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Autore: Archybald    31/08/2013    0 recensioni
Friz ha 23 anni. Università sbagliata, amici sbagliati, vita sbagliata probabilmente. Nel suo nuovo inizio appare Elia, con cui divide l'appartamento.
***
''Ci sono volte, volte in cui, te ne rendi conto troppo tardi, entri in collisione con quell'unico piccolo granello di realtà capace di stravolgere completamente la tua vita a tal punto da non riuscire più a riprendere la strada precedente. O a non volerlo.''
***
Questa è una storia di alcohol, di droga, e di ARTE. L'arte che alimenta ogni cosa e ti rende invincibile. L'arte che ti eleva e ti fa' sognare più d'ogni altra cosa.
Ma si racconta che sia anche la storia di uomo ordinario la cui vita venne stravolta per sempre. La storia di un uomo ordinario che unico al mondo incontrò gli DEI e ne rimase bruciato
ATTENZIONE! Tematiche molto delicate. Passati angt e forme di disturbi. Non è una storia slash, né si tratterà di amore tra uomini in senso fisico.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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L-DIES

 

 

∼UN NUOVO GRANDIOSO INIZIO∼

 

 

 

''Ci sono volte, volte in cui, te ne rendi conto troppo tardi, entri in collisione con quell'unico piccolo granello di realtà capace di stravolgere completamente la tua vita a tal punto da non riuscire più a riprendere la strada precedente. O a non volerlo.

Non importa se dura un attimo, millesimi di secondo, o è un procedimento lungo e sofferto.

Non importa se a lasciarti senza il respiro e senza una ragione vera e propria è un luogo, un uomo, un animale o magari un quadro.

 

Watt trovò la macchina a vapore.

 

Alcibiade trovò Socrate.

 

Monet trovò un giardino.

 

Quel tizio famoso di 'Marley & Me' trovò il suo cane...''

 

 

 

Io incontrai per la prima volta Elia durante il mio terzo anno di università.

 

Allora avevo da poco abbandonato la facoltà lettere. Dissi a tutti che non mi si addiceva, che non faceva per me. 

Dopo due anni interi di vita passati a studiare poesie di uomini che avevano reso parole e inchiostro la loro ragione di vita, sonetti e rime la loro storia, capii che la mia, di vita, non sarebbe mai davvero appartenuta a quel mondo.

La mia intera esistenza era una tavolozza di sfumature. L'arte, sola, mi aveva sempre attratto. Come infatuato dalla fiamma ardente dei colori, studiavo i miei testi di scuola e rimpiangevo l'odore acre della tempera che per anni era stata la mia unica compagna d'avventure. Così trovai un compromesso con me stesso. Le arti visive. Persi al vento ben due anni di studio e dovetti pagarmi interamente di tasca mia questa pesante scelta. Ma i soldi non erano un problema. Non lo erano mai stati, dopotutto.

 

Fu proprio durante quel primo anno alla facoltà che entrai in contatto con Elia. Necessitavo con urgenza di trovare un appartamento, o avrei alloggiato presto sotto un ponte quella stessa notte. Così, speranzoso il più possibile, mi informai tra le fila dei miei compagni. 

A presentarsi a me un ragazzo giovanissimo, sciarpa al collo e tracolla alla mano. I capelli corvini e spettinati portati indietro da un cerchietto in pelle, vano tentativo di dar ordine all'impossibile. Eccolo qui. Ventun anni, lo sguardo lucido e il sorriso sottile di chi la vita sapeva stregarla e farla vibrare come una ballerina di fandango.

 

Abitava a pochissimo dall'università. Un appartamento piuttosto grande per viverci da solo, piuttosto moderno e ricercato. In alcuni tratti, anche troppo ricercato e tutto in ogni angolo gridava di lui. Le numerose polaroid di nudo appese ai mobili e al frigorifero della cucina, che mi incuriosivano e imbarazzavano in maniera indecente, o i rottami arrugginiti incastrati al legno stinto che formavano il tavolino da caffé del salotto, su cui posavano dischi in vinile di qualche artista indie poco conosciuto  e un sottile vaso di gardenie nere e grigie. 

 

-Le ho coltivate io- mi disse mentre le fissavo sorpreso. -in origine erano bianche.-

 

Le gardenie mi fissavano, impietosite dal mio sguardo lontano, e mostravano fiere i loro petali di morte, così belli e peccaminosi da togliere il fiato.

 

-Ma quando appassiranno, allora sarà tutto lavoro sprecato.- gli risposi.

 

La sigaretta che si era accesa distribuiva un odore dolciastro e intenso, che mi violentava le narici con possesso, impregnandosi nei vestiti. Forse avrei potuto sforzarmi di farci l'abitudine ma in quel momento non mi importava particolarmente.

 

La carezza che l'uomo offrì ai suoi piccoli fiori fu idillio e dolcezza.

 

-Quando appassiranno saranno ancora più belle.-

 

 

 

***

 

 

 

La convivenza con Elia mi era risultata perfetta.

 

Ogni cosa di quei primi giorni passati in sua compagnia, in quell'appartamento così particolare, mi esaltavano come un bambino di fronte a delle stecche di zucchero, quando queste aspettano di essere adagiate sui rami dell'albero e la frizzante atmosfera di Natale  fa' brillare loro gli occhi.

Quando concludevo le lezioni, mi deliziavo con lui ad ascoltare il giradischi riprodurre vecchi brani jazz. Tutto era nuovo, tutto era rilassante e allo stesso tempo stimolante, e la mia vena artistica bruciava per tutta l'ispirazione che fremeva di essere scritta, riprodotta, plasmata, per dare vita a qualunque cosa vagasse nella mia mente. 

 

Elia era la compagnia ideale. 

Il suo acuto sarcasmo, che metteva in imbarazzo e portava molto spesso al silenzio dei suoi sfortunati ospiti; Le sue improvvise illuminazioni artistiche, che lo costringevano a vagare per la casa con papiri e pennelli e righe e compassi tra le braccia. La poesia con la quale senza ritegno filosofeggiava sulla vita, in quei piccoli e insignificanti momenti morti della giornata, quando davanti ad una sigaretta con zelo faceva mostra di tutta una saggezza acerba, eppure così discordante dal pensiero del mondo.

 

-Vedi Friz- mi disse una sera, davanti ad una tazza d'infuso alla cannella, il tutto corretto ad opera d'arte con della grappa del '48.

 

-l'arte, quella vera, va' ricercata del profondo. Molti artisti, poveri esseri umani, si limitano a riprodurre schemi e soggetti che la vita ci sbatte davanti agli occhi, violentemente, e sembra così giusto, così reale.  Ma saper vivere può elevarti, Friz, può elevarti dove gli altri non riescono ad arrivare. Cogliere le migliaia di sfumature che ci fuggono davanti agli occhi, disfarci di quell'alone denso che come una patina opaca offusca ciò che vediamo. La realtà vera, quella dietro lo specchio.

Quando vivi, vedi, lasci che con pigrizia le immagini ti scorrano addosso, informi e gelatinose. Ti limiti a riprodurle, perché non conosci come altro fare. Ma tu ti chiedi mai il perché delle forme? O cosa significhino i colori?-

 

Ero confuso. Le foglie secche sopra il piccolo tavolino di rottami bruciavano lentamente, e l'intero spazio dell'appartamento risuonava del ticchettio ininterrotto del metronomo, posto senza un motivo (eppure nulla sembrava non avere un motivo preciso dietro certe scelte) sopra ad una mensola tra i libri. Placidamente questo continuava a scandire in battiti il nostro inutile tempo e io respiravo piano, a scatti, a ritmo con lui.

 

-Nulla di ciò che vediamo è realmente così. Possiamo sentirne la sua presenza, possiamo indovinarne i colori, stabilire per lui una forma. Ma sono solo sciocche convenzioni. Scherzi a cui la nostra mente ignorante si aggrappa, non conoscendo alternative. E con stoltezza, l'uomo, per tutta una vita crede che la realtà sia solo questo. Forme e colori. Colori e forme. E' così angosciante...  Siamo tutti bugiardi, amico mio. E tutti stringiamo con avidità queste bugie e non possiamo farne a meno. Perché se tutti cominciassero a pensare davvero, allora l'unico desiderio che invaderebbe le nostre menti sarebbe la morte.-

 

 

Concludendo si alzò in silenzio, e come era entrato in quel salotto reso opaco dalle foglie che bruciavano, così ne uscì, come un ombra, attraverso le pieghe del fumo, lasciandomi solo, sul divano, a pensare. Riflettere e pensare.

E forse per la prima volta, rimasi lì, in silenzio, solo a riflette davvero davvero a lungo, e ne fui talmente spaventato da non dormirci la notte.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Di nuovo, un pomeriggio, mentre rientravo dopo ore passate al supermercato.

 

 

Più tardi ne avrei scritto che ''Quel giorno mi avvicinai un passo di più al contorto universo che tanto mi aveva attratto e con tanta passione da far male.''

 

 

Sul divano retró, centrale come una statua di Caravaggio, Elia sedeva a gambe incrociate, completamente nudo, e sulla pelle pallida, a coprirlo, solo  una vecchia chitarra acustica gibson, laccata in oro, con la quale stava strimpellando qualche pezzo classico che non riuscivo a riconoscere.

L'aria era carica di profumi e note, e melodie e luci, e raggi arancio dritti sulle gardenie nere. 

Mi avvicinai portando con me le borse, salutando con un cenno del capo le due ragazze che, illibate, più nell'aspetto che nei fatti, accanto a lui sedevano altrettanto nude, tamburellando di tanto in tanto le mani sulle cosce morbide, a ritmo con i pizzichi delle corde. Allora mi fissarono, e ricambiarono entusiaste, senza far mostra di alcun disagio, l'educato saluto che le avevo rivolto.

 

E per un tempo che non riuscii a definire quella musica cantilenante continuò a solcare l'aria ancora e ancora, realtà viva nel silenzio dell'appatamento, mentre ormai la mia spesa era stata smistata del tutto e pensieri e domande mi affollavano la mente. 

Confusione ciò che predominava i miei sentimenti in quel momento, confusione e disagio. Mai in vita mia mi era capitata davanti una tale occasione, mia avrei saputo trarne il senso, sottile eppure così arrogantemente presente in tutto ciò. 

Ma quella scena, quell'atteggiamento disinvolto e libero, minacciavano di buttare giù la dogana più spessa e soffocante che la mia moralità stessa avesse mai eretto sugli sconfinati spazi della mia fantasia. Ed ecco che, come se in quei piccoli istanti di riflessione avessi voluto ribellarmi e insorgere su me medesimo, ricalcavo quell'immagine come un cieco, insistendo sui dettagli più intimi e nascosti, accarezzandola per capirne le sfumature e i rilievi. Tutto vedevo, meno che il perché. Il perché delle cose, che Elia tanto aveva disprezzato in quel dibattito incoerente poche sere prima. 

Potevo leggerlo, ora, il suo docet, il suo insegnamento più importante, riflesso nelle azioni, nella cruda realtà.

''L'arte- diceva -va' ricercata''. Sì ma non nel perché delle cose, no. Non in quello che le persone si aspettano da noi,  ma proprio nell'imprevedibilità dell'uomo. Quella stessa assurda imprevedibilità che fa' sorridere e stupire e aggrottare le sopracciglia dalla meraviglia.    

E quella, quella era arte. Che meraviglia!

 

 

Avrei sospirato d'amore per un altro spicchio di tempo, affascinato e perso nel mio stesso pensiero. Ma presto ,mi accorsi, le note finirono e il silenzio regnò ancora, più caldo e intimo questa volta.

 

Rimasti da soli, iil sole ormai tramontato, cominciai lentamente a riempire di pittoreschi tasselli il quadro dalle tinture nouveau che mi ero fatto della figura di Elia. C'erano ancora così tanti buchi, così tanti spigoli e lacune, imperfezioni, macchie, croste di pittura da grattare per poter giungere alla conclusione, all'opera vera e propria. Eppure eccolo, un centro. Un piccolo bollo di luce, piccola gemma meravigliosa. Dal centro poi sarebbe stato più semplice ricamarne il contorno, la cornice perfetta, pensai convinto.    

 

''Non fui mai così sciocco e arrogante nel formulare un pensiero quanto allora.''

 

 

 

-Eri spiazzato.-  ridacchiò l'uomo, quella sera, a cena, mentre mescolava quella piccola ciliegia dolciastra al suo bicchiere di vino bianco.

 

-Non spiazzato. Casomai confuso.-

 

-Allora eri spiazzato e confuso, amico mio.-   E non potei evitarmi di annuire, nemmeno per disinteresse.

 

-Diciamo che non me lo aspettavo.-

 

-Friz, vecchio Friz, se mai ti apparirò scontato allora sarai pregato di colpirmi. Non potrei mai convivere con un me del genere. Mi odierei!-

 

Sorrise e si versò altro bianco nel bicchiere. Ancora una volta vino costoso e terribilmente inadatto al piatto che aveva cucinato.  Mentre in silenzio, dietro gli occhiali, lo fissavo lacerare coi denti quel piccolo frutto, mi ripromisi che un giorno, con un po' di coraggio, gli avrei chiesto di più sul suo passato. La sua vita, la sua storia, mi incuriosivano come il migliore dei libri, il più succulento dei romanzi, quell'unica opera che quando ti capita tra le dita, sai già che ti si fonderà alla pelle e il suo inchiostro macchierà tanto le tue dita per tutte le volte che l'hai riletto che quasi si consumeranno le parole.

Ma tutto questo un giorno.

 

 

 

 

 

 

 

❦❦❦❦❦❦❦❦❦

 

 

PICCOLO ANGOLINO APPARTATO 

Aloha popolo di EFP! :DD

Parto col ringraziare subito chiunque l'abbia letta, o recensita o messa tra le seguite. You moves me! *^*

Questa e la prima volta che scrivo un Original e ho sempre il pessimo presentimento che ne verrà fuori un'emerita schifezza,

che oltretutto sarebbe davvero un peccato perché ho in mente questa storia da una vita e spero davvero di esserne all'altezza...

Anche se molto probabilmente rovinerò eventuali sorprese mi sento in dovere di dire che L-DIES NON è esattamente un Fantasy/Epico! -ma l'avrete già capito dall'introduzione e dalla sezione immagino >.>...-

La storia che sto scrivendo è molto più complicata ed elaborata di un semplice racconto di Dei e creature magiche. Anzi! 

Nulla e casuale e probabilmente sarà ancora peggio quando andrò a spiegare il tutto perché se già è confusa adesso... Beh, ma SSSH! Non si dicono certe cose! xD

Se avete qualche critica non preoccupatevi, sbizzarritevi pure che non mi offendo! 

Soprattutto per il personaggio di Elia. Lui demolitelo pure, se lo merita u.u! Scherzo ovvio xD ♥

Mi sento in dovere di dire che questo è un capitolo introduttivo! Per prendere famigliarità col personaggio di Friz e le stranezze di Elia!

Nel prossimo si entra nel vivo della storia, e finalmente scoprirete cosa significa L-DIES. 
Più o meno....

Beh, se avrò il piacere di rivedervi, ALLA PROSSIMA! :DD 

-questo dannato angolino più lungo dell'intera fanfiction...-

  
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