Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mitsuki91    28/08/2013    2 recensioni
Lily Luna Potter è stata rapita il giorno della sua nascita e mai nessuno è riuscito a trovarla.
Severus Piton, dopo la guerra magica, ha fatto perdere le proprie tracce e ha vissuto insegnando inglese nelle scuole babbane. Ora, mentre si gode la pensione, un incontro sconvolgerà la sua vita.
Chi è quella ragazza che ha la stessa voglia a forma di cuore di Lily? Che ne sarà dei sentimenti di Severus?
[Repayment]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Torno ed aggiorno anche questa storia ;)
Ho voluto prima dar precedenza alle altre, ma il capitolo era pronto, perciò… Eccomi qui ;)
Buona lettura, fatemi sapere! ;)


Voglia di fragola

Eva era riuscita a sviare l’argomento “ho passato la notte con Severus” da Noemi, parlando semplicemente di Matthew e del suo tradimento.
Si era trovata coinvolta in una serie di insulti rivolti al suddetto ragazzo, condito da “io lo sapevo”, “ti avevo detto di stare attenta” e “non ci sono più i ragazzi di una volta”. Cose simili, di quelle che si dicono ogni volta.
Si era chiesta come avrebbe potuto reagire l’amica scoprendo quale era il ragazzo di cui ora si stava innamorando, e aveva dovuto reprimere una risatina.
Perché sì, si stava innamorando. Di Severus. Non si erano ancora visti, dopo quel giorno, perché lei voleva lasciargli il tempo di pensare e, soprattutto, voleva pesare lei a cosa dire, cosa dirgli.
“Ora basta: non puoi rimanere a casa a piangere per quello stronzo, dobbiamo uscire. Domani ti porto in un posto carino.”
Eva acconsentì, più che altro per evitare di incappare in un’altra discussione da minimo due ore su come stesse reprimendo il dolore che doveva affrontare e bla bla bla.

***

La musica le martellava nella testa, confondendola e facendola stare male. Eva aveva bevuto qualcosa che le aveva dato Noemi, fidandosi dell’amica, e ora sentiva una leggera nausea. Aveva resistito circa due ore, un po’ ballando con l’amica e un po’ sedendosi sui divanetti consunti della discoteca, con la scusa del male ai piedi. All’inizio Noemi aveva insistito per farla ballare, per andare in cerca di ragazzi… Per ‘distrarla’, come diceva lei. Ora, però, forse stanca delle continue lamentele dell’amica, stava ballando in mezzo a due ragazzi e sembrava divertirsi parecchio, dimentica di Eva.
Lei sentì un’altra fitta alla testa e decise di averne abbastanza. Si alzò, schivò i ragazzi e uscì nel cortile interno del locale, dove la musica era meno pressante e si poteva pensare di avere una conversazione civile senza sgolarsi. Prese il cellulare dalla tasca degli shorts, indecisa. Chi chiamare? Non i suoi genitori, che o le avrebbero riso in faccia o si sarebbero arrabbiati a morte. Non Chloe, l’unica patentata dei suoi amici ad esclusione di Noemi – Matthew non contava più neanche per sbaglio – ma ancora troppo ‘neo’ per poter guidare fino a quel posto a notte fonda.
Alla fine, rimase una sola alternativa. Sospirando, premette il pulsante per chiamare Severus. Sperò di non svegliarlo.
“Pronto?”
Aveva regalato a Severus un cellulare per ringraziarlo delle ripetizioni, all’inizio del loro ‘rapporto lavorativo’, perché una volta lei non era riuscita ad andare per un imprevisto e non sapeva come contattarlo. Gli aveva insegnato le funzioni base, ovvero chiamare e rispondere, e lui se l’era cavata piuttosto bene, anche se non usava il telefono praticamente mai.
“Severus, mi vieni a prendere?”
“Che succede? Dove sei? Ti senti bene?”
“Ho… Un po’ di mal di testa, sì. Noemi mi ha portato a ballare, ma non mi sto divertendo.”
“Dimmi come arrivare.”
Sorridendo, Eva gli dettò l’indirizzo.
Posso sempre contare su di lui, si ritrovò a pensare, sentendo un piacevole calore invaderla. La nausea era quasi sparita.
Tornò dentro solo per avvisare Noemi. Vide l’amica venirle incontro, sollevata perché l’aveva persa di vista, e l’aspettò appena fuori dal locale.
“Io me ne vado!” le disse, urlando perché la musica era alta lo stesso, in quel punto.
“Come?!”
“Me ne vado!”
“Ma…”
Eva tornò dentro, diretta al guardaroba. Noemi la prese per mano, forse tentando di fermarla e parlarne, ma non riuscì e si limitò a seguirla.
Poi un’altra mano afferrò il braccio libero di Eva.
La ragazza alzò lo sguardo e vide due occhi verdi che la fissavano increduli. Fece per strattonare il braccio, per liberarlo dalla presa, ma il ragazzo la strinse di più ed iniziò a fare cenni strani verso la pista da ballo, continuando ad osservarla di sottecchi, strabuzzando gli occhi.
Eva iniziò ad avere paura. Cercò di liberarsi, ancora, ma inutilmente. Il suo cuore accelerò i battiti, la nausea le tornò e sentì anche una nuova fitta alla testa.
Paura, paura, paura.
Lasciami!
Poi, un black out. La musica si spense di colpo, così come le luci. Il ragazzo che la teneva alzò lo sguardo, confuso, ed Eva riuscì a liberarsi con uno strattone. Si liberò anche dalla stretta di Noemi e corse fuori, senza nemmeno prendere la giacchetta leggera che si era portata dietro.
Era stato solo un calo di tensione. La musica tornò, così come le luci, ma Eva, ormai, era già dall’altra parte della strada, lontana da Noemi e dal ragazzo che l’aveva importunata.
Si sentiva strana, era scossa da brividi nonostante il caldo.
No, continuava a ripetersi, non è successo davvero… Io… È stata solo una coincidenza…
Severus arrivò nel giro di cinque minuti.
Eva entrò in macchina, allacciandosi la cintura.
“… Hai bevuto?” le chiese l’uomo, prima di ripartire.
“Solo un bicchiere, ma non so cos’era. Me l’ha dato Noemi…”
Severus borbottò, contrariato.

***

Quando l’uomo aveva fatto per fermarsi davanti a casa sua, Eva l’aveva pregato di proseguire.
“I miei sanno che dovrei dormire da Noemi.” aveva detto, incrociando le mani “Ti prego, non ti darò fastidio. Dormirò sul divano. Nella cuccia di Minerva!”
“Minerva non ha una cuccia.”
“Oh, hai capito, andiamo! Non voglio spiegare a mia mamma perché sono rincasata così presto, né tantomeno ho la forza mentale di starla ad ascoltare… Ho mal di testa.”
Severus aveva sbruffato, ma era ripartito.
Perché non riesco mai a dirle di no?
Erano finiti a casa del professore. Lui l’aveva lasciata in cucina, dicendo che andava a prenderle un rimedio per l’alcol che aveva in corpo. Lei aveva cercato di protestare debolmente – non era ubriaca per un solo bicchiere! – ma Severus non aveva voluto sentir ragioni.
Era tornato con una tazza piena di un liquido grigio e puzzolente.
“Ma sei sicuro?” aveva chiesto lei.
“Bevi e non fare storie.”
Non poteva certo dirle che veniva dalla sua scorta personale di pozioni.
Eva si tappò il naso e mandò giù la strana bevanda che, a dispetto dell’odore, le lasciò un buon sapore in bocca.
Ora che entrambi non avevano più nulla da fare, la tensione iniziò a farsi palpabile.
“Severus” disse infine Eva, alzando lo sguardo dalla tazza ormai vuota. Sapeva di dover affrontare l’argomento con lui. Sapeva anche quello che voleva, sapeva che non era facile, ma prima… “Sei gentile con me solo perché assomiglio a Lily?”
Severus quasi si strozzò con la saliva.
“Cosa stai dicendo?! Tu sei tu. Non c’entri niente con… Lei.”
“Ma le somiglio, vero?”
“… Sì.”
“In cosa le somiglio? In cosa, Severus?”
Eva si era alzata e aveva allargato le braccia. Sembrava testa, preoccupata, addolorata.
Non puoi stare male per questo, pensò l’uomo.
Se non le rispondo si preoccuperà ancora di più. Si convincerà che è vero.
E no, Severus non sapeva perché, ma sapeva che non voleva assolutamente che lei si convincesse di… Di essere una sostituta di Lily.
C’entra quel bacio. Tutto si ricollega a quel bacio, lo so.
“Il tuo viso ha gli stessi lineamenti.” iniziò “Hai lo stesso naso, lo stesso taglio degli occhi. Anche lo stesso modo di sorridere. Ma sei una persona diversa da lei, Eva. Come carattere, come modo di fare… Sei tu, e solo tu. Ah, e poi c’è la voglia.”
“La voglia?”
“La voglia a forma di cuore sulla spalla. Anche lei l’aveva.”
“La voglia di fragola?”

“È una voglia di fragola!” aveva esclamato la bambina, ridendo e dirigendosi verso le altalene.
“Come, scusa? Ma non è a forma di cuore?” aveva chiesto lui, aggiustandosi i vestiti e seguendola.
“Ma che hai capito, Sev! I babbani dicono che questo tipo di voglie vengano in base alle voglie della gravidanza.” rispose lei, iniziando a dondolarsi piano e alzando il mento. Era evidente che, almeno per una volta, se la godeva per sapere una cosa che il suo amico invece ignorava “Siccome le voglie possono essere o marroni o rosa, beh, le prime vengono chiamate ‘voglie di cioccolato’… Quelle come la mia, invece, rosa, viene chiamata ‘voglia di fragola’!”
Severus si sedette sull’altalena accanto a quella della bambina, continuando ad osservare quella piccola deformazione della pelle.
Eppure, a lui sembrava tanto un cuore.

Severus sospirò.
“Sì, la voglia di fragola.”
Eva rimase un attimo ferma, la testa china, come se fosse pensierosa.
“Allora…” iniziò infine, avanzando verso di lui. Si sedette sulle sue ginocchia. Severus non sapeva che fare: se l’avesse respinta, si sarebbe offesa, o avrebbe considerate non vere le parole di prima. Però quello che stava facendo era così dannatamente sbagliato “Allora hai baciato me e solo me, l’altro giorno, vero?”
Severus si rese conto della misera maglietta che indossava, che lasciavano il seno parzialmente scoperto. Deglutì e vide il viso di Eva vicino – troppo, troppo vicino! – e arrossato.
“Severus?”
“È… Sbagliato.” si sforzò di rispondere.
“Ma hai baciato Eva, vero? Eva, non Lily.”
“Sì… Ho baciato Eva.”
L’uomo stava cercando in tutti i modi di riprendere il controllo del proprio corpo, prima di impazzire.
Eva sorrise, poi si avvicinò ancora. Severus stava per dire qualcosa, quando lei lo precedette, poggiando le labbra sulle sue.
Di nuovo.
Cercò di respingerla indietro, debolmente, ma già sentiva il suo corpo che si stava arrendendo.
Non di nuovo. È sbagliato.
Eva gli allacciò le braccia dietro la nuca e approfondì il bacio. Con un sospiro, Severus si arrese, stringendola a sé.
Sta succedendo di nuovo.
Eva gli infilò le mani nei capelli, sul viso, sul petto. Scesero ancora, fino ad infilarsi sotto la maglietta, sul suo addome non più così piatto e poi sulla sua schiena. Quando Severus sentì le dita scendere sotto l’elastico dei boxer, si staccò con un sospiro.
“Eva.”
Era un avvertimento. Eva lo ignorò, riprendendo a baciarlo e andando sempre più a fondo con la mano. La portò davanti, lentamente.
“Eva…”
“So che mi vuoi.” gli disse, a fior di labbra, mentre le sue dita si chiudevano sull’erezione dell’uomo.
Severus impazzì forse del tutto. Afferrò la ragazza alla base della schiena e la premette su di sé, prima di alzarsi con uno slancio e fiondarsi in camera. Continuavano a baciarsi, toccarsi, leccarsi. Labbra, guancia, orecchio, collo.
Severus la lasciò cadere sul suo letto e si tolse la maglietta, fremendo.
Cosa sto facendo?
Cercò di far tacere la coscienza, mentre anche Eva si spogliava, rimanendo in intimo.
Non sono più un ragazzino.
Severus si avventò su di lei forse con un po’ troppa foga, mentre Eva gemeva e lo toccava, cercando di togliergli anche l’ultimo indumento rimasto.
Durante quella notte, Severus non pensò a Lily nemmeno per un secondo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mitsuki91