Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Mamey    12/10/2004    3 recensioni
Come ogni arte anche la danza ha le sue regole...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le regole della danza

Le regole della danza

 

Vola leggero il passo, ritmo lento di due cuori che battono all’unisono, scricchiolio di parquet fradici di fatiche e di sconfitte, e la musica imperversa nella stanza. Cancellati i pensieri della mente, ora non vi è spazio per altro se non per il ritmo, dimentichi dei cattivi pensieri e delle angosce, i due cuori corrono fra le nuvole perlacee in un cumulo di bianchi ricordi. Ma non vi è tempo di fermarsi a riflettere, il prossimo movimento esige attenzione, ed è ora di mischiarsi agli stormi di uccelli nel cielo.

 

Stridere esige il passo, stridere e trascinare come esanime il corpo, abbandonandosi fiduciosi alla stretta dell’altro, sentendo calde le mani scivolare lungo il fianco scoperto. Avere fiducia è al prima regola. Dimenticarsi di essere, la seconda. Non si ha più corpo, non si ha più fisicità, solo un cuore che batte alla ricerca di qualche cosa, perso in luoghi lontani, come nota che si piega alla melodia, come giunco in balia del vento, piccola entità senza corpo fisico. Si è fusione di due essere.

 

Dimenticarsi di credere, la terza. Non esiste altro all’infuori del movimento, non c’è altra voce se non quella delle stonate note, non vi è tempo se non quello scandito dal ritmo. Solo in questo si deve credere. E se improvvisamente nel petto lieve un singulto si leva, e un movimento scardinato si trascina sul luogo di sconfitta, non importa, andare avanti, mai fermarsi. È la quinta regola.

 

Improvviso un falco varca una bianca nuvola, e lo stormo disperde, e i due cuori divide. E la dolce melodia spezza e il ritmo si accascia sul parquet. La sesta regola è rialzarsi. E fare del cuore impavido, che si fa lume di candela nella brezza, un tremolio che afferra l’orgoglio e lo riporta sopra la vetta, lo costringe a continuare la danza. Mai abbandonarsi fra le braccia della sconfitta.

 

Vietato pensare al nuovo attacco del perfido rapace, non è sicuro che planerà di nuovo sullo stormo, ma pensare solo al cuore a cui si è vincolati, pensare a quello, non ad altro, come vuole la seconda regola. Non temere nuovi errori è la settima. Il falco è più timoroso, ora, nell’attaccare.

 

Sentire la felicità scorrere nelle vene nell’essere…

 

spiga dorata d’agosto

uva succosa d’ottobre

chicco di grandine d’aprile

piccola brezza dicembrina

 

                                               goccia d’acqua piovana

                                                                                                                      spiraglio di sole nel cielo

 

  cupo tuono temporalesco

 

Essere un tutt’uno con la natura del ritmo è l’ottava regola.

 

 

      Giunge infine il momento in cui il ritmo si spezza, si esaurisce il flauto e il violino blocca le sue corde. Con il pianto il cuore si scinde e ritorna alla vita, la mente al presente si china, il corpo al volere soccombe. La speranza si chiude in un inchino mentre il destino si consuma in un parquet fradicio di fatica. E forse di sconfitta. Ma qualunque responso la giuria decida, l’ultima regola va rispettata, dall’inizio del ritmo alla sua fine: così come iniziato, con un sorriso artefatto, il ballo deve finire.

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Mamey