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Autore: StewyT    29/08/2013    8 recensioni
Alzo lo sguardo verso di loro, e vengo attratta da tutt'altro.
Cazzo avevo visto bene. Non erano simili ai suoi capelli. Quelli erano i suoi capelli.
Quello è lui, è Edward Cullen, ed è dannatamente perfetto come l'ultima volta che l'ho visto.
Mi sento davvero svenire questa volta.
Non è assolutamente possibile che lui sia in quella scuola.
La testa inizia a girarmi vorticosamente. Sarà come se non fossi mai esistito.
Aveva detto. Allora perchè non è sparito dalla mia mente? Perchè ora è qui?
Sorride. E il suo sorriso mi fa tremare le gambe. È bellissimo proprio come lo ricordavo. E questo non va bene. Non avrei dovuto ricordare il suo sorriso.
Lui non sarebbe più dovuto esistere, per lo meno non nella mia mente.
Mi appoggio alla cattedra per non cadere, e sospiro affannosamente.
“Qualche volta ..beh che ne dici di andare a prendere qualcosa al bar? Mi mancano le nostre chiacchierate.”
“Credo che non sia il caso. Mi dispiace”
Dico. Prendo la mia borsa e mi avvio all'uscita. Lui mi paralizza il braccio.
“Insomma sarai mica ancora..!?”
Sì. Sono ancora arrabbiata. Sono incazzata nera.
“No. Forse no. Non più, ora che ti ho dimenticato".
-Altro che visioni. Pov Bella.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Trasferimento.

Pov Bella.


Apro il portone del palazzo.
Bel condominio, nel centro di Manhattan.
Tutto di mattoncini rossi, con porte di vetro.
Salgo al terzo piano, dove dovrebbe trovarsi il mio appartamento.
Ci sono tre porte, quella di casa mia è la prima, sulla destra.
Infilo lo chiave, e apro la porta di legno rosso.
Mi ritrovo così nel mio piccolo, ma ben attrezzato appartamento a New York.
Finalmente, dopo dieci anni, ho una casa tutta mia, lontana da Forks.
Entro, e poso la valigia in un angolo.
La casa è così carina. È tutta bianca, c'è solo una parete divisoria di mattoncini rossi, che da colore, e una finestra che prende tutta una parete, che da luce.
L'arredamento è di pelle bianca, c'è un enorme televisore, e un'isola di mattoncini, avanti ad una cucina color rosso.
Mi avvicino alla parete divisoria, ed entro nella porta, quella del bagno.
È piccolo, ma servizievole: c'è la vasca idromassaggio, e un bellissimo box doccia.
Esco, e mi ritrovo nella camera da letto, dove Spoty, il mio piccolo gatto grigio e nero, si è già piazzato comodamente.
È molto spaziosa, e un'enorme finestra si affaccia su tutti i grattacieli.
Perfetto,come ho sempre sognato a solo 800 $ al mese.
Mi sistemo: poso tutto quello che ho.
I libri su una mensola sulla parete divisoria, i profumi e il trucco in bagno, i vestiti nell'armadio in camera da letto. Metto qualche quadro di qui e di lì. Qualche foto sul tavolino in camera da letto.
C'è una foto con Reneè, una foto con Charlie, una con Angela, Mike, Jessica,Eric e Tyler, un'altra con Jake.
L'unica che non c'è è quella con i Cullen.
Da quando lui mi ha lasciata da sola nel bosco, ho fatto di tutto per dimenticarlo, come mi ha detto lui, ma non ci sono riuscita. Nonostante l'aiuto da parte di Jake.
Lui è ancora in tutti i miei sogni. Che ormai sono diventati incubi.Vedeo Alice, e i suoi bellissimi sorrisi. Lui e i suoi favolosi occhi azzurri.
Mi manca, è vero, ma.. sono in una città nuova, sarà una buona occasione per dimenticarli definitivamente, e rifarmi una vita.
È passato tanto, e mi sto abituando alla sua assenza, al tocco di labbra diverse, meno dolci, morbide e marmoree.

Sono forte.
Mi stendo sul comodo letto di lattice, e cerco di riposarmi un po'.
Il viaggio è stato lungo e snervante. Troppo per una alla quale non piace viaggiare in aereo.
Subito mi viene in mente che dovrei andare in università e provare a conoscere i miei colleghi.
Forse non saranno felici di avere tra i piedi una nuova arrivata quasi inesperta. A 28 anni si potrebbe forse essere una professoressa di psicologia abbastanza esperta?
Vedo il calendario: mancano circa quaranta giorni all'inizio delle lezioni, e ho già la maggior parte dei temi che affronterò nelle prime settimane pronti, quindi ci sarà di sicuro tempo di conoscere i mie nuovi colleghi e di fare amicizia; magari ci scappa un bel nuovo collega maschio, sulla trentina, intelligente e pure carino.
Certo, io ho così tanta fortuna nell'incontrare gli uomini giusti. Come Lui, oppure Jake. Oh, caro vecchio Jake, da quanto tempo non lo vedo.
Sono esattamente tre anni, da quando si è trasferito a Seattle, con la sua nuova fiamma: non siamo mai stati veramente assieme, e un giorno, in cui ci trovavamo lì per una passeggiata, lui ha il suo imprinting con una ragazza di Seattle. L'abbiamo vista al supermercato. Era bella. Bellissima. Alta, con i capelli riccioluti rossi, si chiamava Renesmee. L'ho conosciuta: è una tipa carina e apposto, e sta bene con il mio Jacob.
Mi sveglio al suono del cellulare. 
Mi alzo di scatto e lo cerco nella borsa.
È Charlie.
"Papà" Rispondo preoccupata.
"Bella. Avevi promesso che mi avresti fatto uno squillo quando saresti arrivata a casa. Si trova a New York, o su un altro pianeta questo appartamento?"
"Scusa." Dico rilassandomi.
"Ero così stanca, che dopo aver sistemato le mie cose mi sono stesa sul letto. È così comodo che mi sono addormentata in dieci minuti. Comunque il viaggio è andato bene. È stato un po' lunghetto, e troppo noioso, ma è andato bene.."
"Mi manchi già"
"Anche tu" Sussurro.
"Okay, ti lascio andare. Sue mi sta chiamando!"
"Salutami Sue."
"Certo."
Attacco. Sono sempre preoccupata per mio padre, anche se il pensiero che abbia trovato una donna che gli starà vicino mi tranquillizza: sono sicura che non dovrò andare a trovarlo in ospedale a causa di una brutta indigestione.

La cosa strana, è che sono arrivata qui, a NY da poche ore, e le ho trascorse nel mio appartamento: sono giovane, e dovrei divertirmi, invece di continuare ad essere costantemente innervosita, e responsabile, e a preoccuparmi solo per gli altri.
Mi avvicino al frigo e ci trovo una lattina di birra, la prendo e la bevo in un secondo: è fredda, mi irrita la gola, ma è una bella sensazione.
È una sensazione che mi sveglia.
Così di colpo prendo la borsa, le chiavi della mia macchina affittata, accarezzo Spoty, e parto spedita verso l'università.
Si trova a una decina di minuti con la macchina da casa mia.
È enorme.
Entro dalla porta di vetro, e mi ritrovo in un ambiente pieno di persone indaffarate.
Mi avvicino ad uno sportello, e sorridendo alla donna grassoccia, seduta dietro la scrivania, chiedo indicazioni.
"Il suo tutor dovrebbe essere in sala professori."
Dice. Peccato che io non ricorda il nome del mio tutor. Dimentico i nomi solo pochi minuti dopo che mi vengono detti, figuriamoci se riesco a ricordarli dopo averli letti da un foglio.
"Il suo tutor è Michael Mors."
Dice sorridendomi.
Sorrido imbarazzata, e chiedo dove si trova la sala professori: la donna dimentica che io sono nuova.
Mi da tutte le indicazioni, questa volta senza tralasciare niente, e mi avvio nella camera.
Mi schiarisco la gola. Tutti si girano verso di me.
"Buona sera."
Dico con voce tremante.
"Oh, tu devi essere Isabella Swan."
Mi si avvicina un uomo sulla trentina, alto, capelli neri lunghi fino alle orecchie, naso "aquilino-romani", strato sottile di barba, occhi neri, sorriso smagliante.
Fa che sia lui il mio tutor. Prego come una pazza.
"Con chi ho il piacere di parlare?"
Lui sorride.
"Con Michael Mors."
Dio, grazie!
Cerco di controllare i miei nervi, e di non arrossire.
"Ben arrivata. Spero che tu ti trovi bene nella nostro università"
Mi sorride di nuovo.
"Vieni"
Poggia delicatamente una mano dietro la mia schiena.
"Ti presento gli altri!".

Arrivo a casa: sono distrutta.
Michael ha insistito per portarmi in uno dei suoi locali preferiti, non ricordo neanche come si chiamasse.
Non ho rifiutato solo per buona educazione, perchè ho bisogno di conoscere persone nuove, e perchè lui è così dolce, mi piace così tanto.
Mi ha offerto un drink, abbiamo parlato per tutto il tempo, credo di aver parlato troppo.
Sì, sa più lui che persone che conosco da una vita.
Gli ho raccontato praticamente ogni cosa.
Sa ascoltare molto bene. Credo che sia diventato il mio migliore amico.
Figo, incontro un bonazzo madornale, e invece di tentare di portarmelo a letto gli scarico addosso tutti i miei problemi, rendendolo un fratello.
Sì, sono pazza.
E nella mia pazzia resterò addormentata su questo letto per quaranta giorni.
Mi riposerò al massimo, visto che appena inizieranno i corsi, non riuscirò più neanche a mettere i piedi in casa.

 

Note.

​Ehm ho un paio di cose, quindi non annoiatevi e continuate a leggere e.e
-Prima cosa, che mi sono dimenticata di dire, la trama non è completamente mia, mi ha aiutato una mia grandissima amica (a distanza D:) a concepirla. Mi ha dato le l'imput, poi è nata bahm, così, senza che io volessi scrivere niente.
-Seconda cosa. Come vi sarete accorti Edward e Bella non sono esattamente come Edward e Bella dei libri. Sono più come Robert e Kristen fisicamente.(Cioè hanno gli occhi dei loro colori lol);
-Come avete visto Sue già è con Charlie, quindi è come se Henry non esistesse. Mi dispiace per lui lol;
-Michael uhm non so se ve lo siete immaginato diverso da come volevo descriverlo, ad ogni modo per me assomiglia Marco Mengoni. Amo anche lui, già :')
-Vi prego, non abbandonate la storia, può sembrarvi noiosa, ma non lo è. *spera e prega*

 

Angolo autrice.

Niente, voglio solo ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito il prologo, spero vivamente che questo capitolo non vi abbia deluse, e che continuerete a seguire la storia, e magari anche a recensire :3
So much love StewyT.

 

  
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