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4°CAPITOLO

 

“Era ora!!!”

Kiba si accasciò pesantemente al suolo, un sorriso ebete stampato sul volto arrossato.

Shikamaru inarcò un sopracciglio con aria divertita: “Un viaggio intero, e tu stramazzi proprio di fronte alle porte di Suna??”

Il chunin sporse il labbro in un broncio, arricciando contemporaneamente il naso per il disappunto: “Beh, è stato faticoso! Con voi due che non vi fermate un attimo, poi! Ma che diamine avete nelle gambe?”

Shikamaru gli tese una mano: “Quello che manca al tuo cervello” commentò serafico, scoccando poi un’occhiata obliqua all’altro jounin dagli occhiali.

“Ehi?”

Solo allora Shino si riscosse.

Il giovane Nara lo scrutò brevemente, mantenendo però un’espressione neutrale: “Va tutto bene?”

“Pensavo...”

Kiba si rimise in piedi a fatica: “A che cosa?”

Le lenti scuri che coprivano gli occhi dell’Aburame puntarono i cancelli di Suna: “Mi chiedo se il Godaime sia stato informato” commentò piano, come tra sé.

Il vecchio compagno di squadra si accigliò: “Che vuoi dire? E’ il Kazekage, ovvio che sia stato informato!”

Ma un fugace sguardo a Shikamaru dimostrò che entrambi i jounin condividevano il dubbio: “Non ne sarei così sicuro” fu un tenue mormorio.

Kiba fece spallucce e raccolse il suo bagaglio: “Sarà, ma per me vi fate troppi problemi. Ancora non capisco di cosa stiate parlando.”

Fece per oltrepassare la grossa porta d’ingresso, ma il rapido saettare di uno shuriken lo inchiodò al suo posto.

Shikamaru non potè reprimere un sogghigno.

“Proprio di questo!”

 

 

 

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"LEVAMI LE MANI DI DOSSO, brutto scimmione!!! Razza di buzzurro! Con chi diamine credi di avere a che fare?? Trattare in questo modo una DELICATA FANCIULLA!"

Le onde sonore parvero propagarsi in lungo e in largo per l'intero villaggio, pur provenendo, paradossalmente, dall'esterno.

"Cerchi di calmarsi, signorina, o saremo costretti a prendere seri..."

"DEVI SOLO PROVARCI, bello!!!"

"Ino-chan, cavolo! Datti una calmata!"

"MASCHILISTI! Ecco cosa siete!!! Siete tutti MASCHILISTI! Anche tu, Fronte Spaziosa!!"

"... io sono una donna come te, Pig!"

"Non ne sarei così sicura..."

"Cosa DIAVOLO hai detto??"

"La piantate voi due??!"

"Tu non t'immischiare, Naruto, o giuro che ti faccio ingoiare la zip di quella stupida tuta e poi la uso per cucirti la bocca dall'interno!!!"

 

 

 

Poche miglia più ad ovest, Shikamaru si accigliò.

Questa voce la conosco...

 

 

 

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Alla porta meridionale, le cose avevano preso una piega inaspettatamente favorevole.

Prima che i suoi compagni avessero anche solo il tempo di farsi prendere dal panico o dire qualcosa di stupido, Neji aveva mostrato alle guardie che li avevano bloccati le lettere firmate da Kankuro in persona. Era stato un lasciapassare sufficiente a vincere ogni perplessità.

Mentre si addentravano nel villaggio, i due Hyuga, in un tacito accordo, lasciarono emergere il Byakugan per studiare la situazione.

Furono entrambi colpiti dallo stesso particolare.

Il paesaggio circostante non sembrava affatto quello di un paese sotto assedio.

 

 

 

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Non si era sbagliato.

Il lampo di una chioma bionda lo colpì distintamente appena svoltato l'angolo, quasi crudele nella sua luminosità.

Non riusciva a togliersi dalla testa l'ironia del destino, mentre i suoi compagni di viaggio scambiavano calorosi saluti con Sakura e Naruto. Le squadre più solide, la gloria della Foglia... distrutti in questo modo.

Prima il naufragio del Team 7.

Poi la partenza di TenTen per la Cina.

Di recente, la morte di Akamaru.

Infine, loro.

Shikamaru restò inchiodato al suo posto, mentre la sgradevole sensazione di impotenza prendeva a serpeggiargli lungo la colonna vertebrale. Era ormai avvezzo a quel genere di brivido, rimuginò.

Ma un attimo dopo ogni incertezza era scomparsa.

L'unica cosa di cui si rese conto fu che Ino era tra le sue braccia, le dita strette possessivamente al suo collo, quella voce fastidiosamente acuta che cinguettava saluti al suo orecchio destro, il profumo di fiori che recava impresso nelle narici da tempo immemore.

Ogni esitazione, ogni reticenza, ogni imbarazzo fu dissipato nel calore di quella stretta.

Asuma-sensei non c'era più, ma il suo team non era ancora perduto.

"Cavolo, Shika, ma quanto sei cresciuto?? Ormai mi tocca stare sulle punte per guardarti in faccia!"

Un baluginare di gratitudine illuminò gli occhi scuri del Nara. Non sei cambiata di una virgola, grazie a Dio.

"Sei tu che sei una nana, biondina. Fattene una ragione."

"COME TI PERMETTI di parlarmi in questo modo??! Quando torniamo al villaggio un intruglio di erbe velenose non te lo toglie nessuno!"

"La smettete di litigare, voi due??"

"Ino è perennemente in quel periodo del mese, Naruto. Scusala."

"MASCHILISTI! Siete tutti maschilisti!!!"

"E tu sei un'isterica."

"CHIUDI IL BECCO, NARA!"

 

 

Mai una volta fu fatto il nome di Choji.

 

 

 

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Dall'alto della sua terrazza, Gaara osservava.

Le tre figure attraversavano i vicoli polverosi del villaggio proprio sotto il suo naso, ignari dello sguardo d'acqua che li seguiva passo passo.

I due Hyuga, i cugini dagli occhi bianchi.

Poteva sentire distintamente il potere del Byakugan propagarsi nell'aria sabbiosa.

Illusi.

Lasciò gli orbi vagare, in cerca di quello squarcio di verde acceso che sapeva ormai prossimo a balenare.

Eccolo là.

Chiassoso, iperattivo, confusionario. Le vibrazioni della sua voce arrivavano chiare e distinte fin su alla cima del Palazzo.

Sta... cantando?

Scrollò il capo. Le dita accentuarono senza volerlo la presa sul cornicione.

"Kankuro..." mormorò tra sé, gli occhi incollati alla bestia verde, ipnotizzati da quella melodia sconosciuta.

"... sei un idiota."