fanfiction che pubblico (oh, che emozione!). Molto probabiilmente non sarà un granché, quindi sarei felice se mi faceste commenti e critiche per capire se è possibile continuare o se è meglio smettere. La storia inizia alla fine di Eclipse e non viene narrata da Bella ma da un personaggio di mia invenzione: una misteriosa ragazza appena trasferita a Forks... Grazie in anticipo! Ciaooooo!
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Conoscenze

Posto da subito il secondo capitolo dove cominceranno a comparire i personaggi della Meyer!

 

2) Conoscenze

 

SvegliaSvegliaSveglia!”

Io amo mia sorella. Io amo mia sorella. Io amo mia sorella. Ma fino a un certo punto!

“KATHY! NN PUOI SVEGLIARMI ALLE SETTE DI MATTINA IN PIENO AGOSTO!!! SMETTILA DI SALTARE SUL MIO LETTO!!!!”…..soprattutto dopo aver passato la giornata precedente a pulire la casa, sistemare i mobili e dipingere pareti. Quando mia madre si metteva in testa qualcosa non intendeva fermarsi finché non era certa che fosse tutto completamente a posto. E in questo caso questo “qualcosa” consisteva nel “bisogna-assolutamente-mettere-a-posto-la-nuova-casa-costi-quel-che-costi” e sempre in questo caso i “costi” erano “sfinire-Kathy-e-Natasha-fino-all’esaurimento”.

Ero stanchissima, anche se avevo dormito peggio di un ghiro, ma ero anche contentissima. Mamma era felicissima che Kathy avesse ricominciato a parlare e vedere sia mamma che Kathy felici aveva reso felice anche me.

“Ehi! Non prendertela con me! È stata mamma a chiedermi di farti alzare! E comunque la colazione è pronta!>> dicendo questo si alzò e cominciò a saltellare verso la cucina. Ma come facevano mia madre e mia sorella a non essere mai stanche? Avrei potuto benissimo decidere di dormire anche un po’, ma mi alzai lo stesso, tanto sarebbe stato inutile poltrire ancora. Andai in bagno, mi lavai e andai ancora in pigiama giù in cucina. Anche se ne ero uscita distrutta, la giornata di ieri aveva dato grandi frutti: ormai tutte le stanze erano state ridipinte, tutti i mobili messi a posto e tutti i quadri di papà appesi. Eh sì, a papà piaceva tantissimo disegnare e gli riusciva anche bene. Pensavo che vedendoli appesi mamma avrebbe sofferto, ma invece era stata felice; ogni volta che li guardava le spuntava un piccolo sorriso. Questo era senza dubbio un fatto positivo. La voce di Kathy le aveva ridato parte della forza persa, anche se dal suo sguardo era possibile capire che non si era ripresa ancora del tutto. Ciò valeva anche per Kathy; anche se aveva ricominciato a parlare gli era rimasto ancora parte di quel carattere introverso che non era da lei. Ma rispetto a una settimana fa tutte e tre avevamo fatto dei grandi progressi.

“Il mattino ha l’oro in bocca, non è vero Natasha? Sbrigati a mangiare! Tu e tua sorella mi dovete aiutare a sistemare il negozio! Dopo bisogna andare al supermercato… se riusciremo a trovarlo. Sai, non è indicato sulla cartina di Forks che ho comprato, credo che neanche ci sia. Ma Forks è così piccolo rispetto a New York che non credo sia un problema trovarlo, sempre se c’è, altrimenti bisogna accontentarsi di un negozio di alimentari, quello ci sarà di sicuro! Poi devo occuparmi del giardino, messo così non è chissà che e poi……”

Mamma alla carica! Quando cominciava a pianificare non la smetteva più! Per fortuna non era diventata una manager.

Intanto che lei parlava avevo gia finito il mio latte con i cereali e stavo portando nel lavello la tazza. Oggi sarebbe stata una giornata lunga.

“ …e non dimentichiamoci di andare dal signor Swann! È il nostro vicino e bisogna andare a presentarci!”

“Mamma, il signor Swann abita a 500 metri….tanto vicino poi non è……”

E dai non fare la schizzinosa! Forza corri a cambiarti!”

“Agli ordini signora!” il mio entusiasmo era quello di un bradipo addormentato.

“Cavoli Natasha! Non entusiasmarti troppo, mi raccomando!”

Bhè, essere svegliati da un canguro con un megafono al posto delle corde vocali alle sette di mattina in estate non è esattamente la mia idea di entusiasmo. Comunque mi aveva fatto piacere vedere mia madre così piena di energia, quindi non mi vestii contro voglia.

 

Trasferendosi a Forks mia madre aveva deciso di aprire un negozio di abbigliamento, con abiti ovviamente cuciti da lei. Mia madre era la persona più fantasiosa che io avessi mai conosciuto, anche se devo ammettere che le persone che avevo conosciuto bene non erano molte. Riusciva a creare dei veri e propri capolavori con un ago, filo e stoffa.

Per dirigerci al negozio dovemmo passare per il centro di Forks. Erano quasi le otto di mattina di inizio agosto e, giustamente, non c’era nessuno; ciò contribuì a rendere Forks un paesino ancora più piccolo e anonimo. Da sempre avevo vissuto in grandi metropoli e mi sembrava quasi impossibile l’esistenza di centri abitati così piccoli. Tempo cinque minuti ed eravamo davanti al negozio: le vetrate erano chiuse da saracinesche e le pareti chiedevano l’esasperato bisogno di una passata di colore. Dentro era anche peggio: polvere dappertutto e pareti scrostate. Avevo la strana sensazione che anche oggi avrei passato il mio tempo a spazzare,riordinare e dipingere…..

 

A mezzogiorno avevamo finito di spolverare ed eravamo tutte e tre distrutte.

Inizieremo dopo a scrostare le pareti, ora è meglio pranzare. Bisogna andare fare la spesa al supermercato, sempre se c’è. Poi continueremo, non vi preoccupate!”

Alla vista delle nostre espressioni “entusiasmanti” mia madre incominciò a ridere. Fu un toccasana per me. Quasi non speravo più che a mia madre ritornasse l’energia, figuriamoci le sue meravigliose risate!

Trovare il supermercato non fu difficile, in un paesino così piccolo poi! Eravamo entrate solo da dieci minuti e il carrello era già pieno. Non pensavo mancasse così tanto cibo!

“Mamma posso salire sul carrello?” chiese Kathy

“Mi sembra un po’ difficile con tutta questa roba dentro, non credi? E poi sei troppo grande per salirci sopra!”

“Non è vero! Sono ancora un piccolo canguro che deve crescere!”

Non riuscii a trattenermi dal ridere

“Dai, piccolo canguro, aiutiamo mamma a riempire questo carrello” dissi

“Ricevuto capo!” mi rispose

Ci dirigemmo verso il reparto cereali. Mentre controllavo le cose da prendere sulla lista sbattei contro qualcuno. Mannaggia a me e al mio vizio di non guardare dove vado mentre cammino!

“Mi scusi!” disse la mia vittima

“No, mi scusi lei, sono andata io a sbatterle contro!”

Alzai finalmente gli occhi e scoprii che ero andata a finire contro un ragazza. Era più alta di me e sembrava essere più grande di un paio di anni; forse aveva diciotto anni . Aveva un aspetto molto semplice, con occhi e capelli castani. Mi guardò con sorpresa. Dovetti supporre che in un paesino come Forks tutti conoscessero tutti, quindi aveva sicuramente capito che ero una nuova arrivata.

“Ciao, sei nuova?” mi disse

Infatti.

“Si, mi sono trasferita ieri, vengo da New York”

New York? Caspita! Sarai stata sorpresa di vedere un paesino piccolo come Forks

Mi piacevano le persone che riuscivano a capirmi e nonostante non la conoscessi da più di cinque minuti questa ragazza mi stava già simpatica.

“Sai, anch’io mi sono trasferita due anni fa da Phoenix e i primi tempi non erano stati dei migliori…” continuò

Gia, è stato davvero strano…….comunque io sono Natasha McAnderson e lei è la mia sorellina Kathy

“Ciao!” disse lei, che intanto aveva iniziato a saltellare sul posto, come era solita fare quando era allegra “lo sai che sono un piccolo canguro?”

“Davvero? È la prima volta che ne incontro uno, soprattutto uno che parla” rispose la ragazza con il sorriso sulle labbra. In risposta Kathy fece un sorriso a trentadue denti.

“Scusala, ha uno strano modo di divertirsi…” dissi giustificando la domanda di Kathy.

“Non fa niente, anzi….Comunque piacere, io sono Isabella Swann, ma chiamami pura Bella”

Swann hai detto? Sei per caso la figlia dell’ispettore Swann?”

“Certo, perché?”

“Siamo i nuovi vicini” dichiarai
”Ah, allora avete
comprato voi la vecchia casa a Treasure Street?”

Vuoto totale. Ero in questa città da poco più di ventiquattrore e non avevo fatto caso nemmeno alla via dove avrei abitato d’ora in poi.

“Sì” rispose Kathy

Kathy aveva l’innato dono di ricordarsi tutto; ma proprio tutto. Per fortuna che c’era lei!

“Verremo dopo a farvi una visita, lo sai?” continuò la mia sorellina

“Oh, davvero? Bene, allora devo da subito cominciare a rendere la casa più presentabile. Ci vediamo dopo, ciao!” e se ne andò.

“A dopo!” risposi

“Ciao!Ciao!”

Devo ammetter però che come prima conoscenza non era stata niente male.

 

Dopo il pranzo ritornammo in negozio per iniziare a scrostare tutti muri. Erano passate tre ore e avevamo ripulito solo una parete; conoscendo mia madre saremmo state qui fino a mezzanotte!

“È permesso?”

A parlare era stato un ragazzo. Dimostrava più o meno diciannove anni, aveva i capelli biondi sparati in aria col gel e gli occhi chiari. Se ne stava sulla soglia della porta a guardarci con un sorriso.

“Sì, entra pure, ma ti avverto, ti potresti sporcare” disse mia madre, ma lui entrò lo stesso.

“Non mi preoccupo dello sporco, ma grazie per l’avvertimento…. Piacere io sono Mike Newton del negozio di trekking qui a fianco>>

-Non mi preoccupo dello sporco, ma grazie per l’avvertimento-  caspita che frase virile…..

“Piacere Mike, io sono Lilian McAnderson e loro sono Natasha e Kathy

Ciao Ciao!” disse saltellando mia sorella

“Ciao Kathy!” rispose Mike

Io invece feci un saluto della mano che lui contraccambiò con un occhiolino. Nonostante non lo conoscessi da più di cinque minuti questo ragazzo mi stava già antipatico.

“Siete le nuove arrivate qui a Forks?” chiese Mike

“Sì, vedo che le notizie girano molto velocemente qui” rispose mia madre

“In un paesino così piccolo non c’è da meravigliarsi signora McAnderson

“Chiamami pure Lilian, Mike” disse mia madre con un sorriso

“D’accordo, Lilian” rispose Mike, anche lui con un sorriso

Ma da dove era uscito questo qua? Certo che ce n’era di gente strana anche qui…..

Cosa pensate di vendere?” chiese Mike

“Vestiti, sarà un negozio di abbigliamento” disse mia madre con un pizzico di fierezza. Andava orgogliosa della sua nuova professione.

“Vestiti? Bhè avete azzeccato l’idea, Lilian, Forks ha proprio bisogno di un negozio di abbigliamento”

Più apriva bocca più mi stava antipatico. Faceva troppo sfoggio di sé. Ma chi si credeva di essere?

Comunque sono venuto per chiederle se potevo aiutarla a mettere a posto il negozio. È ridotto un po’ maluccio e ho pensato che sarebbe stata una buona idea aiutarvi”

Bhè, almeno era gentile ed educato. Tutto sommato non era così male.

“Oh, non fa niente Mike, non ti scomodare” disse prontamente mia madre

Ma no, insisto” gli occhi di Mike stavano brillando.

Ok, rimangio tutto quello che ho detto!

Bhe, se proprio insisti”

Mia madre era troppo condizionabile. Ma devo dire che senza Mike non avremmo finito tutto per le sette, quindi in parte lo devo ringraziare. Ora il negozio era pulito e pronto per essere riempito di vestiti e accessori vari. Mentre pulivamo le pareti Mike cercava di attaccare bottone in ogni modo con me e quando alla fine mi salutò lo fece con un occhiolino. Che ragazzo…..

Arrivate a casa mi feci una bella doccia calda per scacciare la tensione, ma la stanchezza rimase. Avrei tanto voluto distendermi sul mio comodo letto e poltrire un po’, ma c’era ancora una cosa da fare, che tutto sommato non mi dispiaceva: la visita a casa Swann.

Dopo esserci ripulite ci incamminammo a piedi. Arrivammo dopo quindici minuti; sul vialetto erano parcheggiate ben in vista un pick-up rosso, che doveva essere senz’altro l’auto di Bella, e l’auto della polizia dell’ispettore Swann. Giungemmo alla porta e mia madre suonò il campanello.

Dopo pochi secondi la porta si aprì. Comparve un uomo sulla quarantina con i primi segni di calvizie evidenti che indossava un’uniforme della polizia, fondina compresa.

Non appena ci guardò sorrise: ”Oh, voi dovete essere sicuramente le McAnderson, piacere di conoscervi, io sono l’ispettore Swann, ma potete chiamarmi Charlie” e porse la mano a mia madre che la strinse calorosamente “Piacere io sono Lilian McAnderson, ma mi potete chiamare Lilian e loro sono le mie due bellissime figlie Natasha e Katherine

“Ciao,ciao!” disse Kathy che aveva cominciato a saltellare nonostante fosse stanchissima.

Ciao piccola!”

“Piacere signor Swann” dissi e gli porsi la mano.

“Il piacere e tutto mio Natasha” sembrava davvero contento di essere stato disturbato alle sette di sera da tre nuove vicine, che poi tanto vicine non sono.

“Mi fai vedere la pistola?” disse la mia piccola sorellina, molto più simile ad una palla rimbalzante impazzita che ad una vera e propria persona.

Kathy! Ma che domande fai! La scusi Charlie…” le guance di mia madre si erano tinte leggermente di rosso. Intanto l’ispettore Swann si era messo a ridere di gusto: ”Non si preoccupi Lilian, non si preoccupi…”

All’improvviso comparve sulla soglia Bella che mi salutò:

“Ciao Natasha! Kathy! Signora McAnderson, è un piacere conoscerla!” e strinse la mano a mia madre che contraccambiò

“Chiamami pure Lilian” disse sorridendo.

Da quel momento la conversazione tra mia madre, l’ispettore Swann e Bella mi parve essere composta da parole ovattate senza senso, mentre i miei occhi si erano persi in due laghi di oro fuso e il mio olfatto in una dolce fragranza di miele.

…e lui è il mio fidanzato Edward Cullen.

Solo le parole di Bella riuscirono destarmi dal quell’ oceano d’oro.

“Piacere signora McAnderson” e diede la mano a mia madre che ricambiò

”Piacere mio Edward

Non avevo mai sentito una voce più melodiosa e più dolce in tutta la mia vita.

“Ciao io sono Kathy!”

“Ciao Kathy” e sorrise… e che sorriso!

“Lei è Natasha, la ragazza di cui ti ho parlato!” disse Bella.

Per la prima volta i suoi occhi d’oro si rispecchiarono nei miei rossi, ma stranamente non affogai in quelle pozze dorate, come pochi secondi fa. Ciò che più mi colpì fu il suo comportamento. Dal momento in cui mi guardò la sua espressione, prima neutra, si incupì e quegli occhi cominciarono a trafiggermi come mille aghi di ghiaccio.

“Piacere..” il suo tono seppur melodioso lasciava trasparire sospetto e cautela.

P-piacere..” dissi porgendogli la mano.

Lui non la prese, si limitò a guardarla e ad allontanarsi ancora più da me. Sorpresa la ritrassi.

Da quel momento non mi importò più niente di quello che stava succedendo attorno a me e quando tornai in me stessa ero sotto le coperte del mio letto.

Un'unica domanda mi martellava la testa. Perché quel Edward si era comportato così? Non me lo riuscivo a spiegare. E poi quegli occhi dorati……

Cominciai a pensare anche al suo aspetto. Aveva una carnagione bianchissima, degna di un albino, capelli ramati con riflessi dorati, lineamenti del viso perfetti, come d’altronde anche il fisico. Non c’era che dire, Edward Cullen era un gran bel ragazzo. Stranamente invece di rimanere affascinata da questa sua bellezza mi insospettii. Com’era possibile tutto ciò? Non c’era neanche un difetto sul suo volto. Era talmente tanto bello da non poter essere umano. La mia mente era confusa, ma tra tutte quelle incertezze il mio istinto mi spinse a credere solo a una: Edward Cullen nascondeva qualcosa.  

 

 

 

 

E allora? Spero ke il secondo capitolo sia stato più soddisfacente del primo. Presto credo pubblikerò anke il terzo. E non dimenticate di commentare!!!

 

By Lalla124

 

   
 
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