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Autore: Giulsl93    30/08/2013    2 recensioni
Nessuno dei due voleva amare, entrambi non si sentivano pronti.. Ma l'amore accade, non puoi decidere tu quando
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole abbagliante mi obbligò a mettere su il mio paio di occhiali, per ripararmi. Era stata una notte davvero folle. La nausea sembrava non volerne sapere di lasciarmi in pace e lo stesso valeva per l’atroce mal di testa. Un continuo pulsare. Tun tun tun. Insopportabile davvero. Guardai l’ora sul mio telefono e rendendomi conto di non avere più soldi con me, non ebbi altra scelta che incamminarmi a piedi verso casa. Mi lasciai alle spalle l’appartamento di alcuni miei compagni di corso, nel quale avevo passato le ultime 24 ore, tra alcol e appisolate sul pavimento. Odiavo il post sbornia. L’avevo sempre odiato, eppure non mi fermava mai. Sicuramente questa volta avevo esagerato, però visto il momento da schifo che stavo passando non potevo essere biasimato. Londra appariva più calma del solito quel giorno e non potei essere più felice visto che mi aspettava una buona mezz’oretta di passeggiata. In quegli ultimi giorni avevo evitato il più possibile casa. Non volevo rischiare di incontrare Juliet, soprattutto considerando il fatto che non sapevo come avrei reagito. Certo ero furioso con lei, però i miei sentimenti non erano cambiati. L’amavo. Per la prima volta mi importava di qualcuno, e si dava il caso che proprio quel qualcuno per qualche strana ragione non ne volesse sapere di me. Più volte mi ero ritrovato a pensare che fosse una punizione divina per i miei trascorsi. Sicuramente non potevo essere definito uno stinco di santo. Molte volte avevo stracciato il cuore di ragazze senza dar troppo peso a ciò che facevo. Ancora mi stupivo di come ero potuto cambiare negli ultimi mesi. Prima di Juliet mai avrei pensato di voler passare del tempo con una ragazza al di fuori di una camera da letto. Lei mi aveva sconvolto. Travolto in pieno e la cosa peggiore era che non sapevo come uscirne. Forse per il semplice fatto che nel profondo non ho mai voluto davvero uscirne. Era diventata la mia droga. Sbuffai e quando fui un po’ più di metà strada mi accesi una sigaretta cercando di liberare la mente. Stupidamente mi ero convinto che con il mal di testa post sbronza non avrei avuto modo di pensare a lei. Ora mi rendevo conto di quanto sbagliavo. Nella mia mente rivedevo, come in un film, la nostra discussione. Cercavo ingenuamente di immaginarmi un finale diverso. Un finale felice, in cui, magari, lei si sarebbe gettata tra le mie braccia dichiarando il suo amore. Eppure, anche mettendoci tutta la più buona volontà, il finale era sempre lo stesso. Il suo silenzio mi aveva sfinito e più ci pensavo, più sentivo la voragine nel petto dilatarsi e straziare la mia carne. Aspirai un’ultima volta dalla sigaretta e poi la gettai in un tombino. Pochi passi ancora e sarei finalmente arrivato. Voltai l’angolo che dava sul quartiere di casa e vidi il palazzo stagliarsi maestoso ed elegante verso il cielo. Nella haul non c’era nessuno così mi diressi indisturbato verso l’ascensore. Avevo le gambe che mi facevano male e lo stomaco in subbuglio. Non vedevo l’ora di potermi buttare nel letto e dormire, almeno, fino al giorno dopo, però l’ascensore sembrava non voler collaborare. Mi appoggiai al muro, cercando sostegno, nell’attesa che l’ascensore terminasse la salita, per poi poterlo chiamare. Improvvisamente venni attirato da un rumore di corsa per le scale. In un primo momento pensai si potesse trattare di qualche ragazzino troppo agitato per scendere in maniera civile, ma presto mi dovetti ricredere. La persona che stava scendendo gli scalini con tanta foga e fretta non era uno stupido ragazzino ma Juliet. La testa mi diceva di distogliere lo sguardo ed ignorare qualsiasi cosa stesse succedendo, ma il mio corpo non sembrava voler rispondere ai comandi. Il mio cuore iniziò a martellarmi così forte che temetti mi sarebbe uscito dal petto e quando finalmente fù di fronte a me fui preso dal panico e il respiro mi si mozzò in gola. Juliet aveva addosso quella che sembrava una mise da casa e aveva i capelli raccolti in un asciugamano da bagno. In mano reggeva una borsa e ai piedi un paio di ciabatte. Si bloccò un istante. Un solo attimo in cui si accorse di me e i nostri sguardi si incrociarono. L’ansia mi travolse lasciandomi come pietrificato quando scorsi nei suoi occhi agitazione, paura e terrore. Il tutto non durò che qualche secondo, poi lei riprese a correre giù per le scale verso l’interrato.  Non avevo mai visto Juliet in uno stato così e forse l’agitazione che avevo percepito nel suo sguardo mi aveva contagiato; in ogni caso, ancora prima che me ne accorgessi stavo scendendo dalle scale che aveva percorso lei poco prima. Quando arrivai in fondo alla rampa mi affrettai ad aprire il portone che dava ai garage. Mi bastò dare una rapida occhiata in giro per individuarla. Era accanto alla sua macchina e cercava freneticamente qualcosa nella sua borsa. Mi avvicinai lentamente cercando di non farmi vedere. Non volevo di certo agitarla ulteriormente. Era chiaramente sconvolta. All’improvviso, non avendo probabilmente individuato cosa le serviva, rovesciò tutto il contenuto della borsa a terra per poi accasciarsi anche lei e scoppiare a piangere. Ero arrabbiato. Avrei dovuto esserlo. Il mio orgoglio mi diceva di fregarmene e lasciarla li. Lei non mi aveva voluto, non ero più parte della sua vita. Eppure non seppi resistere. Vederla in quello stato mi stava uccidendo. La raggiunsi velocemente e la strinsi tra le mie braccia cercando di consolarla. << Shhhh… Juliet va tutto bene! – dissi sperando con tutto me stesso di avere ragione, anche se era più che evidente che mi sbagliavo. – Cos’è successo? >> domandai quando nascose il viso tra il mio collo e la spalla. Sentivo le lacrime calde scivolargli sulle guance e bagnarmi la pelle. Sembrava non riuscire a smettere di singhiozzare. Le accarezzai la schiena e restammo seduti a terra abbracciati per non so quanto tempo. Quando iniziò a calmarsi si allontanò un po’ e vidi la sua faccia sconvolta dal pianto. Gli occhi erano arrossati e di tanto in tanto tirava su con il naso. << Ehi.. ti va di dirmi cosa ti ha ridotta così? – cercai nuovamente di capirci qualcosa – è successo qualcosa con Simon? >> si asciugò le lacrime con il dorso della mano e scosse la testa. << N-no.. è.. è la nonna! – finalmente riuscì a parlare – ha avuto un infarto! >> Una lacrima capitolò di nuovo dai suoi occhi e istintivamente mi sporsi per asciugargliela, ma questa volta lei si scostò. << Io… io devo andare da lei! >> si giustificò raccogliendo le cose da terra e rigettandole nella borsa con non curanza. << Non puoi guidare in questo stato! >> la rimproverai preoccupato. L’idea che si mettesse alla giuda, anche solo per pochi chilometri, così sconvolta, mi fece raggelare il sangue. Ancora una volta scosse la testa alzandosi da terra. << No.. va tutto bene! Dovevo solo trovare le chiavi! >> cercò di nuovo di giustificarsi. Questa volta però non mi sarei lasciato raggirare. Non l’avrei lasciata uscire in strada così. << Non scherzare Juliet! Ti ci porto io! Non ti lascio guidare così!!! >> il mio tono fù tanto sicuro da convincerla e per fortuna mi lasciò prendere le chiavi dell’auto. Pochi minuti dopo stavamo lasciandoci il palazzo alle spalle, diretti a casa dei suoi nonni. Per tutto il viaggio non parlammo. Nessuno aveva voglia di dire nulla. Io mi concentrai sulla strada, lanciandole ogni tanto qualche occhiata di soppiatto, volevo controllare che non avesse nessuna ricaduta. Juliet invece continuò a guardare con sguardo vacuo fuori dal finestrino. La tensione si poteva tagliare col coltello, ma quello di sicuro non era il momento per farsi prendere da nervosismi o sconforto. Il mal di testa ormai mi sembrava un lontano ricordo, così come la nausea e la stanchezza. La situazione mi aveva dato una scarica di adrenalina e di sicuro il dormire, ora, era l’ultimo dei miei pensieri. Mezz’ora più tardi varcammo il vialetto alberato che conduceva alla casa dei nonni. Al parcheggio notai molte auto e dovetti trattenere Juliet prima che si catapultasse fuori dalla macchina ancora in movimento. Correndo via l’asciugamano le scivolò a terra e fù abbandonato a se stesso. Lasciai che andasse dalla sua famiglia, raccolsi l’asciugamano spolverandolo e feci parcheggiare la macchina per poi dirigermi a mia volta verso la casa. Ero nervoso, se possibile, ancora più della prima volta che avevo conosciuto la famiglia di Juliet. Non sapevo cosa fare, come comportarmi soprattutto vista la situazione tra noi due. In fondo non ero il suo ragazzo e ora nemmeno più suo amico. Eppure ero li. Tirai un sospiro di sollievo ed entrai venendo accolto da una delle domestiche. Anche lei sembrava chiaramente sconvolta. Sicuramente il malore della signora aveva sconvolto tutti quanti. << Lei è il signorino che ha accompagnato qui Juliet? >> domandò questa cercando di apparire il più composta possibile. Annuii e mi fù detto che lei si era precipitata al piano di sopra dalla nonna. Annuii ancora e rimasi imbambolato. Intuendo il mio imbarazzo la signora mi consigliò di salire a mia volta, di sopra avrei trovato il resto della famiglia. La ringraziai e mi diressi verso la scalinata in marmo. La prima persona che mi venne in contro fù Richard, il compagno della madre di Juliet. << Buongiorno signore.. >> dissi allungandogli la mano. << Che piacere rivederti, anche se forse avrei preferito farlo in un momento più felice.. >> non terminò la frase che alle sue spalle spuntò la mamma che mi accolse con il solito sorriso caldo. Il suo volto era anche segnato dalla stanchezza e gli occhi arrossati. << Signora mi dispiace molto per sua madre! >> mi affrettai a dire. << Oh Zayn, sei davvero caro.. – sorrise di nuovo – ma per favore non darmi del lei! Juliet è così fortunata ad averti accanto. Grazie per averla accompagnata! >> scambiammo ancora due parole e poi tornò a parlare con il medico. C’erano molte persone fuori dalla stanza dove ora riposava la nonna. Molti visi sconosciuti. Intravidi il nonno di Juliet impegnato anch’esso a parlare col medico. Sul suo viso era percepibile la preoccupazione per la moglie. Mi sentii improvvisamente di troppo, così decisi di uscire sul terrazzo a fumare. << Tu devi essere Zayn giusto? >> una voce alle mie spalle mi fece voltare. Un ragazzo di qualche anno più grande di me mi si stava avvicinando. Intuii potesse essere Carter, il fratello di Juliet. Le sue coinquiline più volte si erano perse in dettagliate descrizioni, sottolineando, quella che ora potevo constatare anche io, l’indiscutibile bellezza. Aveva i capelli più scuri di Juliet, ma anche biondi. Era alto e aveva un fisico massiccio, sportivo. Gli stessi occhi della ragazza. << Si.. Carter? >> domandai per sicurezza. Quest’ultimo annuii sorridente. << Sono davvero dispiaciuto per tua nonna! >> mi sentii in obbligo anche verso lui. In fondo, avendo conosciuto la famiglia l’episodio aveva colpito anche me. << Fortunatamente è meno grave di quello che può sembrare. La nonna è forte! – spiegò appoggiandosi alla ringhiera in marmo e guardando nel vuoto verso l’orizzonte. – Comunque ti ringrazio! – tornò a concentrarsi su di me per poi ghignare. – ora capisco perché hai fatto breccia nei cuori dei miei famigliari! >> lo guardai interrogativo. Non riuscivo proprio ad afferrare ciò che intendeva. << Beh la mamma e Richard non hanno perso tempo quando ti hanno conosciuto. Mi hanno chiamato per dirmi quanto fossi carino e premuroso. Poi anche il nonno è rimasto colpito da te. – fece una pausa lasciandomi il tempo di afferrare ogni parola – Peccato che mia sorella sia una testona. >> quelle parole mi fecero sorridere. Avessi dovuto definire Juliet non mi sarei limitato al testone, però il ragazzo era suo fratello in fondo, non poteva essere cattivo. << So che non è facile da gestire ma credo tu le piaccia davvero. Non l’ho mai vista sfarfallare così tanto per qualcuno prima di te. – mi osservò meglio cercando di captare qualche reazione – si, io e lei parliamo di tutto e so che voi.. beh avete iniziato in una maniera un po’ inusuale! – entrambi ridemmo. Dire che l’inizio era stato inusuale era un eufemismo. – lei ha sempre sostenuto che ci fosse solo attrazione fisica tra voi, sesso. Ma se conosco bene la mia sorellina, e credimi che è così, so che non è quello che sente veramente! >> questa volta però fui io a parlare, senza lasciarlo proseguire. << No.. io credo che lei abbia paura, quindi non cederà mai. Ne abbiamo già parlato, abbiamo anche discusso ma non è servito. Non ha reagito. E’ stata zitta! >> era la prima volta che ne parlavo dopo l’episodio del terrazzo e mi faceva anche strano essere li a raccontarlo ad uno sconosciuto. << Zayn te lo dico perché ne sono convinto. Lei ci tiene a te. Se non fosse così tu non saresti qui.. non ti avrebbe lasciato avvicinare tanto! Dalle tempo.. vedrai che il coraggio che ora le manca lo troverà! Ne sono certo! >> concluse sorridente e completamente inconsapevole di aver riacceso un piccolo barlume di speranza nel mio cuore. 

 
SPAZIO AUTRICE:
Buonasera belle fanciulle. Si lo so, so di essere imperdonabile per la luuuunghissima attesa. Solo che come ho precedentemente spiegato è stato un periodo poco ispirato e sinceramente per scrivere cavolate a caso ho perferito attendere. Ecco, beh, questo è il nuovo capitolo. Spero che l'attesa sia valsa la pena. Sono felice che il video trailer sia piaciuto! Ci ho messo davvero un sacco di impegno affinchè non venisse una schifezza! Per chi non l'avesse ancora visto vi lascio qui sotto il link. Devo informarvi che non mancano molti capitoli alla fine. Si, purtroppo siamo quasi giunti al capolinea (sigh sigh). Come sempre mi piacerebbe davvero davvero tanto sapere cosa ne pensate anche di quest'ultimo capitolo. So che magari non ne avete voglia, ma se per caso vi foste svegliati con il piede giusto vi chiedo di lasciare qualche commento :):):) Al solito ringrazio tutte quelle persone che aggiungono la storia tra le seguite/preferite, un ringraziamento speciale a chi recensisce e ovviamente un grazie anche a chi legge silenziosamente! Devo dire che il numero di letture cresce di giorno in giorno e sono molto felice di questo. Sapete, questa fan fiction è nata un pò per gioco. Una sfida con me stessa e non mi spettavo un seguito come questo! Magari vi sembrerà poco, ma per me siete davvero tanti!!! :) Ho intenzione di creare un video anche sul "cast" della storia, però non lo pubblicherò prima di sapere da voi chi vi siete immaginati come personaggi (suuuu daiiii fatemi sapere, sono troppo curiosissima) ahahah ok forse è anche ora che la smetta di blaterare e vi saluti. (voi starete facendo i salti di gioia) Dunque non perdiamo altro tempo.. spero di ritrovarvi ancora! Un grossissimo bacio G. 


LINK VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=uXFiY7tby3M
  
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