Two Lifes, One
Daydream.
5.School
Il Sole - ancora basso nel cielo -
aveva già incominciato ad
illuminare tutte le strade della città, con i suoi raggi
vagamente soffusi
dalla leggera nebbia d’inizio Autunno, che ormai tutte le
mattine impregnava l’ambiente
circostante.
Stretta nella sua felpa bianca e nei
suoi jeans lunghi e
aderenti, con un libro in mano, Lucy
se
ne stava appoggiata al muretto che delimitava il cortile del liceo,
intenta a
ripassare per il test di matematica in programma per quel giorno.
Stranamente per lei, doveva essere
arrivata con almeno venti
minuti d’anticipo quella mattina, come testimoniato dai pochi
studenti
radunatisi davanti al cancello ancora chiuso della scuola.
Sospirò, e annoiata
andò avanti a ripassare, sperando in
bene per l’esito del test. Non era mai stata una cima in
matematica, ma era
comunque fiduciosa che l’impegno e le ore di studio che aveva
impiegato negli
ultimi giorni, potessero compensare la sua indisposizione per quella
materia da
lei tanto odiata, portandola almeno ad ottenere una sufficienza.
C’era una cosa che
però la preoccupava maggiormente: Minerva.
Era dal giorno precedente - quando aveva incontrato Sting - che si chiedeva cosa
diavolo volesse ancora
da lei quell’arpia. Come se non le avesse già
rovinato la vita abbastanza… Per
non parlare di Sting! Come mai, dopo tutto quello che le aveva fatto,
si era
preoccupato per lei ed era venuto fino a casa sua per metterla in
guardia?!
“Bah…
Qui non ci
capisco più niente!” Pensò,
sistemandosi una ciocca di capelli dorati
dietro l’orecchio sinistro.
Una voce odiosa, a lei familiare, la
destò però dai suoi
pensieri, accompagnata anche da un liquido marroncino che
inesorabilmente le si
rovesciò addosso.
«Oh, scusa cara! Purtroppo
il caffè quando si raffredda non
è più buono da bere, ma il punto è
che… Non sapevo proprio dove buttarlo! Come
mi dispiace!» Ghignò
una ragazza dai
capelli corvini, mentre indicava il cartoncino vuoto dello Starbucks
che
stringeva ancora tra le mani.
“Ed
ecco che spuntano
le corna!” Lucy
si alzò in piedi di
scatto, scrollandosi di dosso il caffè rovesciato e mettendo
a sgocciolare il
libro di matematica completamente impregnato.
«Si può sapere che diavolo vuoi
ancora?!» Sbottò subito dopo,
strofinandosi inutilmente la felpa - ormai non più bianca-
con un fazzolettino.
«Bhe… Vedi
Hearthphilia, forse non hai ancora capito che
Sting è il mio ragazzo, e che tu non hai più
alcuna pretesa su di lui.» Rispose
Minerva, avvicinandosi minacciosamente alla bionda, e sollevandole il
mento con
un dito per far sì che quest’ultima la guardi
negli occhi.
«Non so se ti sei accorta
che tra me e Sting è già finita. E
questo solo grazie a te per giunta.» Sentenziò
Lucy, senza abbassare lo
sguardo.
Di tutta risposta, la corvina con una
mano l’afferrò
rudemente per il colletto, mentre con l’altra che le rimaneva
libera si preparò
a tirarle uno schiaffo: «Non fare la finta tonta, so che voi
due vi vedete
anco-»
Ma prima che potesse tirarle la
sberla, la sua mano venne
bloccata a mezz’aria da quella di un’altra ragazza,
meglio conosciuta come Erza
Scarlet, suscitando lo stupore dell’intera folla di studenti
curiosi nel
frattempo radunatisi intorno a Lucy e Minerva.
«Quanto può
essere sfigata una troia dell’ultimo anno che se
la prende con una ragazza del terzo? Diavolo, so che sei –e
sempre sarai-
un’idiota totale, ma addirittura prendertela con una ragazza
più giovane di te…
Io mi vergognerei.» Disse
la rossa, frapponendosi
fra le due ragazze e guardando la mora con aria di sfida.
«Non sono affari tuoi
Scarlet!» Sbraitò Minerva,
visibilmente irritata.
«Beh… Si da il
caso che io conosca Lucy, e che mi senta in
dovere di difenderla da quelle come te. Qualcosa in
contrario?» Continuò Erza,
fissandola negli occhi così intensamente da costringerla ad
abbassare lo
sguardo.
«Questa volta hai vinto tu
Scarlet, ma sappi che la prossima
volta non ti andrà così bene!»
Ringhiò la ragazza dai capelli corvini,
ribollente per la rabbia «E anche tu Hearthphilia, se non
foste state in due,
le avresti già prese!» E detto questo si
allontanò dalle altre due, sotto gli
sguardi esterrefatti degli altri studenti e quello compiaciuto di Erza.
In particolare,
quest’ultima si voltò verso la bionda, e
gentilmente le disse: «Lucy,
nello zaino
dovrei avere la maglietta di ricambio per educazione fisica, per oggi
te la
posso prestare, almeno non vai in giro macchiata di
caffè.»
«D-davvero? Grazie! Ma a te
non serve?» Domandò Lucy,
incredula per come la rossa l’avesse difesa. “Probabilmente
Natsu e gli altri non esagerano quando parlando di lei
la etichettano come spaventosa… E che diamine! Come ha fatto
ad azzittire una
come Minerva così facilmente?!”
«Non preoccuparti, credo
che tu ne abbia più bisogno di me.»
«Oh beh, grazie ancora, non
dovevi…Davvero, io non so proprio
cosa dire.» Balbettò la bionda,
cercando di esprimerle tutta la sua gratitudine per quel gesto
inaspettato.
«È il minimo che
potessi fare, dopotutto le amiche di Natsu
sono anche le mie amiche. Ah…E comunque ci conviene entrare
a scuola ed andare
in bagno prima che suoni la campanella, altrimenti non farai in tempo a
cambiarti la maglietta.» Puntualizzò Erza,
incominciando ad incamminarsi verso
l’ingresso del liceo.
«Già, credo che
tu abbia ragione...» Concluse Lucy,
seguendola a ruota.
Le due si fecero strada
all’interno dell’edificio
scolastico, fino ad arrivare nel bagno delle ragazze, dove Lucy si
chiuse
dentro una delle cabine bagno per cambiarsi, con Erza
all’esterno, appoggiata
di schiena alla rispettiva porta.
Dopo che la bionda ebbe finito e fu
uscita dal bagno, le due
fecero per salutarsi e dirigersi verso le loro classi, ma la figura di
un’altra
ragazza, che di corsa veniva verso di loro, le destò da
quello che stavano
facendo.
A Lucy sembrava di aver notato una
certa somiglianza con
Lisanna, dopotutto erano pressappoco uguali, se non per la pettinatura
e
l’altezza. “Probabilmente
è la sorella
maggiore di Elfman e Lisanna, che non ho ancora avuto modo di
conoscere… Ora
che ci penso non l’ho vista l’altro giorno a mensa,
tantomeno alla festa a casa
di Cana.”
«Erza, si può
sapere dove diavolo eri finita!? Ti ho cercata
dappertutto!» Esclamò questa, con il fiatone,
mentre con una mano si tirava
indietro i lunghi capelli argentei che le ricadevano con insistenza
sulla
fronte.
«Hei Mira, ma non eri
andata in classe?» Domandò Erza,
curiosa di sapere come mai l’albina fosse uscita dalla classe
e avesse girato
la scuola di corsa pur di cercarla.
«Non possiamo entrare in
classe!»
«Come scusa?!»
Esclamò la rossa, in quel momento più confusa
che curiosa.
«Oggi abbiamo
l’interrogazione di storia, un test di
biologia e un altro test di fisica! E noi non abbiamo aperto neanche un
libro!»
Rispose Mirajane, con aria chiaramente allarmata.
«Oh… Merda. Tra
un casino e l’altro ci siamo completamente
dimenticate di studiare!» Imprecò Erza, mettendosi
le mani tra i capelli. «Cosa
pensi di fare, ormai il cancello è chiuso e di conseguenza
non possiamo più
uscire…»
«Il laboratorio di chimica
nel seminterrato.» Disse
l’albina, quasi avesse avuto un’illuminazione
«Natsu, Gray e gli altri di
solito si nascondono là dentro, quando non hanno voglia di
fare lezione.»
«E se ci
beccassero?» Domandò la Scarlet, preoccupata delle
conseguenze.
«Non penso che ci possano
trovare: quel laboratorio è in
disuso da anni, non ci entra più nessuno ormai.»
Fece Mira con risolutezza
«Altrimenti, l’alternativa è quella di
andare in classe e prendere il minimo in
tutte e tre le materie.»
«Credo che tu mi abbia
convinta.» Erza sospirò afflitta «Anche
se non penso che la passeremo liscia…»
«Non ci ha visto ancora
nessun professore - se ci muoviamo a
nasconderci - ci segneranno solamente come assenti e le verifiche le
recupereremo un altro giorno.» La incoraggiò la
ragazza dagli occhi cerulei,
decisa più che mai ad evitare tutte quelle insufficienze.
«Ehm…
Ragazze.» Fece Lucy con esitazione, catturando
l’attenzione delle altre due. «Non è che
posso unirmi a voi? Oggi avrei un test
di matematica…» Ora che ci pensava, nonostante
avesse studiato, preferiva di
gran lunga evitare la verifica; anche perché, non si sentiva
così preparata… E
poi l’idea che avrebbe potuto rincontrare Natsu
l’allettava più del dovuto,
quindi, perché non andare con Erza e Mirajane?
«Certo, non
c’è nessun problema.» Le sorrise
l’albina «Oh…
Scusa, non mi sono ancora presentata. Mi chiamo Mirajane, sono la
sorella
maggiore di Elfman e Lisanna.» Concluse, tendendole la mano.
«Piacere, io sono
Lucy.» Disse la bionda, ricambiando la
stretta e il sorriso.
Finiti i convenevoli, le tre ragazze
, dopo aver aspettato
nascoste nel bagno che il suono della campanella sancisse
l’ingresso di tutti
gli studenti nelle rispettive classi, percorsero il corridoio ormai
deserto,
per poi imboccare la scalinata posta all’ala sinistra
dell’edificio –la meno
frequentata - senza
destare sospetti,
finendo col scendere fino al seminterrato senza alcun problema.
L’odore di chiuso che
impregnava l’aria di quella stanza era
asfissiante; le ragnatele si estendevano a partire dagli angoli del
soffitto, così
fitte da ricoprire perfino le piccole finestrelle - situate nel punto
più alto
della parete che dava verso l’esterno – facendo
filtrare solamente quel poco di
luce che bastava per rendere quel posto non del tutto buio. La polvere
ricopriva i banchi e le sedie, ancora disposti in modo ordinato, sui
quali
erano rimaste alcune ampolle vuote e strumenti vari da laboratorio; e
anche la
lavagna e la cattedra erano ancora al loro posto, sebbene fossero
vecchie,
usurate e malconce come tutto il resto dell’arredamento.
«Come faremo a resistere
qua dentro per tutta la mattinata?»
Sospirò Mira, guardandosi intorno con ribrezzo, per poi
sedersi su uno dei
tanti banchi, schifata dalla polvere che ci avrebbe trovato sopra.
«Bhe, sei tu che hai avuto
la brillante idea di venire qui
sotto.» Le rinfacciò Erza, storcendo il naso per
via dell’odore pesante che
rendeva l’aria quasi irrespirabile. «Almeno
sappiamo che qui dentro non ci
entra mai nessuno, data la condizione pietosa di questa
stanza…»
«Già,
chissà da quanto tempo non fanno le pulizie.»
Disse
Lucy, anche lei visibilmente disgustata dall’ambiente che la
circondava.
Un rumore di passi però le
fece sobbalzare; man mano che
questi si avvicinavano sempre di più alla porta chiusa del
vecchio laboratorio,
le tre non poterono fare a meno di pensare di essere spacciate. Senza
fare
troppo rumore, velocemente, raggiunsero la cattedra e si nascosero
dietro ad
essa.
«Ok, siamo
fottute.» Sussurrò Lucy mettendosi le mani tra i
capelli per la disperazione.
«Stai zitta, che magari se
ne vanno!» La ammonì Erza, mantenendo
comunque un tono di voce
rigorosamente
basso.
In quel momento la porta si
spalancò, e non una, ma più
persone si fecero strada all’interno del locale. Ormai le
ragazze avevano
incominciato a sudare freddo, e disperate, stavano già per
ideare qualche
inutile giustificazione da rifilare ai presunti professori -o bidelli
– che
erano venuti fin là sotto per cercarle.
«Hei ragazze! Come mai
siete nascoste dietro la cattedra?»
Il viso sorridente di un ragazzo dai capelli rosa fece capolino dalla
cattedra,
guardando divertito le facce stralunate di Lucy, Erza e Mirajane, che
fino a
quel momento avevano temuto il peggio.
«Natsu?! Brutto idiota mi
hai fatto prendere un colpo!»
Esclamò Erza, alzandosi in piedi di scatto e fulminandolo
con lo sguardo.
«Per fortuna era solo
Natsu…» Sorrise Mirajane «Ah, e ci
sono anche gli altri.» Concluse indicando le figure di Gray,
Cana, Gajeel e
Juvia.
«Come mai anche voi
qui?» Chiese Lucy, incuriosita.
«Noi tre non avevamo voglia
di fare lezione.» Disse Gray,
facendo cenno a Natsu e a Gajeel, mentre si sfilava maglietta e
pantaloni, come
se fosse la cosa più normale del mondo.
«Aww, dove
c’è Gray-sama c’è anche
Juvia.» La ragazza dai
capelli blu aveva un’espressione sognante stampata sul volto,
mentre ammirava
il fisico scolpito del moro in tutta la sua bellezza.
«Io volevo semplicemente
trovare un posto per bere in santa
pace.» Fece Cana, aprendo il suo zaino, per poi estrarvi una
delle tante
bottiglie di liquore stipulate al suo interno, e incominciando a
tracannare con
foga il contenuto.
«Ma voi invece, come mai
siete qui?» Chiese Natsu, rivolto
alle altre tre ragazze.
«Ehm… Diciamo
che abbiamo dei test da saltare» Disse Mira,
allegra e sorridente come suo solito, rabbrividendo però
alla parola “test”.
«Tsk, e io che pensavo
foste studentesse modello.» Constatò
Gajeel, con la sua solita aria rude e maleducata, mentre si accomodava
su un
banco e incominciava a giocherellare con un accendino appena estratto
dalla
tasca, continuando ad accenderlo e a spegnerlo
«A proposito, come mai Levi
non è venuta?» Domandò Lucy
ingenuamente, non conoscendo ancora bene la ragazza in questione e di
conseguenza non sapendo che tipo fosse.
«Bhe mi sembra ovvio! Levi
è una ragazza troppo
intellettuale e coscienziosa per saltare le lezioni.» Rise
Gray, sotto lo
sguardo assassino del metallaro.
«Eppure è
fidanzata da due anni con un tipo come Gajeel… È
proprio vero che l’amore è cieco!»
Sfotté Natsu, che per una volta –
stranamente – aveva deciso di assecondare Gray.
«Tu idiota! Se vuoi
prenderle basta dirlo!» Esclamò il moro
tutto piercing, alzandosi repentinamente dal banco e mettendosi faccia
a faccia
col rosato, per poi prenderlo per il colletto della t-shirt.
«Fatti sotto allora! Sono
tutto infiammato!» Ruggì Natsu,
guardando Gajeel in cagnesco, e prendendolo a sua volta per il colletto.
I due però, prima che
potessero iniziare la loro rissa
quotidiana, vennero fermati da Erza, che assestò un pugno in
testa ad entrambi,
facendoli cadere per terra «Dannazione Natsu! Se non fai a
botte con Gray, fai
a botte con Gajeel o viceversa! Mi piacerebbe sapere cos’hai
al posto del
cervello!» Esclamò questa, con aria più
che esasperata.
«Il nulla, ecco
cos’ha al posto del cervello.» Lo
schermì
Gajeel, massaggiandosi il cranio dolorante per il pugno appena ricevuto.
«Taci che tu non sei da
meno…» Intervenne nuovamente la
rossa, guardando il ragazzo dai capelli corvini con disappunto.
«Forse in classe avrei
bevuto con più
tranquillità…»
Ironizzò Cana, lanciando un’occhiata infastidita
ai due ragazzi ancora a terra,
per poi riattaccarsi immediatamente alla sua adorata bottiglia di vodka.
«Ehm…
Lu.» Nel frattempo, il rosato si alzò da terra e
si
avvicinò a Lucy, arrossendo lievemente, per poi farle una
proposta: «Bhe… Ecco…
Con te sto davvero
bene, e quindi…» si
bloccò un attimo, puntando i suoi occhi dritti in quelli di
lei «Mi
stavo chiedendo se stasera ti andasse di
uscire insieme a me.» disse poi, tutto in un fiato.
Le mascelle di tutti i presenti
avrebbero potuto toccare
terra all’udire una proposta simile da parte del loro amico:
era davvero il
Natsu che conoscevano? E così, tra Mira ed Erza che
sorridevano compiaciute,
Juvia che – disperata – si chiedeva
perché il suo Gray-sama non le avesse mai chiesto
di uscire, e lo stupore generale di tutti gli altri, restava solo da
aspettare
la risposta di Lucy.
La bionda, con le guance
così rosse da far invidia ai capelli
di Erza, infine mostrò un sorriso sincero, uno di quelli che
si capiva
provenivano dal profondo del cuore, e balbettando imbarazzata
pronunciò un
flebile: «Certo, perché no.»
«Brindiamo alla nuova
coppia!» Esclamò allegramente Cana,
con la voce impastata dall’alcool, mentre si dondolava avanti
e indietro sul
banco sul quale era seduta, ridendo e applaudendo. Purtroppo per lei
però,
prima che i due potessero ribattere imbarazzati di non essere un
coppia, il
banco si ribaltò, causando un rimbombo assurdo, con tanto di
rottura di ampolle
da laboratorio.
Tutti i presenti nella stanza, si
radunarono intorno alla
castana per assicurarsi che non si fosse fatta male.
«Cana-san! Stai
bene?!» Le domandò Juvia, tendendole la mano
per aiutarla ad alzarsi.
«Si, anche la bottiglia per
fortuna ne è uscita illesa.»
Ridacchiò quest’ultima rialzandosi in piedi, e
guardando la sua bottiglia di
vodka con aria sollevata. «Però devo ammettere che
mi sono spaventata.»
«Sicura che vada tutto
bene?» Chiese Lucy, ancora
preoccupata.
«Cert-»
«Si può sapere
cos’è tutto questo chiasso?!»
Esclamò una
voce proveniente da dietro la porta, chiaramente infuriata. Quando la
aprì, il
bidello della scuola, trovò otto ragazzi con gli occhi
sbarrati e la faccia
completamente allibita e terrorizzata.
Ora si che erano veramente fottuti.
«Dragneel, Fullbuster,
Redfox, Loxar, Alberona, Scarlet,
Strauss, Herthphillia.» Quest’ultimo, prima di
proseguire corrugò la fronte e
dopo aver lanciato almeno un’occhiataccia ad ognuno,
urlò: «Andate subito in
presidenza!»
E quella fu la prima volta, in tutta
la storia della “Fairy Tail High
School”, che sospesero otto
studenti tutti insieme.
Angolo della
malata
psicopatica che ha pubblicato
questa…Ehm…”cosa”.
Allora, come
vi è
sembrato? A me tanto per cambiare fa schifo, ma non è una
novità.
Non so
perché ho
scritto questo capitolo, forse perché l’idea di
farli andare nei casini tutti
insieme mi piaceva troppo muahahahaha si, sono troppo malvagia xD (o
forse sono
solo diventata più scema di quello che sono
perché mi sono vista troppi episodi
di Beelzebub uno dietro l’altro ^^ so che non centra una
mazza con questo
angolino dell’autrice, ma non potevo non citarvi
quest’anime, è troppo
divertente xD)
Però
è anche vero che
nel prossimo ci sarà l’appuntamento di Lucy e
Natsu, ed Erza e Mirajane andranno
finalmente a vedere com’è il nuovo bar…
eheheh ne succederanno delle belle (o
delle brutte(?))
Coomunque,
grazie
ancora moltissimo per le recensioni del capitolo precedente, e delle
aggiunte
alle tre liste <3
Me la
lascereste una
recensioncina? *fa gli occhi dolci*
Vabbè,
alla prossima
(sperando che il mucchio di compiti che ho da finire non mi ritardi
l’aggiornamento ç___ç)
Alla
prossima!