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Autore: Mitsuki91    02/09/2013    3 recensioni
Lily Luna Potter è stata rapita il giorno della sua nascita e mai nessuno è riuscito a trovarla.
Severus Piton, dopo la guerra magica, ha fatto perdere le proprie tracce e ha vissuto insegnando inglese nelle scuole babbane. Ora, mentre si gode la pensione, un incontro sconvolgerà la sua vita.
Chi è quella ragazza che ha la stessa voglia a forma di cuore di Lily? Che ne sarà dei sentimenti di Severus?
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Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Iniziano a dissiparsi i misteri… O, meglio, si accenna qualcosa!
Ringrazio tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano ;)
Buona lettura!


Magia

Il giorno dopo, Severus si svegliò con i capelli di Eva in bocca.
Oh, fantastico…
La ragazza dormiva dandogli la schiena e sembrava rilassata come non mai.
Severus si sentì uno schifo. O, meglio, stava sì benissimo, ma…
Sono un vecchio maniaco. Merlino e Morgana, aiutatemi voi!
Si alzò, cerando di non far rumore e di non svegliarla. Si vestì in fretta e si sciacquò la faccia, prima di andare in cucina per dar da mangiare a Minerva. La gatta era seduta sul tavolo e lo osservava con una strana espressione.
Ride di me! La gatta ride di me!
“Dì, non è che sei la vera Minerva e mi hai tenuto d’occhio per tutto questo tempo, vero?”
In tutta risposta, la gatta mosse la coda.
Eva si svegliò poco dopo, mentre lui stava per preparare il the. Uscì dalla camera e si avvicinò silenziosamente a Severus, fino a circondargli i fianchi con le braccia e a poggiare la testa sulla sua schiena.
“Buongiorno.” disse.
Severus si voltò, osservandola. Sembrava sempre serena.
“Buongiorno a te.”
Lei sospirò.
“Prima di parlare, Severus… Devo farti una domanda. Stanotte ho pensato. Io… Io assomiglio tanto a Lily, vero?”
“Ti ho già detto che…”
“No! Non intendo quello. Insomma… La voglia. La voglia di fragola.”
Severus alzò un sopracciglia.
“In genere sono caratteri ereditari, no?”
L’uomo si accigliò.
“Nessun White era parente di…”
“Sono stata adottata.”
Lo disse così, senza preamboli. A Severus sfuggì quasi il bollitore dalle mani.
Alla fine, Eva stava rimuginando quella cosa da tempo… Forse da quando aveva trovato la fotografia. Era una ragazza senza delle vere origini; era stata in un orfanotrofio fino agli otto anni – ma non le piaceva ricordare quel periodo della sua vita –, fino a che i coniugi White avevano deciso di prenderla con sé.
“Come?” chiese il professore, strabuzzando gli occhi.
“Sono stata adottata. Quindi… Lily potrebbe essere davvero una mia parente?”
Poi, c’era stato il sogno. Quei nomi strani, ma soprattutto…
Lily Luna.
Voleva capire se era solo una fantasia o poteva essere realtà. Eva voleva vederci chiaro.
Severus si sedette. Lei gli si accomodò sulle ginocchia.
“Io… Non lo so.” disse infine “Non sono più… In contatto, ecco, con i suoi parenti. Da molto tempo. Non so niente.”
Eva abbassò lo sguardo, delusa. Ci aveva sperato, ci aveva sperato davvero.
“Però…” Severus non sapeva da che parte iniziare. Ma, se doveva considerare Eva come una parente di Lily, non poteva non pensare a quella questione. “Ora ti farò una domanda strana. Mi prometti di rispondere seriamente?”
Lei annuì, decisa.
“Ti capita mai di fare cose strane?”
Era stupido anche solo dirlo. Se lei fosse stata davvero… Insomma, una strega…
Sapeva che poteva benissimo essere una magonò, o discendere dal lato non-magico della famiglia – ma la somiglianza era troppa, e Severus si chiese come avesse fatto a non considerare sin da subito quell’opportunità… Forse Potter…
Lei si era morsa un labbro, improvvisamente nervosa.
“Che genere di cose?”
“Cose… Non possibili normalmente, ecco. Inspiegabili.”
Eva era scattata, cogliendolo di sorpresa. Si era allontanata da lui, camminando all’indietro, rovesciando una sedia e la sua tazzina ancora piena di the, mandandola in frantumi sul pavimento. Si era messa con le spalle al frigorifero; era pallida e tremava.
Severus era basito. Si alzò, andando incontro alla ragazza, piano, allungando una mano.
“I-io…” aveva iniziato lei “I-io g-giuro… Non f-faccio apposta… Ho s-smesso, a-anche se… P-per favore…”
“Non c’è niente di male.” disse Severus, cercando di calmarla “Non ti farò niente. Non c’è niente di male, Eva… Chi ti ha fatto credere il contrario?”
Le aveva sfiorato una guancia con il pollice, sempre tenendosi a distanza. Lei aveva chiuso gli occhi, aveva deglutito e poi aveva smesso di tremare, pian piano. Severus le si avvicinò di più e lei si buttò fra le sue braccia.
“Lui.” disse infine, la voce soffocata dalla stoffa della maglietta del professore “L’uomo nero. L’uomo nero in orfanotrofio.”
Severus non sapeva che pensare. Qualcuno le aveva impedito di usare la magia? Ma perché? Questo significava…?
Non era possibile. Eva, una parente di Lily?
Doveva parlare con Potter. Doveva trovarlo, convocarlo, dirgli… Dirgli cosa? Che forse si era perso una parente per strada? Cos’era, Eva, per Potter?
Severus staccò la ragazza da sé e la ricondusse al tavolo. Rimise in piedi la sedia e la fece sedere.
“Scusami…” disse lei “Per la tazza… Non volevo…”
“Non importa. Quella si aggiusta in un attimo.”
L’uomo si mise ad osservare meglio la ragazza che gli stava di fronte, nei dettagli. Il viso di Lily, sì, la voglia di fragola… Cos’era diverso?
Le labbra. Le labbra troppo piene. Le lentiggini, che Lily non aveva mai avuto… Le labbra e le lentiggini, che invece appartenevano a…
Ginevra Weasley.
Severus rimase a bocca aperta. Diamine, aveva avuto davanti agli occhi la soluzione per tutto quel tempo, ed era stato così ottuso da non vederla! Avrebbe dovuto informarsi prima, chiederle…
Scosse la testa e se la prese fra le mani.
“Severus, va tutto bene?”
“Credo di sapere chi sono i tuoi genitori.”
Lei spalancò gli occhi.
“Però…” continuò lui “Non so cosa sia successo. Sono anni che non sono in contatto con loro, te l’ho detto. Ma posso scrivergli.”
Eva si era di nuovo alzata in piedi, di scatto.
“Sì! Sì, scrivigli!”
La ragazza era confusa, aveva la mente in subbuglio, non capiva più nulla. Ma, di una cosa, era certa: voleva conoscere i suoi genitori. Voleva capire le sue origini, voleva incontrarli…
Severus sospirò. Perché diamine la presunta figlia di Potter era finita nel mondo babbano, con qualcuno che l’aveva minacciata per non farle usare i poteri? Che fosse successo qualcosa a lui era escluso, dato che comunque la Weasley aveva una famiglia numerosa e sicuramente si sarebbe presa cura della bambina. Ma allora? Che era?
L’unica cosa possibile da fare era chiedere. Riallacciare i rapporti non solo con Potter, ma con un mondo con il quale non aveva più nulla da spartire. Doveva farlo, per Eva.
Fu in quel momento che il ricordo della notte precedente ritornò vivido nella sua mente.
Oh santo Merlino e Morgana, che accidenti ho fatto?!
“Io… Credo che dovremmo parlare, prima.”
Di colpo, la confusione sparì del tutto dalla mente di Eva. Sapeva che era arrivato il momento. Sapeva che avrebbero parlato di quello.
“Severus…”
“No, Eva.” l’uomo scosse la testa “È sbagliato. Te l’ho detto.”
“Ma io sono Eva, non Lily.”
“Però… È sbagliato lo stesso.”
“È perché sono una sua parente?”
“No! Smettila!” Severus si alzò ed iniziò a camminare il circolo, gesticolando con le mani “Non c’entra nulla Lily, io parlo di… Della differenza d’età, ad esempio! Sono un uomo vecchio, molto vecchio!”
“Ma non dimostri i tuoi anni.”
“A chi importerà? La gente…”
“Oh, Severus, davvero ti importa di ciò che pensa la gente?”
Severus si fermò, allibito. Ma con chi stava parlando, Silente?
E, in quel momento, realizzò che , gli importava ciò che pensava la gente, gli importava davvero. Per tutta la vita non aveva fatto altro che compiacere gli altri: con suo padre, da piccolo, cercando di non farsi quasi mai vedere e di non usare la magia di fronte a lui; con i suoi compagni di casa, ad Hogwarts, che l’avevano spinto fra le braccia del Signore Oscuro, perché lui era un Serpeverde e questo ci si aspettava; con il resto del mondo, poi, che non aveva mai saputo – mai, finché Potter non lo aveva rivelato – dei suoi sentimenti per Lily, che gli aveva permesso di fare il doppio gioco… Ed era stato lui a non volere che si sapesse, era stato lui a pregare Silente di non dire… E, poi, quando aveva capito che gli altri sapevano… Se n’era andato. Se n’era andato, perché non avrebbe sopportato lo sguardo di pena e compassione negli occhi della gente. Il giudizio.
Severus si risedette, sconvolto dal peso di quelle rivelazioni.
“Sì.” rispose “A quanto pare, mi importa.”
Eva gli si avvicinò a gli si sedette di nuovo in braccio.
“Severus, non è così importante.”
L’uomo scosse la testa.
“Tu non capisci… Qui, si tratta solo dell’età. Ma nel mondo da cui provengo, da cui proveniamo… Ci sarebbe dell’altro.”
“Ovvero?”
“Direbbero tutti che sto con te perché somigli a Lily, ecco che direbbero.”
“Ma io so che non è vero. Me l’hai detto tu, Severus.”
“Anche io lo so, Eva. Anche io. Ma gli altri…”
“Gli altri possono andare a farsi friggere.”
Severus aggrottò leggermente le sopracciglia. Capì che doveva essere un detto babbano e sospirò di nuovo.
“Eva… Sei giovane, hai tutta la vita davanti. Esci da una brutta esperienza, sicuramente questo è solo un capriccio…”
“Ma Severus.” insistette lei “Non ho mai detto che sarà per sempre, o cosa. Ti ho solo chiesto di provarci. Mi piaci, e questo non lo posso più negare… Capisci? Io dovevo dar voce ai miei sentimenti. Se durerà, sarà meraviglioso. Altrimenti… Avremo comunque dei bei ricordi.”
Severus strinse le labbra. Ecco, quindi, cosa Eva non capiva.
Lui non ragionava così. Gli ci erano voluti mesi per ammettere a se stesso di essere attratto da lei. Aveva ceduto all’istinto solo la notte prima, ma già si sentiva… Legato. Ecco, l’aveva ammesso: era in trappola.
Severus non era un uomo con cui ‘provare e vedere come va’. Severus era l’uomo dei ‘per sempre’. Già solo il fatto che Eva potesse considerarlo un’avventura passeggera… Era inconcepibile. Lo faceva sprofondare nella depressione più nera.
Adesso basta, non sono più un ragazzino. Accidenti!
“Devo contattare il tuo presunto padre, o sbaglio?” chiese Severus, per cambiare discorso. Non ne voleva più parlare.
“Giusto!” esclamò lei, sorridendo.
“E allora vai a casa. Ti farò sapere quando risponde.”
“Non posso venire con te?”
Severus scosse la testa. Non aveva un gufo suo, quindi se lo sarebbe dovuto procurare, o avrebbe dovuto usare quelli del servizio postale… Sarebbe dovuto tornare a Diagon Alley, come minimo.
“Devo andare in posti… Potrei portarti con me solo con la magia, e c’è comunque il rischio che ci riconoscano.”
“Sei famoso?”
“Più o meno. Ma tuo padre lo è sicuramente, così come i tuoi nonni e… Beh. C’è somiglianza.”
Eva annuì, stringendo le labbra.
“… La magia…” disse infine. Un’ombra scese sul suo viso.
“Eva, è una questione di cui dovremo discutere poi. Dovrai portarmi all’orfanotrofio e dirmi chi è questo uomo nero, ma prima dobbiamo avvertire la tua famiglia. Voglio capire cos’è successo.”
Lei annuì, poi, finalmente, si alzò dalle gambe di Severus.
“Allora vado a sistemarmi, poi torno a casa.”
“Brava.”
Gli occhi della ragazza si illuminarono per un attimo, prima che Eva si chinasse a sfiorare le labbra di Severus con un bacio.
“Fammi sapere tutto.” gli disse.
“Certamente.”


   
 
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