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Autore: Chiamatemi Signora Horan    28/08/2013    6 recensioni
-E’.. Zayn caro, la vita è dura dalle tue parti è!- Dissi prendendolo in girlo.. -Certo tu oggi non sei indeciso sul comprare questi pannolini, o quest’altri.. - Dissi mostrandogli due pacchi diversi. -Tu devi scegliere se scoparti lei, o un’altra.. o entrambe. Ardua scelta!- Continuai.. -Oh andiamo, è inutile che te la prendi con me, sei tu che ti sei fatta mettere incinta da lui.-
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Six.


 

 
Quella frase mi fece salire il sangue al cervello, ogni singolo nervo del mio corpo scattò.. milioni di nervi che solo lui era in grado di far scattare tutti insieme. Il veleno salì lungo le mie vene, strinsi i pugni più forte che potevo, non volevo gridare, non avrei fatto una scenata per dargliela vinta, ma l’idea che mi potesse anche solo portare via il mio bambino mi mandava in panne il cervello, mi si annebbiava la vista e il mondo iniziava a crollarmi addosso. Non glielo avrei mai permesso, a costo di combattere contro tutti gli avvocati che avrebbe potuto scagliarmi contro, perché lui poteva a differenza mia, bhè non mi sarei fermata se solo avesse osato. Lo guardai con disgusto per qualche secondo poi deglutii a vuoto. << Fallo e ti rovino la vita! >> Mormorai. << Sai che non ho paura di te, io! >> Marcò l’ultima parola come se lui fosse unico al mondo, come se solo lui mi capisse, come se lui.. fosse semplicemente lui. << Sai che so tenerti testa, non sono quella sotto specie di checca che ti porti dietro Camille, io non abbasso la testa. >> Era vero, lui non lo avrebbe mai fatto, ed io lo sapevo.. ma stava  minacciando di portarmi via, l’unica cosa che momentaneamente al mondo mi rendeva felice. << Tu comportati bene, ed io non muoverò un dito. >> Concluse dandomi le spalle. Lasciandomi a bocca asciutta, aveva il coltello dalla parte del manico. << Bello parlare quando tu hai soldi da buttare in avvocati! >> Dissi, quella frase mi uscì con rabbia e tanto spontanea che sapevo che presto me ne sarei pentita. Si bloccò di getto e delicatamente si rigirò verso di me, eravamo a circa tre metri di distanza eppure il vulcano che era in lui lo sentivo così vicino, stava per esplodere. << Sai prima quando ti ho detto che sei molto attenta ai dettagli? >> Disse facendo due passi verso di me.. << E’ vero. Nonostante tu non ci sia stata questi anni, con noi e tu ci abbia sempre solo visto in Tv, o su internet, o in foto hai colto a pieno i dettagli sai la storia di Louis e Harry come se l’avessi vissuta a pieno, nonostante tu l’abbia vissuta solo all’inizio e il resto te lo sia perso. Brava, sei sempre stata un’ottima osservatrice, hai sempre capito anche le cose più nascoste.. >> Fece un altro passo verso di me. << Sai cosa mi stupisce? Che stavolta tu non ti accorga dei dettagli, stavolta sembri diventata cieca. Forse perché riguardano te? Dimmi, o fingi di non vederli? Spiegami. >> Scossi il capo. << Di cosa stai parlando? >> Domandai perplessa. << Ti sto minacciando di levarti tuo figlio, cazzo. E quel coglione è di sotto probabilmente e girare per il salone con quel sorriso da testa di cazzo stampato in volto. Sei qui a combattere sola, si Jack e Chris avranno anche un ottimo rapporto. Ma a lui non frega un cazzo del bambino, a lui fa solo comodo scoparsi una ventenne sexy. >> Sputò sentenze sulla mia vita come un giudice. << Tu non sai un cazzo, ma come ti permetti? >> Non mi fece finire, ma stavo veramente per esplodere come una bomba, si stava creando campo minato intorno. << Ah vorresti negarlo? >> Gridò << Negalo dai, è partito per NY e non ti ha portato con se.. >> Sorrise beffardo. << Cosa centra? Era lì per lavoro.. >> << Odia NY, lo avete detto prima, tu ami NY, hai sempre desiderato andarci a vivere. E per lavoro o no poteva portarti con se, non lo ha fatto. Ti ha lasciata qui. Le rose rosse.. >> << Oh andiamo, stai diventando ridicolo.. >> << No ti prego fammi finire, ahaha è divertente. Tu odi le rose rosse, scusa ripetimi da quand’è che vi frequentate? Ahaha che ancora non sa i tuoi gusti. >> Era un anno, e glielo avevo ripetuto un milione di volte che odiavo le rose rosse, eppure puntualmente me le portava. Ma questo non centrava nulla. << Smettila! >> Ringhiai. << In una coppia si combatte e si cresce insieme no? Lo sappiamo tu ed io, invece tu stai facendo tutto sola. Svegliati Camille! >> << Ora basta! Esci dalla mia vita sentimentale. Fatti gli affari tuoi ok? So io cosa devo o non devo fare, so io cosa è meglio per me e chi è meglio per me. Non capisco nemmeno come ci siamo arrivati a questo discorso. >> << Va bene, la smetto qui. Esco da questa storia, ma non dalla vita di mio figlio. Ora se non ti dispiace vado a letto, puoi dire a quel cretino se va in camera sua? >> << Non vive qui.. >> << Andasse a fanculo allora, basta che mi lascia andare a dormire. >>
 

[…]
 

 
<< Cosa ti ha detto Nialler? >> Mi domandò Jack mentre si levava la maglietta, mi sdraia sul mio letto con la testa da un’altra parte, tutto quello che mi aveva detto Niall mi risuonava nel cervello come una radio a ripetizione. << Niente di importante.. >> << Oh andiamo Tesoro.. >> Si sdraiò vicino a me e mi abbracciò. << Sai che con me puoi parlarne! >> Mi sorrise dolcemente. << Jack, non fare finta di nulla, hai sentito tutto. >> Lo rimproverai. Ci fu qualche attimo di silenzio. << Si, ok ho sentito, ma.. >> << Ma niente, e se me lo leva Jack? >> Cercai aiuto nei suo occhi e conforto nelle sue parole, stringendomi sul suo petto. << Non lo farà. >> Mi disse. Ma quella sicurezza che cercavo, non la trovai nemmeno in quell’abbraccio. Perché mi sentivo così strana? La sua presenza, intendo quella di Niall, aveva distorto ogni cosa. Mi sentivo così abbattuta, esausta, senza forze. Mi addormentai accoccolata al mio ragazzo senza aggiungere altro e quando mi risvegliai lui non c’era affianco a me. Così mi alzai dal letto, aprii le finestre e notai che quella giornata era una vera merda, era nuvoloso e pioveva  sospirai e decisi di scendere a fare colazione. Quella mattina mi senti stanca, afflitta, non avevo ne voglia ne tanto meno forza di fare qualcosa e alle 15 avevo anche un incontro di lavoro il che non mi aiutava. Sbuffai e scesi le scale, mi sentivo alquanto irritata e non sapevo bene il perché. Mi accorsi solo mentre sorseggiavo il caffè che in casa non c’era nessuno, così decisa afferrai il cellulare e composi il numero di Niall, dopo circa tre squilli rispose. << Pronto? >> << Niall, dove sei? E dove diavolo è il mio bambino? >> Domandai alquanto acida. << Ma non hai letto il post-it sul frigorifero? >> Mi domandò. << No che non l’ho letto, altrimenti non ti avrei chiamato. Tu che dici? >> Mi incamminai verso il frigo dove un Post-It giallo era attaccato sopra. Lo strappai con violenza da lì e lessi che c’era scritto. Il foglio citava

‘E’ un altro Buongiorno,
è un altro giorno, vicino a te.
Vicino a mio figlio, scusami per ieri.
Scusami per tutto.
Porto il bimbo con me sul set del nuovo PhotoShoot,
siamo a casa per pranzo.
-Niall xx’

 
Lo lessi mentalmente lasciando Niall in attesa. << Ci sei? >>
<< Si ci sono! >> mormorai rigirandomi il foglietto in mano, improvvisamente inizia a sentirmi triste e non seppi il motivo. << Bhè? >> << Ci vediamo dopo ok? Ora ho da fare! >> Dissi prima di riagganciare senza sentire la sua risposta. Mi andai a stendere sul divano continuando a leggere e rileggere come se dovessi trovare qualcosa tra le righe di quel piccolo foglio. Me lo rigirai tra le dita e la tristezza prese il sopravvento su di me, mi sentivo così fuori dal mondo e con la voglia di fare sotto i piedi. Pensai al gesto di Niall, all’apparenza stupido e insignificante, un semplice avvertimento e delle scuse, mentre Jack? Jack era andato a lavorare senza dirmi nulla, mi aveva abbandonata nel letto e neanche un messaggio mi aveva mandato, sparito, così, nel nulla. Sospirai amaramente pensando che forse io in quell’universo non meritavo attenzioni, non meritavo amore, non meritava niente. Perché nessuno sembrava capirmi? Passai la mattinata distesa tra i cuscini del divano a gongolarmi e a pensare a cosa stupide, nella tristezza totale, viaggiando nei ricordi, giusto per farmi ancora male. Quando verso l’una Niall e Chris fecero capolino in casa. << Ehy.. >> Mi richiamò Niall sventolandomi una mano davanti agli occhi. << Ben tornati! >> Esclamai. << Mamma, non puoi capire quante macchine fotografiche ci sono lì.. moriresti di felicità! >> Disse Chris venendo a sdraiarsi vicino a me. << Davvero? E sono belle? >> Domandai stringendolo a me. << Meravigliose e grandi! E lo sai che Harry mi ha fatto scattare delle foto e sono bellissime, e il fotografo di papà le stamperà e ce le darà. >> Annunciò fiero del suo lavoro. Sorrisi e gli scompigliai i capelli. << Non vedo l’ora di vederle allora. >> Dissi fiera di lui, contenta che almeno lui era felice. << Non avete fame? >> Domandò improvvisamente Niall, massaggiandosi la pancia. << Io no! Preparatevi qualcosa voi.. >> Dissi alzandomi dal divano. << Sicura? Un Toast nemmeno? >> Mi domandò Niall perplesso. << No grazie, vado a riposarmi. >> Dissi per poi salire al piano inferiore, intenta a buttarmi sul letto per un po’.. prima di andare a lavoro. Cosa di cui poi non avevo voglia. Mi distesi, quel giorno avevo intenzione di adottare quella posizione e non mi andava di fare altro, non capivo perché questa mia improvvisa tristezza, forse colpa di tutto quello che stava accadendo, ecco come mi giustificai non sapendo ancora bene quale era il vero problema. Alle 15 avvertii Niall che avevo un servizio fotografico, e chiesi se poteva tenere lui Chris o aveva da fare. Aveva detto che andava bene, così mi ero messa in strada e mi ero avviata verso lo studio, ma mentre ero diretta lì, svoltai per raggiungere l’ospedale di Jack, volevo dirgliene quattro.. così mi andava. Parcheggiai frettolosamente senza neanche chiudere l’auto, scesi e raggiunsi il reparto dove sapevo che lavorava. Lo trovai a cinguettare con una tirocinante mi avvicinai a passo deciso e furiosa. Quando mi vide sbiancò. << Amore.. che ci fai qui? >> Mi domandò perplesso e agitato allo stesso tempo. << Boh, mi andava di venire a trovarti.. sai com’è stamattina sei uscito dal mio letto, non mi hai lasciato nulla e tutto il giorno non ti sei fatto sentire. >> Dissi incrociando le braccia al petto. << Ma.. è che dormivi così bene, non volevo svegliarti! >> Cercò di tranquillizzarmi mettendomi le mani sulle spalle e sorridendomi. << Mh, davvero! Chi è lei? >> Domandai improvvisamente indicando la moretta, bassina che ci guardava. << La mia tirocinante, Liz! >> Disse lui. << Oh, ciao Liz. Sei brutta! >> Dissi sorridendo falsamente. Lei cambiò volto totalmente da un sorriso falso e pulito la sua bocca prese le sembianze di una ‘O’ << Cami. >> Mi rimproverò Jack. << Che vuoi mi andava di dirglielo.. >> Feci spallucce io. << Scusala davvero, non credo stia bene.. >> Si giustificò verso la mora. << Si vede! >> Annunciò lei squadrandomi, quella voce da oca mi fece saltare. << No, infatti non sto bene.. quindi adesso se non la smetti di provarci con il mio ragazzo ti strappo i capelli! >>
<< Senti, è meglio che noi andiamo.. >> Mi trascinò via per un braccio Jack. << Ci vediamo dopo per il controllo Liz! >> Affermò verso la moretta che annuì, mentre io mi voltai e la mandai gentilmente a fanculo, mostrandole il medio con tanto di sorriso. Jack mi portò fuori dall’ospedale e quando finalmente varcammo l’ingresso si sfogò. << Ma che cazzo ti salta in mente Camille? Cosa hai? >> Gridò, lasciandomi finalmente il braccio. << Non lo so ok! Perché la guardavi così? >> Urlai a mia volta. << Così come? >> << Con quegli occhi da pesce lesso, della serie ‘Mi ti farei proprio’ >> << A dici come Niall guarda te? >> Le urla cessarono al pronunciare quella frase, un brivido percorse la mia schiena e tornai ad essere triste e non più forte come mi ero sentita pochi attimi prima, mandando a fanculo quella gallina. << Lascia stare.. >> Dissi scuotendo la testa. << No, dai non voglio litigare.. sul serio. >> << Neanche io! Niall è il padre di Chris, Jack. Non posso impedirglielo.. >> << Lo so! Ma lui non riavrà anche te, costi quel che costi. Io ti terrò con me. >> Disse quasi con convinzione, che per un attimo ci credetti sul serio.. e non seppi decifrare che sensazione avevo avuto. Uno strano senso di conato, e gioia insieme. Volevo o non volevo Jack per tutta la vita? Non ci capivo più niente. << Ma tu non dovresti essere a lavoro? >> Mi domandò improvvisamente, sobbalzai a quella domanda e afferrai il cellulare immediatamente. Notai che ero con mezz’ora di ritardo. << Oh, si cazzo. Ci vediamo dopo dai.. >> Dissi allungandomi sulle punte e lasciandogli un bacio veloce, per poi correre verso l’auto. Aprii velocemente la portiera e balzai su, infilai la chiave e in fretta e furia accesi il motore e uscii dal parcheggio sfrecciando in strada, ma con la mia solita grande fortuna due isolati prima di arrivare allo studio, incontrai traffico. Iniziai a imprecare mentalmente, e circa 5 minuti dopo mi incazzai sul serio. Suonai sul Clackson con tutta la forza che avevo. << Porca Puttana, ho da lavorare io. >> Gridai come se tutti potessero sentirmi, invece ero sola in auto nel bel mezzo di Londra. Fantastico. << Mi licenziano, stavolta mi licenziano! >> Sbuffai passandomi una mano sulla fronte e chiudendo gli occhi. Un bussare al mio finestrino mi fece sobbalzare. Mi portai una mano al cuore e fissai la figura dietro il vetro sorridente e sporca. Abbassai di poco il finestrino che divideva me e il barbone e cercai di essere il più gentile possibile. << Si.. ? >> << Salve signorina, non è che potrebbe darmi un passaggio? Tra poco verrà a piovere ed io dovrei arrivare alla piazza a due isolati da qui! >> Rimasi basita dalla domanda di quell’uomo. << Abbassi il finestrino, non riesco a parlarle bene! >> Continuò. << Senta.. >> Feci gesto con la mano come per chiedere a quel signore come si chiamasse. << Roland, mi chiamo Roland. >> << Oh, bene Roland. Io sono in un fottuto ritardo, devo andare a lavoro.. lei può farsela a piedi molto tranquillamente. Tanto non verrà a piovere! >> Cercai di rassicurarlo. Ma neanche il tempo di finire la frase che un Tuono scosse Londra, seguito da un Lampo che sembrò illuminarla. Il barbone fuori dalla mi auto alzò gli occhi al cielo e poi li rivolse verso me, sorridendo. << Oh diamine. Va bene.. salga! >> Dissi mentre lui corse nel lato opposto dell’auto per salire al posto del passeggero. Mi chiesi dove era finita la vera me, da quando facevo salire barboni in auto? I miei pensieri cessarono, quando Roland sbattà il portello dell’auto con forza e un’ondata di freddo seguita da un’ odore di fogna invase l’auto. << Roland, da quanto è che non ti lavi? Porca Puzzola.. mesà che era meglio se ti facevi una camminata sotto la pioggia! >> Dissi tappandomi il naso. << Se ci vedi bene, sono un Barbone. >> Disse ridendo. Lo guardai per qualche attimo, sembrava felice di esserlo.. o per lo meno, non si lamentava del suo stato, un qualunque barbone non mi avrebbe risposto così e tanto meno avrebbe avuto un sorriso del genere, come se fosse di rassegnazione, come se ormai fosse abituato a quello, come se ormai non ci fosse più nulla da fare. << Signorina.. >> Mi richiamò sventolandomi una mano davanti. << Si? >> Scossi il capo per riprendermi dai miei pensieri. << Andiamo, sta creando un’altra fila.. >> Riportai gli occhi sulla strada e accelerai piano piano << Mi chiamo Camille.. >> Dissi senza guardarlo improvvisamente. << La smetta di chiamarmi Signorina, sono una mamma. >> << Una Bambina che ha un Bambino.. >> Guardai ancora una volta quell’uomo e mi regalò un sorriso, uno di quelli sinceri, veri.. mi scaldò il cuore. << Roland, che ne dici se apriamo i finestrini, sai qui non si respira. Sul serio non vorrei ma.. >>
<< O non si preoccupi! Ahaha >> Abbassammo i finestrini e continuammo a percorrere la via, piano piano il traffico stava diminuendo, ma improvvisamente iniziò a piovere.. << Cazzo! >> Ringhiai. << Glielo avevo detto! Chiudiamo i finestrini? >> << No. >> Gridai fermandolo, ormai eravamo quasi arrivati sul serio non si respirava se chiudevo, avremmo preso un po’ d’acqua non c'era niente di male. Il tempo di raggiungere la piazza parcheggiare e lasciare Roland. << Grazie Signorina.. >> Disse facendomi cenno con la mano, mentre io cercavo l’ombrello in auto. << Roland, aspetti e non mi chiami signorina.. >> Gridai ma lui con quel sorriso di prima si era già incamminato, era di spalle e rialzò il braccio per farmi ancora un segno di ‘Ciao’ senza nemmeno guardarmi, camminò sotto la pioggia come se quella fosse una cosa normale, senza preoccupazione, senza neanche provare a coprirsi, scomparendo dal mio campo visivo al primo angolo. << Maledizione! >> Ringhiai ancora non trovando l’ombrello, così chiusi l’auto e corsi verso l’edificio, ormai ero tutta bagnata. Salii velocemente al terzo piano, dove c'era lo studio del mio superiore e anche l'attrezzatura. Lanciai saluti veloci alle mie colleghe, dieto i banconi che cecarono di fermamrmi, ma non lo feci.. ormai ero ad un'ora di ritardo. Arrivata a destinazione aprii la porta dell'ufficio pensando di non trovarci nessuno e invece no. << Camille! >> Una voce severa e ferma mi bloccò sulla soglia, dietro la scrivania in legno massiccio, sualla sedia nera in pelle c'era lui, l'essere più odioso al mondo George Blumer, il mio capo, superivisore e superiore.. e diciamolo mi odia anche. Io e lui non siamo mai andati d'accordo e così ogni piccolo sbaglio, lui mi punzecchia e me la fa pagare in qualche modo, perchè ha il coltello dalla parte del manico, vorrei solo sputare su quella faccia da perfetto ragazzo in carriera e strappargli quei capelli folti e neri, ma non mi è permesso.. sfido il suo sguardo altrettanto nero, quei due occhi scuri e maliziosi, è arrivata la mia fine. << Sei Licenziata! >> Ghigna congiungendo le due mani, poggiando in gomiti sui braccioli della sua sedia in pelle..




SAAAAAAAAALVE.
Amori miei scusate l'attesa,
sono partita per il mare e non ho avvistao nessuno,
il punto è che dovevo starci solo tre giorni, ma sono diventati 10.
Ahahahahahah cmq ecco il capitolo, ho visto le vostre recensioni GRAZIE A TUTTE,
Ora risponderò. DAVVERO GRAZIE.
C'è poco da dire qui.. ecco un'altro evento a sfavore di Camille. Povera ahahaha.
Cmq già in questo capitolo si nota qualche cosa di quello che vi ho accennato l'altra volta, ovvero quelcosa di triste che accadrà.. a chi? Cosa?
Lo scoprirete solo leggento. Detto questo mi dileguo molto velocemente che ho da fare, non ho finito il 'One Shot' penso di finirlo per oggi,
vi metterò il Link cmq quando ho lo metto. GRAZIE ANCHE A QUELLO CHE CONTINUANO A SEGUIRE LA STORIA NONOSTANTE IL 'LARRY' E LORO NON CI CREDONO,
GRAZIE DIMOSTRATE LA VOSTRA MATURITà E QUESTO MI PIACE, ANCHE PERCHè LA STORIA NON INCENTRATA SUL 'LARRY' QUINDI, VISTO CHE HO GIà DATO UN'OCCHIATA ALLE RECENSIONI VI DICO ANCORA GRAZIE, VE L'HO GIà DETTO? AHAHAHAHAHA. Basta me ne vedo. Ciau! :3

VI AMO TUTTI.
P.s. Mi auguro di trovare altrettante recensioni in questo capitolo, per continuare, so che è noioso questo.
Ma fatemi sapere cosa ne pensate davvero, non sapete quanto mi stimoli a continuare anche una breve recensione.

#MuchoLove.
  
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