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Autore: tl_eisenmann    29/08/2013    2 recensioni
E' la mia prima fanfiction, spero vi piaccia! Sono bene accetti suggerimenti di ogni tipo :)
Una simpatica storia su Poseidone alla ricerca del suo tridente scomparso, ovviamente aiutato dall'immancabile Percy.
Enjoy :)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Chi potrebbe mai essere il primo indiziato per un furto? Ovviamente Ermes, il dio dei ladri.
Così Percy, dopo essere stato trasformato in vapore e trascinato da una lieve brezza marina, si ritrovò a New York, ai piedi di un grattacielo altissimo.
– Siamo arrivati a casa di quel ladro di mio nipote – disse Poseidone, e si avviò verso l’entrata.
Una volta entrati nell’ascensore, Poseidone schiacciò il pulsante dell’allarme. - Ma che…? – fece solo in tempo a dire Percy, prima che l’ascensore si muovesse alla velocità della luce dapprima verso l’alto, poi a destra, poi a sinistra e poi ancora su e su. Il giovane semidio pensò di essere finito sulle montagne russe del luna park degli dei, e la cosa peggiore era che prima di partire aveva mangiato con Grover quintali di enchiladas…
Per fortuna, proprio quando iniziava a sentirne il gusto in bocca, l’ascensore si fermò e le porte si aprirono con un “ding”.
“Ovvio, tutto normale” pensò ironico Percy.
La porta dava su un’enorme stanza piena di macchinari per smistare la posta dove creature volanti non ben identificate si muovevano indaffarate di qua e di là.
Quando si accorsero dell’arrivo di Poseidone si fermarono tutti e si inchinarono rispettosamente.
Percy si disse che avrebbe fatto lo stesso se avesse visto arrivare il dio dei mari con quello sguardo assassino, che faceva presagire una violenta tempesta in arrivo.
- Dov’è Ermes?! – chiese in tono irritato, molto irritato, Poseidone.
Dopo alcuni interminabili secondi di silenzio, una specie di maiale con le ali riuscì a biascicare che il loro datore di lavoro si trovava nel suo appartamento all’ultimo piano dell’edificio.
Dopo essersi precipitati nel luogo indicato, Poseidone fece esplodere la porta dell’appartamento con un movimento rapido della mano, sotto lo sguardo incredulo di Percy.
Entrarono quindi nell’appartamento del dio dei ladri: era un enorme salone di marmo bianco molto elegante, con la postazione cinema da una parte e un moderno soggiorno supertecnologico dall’altra.
“Alla faccia dell’appartamento…” pensò Percy.
- Ermes! Dove ti sei nascosto maledetto ladro?!
E detto questo, Poseidone passò in rassegna tutte le stanze: mentre Percy cercava il tridente spostando delicatamente tutti gli oggetti che trovava e preoccupandosi poi di rimetterli esattamente al loro posto, suo padre usava il metodo “prendi, getta in aria e spacca”, che si usava molto a Sparta a suo dire…
Percy decise che era meglio non fare troppe domande.
Infine, dopo aver distrutto letti, armadi, divani, aver prosciugato la piscina, aver svuotato la cucina e aver aperto tutte le scatole delle scarpe volanti di Ermes (cosicché ora la casa era anche infestata da centinaia di scarpe volanti impazzite), mancava da controllare solo il bagno.
Poseidone aprì la porta e…
- A-P-P-L-A-U-S-E Make it real loud Put your hands up, make em touch, touch A-P-P-L-A-U-S-E Make it real loud Put your hands up, make em touch, touch…
Ermes aveva finito da poco di farsi la doccia e ora era lì davanti allo specchio a cantare “Applause” di Lady Gaga (?!) con l’I-pod a tutto volume e in accappatoio, mentre si pettinava.
Ebbene sì, a intervalli regolari usava anche la spazzola come microfono…
Dopo un minuto di shock, Poseidone ritornò in sé e strappò violentemente le cuffiette dalle orecchie di Ermes.
-Aaaaaah aiuto dei ladri! – urlò quest’ultimo, preso alla sprovvista.
- IO ladro?! Qui l’unico ladro sei TU! Restituiscimi subito il tridente! – rispose il dio del mare, sempre con le maniere carine tipiche di Sparta…
- Ma ce l’avrai tu il tuo tridente! Io è dall’ultimo concilio che non lo vedo! – rispose impettito Ermes.
- Abbiamo preso il pesce sbagliato – riuscì finalmente a borbottare Percy, che doveva ancora riprendersi completamente dallo shock della scena precedente.
Dopo essere stato messo al corrente dei fatti, la frase più intelligente che Ermes riuscì a dire per confortare Poseidone fu – Se vuoi ti presto il mio I-pod di ultima generazione, con questa nuovissssima playlist che mi ha caricato Apollo! Spacca di brutto!
Ovviamente, questa affermazione fu il colpo di grazia per il dio del mare, che crollò a sedere sul water, sconsolato per l’evidente buco nell’acqua.
Percy si sentiva inutile: insomma, l’unica volta nella quale solo lui avrebbe potuto aiutare suo padre… non aveva proprio la minima idea di che fare.
- Ci hai portato dei ratti? – sussurrò qualcuno alle sue spalle.
Dallo spavento, il povero semidio scivolò su una saponetta (rosa) che si trovava sul pavimento e che prima non aveva notato.
Per non cadere si aggrappò a qualcosa che sporgeva dalla tasca della giacca appesa di Ermes, che però non lo sostenne: si ritrovò così per terra, con le gambe per aria, le mutande del dio in testa e con in mano…
- George! Martha!
- Ciao Percy, che piacere vederti! Allora questi ratti?
- Ehm… Scusate ragazzi ma niente ratti, ho un grande problema: il tridente di mio padre è stato rubato e non sappiamo più dove cercare.
- Il tridente rubato?! Beh, chi può essere stato se non Ares? – disse Martha.
- Ares? Cosa c’entra? E’ stupido, subdolo, doppiogiochista, mi odia e quello che più desidera è uccidermi… ma perché dovrebbe rubare il tridente? – chiese Percy.
- Per far scoppiare una guerra tra dei? - suggerì George.
Intanto Poseidone ed Ermes si erano ormai ridotti ad ascoltare Miley Cyrus con una cuffietta a ciascuno, quindi non avevano seguito il discorso fra Percy e il caduceo.
Finalmente per il semidio era arrivato il momento di agire: - Hey papà, che ne dici se continuiamo il giro dei parenti e facciamo una visitina ad Ares?
  
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