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Autore: Sinfony    04/03/2008    3 recensioni
Ammettiamo una decina d'anni, ammettiamo una fuga a due, ammettiamo due ragazzini pestiferi....cosa otteniamo? Hsm-Seconda Generazione!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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"Ripetimi cosa ci fai tu qui"
esclama Sharpay, le mani sui fianchi e la punta del piede che batte a terra arrabbiata. I grandi occhi caramellati puntati sulla figura davanti a lei, traforano e pungono come spilli.

Oggi è Domenica, ma la professoressa Evans ha scelto di passare la sua mattinata alla East High, invece che andare al suo centro estetico preferito, per controllare e rivedere lo spettacolo, le sceneggiature, le scenografie, ma sopratutto finire di rivedere in tutto e per tutto la seconda parte del suo piano, per la prima volta non malefico, deve riavvicinare i Wildcats, gli inimitabili Wildcats.
Una volta a scuola però, è stata raggiunta e ovviamente disturbata dal compositore amico di Kelsie, Chris.

"Volevo darti una mano" risponde Chris sostenendo tranquillamente lo sguardo della ragazza, fra le mani spartiti, biro e testi.

"E...perché?" domanda lei senza riuscire a capire il motivo per cui qualcuno voglia aiutare lei, dato che nessuno, Ryan a parte, l'ha mai fatto.

"Perché ne ho voglia e avevo voglia di vedere te"

"Me?!" fa quella guardandolo scettica e con un sopracciglio alzato. Non ci crede, niente di lei è portato a credere che qualcuno, che non sia intenzionato ad estorcerle qualche miolincino, la voglia vedere, perché lei è la terribile Sharpay Evans e nessuno desidera stare con lei, ma in fondo, Chris non è Nessuno

"Bhe sì" Chris abbassa al fine lo sguardo e senza aspettare una risposta, che comunque non sarebbe arrivata, sposta i suoi effetti sul palco, poi, senza nessun preavviso, prende a sistemare un po' la sceneggiatura con occhio critico e mano ferma, prende una matita e ci fa alcuni segni, muove il braccio alzandolo ed abbassandolo, da sinistra a destra sicuro, qualcun altro però è meno sicuro.

"AHHH!" strilla Sharpay scaraventandosi sul ragazzo bloccandogli il braccio sopra la testa "Ma cosa fai!??!?! Questa l'ho importata dall'Europa ed è stata disegnata da..." Chris si volta trovandosi a pochi respiri dal volto di Sharpay, le si zittisce ma lui non sembra farci molto caso

"Ma non va bene!" fa accigliato cercando di liberare il proprio braccio dalla stretta di lei, la quale però non vuole cedere e veder rovinata quella costosa tela.

"Cos'ha che non va?" domanda Sharpay, la voce strascicata, per lo sforzo, il respiro caldo ed affannoso sulle labbra del ragazzo.

"Cosa c'entra qui la luna? E i palazzi...non c'è prospettiva...non c'è anima, non c'è nulla, è solo un disegno!"

"E cosa dovrebbe essere?!?!"
chiede lei avvicinando il suo volto a quello di lui, pronta a sbranarlo come un animale feroce. Ma il cuore che batte ansimante, sussurra, di fare qualcosa d'altro...

"Dovrebbe essere lo sfondo di una vita, di una storia, qualcosa di significativo per i protagonisti, e, in questo caso, sopratutto per gli spettatori!" risponde lui straordinariamente calmo, ma fra le sue parole vibra la passione di un uomo, di un musicista e forse anche di...no, forse no...

"Ma lo è!"

"Ma secondo te basta davvero così poco per farli riavvicinare?"
domanda improvvisamente Chris smettendo di sforzare il braccio. Sharpay lo lascia e lo guarda, un po' smarrita. I grandi occhioni sbattono sperduti.

Colpita e affondata.

"Non lo so.." ribatte senza guardarlo e voltandosi ad osservare l'amata e difesa scenografia.

Chris, alle sue spalle, l'osserva, il respiro ancora mozzo, seppure abbia ostentato tanta tranquillità, il cuore batte veloce e irrefrenabile. Le si avvicina, le sposta i capelli su una spalla lasciandole libero il collo.

"Raccontami" soffia sulla pelle nuda.

"Cosa?" domanda lei in un sussurro strozzato.

"La storia dei Wildcats"

Sharpay si volta e contempla l'artista, un sorriso dubbioso, può fidarsi di lui? Può raccontargli tutto? Non lo sa e non lo saprà fino a ché non ci proverà, è una sfida e lei ha sempre adorato le sfide. Quindi annuisce e si accomoda sul pianoforte, mentre lui siede allo sgabello.

"Tutto è iniziato circa dodici anni fa...avevo sedici anni, ero la più bella, gettonata e...presuntuosa...ragazza della East High" comincia Sharpay dondolando le gambe nel vuoto, il sorriso sulle labbra, lo sguardo perso nei ricordi. Chris l'ascolta rapito da quella storia, che potrebbe essere raccontata, scritta, persino cantata...

-*-

Taylor si guarda intorno, deglutisce e respira profondamente mentre i suoi occhi si posano sull'ambiente che le gira intorno. Non pensava fosse così difficile rivedere tutto, non pensava fosse così doloroso, triste, malinconico, amaro e penoso....ma doveva immaginarlo. Perché lo è.

Sale gli scalini che precedono l'entrata alla East High ed entra in quella che era stata la sua scuola, un tempo lontano.

Non è semplice rivedere i corridoi in cui ha camminato tante volte, con tanti pensieri, con tante persone, ormai tutte scomparse e non è facile rimirare quei giardini, in cui aveva ricevuto tanti baci, sempre e solo da lui, è difficile entrare nelle aule che avevano visto e assaporato la sua adolescenza, nelle quali aveva sorbito le lezioni della Darbus, si era scambiati bigliettini con Gabriella, sorrisi con Chad, occhiate complici con Troy, risate con tutti.

Cammina rapida per il corridoio, come se, andando più veloce, anche il dolore si facesse più veloce, sbaglia, perché il dolore resta, macerandole l'anima e i ricordi affiorano, facendole piangere il cuore.

Respira  veloce e raggiunge l'aula, senza rendersi conto di quale aula è. Si sistema ed entra...

Venti banchi.

Tanti poster.

Tante foto.

Una lavagna grande e sovrastata da enormi maschere.

Una pedana rialzata è il trono della cattedra.   

Una lacrima impossibile da fermare, scorre sul volto di Taylor quando vede tutto questo.

Infine, seduta su un banco, Kelsie la guarda sorridendo.

Al suo fianco Gabriella sorride malinconica, gli occhi gonfi di lacrime e il volto arrossato e tumefatto da quelle già scese.

"Taylor!" dicono in coro abbracciandola e stringendola

"Ragazze!"  risponde lei, sopraffatta da tanto affetto. "Ma che fate qui?"

"Io..sono stata convocata" risponde Gabriella asciugandosi l'ennesima lacrima

"Io vi ho convocato" ribatte Kelsie un po' in imbarazzo

Le due si voltano verso la terza in contemporanea, fulminandola con lo sguardo di mamma orsa, quando i suoi cuccioli sono in pericolo, uno sguardo inceneritore.

"Perché?!" scandisce Taylor avvicinandosi sbuffando e soffiando come un gatto arrabbiato

"Corbin è la miniatura di Chad con uno spiccato talento per la chimica" risponde Kelsie "E Joy sembra un Troy in versione femminile, tanto dolce ma un tantino più sveglia" aggiunge rivolta a Gabriella che indietreggia ed arrossisce, mentre Taylor sbianca. Kelsie si fa coraggio e prosegue sorridendo e scuotendo la testa "Dovete dirglielo!"

"Perché?" chiede taylor

"Perché sono i genitori! Ne hanno il diritto!"

"Lo hanno perso!" ribatte Gabriella a denti stretti

"Non sanno nemmeno di averlo posseduto!"

"E sapete qual'è il bello?" le interrompe Kelsie triste "Che non sanno nemmeno che ad averlo è il proprio migliore amico"

"Era l'unico rimastomi..." mormora Gabriella senza osare guardare l'amica che sente di aver tradito, perché è Lei che le ha portato via Chad, lei che lo ha pregato di rimanere, dopotutto, se fosse stato per lui, sarebbe tornato presto.

"Lo ha voluto lui" sussurra Taylor provando gli stessi sensi di colpa di Gabriella, seppure, all'epoca, lei non aveva voluto Troy vicino, ma alla fine lo aveva dovuto accettare, i suoi, come succede spesso, saputo che era incinta ma sola, l'avevano abbandonata a sé stessa e lei, da sola, non avrebbe mai potuto crescere un bambino.

"E non pensate si meritino di sapere?"

"No, non credo" risponde Taylor dopo qualche attimo di riflessione, Kelsie e Gabriella la guardano interrogative e la esortano a continuare "Chad se ne è andato, mi aveva promesso che sarebbe tornato e non l'ha fatto"

"Ora sì..."

"Dopo dieci anni!"

"Mi sarebbe venuto a cercare se avesse voluto" risponde invece Gabriella alzando le spalle "Non si è fatto vedere..."

Kelsie le squadra disgustata, non credeva potessero arrivare a tanto, non credeva arrivassero a sacrificare i loro stessi figli per un intrigo d'amore, vorrebbe vomitare loro addosso un fiume di insulti e imprecazioni, vorrebbe farlo, ma non lo fa, gira loro le spalle e sussurra un "Andatevene, abbiamo finito" e aspetta di sentire la porta richiudersi.

-*-

Gabriella e Taylor percorrono il perimetro della scuola senza dirsi una parola, oppresse dai sensi di colpa e chiuse nel loro guscio di rabbia, solo quando è arrivato il momento di separarsi, riescono ad alzare lo sguardo l'una sull'altra, dispiaciute bisbigliano "Scusa" prima di sorridere ed abbracciarsi. facendo scorrere quelle lacrime che per anni avevano trattenuto, perché nessuno aveva potuto asciugarle come si deve.

Quando si separano, sorridono e sembra proprio questo, a dare il via alla miriade di confessioni che le due si fanno, tutto quello che non avevano detto in dieci anni vola dalle loro labbra, seguito da risate e commenti e consigli e tante altre parole che si dicono fra amiche.

Amiche vere, ora.

Amiche sincere, ora.

Amiche un po' crudeli, ora.

-*-

Ciaooooooo ecco questo capitolo non è il massimo lo so, lo sento ma non so perché, se lo pensate anche voi, ditemi voi il motivo, così miglioro...se invece ve gusta....ditemelo lo stesso! E poi cosa succederà ai nostri beniamini? Cosa avrà in mente Chris??? Un'idea davvero interessante...ma non vi dico di più!!!!
Grazie per i vostri commenti, ne sono contentissimaaaa
baciiiii

Sinfony
  
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