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Autore: M_Cullen    29/08/2013    1 recensioni
Era strano... come se una parte di me fosse morta, ma in realtà, per la prima volta mi sentivo vivo davvero.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec, Demetri, Felix, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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- AMORE -
 
 
 
 

Avvolsi il mio braccio intorno alla sua vita, facendo scorrere la punta delle dite sulla sua schiena, che si irrigidì sotto il mio tocco.

Quella notte, lo avevo amato proprio come desideravo da sempre.

Le immagini di lui, si susseguivano rapide nella mia mente, una dopo l’altra, riaccendendo in me il desiderio… non sarei mai stato stanco di amarlo.

Lui era riuscito a riempire il vuoto che vi era al mio interno, dando un senso alla mia vita, una ragione in più per andare avanti.

“Alec?”

Alzò il suo viso splendido, per incrociare il mio sguardo. “Dimmi, amore mio…”

La sua voce morbida, calda, era un dolce sussurro sensuale… anche solamente con una banalissima sillaba, sapeva mandarmi in visibilio, inondandomi l'anima; ma quelle due piccole parole, dette da lui, erano poesia.

“Potresti spiegarmi il significato della frase che hai pronunciato poco fa?” gli dissi, continuando a massaggiargli il fianco.

“Quale?” Mi stava provocando, era ovvio… aveva capito perfettamente a cosa mi stessi riferendo.

Mi sforzai con tutto me stesso di ripetere quelle parole, cercando disperatamente di imitare quella dolce pronuncia, ma con scarso risultato. Ne uscì fuori una lingua strana, con un forte accento italiano, a dir poco imbarazzante.

Rispetto alla dolcezza che aveva usato lui per pronunciarla, detta da me, dava quasi l’impressione che avesse un significato del tutto diverso.

Rise di gusto, facendomi venir voglia di assaggiare ancora una volta quelle setose labbra da ragazzino, ma non appena mi avvicinai per poterlo baciare, si sottrasse  a me con estrema facilità, posizionandosi a cavalcioni sul mio basso ventre.

“Dovrai scoprirlo da solo…” mi parlò ad un soffio dalle labbra. Era un ottimo tentatore.

Di nuovo la sua bocca sfiorò la mia, sfociando in un bacio intenso, passionale, mentre le sue mani inesperte, desiderose di un contatto, continuavano a vagare sul mio petto, che fremeva sotto il suo tocco.

Mi staccai dolcemente, giusto la distanza che mi permettesse di parlare. “Come fai a conoscere quella lingua?”

La sua espressione cambiò radicalmente, facendomi immediatamente pentire di avergli posto quella domanda.

“Mio padre… era di origine inglese…” abbassò lo sguardo, leggermente imbarazzato, usando un tono stranamente serio. “…sedusse mia madre, dalla quale nacqui io. Crescendo, mio padre si rese conto che io non ero il figlio, che sperava che fossi…”.

Sul suo volto nacque una smorfia di disprezzo, nei confronti di quell’uomo.

Attese qualche secondo, poi continuò. “Desiderava un figlio forte, autoritario, esattamente come lui… così decise di ritornare alla sua terra d’origine, abbandonando me e mia madre, che si suicidò per la sua partenza…” rivolse quello sguardo pieno di odio e di rancore verso la finestra, fissando un punto indefinito al di fuori di essa.

Gli sfiorai la guancia, incitandolo a voltarsi. “Forse non sarai il figlio che tuo padre avrebbe voluto, ma posso assicurarti che sei l’amante che chiunque desidererebbe al proprio fianco…”

I suoi occhi color cremisi abbandonarono la rabbia di poco prima, dando posto ad un’espressione sorpresa, infantile, che lasciava trapelare i suoi sentimenti nei miei confronti.

Strinse le mie ciocche dorate tra le sue dita, avvicinando nuovamente le sue labbra alle mie. “Sei l’essere più straordinario che io abbia mai conosciuto… mio dolce principe…” pronunciò le ultime parole esattamente con la medesima tonalità, che aveva usato per dire quella strana frase nella sua lingua nativa, facendomi così capire che si trattava della stessa.

Lo strinsi forte a me, inspirando il profumo intenso della sua gola, per poi lasciare una lunga scia di baci sulla di essa, che lo fecero gemere.

“Com’è che si dice ti amo, nella tua lingua?”

“I love you…” sorrise, rendendo magica quella frase, con la sua dolcezza disarmante.

“I love you, Alec…” cercai di imitarlo, leggermente a disagio a causa del mio accento orrendo.

Rise nuovamente, cingendomi in un abbraccio. “Sei bravissimo…”

Abbassai lo sguardo, totalmente imbarazzato… lo diceva solamente per farmi stare bene.

“Scusa per come mi sono comportato con te… quel verme di Santiago…”

“Shh…” lo interruppi, premendo delicatamente il dito sulle sue labbra esageratamente piene. “Avremo l’eternità per raccontarci tutto… non roviniamo questo momento…”

Non emise fiato… si limitò ad allargare le labbra in un sorriso infantile. “Ti andrebbe di giocare ancora con me?”

“Eccome se mi andrebbe…” alzai all’insù una delle estremità della bocca, desideroso di averlo ancora.





 
  
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