Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko
Segui la storia  |       
Autore: BrokenSmileSmoke    29/08/2013    2 recensioni
Yumi Ishiyama è una ragazza molto chiusa in se stessa, con un passato che l'ha traumatizzata, finchè non incontra un ragazzo che tenta di farla tornare a vivere come prima; non ha amici eccetto Aelita, e non vuole averne.
Dal testo:
Essere ammessa in quell'accademia, per lei, non era soddisfacente; era piuttosto un bisogno, ma nessuno poteva capirla. [...]
Lo aveva scelto lei, il trasferimento, e avrebbe dovuto accettare ciò che sarebbe successo da quel momento in poi senza proferir parola.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Odd, Ulrich, William, Yumi
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore è una lotta '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'Amore È Una Lotta
L'Amore È Una Lotta.
Capitolo 16

Revenge.
William camminava da solo in quella strada.
Casa sua era proprio di fronte ai suoi occhi, eppure sapeva che a pochi passi da lì si trovava quella maledettissima bambolina.
Strinse i denti, infuriato con se stesso, per poi camminare verso quella dannata porta che lo portava verso ciò che per lui ormai era diventato come una droga.
Entrò e si sedette in un tavolo, la riconobbe subito, stava servendo del caffè a un uomo.
Quando si voltò, incrociarono gli sguardi.
Yumi lo vide, era lì anche quella sera.
Forse voleva ribadirle la storia della maid personale, anche se non ce n'era bisogno.
Non si rese nemmeno conto che quella volta, invece che lanciargli il solito sguardo accigliato, lo aveva guardato in modo diverso, quasi comprensivo.
Si avvicinò a lui
«Ciao!»
William era rimasto strabiliato, non l'aveva mai vista guardarlo senza lanciargli una velenosa frecciatina.
Quando si rese conto di essere rimasto lì a guardarla come un dannato idiota, scosse la testa
«Ciao?! No no! Voglio che mi accogli come di dovere!»
Yumi lo guardò qualche istante, era sempre lui, quel ragazzo maleducato.
«Eheheh!» sbottò lui.
«Volevo solo ringraziarti per oggi e.. E scusarmi per come si è comportato Ulrich, si è preoccupato troppo
«Bene, ora voglio ordinare.» disse fingendo di non esser stato toccato minimamente da quelle parole, quando in realtà lo aveva sorpreso come lei si fosse posta vulnerabile nel chiedergli scusa «Prendo.. Un frappè al limone.»
«Bene.» disse scrivendo lei, anche se era offesa in quanto lui non le aveva detto nulla.
«Ah, bambolina, con vodka.»
Yumi annuì, per poi andarsene.
Lui si rilassò e, senza rendersene conto, iniziò a pensare a quella frase.

«.. E scusarmi per come si è comportato Ulrich, si è preoccupato troppo.»

Posso capirlo, si era detto tutto il giorno.
Infondo aveva creduto che lui avesse ferito Yumi, ma era anche vero che non aveva minimamente esitato nell'alzare le mani su di lui, per la seconda volta oltretutto.
Ormai Ulrich non gli sembrava nemmeno l'ombra di un amico.
Forse era stupido sentirsi in colpa, quando invece lui non esitava nell'accusarlo o sferrargli colpi fin troppo ben assestati in pieno volto.
Sospirò.
Il giorno dopo non ci sarebbe stata scuola e lui avrebbe avuto la sua maid.
Sorrise.
Ed avrebbe escogitato una vendetta, forse meschina, ma alquanto meritata per il suo migliore amico.
Senza nemmeno rendersene conto rimase lì, seduto fino a tardi, già pronto a gustarsi la sua vendetta. Anche se era solo, diciamo, un dispetto.

Yumi intanto aveva servito ogni tavolo finchè, all'orario di chiusura, si rese conto che William era ancora là.
Sospirò.
Si chiedeva il perchè quel ragazzo era rimasto lì fino a quell'ora. Ma non importava, doveva chiudere il locale e aspettare che arrivasse il proprietario, le servivano quei soldi.
Si avvicinò dunque al ragazzo
«William, dovresti andartene.»
Lui, sentendo quella voce, distolse i suoi pensieri dalla sua "vendetta" per tornare alla realtà.
Yumi era di fronte a lui che si slacciava il piccolo grembiule con bordi in pizzo allacciato dietro alla schiena che copriva leggermente la vaporosa gonna nera.
«E tu?»
«Io? Io oggi devo rimanere fino a tardi. Giusto! Ora che mi ci fai pensare, con tutti quei clienti non ho avuto un attimo libero per avvertire Ulrich!» disse prendendo il suo cellulare e digitando velocemente un SMS al suo ragazzo.
William non riuscì a trattenere un soffio annoiato, per il quale la ragazza gli lanciò una delle frecciatine che lui tanto apprezzava.
Era proprio così, senza nemmeno rendersene conto aveva iniziato ad adorare alcune sue reazioni.
«Esci?»
«Non posso stare qui? Tanto da quel che ho capito, devi rimanere anche tu, no? Ti aiuterò a badare a questo bar.» disse allacciandosi le mani dietro la nuca, sorridendo.
La ragazza riflettè, non poteva mica creare problemi.
«Beh, fai come vuoi, io vado a cambiarmi.»
Andò in bagno, indossò i jeans, una canottiera che le aveva preso Ulrich e una felpa.
Infilò la divisa nella borsa e tornò nella sala dove c'era anche William.
«Che fai lì in piedi? Siediti, che devo parlarti.» disse il ragazzo facendole cenno di sedersi sulla sedia davanti a lui.
Così fece
«Che vuoi?»
«La tua gentilezza se ne va in fretta, eh? Comunque, volevo parlarti del nostro patto.» disse prendendo dalla tasca il solito pacchetto di sigarette.
Lei glielo sfilò subito dalla mano
«Qui non si fuma.»
Il ragazzo roteò gli occhi
«Tsk.. Comunque, ci vediamo domani alle 10, qui davanti, ok?» disse indicando fuori dal bar.
Lei annuì, anche se leggermente infastidita.
«E ricorda come devi chiamarmi, cosa devi indossare, e il tono che devi mantenere, mia cara maid
Pronunciò l'ultima frase con una punta insistente di malizia, avvicinando fin troppo il proprio viso a quello della ragazza, per poi ritirarlo immediatamente.
Lei, dalla sua parte, era diventata rossa dalla vergogna. Come osava avvicinarsi tanto a lei? Se solo Ulrich fosse lì presente..
Ulrich, doveva avvisarlo di quella messa in scena che William aveva architettato, sennò, cosa avrebbe pensato vedendola uscire in quelle condizioni?
Sospirò.
«Bene.» pronunciò alla fine lei.
William sorrise, per poi tornare a riflettere sulla sua vendetta con quel suo solito sorrisetto sulle labbra; la ragazza non diede peso a quell'espressione.
Poco dopo arrivò il proprietario, così i due si diressero verso le loro case.

«Yumi! Sei arrivata, finalmente.» disse Ulrich facendola entrare.
«Ti ho mandato un sms, non ti è arrivato?» chiese lei preoccupata.
«Sì, solo che.. Ti volevo aspettare.» sorrise.
Yumi fece lo stesso, per poi ricordarsi di dover parlare al ragazzo.
«Ulrich, devo dirti una cosa, ma tu prometti di non arrabbiarti. Ok?»
«Cosa c'è?»
«Ehm.. Ecco, io e William abbiamo un "conto in sospeso", diciamo. Ed ecco, domani sarò la sua.. Cameriera.» Cameriera, ripetè tra sè e sè la ragazza, dovevo dire maid.
Ma anche solo l'essere cameriera la faceva star male, esagerato, ma sul fatto che invece sarebbe stata una maid la faceva sentire ancora peggio.
Sporca.
«Ah..» si limitò a dire Ulrich.
Nemmeno lui sapeva come reagire; si fidava ciecamente di William, ma da quando aveva scoperto che conosceva Yumi, era costantemente preoccupato.
Una ragazza come lei poteva passare inosservata a tanti sguardi, ma alla fine quando due ragazzi come loro, ritenuti fratelli, anche dalla loro somiglianza in tutto, lei poteva essere per entrambi la ragazza, quella speciale e imperdibile.
Ulrich per lei avrebbe fatto di tutto, sapeva ormai quanto i suoi sentimenti erano forti.
Erano giorni che quella paura lo attanagliava, il fatto che la sua somiglianza con William non portasse entrambi ad amare la stessa persona.
Ma lui si fidava di Yumi, sapeva che non gli avrebbe mai mentito nonostante tutto.
Poteva reagire in un solo modo.
«Mi fido di te, non preoccuparti Yumi.»
La ragazza si voltò qualche istante.
Sorrideva, ma la falsità di quel sorriso era lacerante.
Nonostante tutto finse di non notarlo, limitandosi a baciarlo.
Era un bacio diverso, molto diverso dal solito.

Il giorno dopo, Yumi, dopo aver indossato quel suo stupido vestito, partì.
Erano le 10.30, sarebbe arrivata in tempo, forse anche leggermente in ritardo, sperava lei.
Ulrich dormiva ancora, gli diede un bacio sulla fronte prima di uscire.
Ringraziò il cielo più volte non avvertendo il solito freddo di fine ottobre, ma un sole abbastanza piacevole batterle sulla pelle.

Ulrich si svegliò, avvertendo le labbra della ragazza sulla fronte, ma non si mosse finchè non sentì il suo cellulare suonare.
Un sms da Odd,
"Ciao Ulrich, puoi venire subito al Rainbow Coffee? È importantissimo."
Il ragazzo sospirò, quello stupido sapeva solo mettersi nei guai.
Erano le 10.40, sarebbe arrivato senza problemi passando per una scorciatoia, per le 10 in punto sarebbe stato sicuramente là.

Erano le 10.55, era arrivata in anticipo anzichè il ritardo che si era augurata.
E William era lì, poggiato a una colonna, che la aspettava.
Si avvicinò, vicino a lui c'era un ragazzino biondo con una strana ciocca viola, ed era anche parecchio basso.
Rimase ferma, incerta se raggiungerlo davvero o meno, ma ormai lo aveva promesso.
Cercò di farsi passare il fiatone che le era venuto durante la camminata, immaginando già le frecciatine che lui le avrebbe lanciato come "Oh, avevi fretta di chiamarmi padrone?" oppure "Non vedevi l'ora di stare con me, vero?"
Non appena il respiro le tornò normale si avvicinò definitivamente.
William manteneva lo sguardo basso e non appena la vide avvicinarsi a lui, sorrise
«Ehi Odd, guarda la mia bambolina.»
Il ragazzino accanto a lui come tutta risposta ingoiò il boccone che stava masticando rumorosamente
«Chi è, William?»
«Lei? Oh, è la mia maid personale, dico bene?» disse avvicinandosi al viso di Yumi.
«Maid?! Ma per favore! Ma se non puoi nemmeno permetterti un paio di scarpe!» disse il biondino.
«Zitto, idiota!» disse William colpendolo in testa.
Yumi rimaneva zitta, e questo William lo notò quasi subito
«Non dici nulla, non mi saluti nemmeno, bambolina?»
Era il momento, doveva riflettere su ogni cosa che faceva, carattere, parole, doveva essere educata.
«Buongiorno padrone.» disse mantenendo una voce calma e facendo un leggero inchino, mentre dentro di lei non faceva altro che accumulare rabbia nei confronti del ragazzo.
«P-Padrone?» chiese Odd confuso.
«Visto, stupida pezza da piedi?» disse William al ragazzo, per poi rivolgersi nuovamente a lei prendendole il mento tra due dita «Lei oggi è tutta mia.» sorrise.
Yumi spalancò gli occhi, di nuovo quella sensazione.
Un misto tra rabbia e una scossa sconosciuta.
Si slacciò da quella presa velocemente
«Allora, cosa dobbiamo fare ora, padrone?» continuò mantenendo quel tono.
«Aspettiamo una persona e andiamo, ok?»
«Tutto ciò che vuole, padrone.»
William stava tornando a guardare basso, quando vide un uomo di mezza età passare accanto a Yumi e squadrarle il fondo schiena.
Si tolse immediatamente la giacca, sperando solo che fosse abbastanza lunga da arrivarle fino alle cosce.
«Mettila, avrai freddo.» disse fingendosi non interessato.
Yumi lo guardò, confusa.
Molto probabilmente era uno dei giorni più caldi di quel fine settimana, di certo il freddo non era un problema.
«Sto benissimo, pad..»
Lui la interruppe
«Sono il tuo padrone, no? Mettila.» disse mettendogliela sulle spalle, arrossendo.
Odd, dal canto suo, non aveva mai visto reagire William così, non si era mai preoccupato molto sul coprire una ragazza; guardò l'amico confuso.
«C-Certo, padrone.» disse stringendo la giacca a sè, era abbastanza lunga e le arrivava fino alle ginocchia.

Ulrich era ormai vicino al locale, doveva solo girare l'angolo.
Appena lo fece rimase fermo davanti alla scena, c'era Odd insieme a William e Yumi; era confuso, si avvicinò.
Il primo a notarlo fu l'artefice di tutto, William, sorrise.
Aveva preso poco prima il cellulare di Odd per mandare un messaggio a Ulrich fingendo una questione urgente, quando il suo obiettivo in realtà era unicamente far capire al moro i suoi errori.
Quanto facesse male nel sentirsi essere traditi dall'amico di sempre, infondo lui per la bambolina provava solo una normale attrazione fisica, o almeno così sperava.
«Ulrich!» esordì immediatamente il ragazzo.
«William.»
Yumi, sentendo quel nome, non potè fare a meno di arrossire e stringersi ancor più addosso la giacca che le era stata porsa poco prima.
«Ulrich..» sussurrò Yumi vedendolo.
Lui le sorrise, lei ricambiò, come la sera prima.
«Ulrich!» esordì felice Odd vedendo il suo amico.
«Ehi, ciao Odd!»
Yumi non potè fare a meno di fulminare con lo sguardo William, voleva capire il suo piano anche in ogni caso, ormai era fatta.
«Che hai, bambolina chiese William concentrandosi sulla ragazza «Ho pensato di invitare anche il tuo ragazzo, spero ti faccia piacere.» disse sorridendo.
Ma non in modo maligno, era un normalissimo sorriso.
Infondo il suo obbiettivo non era far arrabbiare lei, ma lui.
«G-Grazie..» disse la ragazza ripetendosi nella mente di dover essere gentile «.. Padrone.»
Ulrich la guardò.
Altro che cameriera, ecco una maid.
Ed ecco che la risentiva, quella rabbia, tornare verso quello che era il suo migliore amico, e anche verso se stesso.
Ma infondo Yumi glielo aveva detto, sospirò.
Andarono in giro per la città e William approfittò in ogni momento l'uso della sua maid, e lei gli obbediva.
Anche se doveva ammetterlo, non riconosceva quei gesti tanto accomodanti suoi; anzi, vederla impegnarsi nell'interpretare un'altra lo infastidiva.
A lui non piaceva quella squallida ragazzina che lo chiamasse padrone, ma semplicemente Yumi.
Spalancò agli occhi a quel pensiero, per poi cacciarlo.
Per un attimo aveva confuso quell'attrazione per un vero e proprio sentimento, ma a lui non piaceva la bambolina, non doveva.

Erano fermi al parco ed era quasi mezzogiorno.
Ulrich, anche se molto irritato, aveva mantenuto il silenzio per tutto il tempo, mentre William continuava a osservare le sue azioni.
«Allora, che si fa ragazzi?» incalzò Odd, non percependo la tensione nell'aria.
«Pensavo di fare un salto a casa mia.» disse William tranquillamente.
«Benissimo.» disse Ulrich, ormai gli sembrava evidente che tutte quelle frecciatine erano indirizzate a lui, non ne capiva il motivo ma era così, e lui sarebbe stato al gioco.
Dopo pochi metri si ritrovarono all'appartamento dove viveva William, non era di certo una casa benestante, anzi somigliava all'appartamento che Yumi aveva in Svizzera.
La ragazza, infatti, si guardava intorno con estrema naturalezza.
Era arredata con il minimo indispensabile, un divano, un tavolo con intorno 3 sedie, una piccola cucina e poi altre stanze.
«Servitevi pure, ragazzi, come sempre!» disse William buttandosi sul divano.
Yumi aveva perfettamente capito ciò che doveva fare, si avvicinò al ragazzo
«Desidera qualcosa, padrone?»
«Uhm.. Se è fatto da te, sì.»
«Dica.»
«Il frappè di ieri era squisito!»
«Un frappè con vodka, dunque?»
«Esatto! Trovi tutto nei cassetti, la vodka è nella credenza.»
Così, di malavoglia, Yumi andò a preparare l'ordinazione.
Ulrich, intanto, dopo essersi bevuto un po' di birra, controllò che William lo stesse guardando per poi avvicinarsi a Yumi
«Ehi, stai bene?»
«Uhm? Certo.» disse la ragazza prendendo un bicchiere.
«Guarda che solo perchè sei la sua.. Cameriera, non devi evitarmi.»
La ragazza si fermò «Hai ragione.» disse come realizzando.
Lui le sorrise, per poi prenderle il mento tra l'indice e il pollice per alzarle il volto verso il suo
«Già.» sussurrò per poi baciarla.
William guardava irritato la scena, si voltò di lato per poi alzarsi ed uscire di casa.
Yumi lo seguì
«Padrone? Dove va?»
«Che ci fai qui? Il tuo ragazzo è dentro, no?»
«Sì, ma noi abbiamo un patto, no? Una promessa.» finì lei sorridendo.
Lui la guardava confuso, diceva sul serio o stava solo mandando avanti la sua farsa?
Non ce la faceva più a sopportarla recitare quella scena, così accomodante, così diversa da lei.
«Guarda che se vuoi puoi anche smetterla.»
«Uhm?»
«Intendo, con questa voce, il tuo comportamento. È ridicolo, è irritante.» ammise William.
«Lei mi ha chiesto di essere la sua maid personale, padrone, ed è ciò che sto facendo.»
Il ragazzo sorrise
«Tu non ti aspettavi che avrei fatto venire anche lui, vero?»
Yumi abbassò lo sguardo «No.»
«Ora probabilmente sarai arrabbiata con me, no?»
«Io non posso essere arrabbiata con il mio pad..»
«Ti ho detto SMETTILA, tu non sei così!»
Lei spalancò gli occhi, William era di fronte a lei, era serio.
«Sì, sono arrabbiata. Anzi, confusa. Io non capisco perchè prima inviti Ulrich per farmi imbarazzata, poi mi permetti di stare con lui senza metterti in mezzo, anzi, lasciandoci a casa tua!»
«I miei piani erano infastidire lui, non te.»
«Lui?»
«Sì, non mi importava niente del debito da saldare, a dire il vero. Non sapevo nemmeno che farti fare, come mia maid, poi ho deciso che potevo usarti per far capire a Ulrich che si prova quando un amico ti tradisce, ma lui è stato al gioco!»
«G-Gioco?»
«Esatto, volevo capisse che vuol dire quando un amico ti volta le spalle, come ha fatto lui. Ieri, ha cercato di colpirmi senza nemmeno chiedersi se aveva o meno ragione, quale fratello farebbe così?»
«Io..» Yumi non sapeva che dire, era arrabbiata con William per tutto quel tempo, quando in realtà lui non aveva fatto altro che soffrire.
«Ma infondo, il nostro sangue non è lo stesso, no? Io sono solo un ragazzo con un sangue rosso e sporco, mentre lui è diverso, diceva mia madre, lui è di sangue blu; famiglia ricca, tante case, soldi.. Ma da piccoli, queste differenze non esistono.»
«William..»
«Tsk, ma perchè ne parlo a te poi? Andrai a spifferargli tutto, non è così? Guarda, puoi anche andare, ciao!» disse iniziando a camminare, ma Yumi lo fermò.
«Io.. Io ti capisco!»
Il ragazzo si voltò.
«Io vivo con mia madre, lei è di salute cagionevole, ma lavora duramente per mantenere me, l'accademia, la sua casa, e da quest'anno anche io mi sono cercata un lavoro part-time per lei.»
«E tuo padre?»
«Mio padre ci ha abbandonate.» disse lei sforzando un sorriso, malinconico.
«Oh, anche mio padre ci ha lasciati. Io ho una sorella maggiore, ha dovuto lasciare gli studi per provvedere a noi, quindi in effetti ora contano tutti su di me, un delinquente. Un delinquente che ha poco a che fare con lo studio, ma almeno io non sono fuggito come mio padre.» disse calciando una pietra per terra.
I due si guardarono, era calato un grandissimo silenzio, un silenzio di comprensione ricambiata.
Sorrisero.
«Ora puoi anche andartene.»
«La tua giacca.» disse lei porgendogliela.
«Grazie, ma forse è meglio che te la tieni fino a che non ti sarai vestita di più.»
«Ma come? Mi costringi a conciarmi mezza nuda, poi mi dai la tua giacca?»
«È che..» si interruppe vedendo Ulrich uscire «Niente, torna a casa e basta. Ciao.» detto questo si voltò.
Yumi venne raggiunta da Ulrich
«Tutto bene?»
«Sì.» disse lui guardando la giacca dell'amico.
Guardò qualche istante anche lei il cappotto, per poi voltarsi verso il suo ragazzo
«Andiamo?»
«Cosa? Ma non doveva essere un giorno intero?»

I due si diressero verso casa.
La ragazza era estremamente confusa, attraversata da mille pensieri e sensazioni.
Aveva scoperto tante cose in comunque con William, e anche molto di Ulrich.
E ricco, eppure non le aveva detto niente.
In effetti erano veramente diversi.

* * *
Ciao lettori di EFP!
Sì, che capitolo lungo!
A quanto pare, la "vendetta" di William non è finita proprio bene, ma ok.
MANCANO POCHI CAPITOLI ALLA FINE.
Ora vado!
Un bacio a tutti voi,
SmileSmoke.
Facebook (SmileSmoke EFP)
Twitter (BrokenSmileSmok)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Code Lyoko / Vai alla pagina dell'autore: BrokenSmileSmoke