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Autore: EMNancy    29/08/2013    3 recensioni
Eve è solo una quindicenne dal distretto 10 quando viene sorteggiata per partecipare ai famigerati Hunger Games. Sa che le sue possibilità di sopravvivere non sono molte, ma ce la metterà tutta per tornare a casa.
Dal primo capitolo: 'Quando finalmente trovo un posto che mi sembra adatto per fermarmi per la notte deve essere passata almeno un'ora e mezzo dalla morte di Talo. Non posso fare a meno di pensare che si è sacrificato per me. Spero che al distretto lo ricordino come un eroe, almeno fino alla fine dei giochi. Io lo farò per il resto della mia vita, corta o lunga che sarà.'
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Costringo Harly e Garett a svegliarsi e cambio le fasciature a entrambi. Quando ho finito mangiamo tutte le provviste rimaste, accendiamo il fuoco e ci concediamo qualche minuto per organizzare la giornata. Io e Garett andremo a caccia sia la mattina sia il pomeriggio, mentre Harly resterà a fare la guardia alla grotta. Per la notte i turni di guardia saranno gli stessi, a meno che qualcuno di noi si ferisca gravemente, o muoia.

Stiamo per avviarci fuori dalla grotta, appena mi ricordo del ragionamento del giorno prima su Vlex e decido di condividerlo con i miei alleati. Quando ho finito di spiegarlo Harly, che sembra poco convinta, mi chiede: - E per quale motivo credi che sapesse di essere seguita?

Io ci penso un attimo. È quello che mi chiedevo anche io. Non credo di avere una risposta, in fondo era solo una riflessione improvvisata. Sto per risponderle, quando Garett mi anticipa.

- Probabilmente tra voi c'era un traditore. O una traditrice. - ipotizza - Se era una tra voi due significa che i Favoriti ci stanno seguendo ancora.

Io so di non esserlo. E non credo neanche che sia Harly. Se veramente lo fosse i Favoriti probabilmente non avrebbero cercato di ucciderla, anche se ne sarebbero stati del tutto capaci, oppure lei avrebbe tentato di scappare nel bosco, perché forse non l'avrebbero seguita. Scappare nel bosco...

- Boost! - esclamo, facendo sobbalzare gli altri due.

Ancora una volta condivido con gli altri i miei pensieri, e ancora una volta Harly non sembra convinta.

- Non so, Eve. Io conosco Boost da moltissimo tempo, è quasi un fratello per me, e non credo che farebbe mai una cosa del genere. - dice.

Voglio ribattere, ma Garett mi anticipa di nuovo: - Non bisogna mai giudicare una persona negli Hunger Games da come si comportava normamelmente al di fuori dell'arena. I giochi ti cambiano, ti rendono qualcosa che non sei, ti fanno fare cose che non faresti se non per sopravvivere. Non avete visto le altre edizioni?

Io annuisco lentamente, ma Harly si fa silenziosa e triste e gli occhi le si riempiono di lacrime. Credo che abbia capito che noi abbiamo ragione, ma non vuole ancora accettare la realtà. In fondo è quello che avrei fatto io se Talo fosse stato ancora in vita e mi avesse tradito.

- Tu sei del distretto 1, quindi saresti stato un Favorito, - dico rivolta a Garett – non hai notato niente di strano durante gli allenamenti?

- Anche durante gli allenamenti cercavo di tenermi il più distante possibile da loro, - risponde – ma credo di averli visti parlare un paio di volte.

Adesso le lacrime rigano silenziosamente le guance di Harly. Io le cingo le spalle con il braccio e cerco di confortarla. Mi ricordo la sua risata fresca provo a farla ridere ancora, ma è tutto inutile. Alla fine Garett mi costringe a lasciarla stare e a partire per la caccia. Mentre stiamo spostando la roccia all'ingresso Harly ci chiede: - Non mi tradirete anche voi, vero?

Io mi giro lentamente verso di lei, le sorrido e le dico: - No, certo che no.

 

La nostra battuta di caccia mattutina si rivela una delusione. Riusciamo a prendere solo un piccolo scoiattolo e due uccellini azzurri. Tutto questo basterà a malapena per il pranzo, quindi oggi pomeriggio saremo obbligati a fare del nostro meglio. Stiamo per tornare alla grotta, quando sentiamo un fruscio dietro di noi.

Garett incocca una freccia e tende l'arco, mentre io impugno la spada. Aspettiamo un po' e proprio mentre ci stiamo convincendo che sia solo un animale, Boost sbuca dai cespugli aggredendoci col suo strano martello.

Mi salta addosso e cerca di colpirmi alla testa, ma, lasciando cadere la spada, riesco a bloccare il colpo. Però cado a terra sotto il suo peso e trascino lui con me. Il martello gli sfugge di mano e mi colpisce alla spalla. Cerco di ignorare il tremendo dolore e blocco le sue mani con le mie. Garett punta la freccia alla sua testa. Sta per ucciderlo quando lui parla.

- Dite a Harly che mi dispiace. - ci dice – Ditele che ho dovuto farlo, che ero costretto.

Gli occhi di lui si riempiono di lacrime, proprio come quelli di Harly questa mattina. Io annuisco e chiedo: - Altro?

- Ditele che le voglio bene.

Appena ha finito di parlare, Garett lascia andare la freccia, che trapassa il cranio di Boost.

Un cannone spara.

 

Torniamo alla grotta e troviamo Harly seduta a pensare a chissà cosa. Il compito di dirle di Boost è stato affidato a me, perciò mi affretto a spiegarle come lo abbiamo incontrato, cosa ha detto e come è morto, mentre Garett riaccende il fuoco per cuocere le nostre prede.

Harly comincia a singhiozzare disperatamente. Io non provo neanche a farla smettere, ma stavolta è lei che cerca il mio sostegno e mi abbraccia. Sono stupita e onorata di questo gesto, ma appena lo fa sento una fitta fortissima alla spalla e emetto un gridolino di dolore.

Quando mi tolgo la felpa per mostrare la ferita a Harly, che mi ha chiesto spiegazioni, non mi aspetto di trovare un grosso bozzolo nero pulsante. È incredibile che non me ne sia accorta prima. La ragazza, continuando a piangere ma in modo più contenuto, prende un paio di foglie arancioni dallo zaino e me le poggia delicatamente sulla spalla. Le sono infinitamente grata perché sento subito una splendida sensazione di sollievo. Le foglie sono fresche e attenuano il dolore.

Sembra che il vedermi stare meglio la renda felice e compiaciuta, perché riesce a sorridermi.

Mangiamo velocemente e io e Garett decidiamo di partire subito per cercare di ottenere un bottino più ricco della mattina. Così spegniamo il fuoco e ci apprestiamo ad avviarci. Prima di andare però abbraccio un'ultima volta Harly.

 

La caccia del pomeriggio va sicuramente meglio di quella della mattina. Riusciamo infatti a uccidere tre lepri piuttosto grandi, un paio di scoiattoli e anche un grasso uccello come quelli che avevo cacciato con Vlex. Io faccio la mia parte, anche con la spalla dolorante, mentre Garett sembra non ricordarsi neanche del taglio che ha al braccio.

Quando decidiamo di finire è ancora presto per tornare alla grotta, così cerchiamo un luogo per riposare un po'. Dopo qualche minuto di cammino arriviamo in un posto che conosco bene. Siamo davanti all'albero delle farfalle.

Garett si avvicina, ammirando la maestosità dello spettacolo colorato che aveva stupito anche me, ma io lo avverto: - Attento! Credo siano ibridi, potrebbero essere pericolose.

Garett osserva un po' me e un po' le farfalle e poi ribatte: - Si, sono ibridi. Ma sono innocue.

Io gli chiedo spiegazioni e lui per tutta risposta mi fa sedere sotto l'albero e osserva affascinato gli animaletti colorati che svolazzando sopra le nostre teste. Dopo qualche attimo di silenzio lui finalmente comincia a spiegare: - Ho scoperto che sono dei segnali. Ogni colore significa qualcosa. Gli strateghi le hanno posizionate nell'arena credendo che nessuno ci sarebbe mai arrivato, così da avere una scusa pronta per i distretti dopo le nostre morti. Qualcosa del tipo: 'Noi li avevamo avvertiti, ma loro non hanno capito'.

- Invece tu l'hai scoperto. - concludo io – Ma come?

- Queste farfalle sono dovunque nell'arena. Seguono i tributi e, a volte, li precedono. Di solito nessuno se ne accorge, ma io sono stato abbastanza sveglio da farlo. In ogni momento cercavo di individuarle, per capire cosa stava per accadere. È anche grazie a queste che sono ancora vivo.

- E per questo hai anche ricevuto le bende dagli sponsor, giusto?

Lui annuisce.

- All'inizio non mi servivano, credevo che me le avessero mandate per precauzione. Ma poi ho capito che forse non dovevano servire a me. Così quando ho incontrato te e la tua alleata ferita non ho esitato ad aiutarvi. Anche gli sponsor hanno capito che non sono come un Favorito. Non sono fatto per gli Hunger Games.

Io lo guardo stupita. No, lui non è fatto per gli Hunger Games. Il suo cuore è troppo grande per poterlo essere, e scommetto che quando ha ucciso si è sentito sbagliato. Si è sentito come stretto nelle mani di Capitol City.

Quando Garett si accorge che lo sto guardando io arrossisco e volgo lo sguardo da un'altra parte. Poi gli chiedo: - E esattamente cosa significano i diversi colori delle farfalle?

- Quelle blu avvertono l'avvicinamento di altri tributi, - risponde – quelle gialle che gli sponsor sono interessati a te, quelle rosse che sta arrivando un pericolo, quelle nere che il pericolo è mortale, e quelle bianche che invece va tutto bene.

- E quelle verdi? - chiedo, osservando attentamente le farfalle nella chioma dell'albero.

- Non l'ho ancora capito, non credo di averle mai incontrate. - mi sussurra sorridendo – Forse gli strateghi le tengono per qualcosa di veramente importante.

Sorrido a mia volta. Lui sta per dire qualcos'altro. Un cannone spara.

La paura mi afferra. Balziamo in piedi insieme. Evidentemente abbiamo avuto entrambi lo stesso, terribile pensiero.

Harly.

  
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