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Autore: SandFrost    29/08/2013    2 recensioni
In un mondo dopo tutto è possibile, anche un ospedale può essere un ottimo luogo di incontro.
Perché è proprio in un ospedale che ha inizio questa storia.
Questa storia che parla di un'amicizia vera e pura.
Questa è storia di un amicizia, l'amicizia fra Rachel e Mercedes, che diventa qualcosa di più.
[...]
"...Abbiamo trovato una famiglia quando non riuscivamo a trovare neanche noi stessi. Ci siamo trovati nello stesso momento, aspettando l’istante i cui i nostri cuori sarebbero stati pronti per il nostro amore. Non importa il tempo, le difficoltà, la distanza, niente potrà farci smettere di essere una famiglia, perché è quello che siamo ed è quello che saremmo sempre, quindi asciugatevi gli occhi perché non andiamo da nessuna parte se non siamo insieme"
[...]
Dedicata alla mia Rachel. Ti voglio bene Jacobba.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Mercedes Jones, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buon compleanno amore mio.



 

1 anno prima

 
Anche se la porta era spalancata e la luce fiocca delle scale illuminava il pianerottolo, la stanza era nella completa penombra. Si riuscivano a mala pena a tracciare il contorno dei vari mobili del soggiorno, ma non ebbi paura di quel buio. Quel buio aveva avvolto la mia vita e iniziavo a sentirmi legata a esso. Ma, dopo aver messo il primo piede in casa e dopo che le luci si accesero, senza che io muovessi un singolo muscolo, vedere cosi tanta gente che da tutte le parti urlava “Buon compleanno, Rachel”, quello mi fece paura. Mi fece venir voglia di riavvolgere il nastro e portare quel piede fuori dalla soglia e chiudere le porte alle mie spalle.

Non avevo voglia di nessuno ma tutta quella gente – che conoscevo solo in parte – non notò quel particolare nel mio viso, e iniziò a stringermi, a riempirmi di baci, ad augurarmi buon compleanno e a raccontarmi cosa mi aveva comprato. In fondo alla stanza, ormai completamente illuminata, intravidi due uomini, mi stavano sorridendo lievemente e uno dei due, vedendomi, si era voltato per asciugarsi una lacrima scappata al suo controllo.

Loro lo sapevano, il dottor Anderson aveva parlato loro quella stessa mattina e allora perché quella sceneggiata? Perché se ne stavano lì a fissarmi, senza trovare il coraggio di avvicinarsi? Perché il mio mondo stava cadendo, perché tutto quello in cui avevo voluto credere, quello che mi aveva permesso di superare i momenti difficili, quei piccoli sogni di cui mi ero circondata, stavano andando in pezzi? Stavo crollando e nessuno lo voleva ammettere.



Oggi

 
«BUON COMPLEANNO RACHEL» una voce dolce mi svegliò quella mattina. Aprì lentamente gli occhi e mi ritrovai un raggiante Finn che mi guardava con in mano dei cioccolatini a forma di stella e dei palloncini colorati. Lo guardai per qualche secondo, non sapendo a cosa dovessi quella visita. Non era il suo giorno come volontario ma quando mi missi a sedere, realizzai.

«Oggi è il mio compleanno» pensai ad alta voce, senza che me ne rendessi conto, come se avessi perso il controllo della mia stessa voce, mentre cercavo di mettere su un sorriso strofinandomi gli occhi, ancora assonati. Tornai a guardare la porta, quando sentì altre voci rompere quel breve attimo di silenzio. e; «Kurt smettila di spingere, ho capito che c’è il tuo bel dottorino ma dobbiamo entrare in questa stanza» sentì la voce familiare di Mercedes e poi una risposta confusa e capì che poteva essere solo Kurt.

«Buon compleanno Rach» Kurt entrò nella mia camera poco dopo con un sorriso stampato in volto, seguito da Mercedes, che lo spingeva per le spalle. «Buon compleanno dolcezza» disse allora la ragazza, avvicinandosi al mio letto e baciandomi le guancie, anch’essa con un sorriso raggiante sul volto. «Questo è per te» disse, poggiandomi una busta tra le mani.

Non apri la busta per guardare il contenuto, non afferrai i cioccolatini che Finn mi stava ancora porgendo, non lo aiutai ad attaccare i palloncini al mio letto, non sorrisi a Kurt che mi salutava con la mano e che saltellava tutto felice. Semplicemente rimasi immobile e guardare la scena, come uno spettatore guarda uno spettacolo dalla platea. Era reale? Stava succedendo sul serio? Avevo realmente degli ‘amici’ che mi stavano augurando buon compleanno, anche se avevo cercato, in tutti i modi, di nasconderlo?

Questa volta sei tu la protagonista, Rach. Sentii dire da una vocina dentro la mia testa e forse aveva ragione. Avevo sempre desiderato essere la protagonista, essere al centro del palco e sentire il calore delle luci sul mio volto. Ascoltare il pubblico applaudire e sentirmi per la prima volta, la protagonista.

«Sai Rach,» la voce di Finn fermò il vortice di pensieri e tutte quelle immagini sbiadite, che volevano emergere, e che per tanto tempo avevo tenuto nascoste. «è stato realmente difficile scoprire il giorno del tuo compleanno ma per fortuna il dottor A. è stato un ottimo complice» disse ghignando verso la porta aperta.

Un ragazzo con i capelli in gelati, un sorriso entusiasta e un papillon al collo entrò in stanza e Kurt quasi svenne sulla sua amica, che prontamente lo aveva efferato per le spalle. «Buon compleanno Berry» disse il dottore, voltandosi di poco verso Kurt e sorridendoli e poi tornami a fissarmi e facendomi un occhiolino e "La mia paziente preferita ma non dirlo a nessuno, okay?" mentre una leggera risata di gruppo, riempiva l’aria.

Era tutto reale, erano realmente tutti lì per me. Ero finalmente la protagonista. Ero, per la prima volta dopo tanto, felice.




 
3 giorni prima

 
«Dottor Anderson?» aveva chiesto Finn preoccupato e avvicinandosi all’uomo, che mi sorrideva felice. Forse felice di non avermi trovata chiusa, come sempre, nella mia camera. Forse perché mi aveva trovato in mezzo a persone, di cui avevo appena imparato i nomi. O forse perché stato sorridendo, realmente. «Oh, non ti preoccupare Finn sto bene» disse l’uomo – non più grande di noi – mettendosi in piedi e sorridendo ancora ai presenti e facendo un giro di presentazione.

«Mi cercava?» dissi, perché il dottor Anderson, si era fermato di fronte Kurt e sembrava completamente perso in chissà quale mondo e Kurt si stava reggendo, con troppa forza, alla sua amica.

«Cosa? Oh si sì, voleva salutarti prima di andare via, poi ho incontrato Finn che ti cercava e allora mi sono unito alla ricerca ma sono felice di vederti in compagnia» mi sorrise, com’era solito fare. Aveva un sorriso particolare e quando sorrideva, tutto di lui sorrideva. I suoi occhi cervoni s’illuminavano, come tutto il suo volto.

«Sa dottor Anderson è successo tutto per opera del destino questo incontro e lo trovo una cosa incredibile» Finn iniziò a parlare su quanto fosse sorprendete e di come tutto fosse iniziato. Io rimasi immobile e fissare la scena, come mi capitava spesso fare, eppure era differente. Non era una semplice osservatrice di un evento che non mi apparteneva, ero parte di quell’evento e se volevo potevo unirmi alla conversazione senza sembrare inappropriata e fu quello che fece «Già. Il destino ci ha voluto tutti qui oggi, chissà cosa avrà inservo per domani».

Tutti e quattro mi guardarono e annuirono, Finn scambiò un’occhiata complice con Blaine ma non me ne curai e continuai a parlare con Mercedes e Kurt, che discutevano dei possibili costumi da usare per il musical che stavano mettendo in scena.



 
Oggi

 
«Quindi» iniziò Finn, continuando un discorso che aveva avuto luogo nella sua testa «Oggi è il tuo compleanno e bisogna festeggiare, ho già chiesto il permesso al capo reparto e oggi tu ci segui e ti portiamo in un luogo speciale» concluse Finn, saltellando fuori la porta con Blaine e uno scodinzolante Kurt.

«Ma» tentai, ma Mercedes mi si avvicinò e mi sorride. Quel sorriso che mi aveva ammaliata la prima volta. Appoggiò la sua mano sulle mie e si sedette alla punta del letto. «Che cosa ti preoccupa zucchero? Non ti piacciono i compleanni?» mi chiese ma non trovai una reale risposta e allora continuò «Finn è proprio pazzo non trovi? Lui è sempre cosi, euforico e felice, ma sono sicura che è stata la prima cosa che hai notato di lui, vero?».

Annui di poco e la mia mente tornò indietro di qualche mese. Vederlo entrare nella mia stanza, chiedermi se poteva restare con me, presentarsi di tanto in tanto e fermarsi a parlare, di tutto e niente. Non aveva chiesto il permesso, era semplicemente restato ed io sentivo che ci sarebbe sempre stato. La vita è come un albero d'inverno, quando non ci sono foglie ed è ricoperto di neve, ma se sai attendere, se saprai prendertene cura, arriverà la primavera e lo vedrai fiorire. Io ero quell’albero e Finn era la mia primavera. Stavo congelando nella mia solitudine, ma ora sentivo il calore.

«Quando pensi a lui, i tuoi occhi si colorano di una luce nuova» mi risvegliò la ragazza che avevo di fronte, stringendo la presa sulle mie mani «Allora ti va di seguirci? Ti ho portato qualcosa da indossare, sono sicura che questo sarà il più bel compleanno della tua vita».

E su questo non avevo dubbi. Lo avrei passato con Finn, quel ragazzo che mi sorrideva e infondeva in me, gioia e calore. E poi c’erano Mercedes, Kurt e Blaine. Avevo paura di quel improvvisa felicità, ma non potevo avere paura di quei sorrisi cosi sinceri e quegli sguardi che non conoscevano la mia storia, ma che una volta che fossi stata pronta, avrebbero ascoltato in silenzio e poi avrebbero sorriso ancora.





 
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Come aveva promesso, eccomi con il nuovo capitolo. Questo capitolo - come l'intera fic - è ispirata alla mia Rachel e al nostro legame. Ispirata a quel angelo bellissimo, che mi ha regalato degli anni magici e pieni di risate. Pieni di emozioni e gioie. E' la migliore Rachel che una Mercedes possa desiderare e le devo tutto. Oggi quel angelo compie 16 anni e vorrei augurarle buon compleanno, con tutto il cuore. Auguro buon compleanno anche a Lea Michele. Due guerrire., forti e coraggiose. Alla prossima.

-SandFrost in Jacobba's
  
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