Libri > Il diario del vampiro
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Autore: saramermaid    30/08/2013    2 recensioni
Dal testo:
Correva senza sosta non ricordava nemmeno da quanto.Sapeva solo di trovarsi tra gli alti alberi e la fitta boscaglia dell’Old Wood.Non avrebbe retto per molto,lo sapeva,la milza le procurava un dolore lancinante al fianco ed il fiato corto le faceva bruciare i polmoni.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Nuovo personaggio | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo venti

Avvertiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco,come se ci fosse qualcosa di diverso dal solito.Si trovava nel tipico stato di dormiveglia,ma era come se i suoi sensi da cacciatrice non volessero saperne di tacere ripetendole che qualcuno la stava osservando.Meredith si avvolse meglio nel candido lenzuolo di cotone,tenendo ancora gli occhi chiusi e lasciando che Morfeo l’accogliesse del tutto nel mondo dei sogni.Peccato che anche quella volta i suoi sensi avessero dannatamente ragione e come a dimostrarlo,una mano candida e morbida le spostò una ciocca di lunghi capelli scuri dalla guancia per poi regalarle una leggera carezza.Sul corpo della giovane erano ancora visibili i graffi e gli ematomi riscontrati in battaglia.
Alaric sospirò impercettibilmente osservando la sveglia posta sul comodino di legno scuro che segnava le tre del mattino.Dopo la telefonata avuta con la sua ragazza solo 48 ore prima,si era precipitato come un pazzo verso il primo aeroporto vicino ed aveva prenotato in fretta un volo con destinazione Fell’s Church.Posando il più delicatamente possibile il borsone accanto alla porta della camera da letto,si affrettò a sedersi sulla poltrona vicina ad esso pronto a vegliare sul sonno della sua fidanzata finchè non si fosse svegliata.Posò la testa sullo schienale imbottito della poltrona,chiudendo gli occhi e rivivendo come un flashback le ultime parole che si erano scambiati.

-Ciao Ric,sono appena tornata a Fell’s Church.Scusami se ti ho svegliato a quest’ora,ma ho bisogno di parlarti di qualcosa che non può aspettare.-
Ricordava perfettamente di aver controllato la sveglia,per poi mettersi seduto nel letto cercando di capire cosa stesse succedendo e perché la sua ragazza sembrava ansiosa dall’altro capo del telefono.
-Mere?Sono le sei del mattino,è successo qualcosa di grave?Stai bene?-
L’aveva sentita distintamente prendere un bel respiro,cosa alquanto strana dato che Meredith dacché la conosceva non era mai stata un tipo insicuro.Anche nelle situazioni più tragiche non l’aveva vista perdere la calma per un solo secondo,per questo non capiva cosa stesse accadendo.Cercando di incoraggiarla,stette in silenzio senza interromperla lasciandola parlare liberamente.
-No no,è tutto apposto Ric…Ecco volevo parlarti di noi,so che il tuo lavoro ti tiene impegnato per tanti lunghi mesi e so che per te fare ricerche sul soprannaturale è molto importante.Per questo non ti ho mai chiesto di rinunciare o di non partire,ma la verità è che mi manchi Ric.La lontananza sta diventando troppo opprimente e sono confusa su ciò che provo.Un attimo prima sorrido e l’attimo dopo mi sembra che tutto vada in frantumi e dannazione sai quanto io odio non avere il controllo sulle cose!!Probabilmente sto dicendo un mucchio di sciocchezze senza senso o forse è perché dobbiamo tornare a lottare contro un nemico che non vede l’ora di farci la pelle.Non voglio essere egoista e maledizione non dovrei nemmeno piangere…-
Registrò una per una le parole di Meredith,sentendo una voragine enorme aprirsi al centro del suo petto mentre il suo cuore gli rimbombava nelle orecchie.Aveva sempre saputo che prima o poi il suo lavoro li avrebbe portati a farsi del male,eppure amava quella ragazza con tutto se stesso.Gli si straziava il cuore a sentirla piangere dall’altro capo della cornetta.In quel momento tutto quello che avrebbe voluto fare era correre il più in fretta possibile da lei e stringerla forte tra le sue braccia ripetendole all’infinito quanto l’amasse e quanto la trovasse perfetta in ogni cosa.
-Tesoro ti prego non piangere…Lo capisco perfettamente come ti senti,anche tu mi manchi da morire Mere ed in questo momento vorrei tanto essere lì accanto a te.-
-Mi dispiace Ric ma ho bisogno di riflettere e di capire….Nonostante questo mi uccida,continuo a non voler essere così egoista da chiederti di sacrificare il tuo lavoro a causa mia.Ti chiedo solo del tempo….-
-No Mere aspetta!!Io…-
Sentì distintamente un singhiozzo e poi il rumore della conversazione che si concludeva.Rimase per un tempo a lui indefinito a fissare il muro di fronte al suo letto con ancora in mano il telefono,mentre alle orecchie arrivava il tipico suono di una chiamata interrotta.Poche ore dopo era già in aeroporto in attesa di prenotare un volo di ben 12 ore per tornare a Fell’s Church e soprattutto dall’unica ragione della sua vita.


Un mormorio gli fece aprire di scatto gli occhi castani che si posarono sul corpo slanciato e dalla pelle olivastra di Meredith.Era stato un vero idiota a non rendersi conto che il suo comportamento stava ferendo una delle persone più importanti per lui e sperava vivamente di sistemare le cose perché non avrebbe mai rinunciato alla sua cacciatrice per nessuna ragione al mondo.Alzandosi si avvicinò al bordo del letto dalla parte rimasta vuota e lentamente dopo essersi tolto le scarpe e la giacca si stese accanto a quella figura apparentemente addormentata.Le cinse la vita con un braccio baciandole poi la fronte e scendendo verso il naso per poi fermarsi una volta arrivato alle labbra.La vide muovere gli occhi per poi aprirli di scatto puntandoli nei suoi.Inutile dire che le sue iridi nere fossero incredibilmente sorprese di trovarlo lì nella stanza che aveva preso al Pensionato.
-Ric che diavolo ci fai qui nel bel mezzo della notte?-
-Ho pensato che fosse il mio turno di parlare dopo quello che ci siamo detti al telefono.All’inizio sono rimasto sorpreso devo ammetterlo,ma quando ti ho sentita piangere ho capito che l’unico posto dove avrei voluto essere davvero era con te,perché nessun posto al mondo mi rende felice se non ci sei tu.Sei la mia casa Mere e la persona più importante della mia vita,non ti permetterò di lasciarmi fuori da tutto questo.Non mi importa di uno stupido lavoro se per colpa di esso la mia fidanzata sta male e soffre,mi importa solo di te.E poi non fa lo stesso effetto dirti che ti amo per telefono non credi?-
La vide tentare di asciugarsi gli occhi lucidi,mentre tratteneva una mezza risata a causa dell’ultima parte del discorso.Per lui era bellissima anche così,del tutto scarmigliata con gli occhi arrossati ed ancora i tratti dovuti al sonno.Lasciò che gli si stringesse tra le braccia e ispirò forte il profumo di rose che emanava la sua pelle.Era mancato anche a lui tutto quello ed ora non aveva nessuna intenzione di stare lontano dalla sua Meredith.Le passò una mano tra i folti capelli costringendola a sollevare la testa per permettere ai loro occhi di incatenarsi.
-Ti amo Meredith Sulez e d’ora in poi non ti libererai tanto facilmente di me.-
Mormorò un attimo prima che le sue labbra incontrassero quelle calde della ragazza accanto a lui dando vita ad un incontro non solo di lingue ma anche di anime.

▬▬▬▬♦▬▬▬▬


Si rigirava quella scatoletta quadrata tra le mani non sapeva nemmeno lui da quanto.Sorrise sentendo Elena che canticchiava sotto la doccia nel bagno adiacente alla loro camera matrimoniale,rendendosi pienamente conto che era inutile tergiversare a lungo.Si era ripromesso di stare calmo ma inutile dire quanto in realtà i suoi muscoli fossero un fascio di nervi.Aveva la bellezza di ben 500 anni ed aveva affrontato un miliardo di volte nemici pronti a fargli la pelle,eppure quando si trattava di quel piccolo quanto fondamentale particolare si ritrovava puntualmente a sudare freddo come un ragazzino alla prima cotta.Stefan sospirò rumorosamente,intimandosi di comportarsi da uomo imperturbabile per una dannata volta.Mai come in quel momento invidiava suo fratello maggiore,l’unico della loro famiglia capace di essere sempre tutto d’un pezzo.
Bhè non proprio tutto d’un pezzo…
Ridacchiò pensando a quanto l’amore stesse cambiando persino il freddo e glaciale Damon e a quanto il merito fosse soltanto di Bonnie.Scuotendo la testa si ripetè che in fondo non aveva nessun motivo di temere la reazione di Elena,più volte la sua ragazza aveva espresso il desiderio non poco velato di diventare sua moglie ed anche lui non faceva altro che pensare a quanto fosse meraviglioso poter considerare davvero sua quella bellissima ragazza dagli occhi color lapislazzuli.La porta del bagno si aprì lasciando spazio alla figura di Elena già vestita di tutto punto con una camicia da notte celeste,indumento che indossava per dormire.Si affrettò a nascondere la scatola e la osservò scostare le coperte per poi infilarcisi dentro.Poteva sentire distintamente quegli occhi limpidi su di sé scrutarlo con devota attenzione.
-Tesoro stai bene?Hai una faccia alquanto corrucciata e dato che ormai abbiamo preso a calci nel sedere Agaron direi che c’è qualcos’altro che ti turba.-
-E’ tutto apposto amor mio.Ero solo immerso nei miei pensieri.-
Le accarezzò una guancia morbida incatenando i loro occhi e decidendo che quello fosse il momento più giusto per farle quella proposta,prima che il suo cervello gli andasse del tutto in fumo a causa dell’agitazione.Lentamente si alzò facendo il giro del grande letto a due piazze per poi fermarsi in ginocchio di fronte alla ragazza visibilmente stupita.Stefan prese un gran respiro posando poi la mano su quella più piccola della bionda e stringendola dolcemente.
-In realtà il mio pensiero era soltanto uno.E’ da un po’ che ci penso e non c’è mai stata l’occasione giusta per ritagliarci un momento solo nostro a causa di una battaglia dopo l’altra.Amor mio so che ti ho fatto aspettare tanto e so perfettamente che sogni da parecchio tempo il giorno in cui finalmente potrai indossare l’abito bianco ed avere al tuo fianco le tue migliori amiche nel momento più importante della tua vita.Mi ero ripromesso che se avessimo vinto anche questa volta ti avrei chiesto in sposa e avevo già comprato questo anello da mesi.Perciò Elena Gilbert vuoi rendermi il vampiro più felice del pianeta diventando mia moglie?-
Sollevò lo sguardo accorgendosi di quanto gli occhi di Elena fossero incredibilmente lucidi di commozione mentre cercava con poco successo di trattenere le lacrime di gioia che premevano per venir fuori.Si lasciò scappare un urletto felice buttandosi tra le braccia di Stefan per baciarlo con passione ed amore.Asciugandole una lacrima con tenerezza,le prese la mano sinistra per poi infilarle all’anulare un bellissimo anello d’oro bianco con al centro un piccolo diamante lucido.Sorrise godendosi ogni singola espressione che passava per il viso di Elena.La prese in braccio portandola al centro del materasso coperto dalla trapunta chiara per poi stendersi accanto a lei abbracciandola stretta.La sentì posargli una mano sulla guancia per poi sollevarsi fino a trovarsi viso a viso.
-Sono felice Stefan e non vedo l’ora di poter essere tua moglie per sempre.-
Quelle parole si persero ben presto coperte ed intervallate da dolci carezze e baci passionali che riempirono la stanza per tutto il resto della notte,mentre entrambi i suoi occupanti già fantasticavano apertamente sul tipo di cerimonia che avrebbero voluto per il loro matrimonio.

▬▬▬▬♦▬▬▬▬


I suoi occhi d’ambra scrutavano in assoluta concentrazione la luna che finalmente,anche se coperta da spesse nuvole,illuminava la cittadina di Fell’s Church.Aveva lasciato il letto della sua stanza a Dalya,ancora priva di conoscenza,per poi attendere che si svegliasse appoggiato sul davanzale della finestra.Ad essere sincero doveva parecchie spiegazioni a quella povera ragazza,dato e considerato che sapeva perfettamente cosa lui fosse.Di certo il suo gesto di salvataggio estremo non le era passato inosservato,si trovò a considerare.E come se non bastasse,ancora non si capacitava lui stesso del perché avesse agito in un modo tanto sconsiderato ed impulsivo,due aggettivi che in tanti anni di non-vita non gli erano mai appartenuti.Si sentiva terribilmente strano,come se non conoscesse più se stesso e non riusciva a togliersi dalla mente il celeste profondo degli occhi di Dalya.Quegli stessi occhi che in quel momento si stavano schiudendo lentamente mettendo a fuoco l’intera stanza.
Sage si aspettò gli urli di terrore e ribrezzo che di lì a poco sarebbero fuoriusciti dalla bocca della ragazza,ora messasi a sedere di scatto tirandosi le coperte del letto fin sotto il mento.Decisamente quello non era un granchè come inizio e lo sguardo circospetto che Dalya gli stava lanciando ne era una prova.Capiva perfettamente che fidarsi di uno sconosciuto,sebbene l’avesse salvata,non era una cosa normale e nemmeno lui pretendeva un comportamento del genere.Attese pochi secondi poi il più lentamente possibile,misurando i gesti,si scostò dalla finestra e si fermò dietro la poltrona accanto al letto.Voleva rassicurarla che le sue intenzioni non erano quelle di farle del male in alcun modo e che lì finalmente era al sicuro.
-Chi sei tu?E cosa ci faccio qui?-
-Mi chiamo Sage e ti ho salvato la vita durante la battaglia contro Agaron,il demone che ti ha rapita e soggiogata.Ti trovi al Pensionato e precisamente nella mia stanza,ti ho lasciato il mio letto perché sei svenuta perdendo conoscenza.Mi spiace non volevo spaventarti,volevo constatare che stessi bene e se ricordi cosa è successo.-
-Io ricordo solo che quel..demone è spuntato dal nulla attraverso un vortice nero,distruggendo la mia casa e la mia famiglia.Ho cercato di salvare i miei genitori e mio fratello dall’incendio che lui ha provocato ma non ci sono riuscita.Loro sono…sono..-
Portandosi le mani sul volto scoppiò in un pianto disperato,ricordando i volti dei suoi cari scomparire inghiottiti dal fuoco tra urla disperate ed occhi pieni di terrore.Il suo corpo tremava violentemente a causa dei singhiozzi che cercava di trattenere.Sage stette immobile per qualche minuto,indeciso su come comportarsi,poi lentamente si sedette sul bordo del letto posando una mano sulla spalla di Dalya.La sentì sussultare lievemente a quel contatto,ma sorprendentemente non si scostò dalla sua presa.Il silenzio della stanza era spezzato da quel pianto che sapeva di addio ed allo stesso tempo di rassegnazione,poi le lacrime terminarono la loro corsa lasciando al loro posto degli occhi arrossati.
-Mi dispiace non volevo spaventarti e mi scuso se sono sembrato invadente.Mi dispiace molto per ciò che è accaduto alla tua famiglia e per cosa ti ha fatto ce salaud*.-
-Non ho paura di te,Sage.Ho visto cosa è in grado di fare un vero mostro e anche se so cosa sei,non ho paura di te.Non ti ritengo un mostro se è questo che stai pensando.-
Il castano rimase sorpreso da quelle parole ma cercò di mascherarlo con un leggero sorriso,mentre dentro di sé un turbinio di sensazioni gli sconvolgeva i pensieri e l’animo.Nessuno prima di quel momento lo aveva trattato come un normale ragazzo,per tutti era sempre stato un mostro assetato di sangue da cui tenersi alla larga.Eppure a quella fanciulla di fianco a lui sembrava non importare affatto.Inaspettatamente gli tornò alla mente il volto di Elinor ed il suo sorriso luminoso che riservava solo a lui.Anche lei gli aveva sempre ripetuto che finchè avesse avuto ancora una parvenza di anima non doveva considerarsi una creatura malvagia perché i cattivi non ragionano col cuore.Le sue riflessioni vennero interrotte dalla voce di Dalya e solo allora si accorse di non averle risposto.
-I tuoi occhi sono pieni di enorme tristezza,come se anche tu avessi perso qualcuno di importante.-
La sua voce ora più stabile e ferma risuonò nel silenzio della stanza.Il francese sgranò gli occhi visibilmente sorpreso,per la seconda volta quella sera,dell’empatia della ragazza.Si concesse un breve sospiro,prima di risponderle accuratamente questa volta.
-Si,Dalya.Anche io ho perso qualcuno di importante molti anni fa ed ancora oggi non faccio che pensarci anche se so che dovrei dimenticare ed andare avanti.-
-Le persone che abbiamo amato non si devono dimenticare,si deve solo trovare la forza necessaria per far in modo che il loro ricordo non faccia più così male.Loro resteranno per sempre nel nostro cuore e nei nostri sogni.Ma..-
-“Ma solo quando anche i nostri occhi torneranno a vivere allora sapremo di essere completamente guariti.”E’ una frase di un antico poeta francese.-
-Charles Leòpold Blume*.E’ uno dei miei poeti preferiti sai?-
-E’ anche il mio poeta preferito.Oh emh forse è meglio che ti lasci da sola,sicuramente avrai bisogno di un bagno caldo e di abiti puliti che troverai su quella cassapanca laggiù.Domani ti presenterò il resto dei miei amici.Siamo un gruppo abbastanza strano e variegato ma sono sicuro che ti sentirai a tuo agio.Se hai bisogno di me basta che mi chiami…Sai bhè ecco..superudito da vampiro.-
Si passò una mano tra i capelli castani leggermente in imbarazzo,notando che Dalya tratteneva a stento dei risolini divertiti per quella situazione.Se non altro almeno l’aveva fatta sorridere facendole dimenticare per pochi secondi il lutto per la sua famiglia.Si diede mentalmente dell’idiota per la figura che stava facendo,erano anni che non gli capitava di sentirsi così insicuro e teso di fronte a qualcuno del gentil sesso.Rivolgendole un breve sorriso si voltò di spalle incamminandosi verso la porta,per poi tentennare qualche secondo giusto il tempo di sentire Dalya che lo richiamava.
-Sage?Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me,non so proprio come sdebitarmi.-
-Non devi sdebitarti in alcun modo Dalya,l’ho fatto con piacere.Ma se proprio vuoi sdebitarti allora che ne dici se diventiamo amici?-
-Affare fatto.Da adesso siamo..amici.E sta tranquillo non cercherò di impalarti nel sonno.-
Sage si concesse una risata divertita e scuotendo la testa uscì dalla stanza,dopo aver sollevato il braccio in segno di saluto.Era incredibile,quella ragazza sembrava leggergli nel pensiero e trovava sempre le parole giuste per alleggerire l’atmosfera.Mentre percorreva il corridoio buio,pronto a dormire sul comodo divano del Pensionato,si ritrovò a constatare stranito che le sue labbra stavano ancora sorridendo.Erano secoli che non si concedeva un sorriso sincero e genuino,ma forse quello era l’inizio di un punto di svolta anche per la sua vita.

▬▬▬▬♦▬▬▬▬


Bonnie rideva divertita stesa al centro del grande letto matrimoniale cercando di bloccare la tortura delle dita di Damon che le facevano il solletico lungo i fianchi.I suoi lunghi boccoli rosso fuoco erano sparsi al centro dei due cuscini,incorniciandole il volto accaldato dalle troppe risate e rendendolo ancora più bello di quanto già non fosse.I suoi occhi color nocciola erano incredibilmente luminosi e brillanti,privi finalmente di tutta l’ansia,la paura e il terrore che li aveva colpiti a causa di Agaron e dei suoi propositi di vendetta.Damon troneggiava sopra di lei,visibilmente divertito dalla situazione e dal modo buffo in cui la sua ragazza cercava di sottrarsi alle sue dita.Vederla sorridere gli scioglieva del tutto il cuore perché sapeva che finalmente potevano godere di tutto il tempo che volevano per stare insieme senza nemici all’orizzonte.
-Basta Damon non ce la faccio più.Mi arrendo signor Salvatore.-
-D’accordo signorina McCullough,per questa volta la accontento ma la prossima volta non sarò così generoso.-
-Oh ne sono certa,signore.Ma penso di poterle far cambiare idea.-
-Ah si?Sono curioso mi faccia vedere cosa intende fare.-
Ridacchiando,Bonnie si sollevò sui gomiti portando il volto a pochi centimetri da quello di Damon per poi congiungere le loro labbra in un bacio che di casto aveva ben poco.Sentendo un mugolio di assenso da parte del vampiro,non potè trattenersi dal sorridere nel bacio mentre si lasciava ricadere sul materasso tirando il ragazzo sopra di sé.Le labbra di Damon scesero lungo la curva del suo collo e della spalla baciando ogni centimetro di pelle lasciato scoperto dalla canotta di cotone che indossava.Si lasciò sfuggire un sospiro ed iniziò a percorrere febbrilmente il torace muscoloso del suo ragazzo,posando poi le mani sotto la maglietta in un contatto diretto contro la pelle nuda della schiena.Un braccio di Damon la sollevò per permetterle di restare in ginocchio sul materasso,mentre lui che le stava di fronte le sfilava la canotta.Lo aiutò sollevando le braccia verso l’alto e spogliando a sua volta il vampiro fino a lasciarlo a torso nudo.Si osservarono per pochi secondi riprendendo a baciarsi con foga crescente,mentre il resto dei loro indumenti finiva sul pavimento.
Damon si ritrovò con la schiena premuta sui cuscini alle sue spalle e Bonnie a cavalcioni su di lui.Ghignando malizioso dall’iniziativa più che gradita da parte della sua ragazza,le passò le mani attorno ai fianchi stringendosela addosso.I loro corpi nudi sfregavano tra loro in una strana danza altamente sensuale e le sue labbra non esitarono a chiudersi su quel seno morbido per poi stuzzicarlo con la lingua e i denti.Sentì Bonnie iniziare a respirare a fatica a causa di quelle piacevoli torture e dovette trattenere lui stesso un gemito quando la ragazza si mosse in automatico sul suo bacino facendoli combaciare alla perfezione.La sua più che sveglia erezione premeva sul suo interno coscia in attesa di trovare sollievo.Le piccole mani della sua streghetta si chiusero tra le ciocche dei suoi capelli neri stringendo leggermente la presa.
Deliziato dai suoi sospiri di piacere,la sua mano destra corse a percorrerle tutta la schiena nuda fino alle natiche facendola inarcare verso di lui e dandogli maggiore accesso al suo seno e al suo ventre piatto che non esitò a vezzeggiare con baci roventi.I polpastrelli della mano destra le sfiorarono il sedere sodo,addentrandosi più in basso per raggiungere zone pericolose e terribilmente eccitanti.A quel contatto ravvicinato con la sua intimità,Bonnie si lasciò scappare un gemito strozzato,schiudendo le labbra rosse di baci per incamerare quanta più aria possibile.Le dita di Damon affondarono in quell’antro caldo e pulsante,spingendosi in profondità per farla eccitare ulteriormente.Il bacino di Bonnie si mosse andando incontro a quel piacevole contatto finchè non percepì il suo bassoventre sul punto di esplodere.Percepì le dita del moro abbandonarla prima di concederle il tanto agognato incendio dei sensi,ma non fece in tempo a protestare che sentì Damon entrare in lei in modo deciso.
Questa volta non riuscì a trattenere un urletto di piacere,sentendosi finalmente completa.Le mani del vampiro poggiate lungo i suoi fianchi,strinsero la presa per dettarle il ritmo giusto delle spinte.Allacciando le braccia dietro il collo del suo ragazzo,Bonnie continuò a seguire quel ritmo e ad essere nella posizione dominante.Il ciondolo che Eris le aveva regalato era l’unica cosa che indossava sul corpo nudo e leggermente sudato.Le spinte si fecero più veloci e precise finchè entrambi non raggiunsero l’apice del piacere.Bonnie si lasciò cadere sul petto di Damon che prontamente con la mano sinistra si premurò di coprire entrambi col lenzuolo.Erano ancora uniti ed ansimanti,ma nessuno di loro si accorse del lieve bagliore proveniente dalla collana e dalla pietra di lapislazzuli.Lasciandosi scivolare di fianco al maggiore dei fratelli Salvatore,la rossa si rilassò cullata dalle carezze e dai baci che il suo uomo le posava sul capo.Pochi secondi dopo Damon si abbandonò tra le braccia di Morfeo,non prima di aver sussurrato un “ti amo” a Bonnie ed essersi sentito rispondere un “ti amo anche io”.Nella notte il riflesso della luna,copriva due corpi teneramente addormentati sorridendo beata nel sapere già ciò che il destino avrebbe riservato loro,proprio come aveva detto l’angelo celeste.





Angolo autrice:

Finalmente ci siamo,il capitolo venti è ormai concluso ed anche questa storia si sta pian piano avviando alla sua naturale conclusione.Manca solo l’epilogo e poi potrò davvero mettere un punto fermo a questa fiction che non pensavo mai e poi mai sarebbe arrivata fino a ben 21 capitoli(epilogo compreso).Volevo come sempre ringraziare di cuore tutti coloro che mi seguono stando dietro ai miei scleri di scrittrice ed alle mie frasi criptiche e misteriose che sono state parte integrante di questa storia.Un grazie uno per uno a tutti voi 750 lettori,che anche solo dando un’occhiata avete contribuito a tutto questo.Un grazie va a tutti i miei seguiti/preferiti e ricordati che aumentano di ora in ora ed un grazie speciale va ad Annaterra e Bonniemc che non si stancano mai di lasciarmi una piccola recensione per esprimere le loro opinioni.
Premetto che questo capitolo venti è un capitolo interamente festoso,pieno di sorprese,riconciliazioni,nuove e strane amicizie, e momenti di puro amore.Finalmente è tornata la pace ed è giusto che ognuno dei protagonisti festeggi a modo suo.Non ero molto sicura su alcune parti,ma spero di essere riuscita a donarvi emozioni.Ci sono ancora dei piccoli misteri da svelare,come il ciondolo di Eris e le parole dell’angelo,ma a questo proposito servirà l’epilogo che sarà una vera e propria sorpresa.Non credo ci siano passaggi da spiegare,ma se qualcuno volesse chiedermi delucidazioni basta che mi scriva un MP o una recensione. =) Vi auguro una buona lettura e vi dò appuntamento all’epilogo.

*credo si capisca vagamente dal contesto costa possa significare “ce salaud”,ma per chi ha difficoltà col francese dico solo che vuol dire “quel bastardo”.(Non so se il termine sia giusto,ma quando studiavo francese a scuola abbiamo sempre usato questo termine per indicare quella parola. xD)
* Charles Leòpold Blume: è un poeta assolutamente inventato da me al momento visto che mi serviva per documentare la frase-saggia presente nel testo.Da notare che Leòpold Blume ricorda vagamente il personaggio dei Dubliners di Joyce,scrittore che io amo molto.

Xoxo
Sara
  
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