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Autore: Strawberry Milkshake    30/08/2013    5 recensioni
Quanti di voi vorrebbero volare insieme a Deidara?
Quanti di voi vorrebbero usare la falce di Hidan?
E quanti hanno pregato Jashin per riuscirci?
Beh, io l’ho fatto e i risultati non sono stati…quelli che dovevano essere!
Ho fatto irruzione a Konoha e sono stata rapita da una banda di fighi… ma si può sapere che cos’ha contro di me il destino!?
Genere: Azione, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Kakuzu, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'New Generation'
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CAPITOLO NOVE
Conto alla rovescia! Hidan, giù le mani dal mio cellulare!
 
 
 
Quella mattina mi svegliai relativamente tardi.

Ma del resto un po’ di riposo mi è concesso, dopo l’estenuante battaglia insieme a Sasori. Il capo si è congratulato con me e, udite udite, mi ha concesso quattro giorni di assoluto riposo!

Però c’è qualcosa che non mi torna. E vi assicuro che non è una bella sensazione.

Prendo il cambio pulito dall’armadio e mi dirigo verso il bagno per farmi la doccia.

-Argh! Ma che cazzo…? Ragazzina, vedi di non usare tutta l’acqua calda!-

-Scusa cagnetto!- urlo dalla cabina doccia, mentre chiudo la manopola dell’acqua.

Avendo le camere vicine, condividiamo anche l’acqua del bagno, visto che c’è un unico tubo. Indovinate un po’ di chi è stata la meravigliosa idea?

Me ne sono accorta solo un mese fa però, quando, casualmente, dall’altra parte si stava facendo la doccia anche Hidan. Mi sono divertita un mondo a giocare con le manopole dell’acqua, mentre il cagnetto tirava certe bestemmie!

Sono andata avanti per un’intera settimana, poi un bel giorno il Jashinista si è accorto del trucco ed è iniziata una vera e propria guerra, tanto che la doccia non durava più dieci minuti ma tre quarti d’ora.

Mi vesto, aprendo la cabina armadio e posizionandomi davanti allo specchio per pettinarmi.

Mi cade distrattamente l’occhio sul calendario, oggi siamo il 31 marzo.

Aspetta, il trentuno?

Corro a prendere il cellulare per controllare, aprendo in fretta e furia i promemoria.

-Allora, Kisame…18 marzo…Kakuzu, 15 agosto…Hidan, 2 aprile… Due aprile? Ma è fra due giorni!-

Sinceramente non me ne importava niente.

Ok, forse solo un pochino, comunque non avevo idea di che cosa regalare a Hidan. Magari avremmo potuto organizzare una festa come a Kisame.

Vabbè, ci penserò dopo, ho tutto il tempo del mondo.


 
La colazione passò velocemente, ormai Deidara che faceva scoppiare almeno un piatto a pasto mentre litigava con Sasori, Kakuzu che li rimproverava, Zetsu che compariva del pavimento, Hidan che lanciava bestemmie a destra e a manca, la sorellona che serviva, il capo che a momenti ci uccideva tutti, Kisame che faceva da traduttore per l’Uchica, tutto questo era diventato la normalità.

 
Finito, mi chiusi in camera, saltando sul letto e cominciando a pensare a qualcosa per il compleanno di Hidan.

Perché anche se a volte mi veniva da prenderlo a pugni, era pur sempre un mio compagno di squadra e, comunque, si meritava anche lui una festa, mica siamo razzisti qui dentro.

Ero così presa a pensare che non mi accorsi minimamente del cagnetto, che nel frattempo era entrato in camera mia come se niente fosse.

-Oi ragazzina ci sei?- disse, sventolandomi la mano davanti agli occhi.

-Cosa?- Mi ridestai dai miei pensieri, trovandomi la faccia di Hidan a due centimetri dal volto. –Che cazzo ci fai qui!?- urlai, indietreggiando per lo spavento e diventando un tutt’uno con il muro.

Dal canto suo, il Jashinista si tolse gli stivaletti e si spaparanzò sul MIO letto, nella MIA stanza!

-Cagnetto, sapevo che non eri molto intelligente, ma scambiare camera mia per la tua, insomma, mi sembra un po’ eccessivo, ti pare?-

-Hn-

-…E non mi rispondere come Itachi, scemo!- dissi, colpendolo con il cuscino.

Hidan aprì un occhio, mentre con una mano afferrava l’arma.

-Umm, mi ricordo di questo cuscino…- disse, lanciandolo via.

-Ehi! Cosa ti ha fatto?-

-E quello che mi ha impedito di baciarti la prima volta…è un coglione…-

-Ti rendi conto che stai insultando un cuscino?- gli dissi, riducendo gli occhi a due fessure.

-Hn-

-…Forse è meglio che vada a chiamare Kisame, io non so parlare l’ “Uchichese”- e feci per alzarmi, ma venni prontamente afferrata per il polso e trascinata di nuovo sul letto.

-A proposito di Kisame, ho ancora una scommessa da vincere- disse, alzandosi di scatto.

-Non ci provare!- risposi, bloccandolo con il piede e spingendolo giù.

-Sei un maniaco-

-Oh, andiamo cazzo! E solo un bacio! Cosa ti costa?-

-Se ti dicessi che non ho voglia di darlo a te?-

-Ma se stai morendo dalla voglia di baciarmi!- disse, con il solito ghigno sulle labbra, avvicinandosi di nuovo.

-Sicuro, e tu sta morendo dalla voglia di avere qualche osso spezzato!- gli dissi, ricambiando lo sguardo.

-Certo che nel tuo mondo ci sono cose veramente strane- disse di punto in bianco, mentre osservava il mio cellulare.

No aspettate, cosa cazzo centra adesso? Non stavamo parlando della scommessa?

-Dici questo? È un cellulare.-

L’albino se lo rigirò tra le mani, cercando un modo per farlo funzionare.

Spinsi il pulsante del blocco e il display si illuminò, sotto lo sguardo meravigliato dell’albino.

-Ehi, chi cazzo è sto’ tipo nella foto?- chiese, indicando Marco, mio fratello minore.

In quel momento il mio lato sadico, che per anni era rimasto all’oscuro, si risvegliò, mentre un ghigno mi affiorava sulle labbra.

-Quello è il mio ragazzo.-

Hidan mi guardò…in modo strano.

-Si, è il mio ragazzo, stiamo insieme, hai presente?-

La presa sul cellulare si fece più forte, vidi le nocche sbiancare mentre la plastica si incrinava.

-Hidan, non distruggermi il cellulare!- urlai, temendo per l’incolumità dell’oggetto e sfilandoglielo di mano.

Lo appoggia sul comodino, mentre l’albino era rimasto nella stessa posizione di prima, fissando la mano vuota.

Chissà, magari stava metabolizzando la notizia. Questa volta fui io a chiamarlo, dando dei colpi sul suo ginocchio.

-Cazzo, non è che pensando troppo poi sei andato in tilt? Ehi cagnetto, rispondi!- dissi, scuotendo prepotentemente il povero ginocchio.

-Cazzo smettila!-

-Oh, sia lodato Jashin!- Lo guardai bene in faccia, mentre era intento ad osservare la bellezza della parete.

-Non è che per caso sei…- assottigliai lo sguardo e poggiai l’indice sulla sua guancia  -Geloso? Sei geloso, geloso, geloso, gelosoooo!!!- dissi, facendo pressione mentre stavo morendo dalle risate.

-Non è vero, finiscila cazzo!-

-Sei geloso, molto geloso, gelosissimo!- e continuai a torturare la sua guancia.

Non sapevo di essere così sadica.

Il mio divertente gioco fu interrotto presto, e il caro Jashinista ritornò a ghignare.

-Ma adesso sei qui.- affermò, mentre si avvicinava.

-…Eh?-

-Hai me.-

Ok, cosa cazzo si è fumato questo qui?

-…HIDAN! FINISCILA!- urlai, mentre il ragazzo si alzava e cominciava a correre per la stanza.

 
Alla fine, ho passato tutto il giorno insieme a sto’ cretino, che a momenti non mi faceva fuori il cellulare!

E poi, penso di aver trovato qualcosa da regalargli.

Ma questo è un segreto e voi dovrete aspettare ancora un po’.

Bhuahahahahahah! SADICA!



*Angolino dell'autrice*

Buongiorno gente!
In questo periodo sto sempre a scrivere!

Scusate se questo capitolo è corto, ma è solo una cosa di passaggio, ecco.
Domani posterò il seguito e sarà mooooolto lungo, promesso!

Ringrazio come sempre i miei recensori, e se qualcuno si sta chiedendo che fina ha fatto la pargamena (coffcoffEmily_The_Strangecoffcoff), non preoccupatevi, ritornerà in scena presto!

Bhuahahahahahahahahahah!
Che Jashin sia con voi!
Strawberry 
 
  
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