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Autore: VasHappeningMum    31/08/2013    2 recensioni
"Lou,ti prego,non andare via".
"Piccola lo vorrei tanto ma sapevamo entrambi che questo giorno sarebbe arrivato".
"Sì,è vero lo sapevamo..Solo che non credevo così presto". Una lacrima le rigò il viso,non era ancora pronta a dirgli addio. Lui era l'unico ragazzo che le aveva fatto battere il cuore,l'unico per cui avrebbe fatto qualsiasi cosa e il pensiero che non lo avrebbe più rivisto a uccideva.
"Ascoltami Jess,tu sei più forte di tutto questo e supererai questa orribile situazione. Ti innamorerai di un altro e tutto andrà bene. Devi farlo Jess,ti prego.." Le asciugò le lacrime che però continuavano a scendere,forse ancora più numerose dopo le sue parole.
"No Lou,non puoi chiedermi questo. Noi abbiamo un -altro mondo- noi siamo unici,io amo te e voglio amare solo te"
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                 Ed, solo Ed


Misi una mano sulla testa proprio nel punto in cui la sua testa si era scontrata con la mia.
"Ma vuoi stare attento?!" urlai senza rendermi conto di essere in mezzo al cortile della scuola.
Lui alzò lo sguardo facendo incontrare i nostri occhi, i suoi erano verdi. Un verde chiaro, smeraldo, stupendo.
"Sei tu che mi sei venuta addosso, guarda dove metti i piedi la prossima volta" ribattè porgendomi il libro di biologia che mi era caduto.
Ero imbarazzata, forse troppo. Aveva un cappuccio in testa e non riuscii a vederlo meglio... Si mise subito gli occhiali da sole per poi sparire tra la folla di ragazzi che ci stavano osservando ridendo.
Feci finta di niente e provai a distrarmi un po' mentre tornavo a casa. 
Cercai di concentrarmi su quegli occhi e su quella voce, mi era tutto molto familiare ma non al punto di capire chi fosse quel ragazzo.
Aveva il cappuccio, gli occhiali e sembrava parecchio misterioso e quasi...imbarazzato.
Mi concentrai anche sulle parole di Emily, era stata fin troppo chiara. Non voleva vedermi con Niall, voleva che io mi cercassi degli amici al di fuori del suo gruppo e aveva anche capito che avevo mentito sul fatto del nascondiglio.
Sembrava sempre un passo avanti a me e la situazione era abbastanza frustrante.
Entrai in casa dopo una ventina di minuti di camminata e come ogni giorno trovai mia madre in cucina ma sta volte aveva un'espressione diversa, spenta e sembrava decisamente triste.
"Ciao mamma" mi piegai per darle un bacio sulla guancia.
"Jessica, dopo devo parlarti".
Mi sedetti sulla sedia accanto alla sua e presi in mano la situazione.
"Perchè non ora?" risposi decisa.
"Mi ha chiamato tuo padre proprio due minuti fa..."
"E quindi? Cosa ti ha detto?" ero spaventata, non ero più abituata alla parola padre.
"Tra tre mesi vuole averti con lui a New York. Mi ha detto che gli manchi e che vuole recuperare il rapporto".
I miei occhi si illuminarono, non so se di felicità o di tristezza. Era una situazione complicata forse troppo tanto da non essere capita da una ragazzina di sedici anni.
Ma mi ci volle poco per mettere a fuoco la situazione e per capire ciò che volevo. Io non volevo vederlo, ne in quel momento ne fra tre mesi.
"No, digli che per me è come morto. Digli che non ho intenzione di vederlo!" urlai alzandomi dalla sedia e aprendo il frigorifero. Presi un bicchiere di the e lo avvicinai alla bocca.
"Non mi importa ciò che vuoi. Lui ha deciso, tra tre mesi andrai da lui. Non si discute".
Feci cadere il bicchiere per terra senza nemmeno accorgermene, mia madre sobbalzò dalla sedia.
Ero nervosa, era la prima volta che mi veniva imposta una cosa che non volevo fare.
"Jessica devi capirlo..." si avvicinò a me provando ad abbracciarmi ma mi spostai, non volevo saperne niente ormai avevo deciso.
"No, no e no! Io lo odio, non sa fare il padre e non ho intenzione di passare del tempo con lui!!" corsi in camera mia con le lacrime agli occhi.
Mi buttai sul letto dopo aver chiuso la porta a chiave, avevo bisogno di stare da sola.

Facile per te vero papà? Chiami, dici una cosa e mi imponi ciò che vuoi. Non è così semplice, sai? Non puoi pentirti di tutto dopo otto anni di assenza, ormai non ti voglio più accanto. Pensi che sia stato semplice abituarmi a questa situazione? Beh non è così! 

Ero davvero confusa e arrabbiata, tanto da parlare da sola! 
Nessuno riusciva a capirmi, nessuno provava a parlare con me e a capire ciò che realmente volevo! 
Se solo fossi riuscita a farmi degli amici tutto questo sarebbe stato più semplice da superare ed invece, eccomi qui, sola a piangere su un letto.
Cercai di svagarmi un po' studiando, in fondo il liceo stava diventando più complicato ed i compiti aumentavano giorno dopo giorno.
"Chimica...Prendere un bicchiere di acqua e fa-" i miei pensieri si interruppero per colpa del suono del mio cellulare, sbuffai.
Mi allungai verso il comodino e lo presi in mano.

-Sconosciuto-
"Pronto?"
"Jessica..."
"Chi sei?"
"So che mi avevi detto di non chiamarti più ma non ho resistito. Ho bisogno di parlare con te e di scoprire che ragazza sei" aveva un tono di voce dolce, impossibile da respingere. 
"Ti avevo chiesto di dimenticarmi, caro sconosciuto" sentii la sua risata, era quasi più bella dell'altra volta.
"Non chiamarmi così" rise "chiamami Ed, solo Ed".
Ed...Questo nome non mi diceva proprio niente, nessun ragazzo a scuola mi aveva detto di chiamarsi così e pensavo sempre di più che fosse uno stupido scherzo di uno stupido ragazzo.
"Senti Ed o come ti chiami, io sto cercando di studiare chimica" ero seccata.
"Bene, io sono un portento! Ti posso aiutare sempre se non mi chiudi il telefono in faccia" rise nuovamente.
La sua non era un'idea tanto strana, in fondo io non ero molto portata per le materie scientifiche ed un aiuto mi sarebbe servito.
"Va bene però c'è una cosa che devo chiederti" lui sospirò.
"Dimmi" 
"Se per caso io dovessi affezionarmi a te cosa succederebbe?"
"Cosa intendi?" sembrava curioso ma non lo biasimavo. Io ero sempre stata una ragazza parecchio complicata e capirmi non era semplice.
"Voglio dire...Se un giorno io avessi bisogno di parlare con te anche dietro ad un telefono? Se un giorno mi venisse voglia di conoscerti e di scoprire come sei? In fondo tu sai chi sono mentre io di te non so assolutamente nulla."
"Beh, semplice. Devi aspettare, un giorno sicuramente ti dirò chi sono" sapevo che stava sorridendo, si sentiva e ne ero anche contenta.
Passai un'ora attaccata al telefono, mi aiutò con i compiti, mi fece ridere e mi raccontò qualcosina di lui.
Mi aveva detto che Niall era uno dei suoi migliori amici e questa cosa mi aveva fatto uno strano effetto. Se erano migliori amici e andavano nella stessa scuola significava che passavano molto tempo insieme solo che...Il nome Ed non mi dava di niente! Niall non aveva amici con quel nome, era tutto molto strano.
Mi aveva anche detto di essere abbastanza alto e magro ma nessuna di queste informazioni mi serviva più di tanto.
Era almeno riuscito a farmi sorridere per un'oretta ed anche se non lo conoscevo gli ero grata per questo.
Mia madre uscì verso le sei per andare in ufficio ed io rimasi a casa per parecchio tempo.
"Mmh, Ed..." dissi ad alta voce scorrendo con il mouse sulla schermata di facebook.
Cercai quel nome tra gli amici di Niall e trovai trentadue risultati.
"Nome comune in America..." sbuffai.
Vidi la bacheca di alcuni Ed e sembravano tutti abbastanza alti e magri.
Ed Crift, Ed Witler, Ed Biselt...Tantissimi nomi, tantissime foto, tantissimi ragazzi ma la mia mente era ancora vuota.
Venivano tutti alla mia scuola ma non mi ero mai soffermata sui ragazzi che Niall frequentava e non ricordavo di averlo visto con uno di questi Ed.
Passai un altro po' di tempo connessa ad internet e poi spensi tutto. Da quel momento la scuola sarebbe diventata una "caccia a Ed", ero motivata e abbastanza convinta della cosa.
Mi arrivò un messaggio proprio in quel momento, alle otto e mezza di sera, da una persona che non mi sarei mai aspettata.

Note autoree

Grazie a tutte per le bellissime recensioni che mi scrivete, sono felice che la mia storia vi piaccia.
Spero di continuare presto xx
  
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