Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
Segui la storia  |       
Autore: Maty66    01/09/2013    2 recensioni
“Ed il meglio di voi sia per l’amico vostro. Se egli dovrà conoscere il reflusso della vostra marea fate che ne conosca anche la piena”
Kahlil Gibran poeta libanese
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rieccomi...spero che il nuovo capitolo vi piaccia. Non riesco proprio a resistere alla tentazione di torturare Ben ;)

 
Sensi di colpa

“NOOOOO” urlò Semir precipitandosi verso la balaustra.
Fece appena in tempo ad afferrare il braccio di Ben prima che il resto del corpo cadesse in avanti. Sentì uno strattone fortissimo al braccio con cui lo teneva quando tutto il peso del corpo di Ben penzolò nel vuoto. “Signore Iddio, Allah… aiutami” pensò mentre lo afferrava anche con l’altra mano… sentiva le dita strette attorno al polso di Ben scivolare sempre più. Ben continuava ad urlare “Lasciami devo volare!!!” mentre lo guardava senza riconoscerlo e non faceva nulla per aggrapparsi. Quando ormai Semir stava per perdere l’equilibrio e pensava di non farcela più, arrivarono le braccia salvifiche di Dieter che afferrarono  Ben per la maglietta e  poi per l’altro braccio. Insieme con uno sforzo enorme riuscirono a portare Ben prima sulla balaustra e poi oltre la stessa sul pavimento del terrazzo.

Ansimando come se avesse corso la maratona Semir cercò di tenere Ben fermo ma lui continuava ad agitarsi ed urlare come un ossesso “Ben ti prego sta’ fermo, calmati, sono io guardami…” Ma il ragazzo ancora non dava il minimo segno né di averlo sentito né di averlo riconosciuto
“Oddio Semir cosa ha?” chiese Jenny con voce rotta dal pianto “Gli hanno dato qualcosa… è sotto l’effetto di qualcosa” rispose Dieter mentre cercava di tenere ferme le gambe di Ben che scalciava come un matto.
“Dieter sta’ attento così gli fai male… Jenny hai chiamato l’ambulanza?” chiese Semir con le lacrime agli occhi cercando di tenere Ben fermo in un abbraccio protettivo. Era terrorizzato, aveva visto gli effetti della sostanza sugli altri ragazzi.
Le urla di Ben incominciarono  a farsi sempre più deboli, così come la sua agitazione, ma questo al posto di tranquillizzare Semir lo mandò ancor più nel panico… la ragazza morta sull’autostrada aveva avuto le stesse reazioni prima di avere l’infarto. “Cazzo quando arriva l’ambulanza?” urlò mentre teneva la testa di Ben premuta contro il suo petto. “Ora arriva aiuto Ben, ok? stai calmo… ora finisce tutto…” cercò di tranquillizzarlo carezzandogli i capelli, ma ormai  sentiva il suo respiro, sempre più accelerato, trasformarsi in rantoli superficiali.
Finalmente dalla porta di acceso spuntarono tre paramedici in tuta verde  e Semir fu letteralmente trascinato via dall’amico.
Inginocchiato a pochi metri di distanza, sotto la pioggia, Semir iniziò a piangere disperatamente.
*********************

Ormai erano in attesa da varie ore.
Semir era seduto come imbambolato su una delle scomode sedie del reparto, ripetendo come una litania “E’ colpa mia, è tutta colpa mia”. Quelle erano le uniche parole che aveva pronunciato da quando erano arrivati; per il resto fissava nel vuoto dondolandosi avanti ed indietro, indifferente alle parole degli altri che in un modo e nell’altro cercavano di portargli conforto. Neppure Andrea riusciva ad entrare nel bozzolo di rimorso e paura in cui si era chiuso.
“Semir… tesoro, smettila ti prego, mi spaventi, vedrai che andrà tutto bene. Ben è in buone mani non succederà nulla, starà di nuovo bene” provò dirgli per l’ennesima volta la moglie. Era veramente spaventata non aveva mai visto il marito in quelle condizioni emotive.
La Kruger era in un angolo a discutere animatamente con il padre di Ben. Konrad era arrivato da poco in ospedale, furioso come non mai perché nessun aveva pensato ad avvisarlo, l’aveva saputo dalla tv: il rocambolesco salvataggio dell’aspirante suicida della Market Strasse era il servizio di apertura di ogni telegiornale. Il vecchio Jager guardava torvo Semir, sembrava volesse fulminarlo con lo sguardo. Ma a Semir non interessava nulla; non gli interessava dell’odio di Konrad, della pietà dei colleghi, e neppure faceva caso alla preoccupazione di Andrea.  L’unica cosa che voleva era sapere che Ben stesse bene. Era disposto a tutto per questo, anche al fatto che Ben non volesse mai più vederlo o parlagli.
Jenny portò a Semir l’ennesima tazza di the che lui per l’ennesima volta rifiutò con un cenno del capo.
 “Semir ti prego non fare così, mi spaventi…” disse Andrea con voce rotta dal pianto. Finalmente il marito si decise a  rivolgerle la parola
“E’ colpa mia Andrea…solo colpa mia, mi avevate avvisato, ma io non ho voluto vedere… ed ora avrò sulla coscienza la morte del mio migliore amico.” disse con un filo di voce. “Ben non morirà, questo non lo devi nemmeno pensare. Starà bene!!” Andrea cercò di sembrare il più sicura possibile ma sapeva bene che poteva non essere vero “Resta il fatto che tutto quello che gli è successo è colpa mia, ho guardato il dito per non guardare la luna che mostrava… mi dici come faccio a sopportare questo peso? Come faccio a continuare se lui…” Semir non riuscì a finire la frase. “Su quel tetto oggi gli hai salvato la vita non dimenticarlo…” provò a consolarlo Andrea “Su quel tetto lui non ci sarebbe neppure mai salito se non fosse stato per me e la mia scempiaggine” singhiozzò in risposta il marito.

A rincarare a dose ci si mise la Kruger. “Gerkan le posso parlare un attimo?” chiese avvicinandosi. Semir, asciugandosi le lacrime, acconsentì con un cenno del capo.
“Ora non è il momento, ma si rende conto che mi deve delle spiegazioni…” “Certo Commissario…” mormorò Semir “Comunque devo dirle  che nel suo garage è stato trovato un grosso quantitativo di quella sostanza. L’avevano nascosta nelle bottiglie degli alcolici” Semir se lo aspettava, ma quelle frasi furono comunque un altro colpo per lui “E’ stato lei a consegnare le chiavi del garage? A chi le ha date?” continuò la Kruger.  Semir  rispose con un filo di voce “ Ad Hakim Hossein,  è un mio amico di infanzia… io non credevo…” “Perfetto…  e né lei né Jager avete ritenuto opportuno informarmi delle circostanze” disse stizzita Kim “Ben non c’entra nulla, non sapeva che io avessi prestato il garage ad Hakim e non le ha detto che era un mio amico solo per proteggermi…” la voce di Semir si fece improvvisamente dura. “Voi due e le vostre belle pensate…” sibilò Kim “ Mi spiace Gerkan ma non posso farne a meno. Lei è sospeso dal servizio sino alla risoluzione del caso” concluse. In altre occasioni Semir avrebbe accolto quelle parole con rabbia e rimostranze, invece si limitò ad annuire triste

Finalmente dopo un’altra ora buona di attesa uscì uno dei medici dal reparto. Il gruppetto si affollò attorno per avere notizie.
“Dunque… la notizia buona è che siamo riusciti a stabilizzarlo, le aritmie cardiache sono cessate e respira in modo autonomo” iniziò il medico, un uomo basso sulla sessantina, aprendo la cartellina che aveva in mano. “E quella cattiva?” chiese subito  Konrad  con preoccupazione ”Quella cattiva è che purtroppo allo stato non conosciamo gli effetti della sostanza che gli è stata somministrata sul cervello, e se quindi vi saranno danni permanenti. E’ ancora incosciente e non  possiamo stabilire con certezza per quanto tempo lo  resterà ancora…” rispose il medico con aria dispiaciuta. “Cosa vuole dire dottore?? Che potrebbe…” chiese Semir che nel frattempo era rimasto in disparte.
“Purtroppo sì, potrebbe non svegliarsi mai più. O riportare danni permanenti.” Rispose il sanitario

Le parole del medico colpirono Semir come una coltellata al cuore. Si accasciò su una delle sedie con gli occhi sbarrati. “Attendiamo comunque i risultati della TAC e della risonanza magnetica. E’ troppo presto per fare una prognosi ora. Mi spiace” il medico chiuse la cartellina. “Possiamo vederlo?” chiese con un filo di voce Andrea “Fra qualche minuto. Una infermiera vi mostrerà la stanza” disse il dottore tornando in reparto.

“Lei Gerkan… non osi avvicinarsi alla stanza di mio figlio, tutto questo è colpa sua e del suo amico delinquente…”  fece all’improvviso Konrad avvicinandosi minaccioso a Semir. “Signor Jager, mi spiace… io…” Semir tentò una spiegazione “Stia lontano da lui, mi ha capito? Sappia che quando tutto questo sarà finito farò di tutto, anche l’impossibile, perché mio figlio lasci la polizia…”  urlò Konrad. Andrea non ce la fece più a trattenersi “Ma come osa? Cosa ha fatto lei per Ben fino ad ora? Noi siamo la sua vera famiglia, Semir stamattina gli ha salvato la vita su quel tetto. Ed ora viene qui a fare il padre ad ore, quando i suoi affari glielo permettono…” Andrea sembrava una leonessa “Signori siamo in un ospedale…” intervenne Kim cercando di calmare gli animi. “Lasciate stare…il sig. Jager ha ragione, tutto questo è solo colpa mia” fece Semir lasciando di corsa il reparto
********************

Hakim era terrorizzato. Gli uomini dello Squalo l’avevano costretto a seguirli alla chiesa sconsacrata dopo che tutti i telegiornali avevano trasmesso ampi servizi sul salvataggio di Ben. Da lontano, poco prima, Hakim aveva assistito alla perquisizione del garage di Semir e di tutta la merce che vi aveva depositato.
Si stava preparando alla fuga, ben intuendo che i poliziotti sarebbero certamente venuti ad arrestarlo, ma nel locale avevano fatto irruzione prima gli uomini  vestiti di nero del boss, che avevano trascinato via lui e Weller.
Ora nel tardo pomeriggio piovoso e freddo, sotto il tiro delle pistole con il cuore che gli batteva a mille Hakim aspettava il suo destino. Sapeva bene che lo Squalo non perdonava gli errori, ma mai si sarebbe aspettato la piega che avevano preso gli eventi e soprattutto che Semir si sarebbe messo alla immediata ricerca del socio.
Non riusciva ancora a capire come era arrivati direttamente al garage e  come avesse fatto Semir ad afferrare Jager all’ultimo secondo prima  che questi  si lanciasse di sotto. Tutta una seria di eventi sfortunati che ora probabilmente gli sarebbero costati la vita.

L’autovettura nera si avvicinò a fari spenti al vecchio  cortile.
Ne scesero tre uomini che subito si avvicinarono al gruppetto. Hakim poteva sentire chiaramente il battere dei denti di Weller ed era sicuro che non era il freddo a fargli questo effetto.
Lo Squalo si avvicinò ad Hakim con sguardo gelido. “Sig. Hossein, lei mi ha deluso molto ed io non sopporto di essere deluso” “Ma io….” “Lei nulla Hossein!!! Lei è stato un errore che io ho commesso e io non  sono indulgente con me stesso e con gli errori che  commetto”
 “Capo io non c’entro nulla…” intervenne Weller. Lo Squalo lo guardò con aria indifferente come se stesse guardando  un insetto. “Ti era stato dato un compito, non lo hai assolto, sei un incapace….  sei anche un vigliacco per di più” Lo Squalo fece in cenno ad uno degli altri uomini ed Hossein sentì il rumore dello sparo  attutito dal silenziatore, prima di vedere Weller crollare in terra in una pozza di sangue
“Dunque Hossein… poiché sono un uomo di cuore ho deciso di darle un ultima possibilità” disse lo Squalo ad un Hakim che lo guardava con occhi terrorizzati. “Recuperi la merce e forse, dico forse potrà avere salva la pelle” “Farò di tutto” rispose subito Hakim “No non ha capito Hssein lei ha settantadue ore per recuperare la merce. Poi se non è in mio possesso potrà dire addio alla sua inutile vita.” gli disse con sorriso ironico, mentre si avviava verso l’autovettura.
 “Ah… e già che c’è veda di completare subito il lavoro con quel Jager, se si sveglia può costituire un problema” gli disse girandosi verso di lui per l’ultima volta.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11 / Vai alla pagina dell'autore: Maty66