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Autore: Fireflie    30/08/2013    2 recensioni
"Peter gli appare cresciuto, quando lo nota, e l’uomo si chiede se la propria sia solo un’impressione o se sia invecchiato realmente."
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capitan Uncino, Peter Pan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beta: Cialy
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono a J.M. Barrie e a coloro che ne hanno acquistato i diritti. Niente di tutto questo è stato scritto a scopo di lucro, pertanto io non ci guadagno nulla dalla pubblicazione di essa.
Note: • Scritta diverso tempo fa per il challenge
Special #6 della community It100 utilizzando il prompt "maybe my intentions / Have been misunderstood (Goo Goo Dolls)".
• È ambientata dopo che Peter fa ritorno a Neverland senza Wendy e i Bambini Sperduti. Il clima a Neverland è soggetto all’umore di Peter e alla sua presenza sull’Isola, è per questo che l’inverno non passa anche dopo il suo ritorno.
• Mi sono dannata venti minuti buoni sull’alternativa di usare i nomi in italiano o in inglese. Ha vinto l’inglese.
• Hook è figo non perché lo voglio fare figo io, ma perché lo ha fatto bello e di buone maniere J.M. Barrie. Era affascinante, colto, ha frequentato Eton e si vestiva con cura. Non faccio la fangirl impazzita quindi. XD
• Titolo © Goo Goo Dolls.
• Uhm, rileggendola mi rendo conto che il conteggio parole mi ha limitata molto nella stesura. Senza dubbio ci sarebbe stato altro da dire, un paio di passaggi avrebbero necessitato di più spazio, non tanto di una spiegazione più dettagliata quanto di più aria, più approfondimento, ma il challenge obbligava a restare nei limiti del triplo drabble, lasciando troppo poco spazio di manovra.



I Feel The Light Has Dimmed And Gone




Quando Peter fa ritorno a Neverland, l’inverno non abbandona l’isola, rimane lì, come appeso, in attesa di ritirarsi e lasciare il posto alla primavera e poi all’estate, ma senza che esse arrivino realmente; il mare resta una distesa gelata, bianca, battuta dalla continua furia della neve e la Jolly Roger sosta incagliata.
Tutto d’un tratto, la vita si fa inaspettatamente dura.

Una mattina, senza dare spiegazioni a Smee o al resto della ciurma, Hook si avventura sopra il grande mare congelato. Il ghiaccio è spesso, scricchiola appena sotto il suo peso.

Raggiunge il covo di Peter a pomeriggio inoltrato. Nell’entroterra il clima è più mite che sulla costa, forse per via della vicinanza del ragazzo stesso, capace col suo potere – sebbene scarnito – di portare calore e far fiorire ancora qualche albero qua e là.

Lui gli appare cresciuto, quando lo nota, e l’uomo si chiede se la propria sia solo un’impressione o se sia invecchiato realmente.

Sguaina la spada nello stesso momento in cui lui estrae il coltello.

“Ci sono delle regole”, grida Peter dalla cima di un albero, leggermente colto alla sprovvista dall’arrivo dell’altro.
“Già, hai ragione, Pan”, replica Hook, il tono della voce composto, abbassando l’arma. “Vorrei solo che anche tu le rispettassi, ma non riesci a smettere di pensare a lei, vero? Da quel che vedo, il suo ricordo ha già iniziato ad offuscarsi. Il suo viso conserva tuttora i propri contorni?”

“Non fraintendermi”, si affretta ad aggiungere l’uomo, quando il ragazzo minaccia di colpirlo, “sono venuto in pace.”
“Cosa vuoi, Hook?”, domanda allora Peter.
“Che questa stagione passi”, annuncia, “e che torni ad essere l’avversario che eri un tempo”.
E che ti scordi di lei, anche.

Poi, il viso di Hook perde per un secondo la perfezione dei tratti e si addolcisce, “sai, non mi è mai piaciuto l’inverno”, mormora.

E sul volto del ragazzo spunta il barlume di un sorriso.


   
 
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