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Autore: Dave1994    01/09/2013    1 recensioni
Skyrim, poco prima della resurrezione dei draghi e del ritorno di Alduin.
Una terra immersa nel mistero e nella magia...talvolta così antichi da trascendere persino il tempo stesso.
Due universi che si incontrano,per ridipingere un passato sconosciuto e incredibile.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.””

 

[Salvatore Quasimodo, “Acque e terre”, 1930]

 

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Fu il bagliore di un cero fatto risplendere nell'ombra più profonda, un improvviso raggio di sole nella coltre della notte. Un battesimo fatto nel fuoco e nella luce, vivido come il ricordo sepolto di quando si vede il mondo con occhi lucidi per la prima volta.

Fu l'esultanza di un attimo e Sebastian ne fu inebriato, lasciando che ogni fibra del suo animo ne fosse pervasa: sentì la sensazione ribollente del piombo fuso nelle vene e urlò in un estatico mix di gioia e dolore, tendendo all'inverosimile ogni muscolo ed ogni tendine del suo corpo.

E poi la Voce ritornò a parlare, il timbro possente come il rimbombo di un tuono poco distante. Al suono di quelle parole sembrò che il mondo dovesse rovesciarsi all'improvviso, come un calzino dismesso, e inabissarsi sotto la spuma del mare al pari di un cielo sotto l'oceano sconfinato.

Hai vissuto così a lungo nell'ombra di uomini più grandi e sicuri di te da restarne smarrito, Sebastian.

Ma è ora che sia tu a scrivere la Storia.

Accoglimi, e l'unico limite sarà dettato dalla tua immaginazione. Restituiremo la libertà ai popoli che la bramano, destituiremo i despoti e i tiranni che usurpano il potere affidatogli da coloro che ciecamente credevano in loro.

Alzati, Sebastian.

E' ora di andare.

 

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Sebastian aprì gli occhi di scatto e ruggì, lacerando a mani nude le nere propaggini che ora gli si avvolgevano attorno alla vita, lisce al tatto e da indecifrabili moti turbinanti lungo la superficie. La creatura che lo teneva prigioniero nei più reconditi anfratti della sua mente esitò, senza però lasciare la presa che aveva sull'uomo; poco distante, uno stregone corroso dal tempo e un'assassina logorata dall'incertezza e da mille dubbi osservavano la scena con occhi sgranati, senza che nessuna parola potesse riassumere ciò che stava capitando davanti a loro.

Lingue di fuoco bianco avvolgevano ora Sebastian danzando attorno a lui come dervisci aggraziati ed eleganti, celando tuttavia in sé una carica ultraterrena: l'aria sfrigolava al passare dell'uomo e al contatto dei suoi piedi il ghiaccio sublimava in fumose e vaporose volute spiraleggianti.

Ashlotte cercò con gli occhi il compagno, ma sentì morirgli il fiato in gola quando vide il biancore accecante che aveva preso il posto di sclera e iride nelle orbite di Sebastian. Di quale stregoneria era mai vittima?

Non stregoneria” disse una voce all'interno della sua testa “bensì d'una liberazione”.

 

 

Mi sentivo risplendere di una luce immensa, come se un frammento del sole stesso mi bruciasse nell'anima: strinsi con viva forza quella massa informe, talmente scura da dare l'impressione di non poterne intravedere il fondo all'interno e la strappai con un gesto secco, dettato dalla foga e dall'ira che avvertivo rimbombare possenti nel mio cuore, trasformato in un'incandescente massa che mi ardeva senza sosta all'interno del petto.

Fu allora che l'Ombra emise, ancora una volta, quel verso agghiacciante e stridente che poco tempo prima mi aveva privato del sonno per intere notti.

Tuttavia, stavolta non indietreggiai impaurito, né invocai l'aiuto degli idei davanti a quell'abisso di oscurità. Mi feci avanti, stringendo tanto forte i pugni da conficcarmi le unghie nei palmi delle mani, ora in preda ad un calore di viva fiamma. Sentivo ancora il freddo pungente dell'aria attorno a me unito al fresco della notte, ma in me sentivo distintamente ribollire un fuoco inestinguibile e per un attimo fui convinto che se solo lo avessi voluto sarei stato capace di ardere il mondo intero.

- Sebastian... -

Flebile come un soffio di vento, non capì mai a chi appartenesse quella voce, se a Tevinias o ad Ashlotte. Mi lanciai con uno scatto contro l'Ombra sollevando il braccio destro e tendendo le dita come artigli e questa si ripiegò su se stessa, incerta sul da farsi. Poi, un tentacolo nero come la notte fuoriuscì dal suo corpo e prima che potesse raggiungermi menai il colpo con il taglio della mano: grande fu la mia sorpresa quando lo vidi recidersi davanti ai miei occhi, ma soprattutto quando vidi

quella lucente aura bianca lungo il contorno della mia mano, sottile e affilata come la lama di una spada

e la creatura d'ombra indietreggiare davanti alla mia luce. Mi resi conto di risplendere letteralmente come mille lanterne all'interno di una stanza buia e i raggi da me scaturiti donavano alla superficie caotica e turbinante dell'essere una tonalità opaca, come un vetro sporco ricoperto da uno spesso strato di polvere.

E gliela lessi in quelle cavità che a guisa di essere umano sarebbero dovute essere gli occhi.

La paura più profonda, una sensazione nuova per chi ha sempre provato gusto nell'incuterla alle sue vittime.

Ora era L'Ombra ad avere paura di me, e non più io di lei.

 

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Ashlotte era semplicemente stupefatta, poiché mai aveva visto qualcosa del genere.

La cosa che più la lasciava interdetta era quel bagliore che traspariva all'improvviso da Sebastian e non semplicemente attraverso lui, bensì come se provenisse da sotto la sua stessa pelle.

L'uomo si mosse verso l'oscurità, lasciando dietro a sé l'impressione un alone luminoso, come un faro nella nebbia. Nulla in lui sembrava tradire paura o esitazione: nel giro di qualche secondo quell'uomo era divenuto l'incarnazione del coraggio, della

libertà dalla paura.

Ashlotte assaporò il significato di quell'espressione e la rivide appieno nell'uomo che ora aveva lacerato quel velo di tenebra in due, un'espressione impavida dipinta in volto.

- Arrivo, Sebastian. - sussurrò, estraendo il suo coltello d'ebano dalla fondina sullo stivale e scagliandolo con violenza contro la creatura trapassandola nuovamente da parte a parte. L'Ombra la fissò stillando odio da tutti i pori, quando un altro passo nella sua direzione di Sebastian le rimbombò in tutta l'essenza; la luce del Nord la trafisse e l'essere ruggì di dolore, scivolando di lato e assumendo una consistenza simile all'acqua.

L'Ombra serpeggiò tra la neve, diretta verso il precipizio poco distante dal nostro accampamento di fortuna: poi, con un scatto, si alzò in posizione eretta e prima di lanciarsi oltre l'orlo del baratro si voltò ad osservare Tevinias.

Lo stregone ne fu terrorizzato e cercò di combattere quella paralisi che stringeva il suo cuore, senza successo. Poi, vide con la coda dell'occhio quella luce angelica trasparire da Sebastian, ora fisso e a pochi metri di distanza da lui.

- Non lasciarglielo fare. -

- Non permettere che la paura ti controlli, Sebastian. Opponiti. -

- Sebastian, io... -

La creatura esitò, come incerta sul da farsi, quando il bagliore proveniente dal Nord e con esso quelle terribili lame di luce capaci di fendere anche l'oscurità più fitta la colpirono un'ennesima volta e, ruggendo nuovamente di dolore, si lasciò andare all'indietro svanendo nelle innumerevoli distese innevate di Skyrim e alla vista dei tre compagni, scossi e ancora turbati.

  
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