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Autore: potters_continuous    29/08/2013    4 recensioni
Il fatidico giorno è vicino, ma non è il loro: Blaine sta per sposarsi con Miles, il ragazzo con cui ha condiviso gli ultimi anni della sua vita, e Kurt è il suo testimone. Ma i sentimenti di Kurt sono seppelliti da una terra ancora fresca, e rischiano di riemergere nel momento più inopportuno.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Blaine si lasciò cadere sul letto, appoggiò la testa sul cuscino e chiuse gli occhi.
Erano passati sei giorni da quando era stato da Kurt, quindi erano cinque notti che dormiva poco e male, nonostante Miles lo tenesse tra le sue braccia, tormentato da una domanda alla quale non riusciva ancora a dare una risposta.
Perchè l'aveva baciato? Era stato un gesto del tutto istintivo, le labbra di Kurt l'avevano semplicemente attratto, come una calamita attrae un pezzetto di ferro.
Forse voleva soltanto calmarlo.
Forse semplicemente non voleva che continuasse ad accusarlo in quel modo, ricordandogli ad uno ad uno tutti i suoi errori.
Forse voleva soltanto fargli capire quanto per lui significasse.
Forse, sotto sotto, lo amava ancora.
Sentì il materasso abbassarsi sotto il peso di Miles, alla sua destra. Ecco, quello era un altro problema.
Sapeva che avrebbe dovuto raccontargli quello che era successo, nonostante si trattasse soltanto di un bacio, ma sapeva che l'avrebbe riempito di domande alle quali non avrebbe saputo rispondere, rendendo la sua confusione soltanto più difficile da dissipare.
" Stanco?" sussurò Miles, che se ne stava beatamente seduto sul bordo del letto mentre nella sua testa scoppiava qualcosa di simile ad una guerra civile.
"Un po'." Ammise, l'altro si chinò e gli posò un bacetto sulla fronte.
" Tu e Kurt avete trovato il vestito?" domandò innocentemente, alzandosi e sfilandosi la maglia.
"No..." Sussurrò.
"Come mai? Vi siete fatti consigliare anche dal capo di Kurt? Com'è che si chiama? Isabel?"
"Miles... Noi.." Iniziò, non riuscendo a trovare la forza per mentirgli e decidendo in quella frazione di secondo che non aveva nessun senso continuare a rimandare quel discorso. Tacque per un secondo, l'altro si tolse i jeans, spense la luce e si infilò sotto le coperte, accanto a lui. "Abbiamo... Litigato." concluse, fissando il soffitto.
"Cosa?"
" Io e Kurt abbiamo litigato. Non credo che..." La voce gli si bloccò in gola.
"Hey, sta calmo e raccontami, okay?" Disse Miles, poggiando le sue labbra piene sulla sua spalla nuda.
"Okay... È successo poco più di una settimana fa... Noi stavamo chiacchierando da Sturbucks e lui è scappato via..." cominciò.
"Avevi detto qualcosa di sbagliato?" Si infomò, accarezzandogli leggermente il braccio. Blaine non riusciva a sopportare quel suo atteggiamento confortante, non in quel momento, e si allontanò leggermente, sottraendosi alle sue coccole.
"No, non credo... "
"Non sei andato a parlargli?" Insistette.
"Sì. Mi ha detto che mi ama ancora." Confessò, puntando gli occhi sul lampadario spento che dondolava sopra la sua testa.
"Poi ha iniziato a rinfacciarmi molte delle cose che ho fatto, o non ho fatto, in questi dieci anni e..." Si bloccò.
"E..."
"E io l'ho baciato... Miles... "Non sapeva neppure cosa dire, ma sapeva che doveva parlare.
"Ti prego, zitto un attimo." Ordinò il più grande, rotolando più in là nel letto e chiudendo gli occhi per qualche istante. Quel silenzio, perfettamente sposato con il buio totale, pesò enormemente sul riccio. "Perchè?" Chiese semplicemente.
"Io... Non lo so neppure io... Non volevo che mi dicesse quelle cose e..." Si fermò, per il banalissimo motivo che non era minimamente in grado di continuare quella frase.
"Perchè non me l'hai detto prima?"
"Mi dispiace... ma... avevo bisogno di schiarirmi le idee."
"E adesso?" Disse Miles sbrigativo, in un tono che non gli apparteneva affatto.
"Cosa intendi?" Domandò, cercando di apparire altrettanto pragmatico.
"Adesso sono più chiare?"
"Per nulla. Ma non volevo continuare a mentirti." Sussurrò Blaine. Aveva voglia di piangere, tanta. Non poteva, non era un bambino, doveva a tutti i costi continuare quella conversazione.
"È il mio migliore amico. È normale che io sia turbato e..."
"Blaine, lo ami?" Domandò improvvisamente l'avvocato, tirandosi a sedere sul letto e voltandosi verso di lui. "Ti supplico, se questa domanda ti manda anche solo leggermente nel pallone, restituiscimi l'anello."
L'aria che Blaine era convinto di avere nei polmoni lo abbandonò in un nanosecondo, lasciando al suo posto un enorme senso di vuoto non poi così dissimile da quello che occupava il suo cuore da alcuni giorni. Sei, per essere precisi.
Si sfilò lentamente l'anello e lo poggiò sul palmo della mano di Miles, restando per un attimo a fissare il contrasto tra l'argento e la pelle scura dell'uomo.
"Mi dispiace... "
Miles annuì leggermente poi si girò e poggiò l'anello sul suo comodino. "So che mi hai amato, o almeno hai sempre creduto di farlo. Non sono arrabbiato. Non è colpa tua." bisbigliò, dandogli le spalle. "Non c'è bisogno che tu te ne vada. Non adesso. Buonanotte."
Blaine provò l'insana voglia di vederlo urlare, sperò che si sarebbe alzato, avebbe afferrato il primo oggetto a sua disposizione e l'avrebbe fracassato sul parquet che avevano scelto insieme, prima di cacciarlo di casa. Eppure, quando lo sentì piangere silenziosamente, dopo un paio d'ore, capì perchè non l'aveva fatto. Non l'aveva fatto perchè Miles era sempre stato questo: calma e serenità. Kurt, invece, era tutto un altro discorso, era un mare in tempesta, del tutto imprevedibile, altamente pericoloso e sicuramente in grado di attirare tra i suoi flutti. Ma Blaine aveva sempre amato quel dipinto di Turner.

* * *

Sapeva che Santana e Brittany lo stavano aspettando per cena e che aveva il gelato al cioccolato di cui la bionda e il girino che portava in grembo parevano non poter fare a meno nella mano destra, ma non riuscì a non parcheggiare l'auto difronte a casa di Kurt. Erano passate tre settimane dall'ultima volta in cui si erano visti e Blaine aveva decisamente tante, troppe, cose da dirgli. Si fece coraggio e bussò, sperando che fosse in casa.
"Buonasera." Sussurrò, non appena Kurt aprì la porta.
"Blaine? Cosa ci fai qui?" Domandò sorpreso. "I-io devo parlarti. Posso entrare?"
"Certo... Vuoi qualcosa da mangiare? Io ho già cenato ma..." Disse, in tono fin troppo formale. Blaine si sfilò la giacca e la sistemò sull'attaccapanni, abbandonado, invece, la confezione di gelato sul pavimento.
"Non ti preoccupare." Rispose, avvicinandosi all'altro che si era appoggiato contro il bordo del tavolo.
"Cosa devi dirmi?"
Tutto, pensò Blaine, rendendosi conto di aver buttato due settimana durante le quali avrebbe potuto prepararsi un discorso decente. Così si ritrovò ad allungare semplicemente la mano sinistra verso l'altro, sperando che il suo modo sottile di informarlo del mancato matrimonio non si rivelasse un fallimento, come quando si era presentato al MacKinley senza blazer.
"Questo vuol dire che..."
"... Che non mi sposo più." Concluse, ritorando la mano.
Kurt si bloccò un attimo per metabolizzare la notizia, poi sussurrò: "Perchè?"
"Perchè anche io sono arrabbiato con te." dichiarò. L'altro alzò gli occhi dal pavimento e li puntò nei suoi, facendogli perdere buona parte delle sue capacità psicofisiche. "Sono arrabbiato con te per come mi trattasti quando ti trasferisti qui. Sono arrabbiato perchè al non-matrimonio di Sheu hai ripetuto talmente tante volte che non eravamo null'altro che amici che hai convinto anche me." Iniziò, senza spostare lo sguardo di un millimetro, nonostante il castano si stesse avvicinando lentamente a lui.
"E sono arrabbiato anche perchè non mi hai baciato quella domenica a Central Park cinque anni fa. E sono arrab-" Avrebe voluto finire la frase, ma Kurt gli aveva poggiato le mani sui suoi fianchi e le labbra sulle sue, e non poteva dire che gli dispiacesse. Gli portò le braccia dietro la nuca, approfondendo il bacio, e iniziò ad indietreggiare verso la camera da letto, soltanto vagamente conscio del gelato che si stava inevitabilmente sciogliendo e del fatto che Santana avrebbe a breve chiamato la polizia, non vedendelo arrivare. In tutta onestà l'arrivo di qualunque tipo di corpo statale in quel momento era l'ultimo dei suoi problemi, mentre le labbra di Kurt scivolavano lungo il suo collo facendolo sentire maledettamente a casa. Ogni morso, ogni bacio, ogni colpo di lingua erano un passo in più verso qualcosa che gli era mancato enormemente. Gli era mancato il fatto che Kurt incespicasse puntualmente nello sciogliere il suo papillon. Il fatto che tentasse sempre di non rovinare i vestiti. La passione sfegatata che aveva per i suoi ricci e per lo stringerli tra le dita. Il fatto che sapessero già entrambi che la mattina dopo si sarebbe lamentato per i segni rossi che Blaine si premurava sempre di lasciargli. Il modi in cui pronunciava il suo nome, con la voce arrochita dall'eccitazione.Il bacio che puntualmente gli posava appena sotto la clavicola subito prima di iniziare a prepararlo. Il modo in cui sorrideva soddisfatto contro la sua pelle sudata se gli chiedeva di più. Il fatto che adorasse le coccole, dopo. E fu proprio durante quelle coccole che decise di dirglielo, si avvicinò al suo orecchiome sussurrò:"Mi era mancato tutto questo."
"Anche a me, non sai quanto." replicò, prima di avventarsi nuovamente sulle sue labbra.
Poco più tardi, quando si addormentarono abbracciati tra le lenzuola mandide di sudore, sapevano entrambi che avevano ancora tante cose di cui parlare, tante cose da risolvere, ma non riuscivano a smettere di sorridere.

Note:
Buonasera! Spero che questa piccola storiella vi sia piaciuta, perchè è la prima volta che ne scrivo una (seria) in quasi totale autonomia. Ci tengo soltanto a ringraziare Caly, sperando che un giorno si deciderà a pubblicare su questo fandom, che ha sopportato i miei scleri in questi giorni. Ah, un'ultima cosa, il quadro di Turner che ho citato, "Mare in tempesta", merita davvero, se non lo conoscete googlatelo. Aspetto di sapere cosa ne pensate.
Baci, Potters.

   
 
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