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Autore: Haney Jardin    02/09/2013    4 recensioni
Chissà perché, quando si cerca di raccontare l'amore, si finisce inevitabilmente per parlare di
sofferenza, di sentimenti non corrisposti, di abbandoni, di incomprensioni.
Forse, però, è anche questo il bello dell'amore: ci coinvolge totalmente e ci fa sentire vivi, non solo nel momento in cui siamo innamorati e felici, ma anche quando il cuore fa male!
Un SakuSasu (e tanti altri) carini, molte incomprensioni e tanti pianti.
Munitevi di fazzoletti all'americana, o voi ch'entrate!
*Storia in stato di revisione*
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Hidan, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Le colpe del passato.

 

  

 

 












 



 

Mi ricordo di una volta, probabilmente risale a qualche mese fa. Avevo litigato per l'ennesima volta con Hidan, e come al solito lui pretendeva di avere ragione, anche se aveva decisamente torto. Dopo avermi calmata, disse delle cose che mai e poi mai scorderò in vita mia:
''Sai, Sakura... i tradimenti esistono. E in questi casi, l'amore no, invece, quello non esiste. Io posso guardare altre donne, posso fantasticarci sopra quanto voglio, desiderare il loro corpo; ci posso giocare, usarle. Ma non potrei amarle. Come si fa ad amare un corpo ed una semplice faccia truccata? Affermazione non a favore dei culturisti, naturalmente...Tralasciamo,va! Che stavo dicendo?, ah, già.. sì... Io, però, Sakura, amo te. Non solo il tuo corpo. Ed è in questo che si trova la differenza. L'attrazione fisica è una cosa, l'attrazione fatale è un'altra.
Io, ti amo. Tu, mi ami, no? E così siamo noi. E il noi, gioca a nostro favore''.
Quindi, Sas'ke, adesso dammi un motivo per rimanere qui, con te. Perché noi, Sas'ke... Ma io, Sas'ke..., io...


''Ma io non ti amo''.
Lo aveva detto non appena le sue labbra si furono staccate da quelle di Sasuke, senza nemmeno guardarlo negli occhi, senza nemmeno dargli il tempo di riprendere a respirare. Infatti il ragazzo ancora era decisamente scombussolato, e non percepiva il vento della dura realtà che lo aveva appena sfiorato in volto.
''Sakura?''. 
Lo aveva detto così, non intenzionalmente. Aveva visto negli occhi del ragazzo confusione e delusione, per questo iniziò a spingerlo via e mordendosi un labbro iniziò ad allontanarsi.
''Sakura!'', Sasuke insistette e alzò un braccio per bloccarla, ma lei guardando per terra scosse la testa in segno di disapprovazione.
''No, Sas'ke...''. Iniziò a correre, permettendo alle lacrime di riscaldarle le gote fredde.
''Sakura, cosa significa che tu... Non...'', Sasuke la osservò andarsene, e appena sentì la donna piangere gli si strinse lo stomaco, i capelli erano guidati bruscamente dal vento che s'insinuava ovunque, così come il dolore che lento gli ostruiva le vie respiratorie.


***
 

La rosa intanto non aveva smesso di correre, anzi, accelerava sempre di più.
''Cosa cazzo ho fatto? Cazzo, cazzo, cazzo! Hidan... Perché, perché Sas'ke?'' , continuava a tormentarsi mentalmente, sentendosi troppo sporca e colpevole.
''Perché Sas'ke...''.

''Ehilà, confettino!''. Sakura sobbalzò all'istante, fermandosi e osservando intorno a sé sul lungomare. Era buio, i lampioni illuminavano appena, e la ragazza non riusciva a vedere più lontano di qualche metro. Aveva focalizzato una panchina, e proprio da quella proveniva la voce. Lei era rimasta immobile per circa qualche secondo, poi, iniziò di nuovo a camminare cercando di non pensare al potenziale pericolo.
''Ragazzina!'', la voce era insistente, e in quel modo la ragazza ebbe un sussulto di terrore. Decise così di accelerare sempre di più il passo, ma ad un certo, quando pensava di aver sorpassato la presenza, proprio quest'ultima la bloccò. Sakura rabbrividì, percependo il respiro intenso della figura che si trovava proprio di fronte a lei. Ne osservò i pettorali, chiusi da una felpa grigia a maniche lunghe, per poi passare al volto, che però, era coperto in parte dal cappuccio. Col buio non riusciva ad identificare l'uomo, ma sapeva solo che non prometteva nulla di buono.
''Chi sei?'', domandò lei osservando sempre e comunque il suo petto. Poiché non ricevette nessuna riposta, decise di proseguire ignorandolo, ma appena lo sorpassò, si ritrovò davanti altri due uomini. In quel momento iniziò a sudare freddo, deglutì aria, avendo la gola secca, e si accorse di tremare lungo tutte le gambe. I due davanti a lei ghignarono, poi si avvicinarono sempre di più fino a circondarla.
''Co-cosa volete da me?'', chiese lei osservando che si avvicinavano sempre di più. Il respiro accelerava, così come l'odore di pericolo che diveniva sempre più intenso. Finalmente, uno dei tre, un uomo alto e possente coperto per metà viso dal cappuccio della sua felpa nera e coperto anche dai lunghi capelli biondi che scendevano per una lunghezza abbastanza discreta, prese parola:
''Haruno, se farai la brava e non cercherai di ribellarti, ti spiegheremo tutto il prima possibile''. Essere felici per aver realizzato almeno che non fossero dei pedofili o stupratori, non ne aveva il tempo, e per questo Sakura iniziò a girare intorno a sé per vedere meglio chi fossero quelle persone. Conoscevano il suo cognome, quindi doveva essere tutto ''programmato''. Non aveva più paura, perché sapeva di potercela fare; era forte, lei.
Iniziò ad avventarsi contro uno di loro, dritta davanti a sé, e lo colpì in pieno volto. L'uomo indietreggiò portandosi una mano sul naso dolorante, e urlò stizzito.
Il primo che aveva chiamato la rosa la prese subito per i polsi, mentre lei cercava di dimenarsi, dando un calcio al secondo e tentando di colpire anche quello che le impediva di fare ulteriori movimenti. Iniziò a gridare, colma di rabbia e di forza. Passarono altri svariati minuti di lotta movimentata, fin quando qualcuno non arrivò in aiuto di Sakura.
Era un solo ragazzo, ma aveva una potenza inaudita, infatti riuscì subito a stendere uno di loro che cadde per terra senza troppe cerimonie, privo di sensi.
Sakura doveva resistere, e mentre veniva con alcune difficoltà portata via da uno degli aggressori, urlò a squarciagola per farsi sentire dall'altro ragazzo, il quale stava combattendo a mani nude con il secondo rimasto ancora in piedi. La sua bocca fu tappata da un fazzoletto, ma lei riuscì a mordere la mano dell'uomo che subito abbassò un braccio facilitandole la fuga. Riuscì quindi a spingere via anche l'altro, pestandogli poi un piede ed infine correndo a perdifiato verso il suo ''salvatore'', che aveva appena steso l'ultimo. Lo abbracciò come se non ci fosse un domani, e in preda ad una crisi, iniziò a piangere disperatamente. Affondò la testa nel suo giubbotto di pelle, chiudendo istintivamente gli occhi.
Quel ragazzo non era uno sconosciuto, perché non era nient'altro che Suigetsu, il suo migliore amico. Non aveva la forza, Sakura, di chiedergli cosa stesse succedendo, perché lui si trovasse lì, a migliaia e migliaia di chilometri distante da casa, chi fossero quelli e cosa volessero da lei.
No, non ne aveva la forza. O almeno, non per il momento. Il pericolo, però, non era ancora del tutto scomparso. L'ultimo aggressore, quello dal quale la rosa era riuscita a scappare, stava tornando all'attacco.
Di tutta risposta, Suigetsu, nonostante fosse ferito ad un braccio, tirò fuori dalla sua giacca una pistola di piccolo calibro puntandola dritto verso l'uomo.
''Non ti muovere o ti faccio fuori!'', urlò stringendo più forte Sakura abbracciata al suo petto muscoloso.
''Suigetsu, da te non dovrei proprio prendere ordini... sei un novellino del cazzo''. L'uomo ghignò, mostrando i denti lucidi e bianchi.
''Hai messo fuori gioco i nostri compagni, e già per questo non potrei comunque prendere ordini da te...''. Una folata di vento scosse il cappuccio della felpa del ragazzo che si faceva sempre più vicino, poi, sotto la luce di un lampione, finalmente egli si mostrò.
Suigetsu sapeva chi fosse, ma Sakura, vedendolo con la coda dell'occhio, mai e poi mai avrebbe potuto immaginare che si trattasse proprio di lui: Sasori, un membro dell'Akatsuki's gang.
''Potresti benissimo prendere ordini da me, perché nel caso...''.
''Sì,sì- Sasori sbuffò portando una mano nella tasca dei suoi jeans scuri e larghi, poi, avendolo interrotto, continuò a parlare al posto dell'albino- Nel caso Hidan lasciasse il posto, tu saresti il nuovo leader, e quindi tutti dovrebbero eseguire i tuoi ordini, giurarti fedeltà e cazzate varie. Ma il capo, adesso, Suigetsu, non sei tu.
E io, come del resto Kakuzu e Deidara che si trovano ora per terra, stavamo solamente eseguendo gli ordini... del capo''.
''Hidan non farebbe mai una cosa del genere!'', urlò Sakura staccandosi da Suigetsu e gesticolando velocemente.
''Lei, lei non sa niente..., non le avete detto niente, non è così?''.
''Co-cosa dovrei sapere, eh?'', la rosa era confusa e decisamente turbata.
''Sasori, vattene'', Suigetsu sembrò ignorare totalmente la domanda di Sakura e continuò a puntare la pistola contro il rosso.
''Suigetsu..., Suigetsu, sei proprio un piccolo fottuto bastardo... lasciami la bambola, non fare storie''.
''Sasori, prendi Kakuzu e Deidara e vattene via da qui, prima che perda il controllo''. Il ragazzo, bello e dannatamente ben fatto, fece scomparire quel ghigno sadico che gli si era stampato sulla bocca, infine, si avvicinò ai compagni stesi per terra ed osservò Suigetsu e Sakura.
''Suigetsu, ricordati che noi stiamo solo eseguendo degli ordini..., e non esiteremo a tornare, nel caso ci fosse assegnato un altro compito del genere... Tu, ragazzina insolente, obbedirai, senza fare storie..., certo che la grinta ce l'hai, eh? Figlia degli Haruno, non c'è niente da fare!''.
Si chinò verso gli altri per verificare le loro condizioni, senza degnare di uno sguardo l'Haruno e l'Hozuki.
''Io... non capisco, Suigetsu''. Mormorò Sakura mentre si aggrappava ad una spalla e continuava ad osservare il rosso.
''Non ora, Sakura'', l'albino si girò iniziando ad allontanarsi, zoppicando vistosamente.
''S-sei ferito, Suigetsu?'', chiese lei cercando di limitare l'imbarazzo e i pensieri acuti che tormentavano il ragazzo. Stava sicuramente pensando a qualcosa, qualcosa di cui Sakura non era a conoscenza, e questo le dava decisamente fastidio. Perché non poteva sapere anche lei? Era sconvolta emotivamente, probabilmente senza quasi più forze, per questo gli fece solo quella semplice domanda formale che necessitava solo di una risposta secca e semplice.
''No, sto bene'', lui sperò vivamente che lei non gli chiedesse più niente, oltre a quello, infatti aveva riposto decisamente atono. Sì, stava pensando, fin troppo. Era deciso fino in fondo a rispettare gli ordini impartiti da Pain, e doveva proteggere ad ogni costo la ragazza.
Era in pericolo, e lui doveva proteggerla, perché Hidan, adesso, non poteva.
''No, tu sei ferito. Vieni, ti porto a casa''. Si rassicurò, Suigetsu, perché almeno non aveva insistito col chiedergli altro. Annuì, la proposta non doveva e non poteva rifiutarla, aveva bisogno di parlare con Ame, perché lei, doveva sapere.

 

***

 

''Ma cosa cazzo è successo?, Suigetsu!? E tu, Sakura..., ma dov'eri finita? È da oggi che sei sparita, santissimo dio!'', Ame iniziò a dimenrasi, non appena vide i due ragazzi entrare bruscamente dalla porta di casa che lei non aveva smesso un attimo di fissare da qualche ora a questa parte.
Sakura fece sedere Suigetsu sul divano; era ferito al braccio, e sanguinava nonostante avesse una ferita, per fortuna, non profonda. Procurata comunque da un'arma a taglio, e per questo servivano dei punti. Sostanzialmente, necessitava dell'ospedale. La rosa se l'era cavata meglio, con qualche graffio sul viso e una leggera storta al piede destro.
''Sakura, lasciaci soli'', disse ad un certo punto l'albino mentre rifiutava per l'ennesima volta l'offerta di essere accompagnato al farsi dare un'occhiata al pronto soccorso da parte della donna più anziana. L'Haruno rimase dapprima sconcertata, dall'ordine del migliore amico; non riusciva a percepirne la regione. Si sentiva infatti messa in disparte. Quindi osservò la madre, che ricambiò lo sguardo trasmettendole di aver dato ulteriore appoggio all'uomo.
''No, io non me ne vado!'', protestò lei affondando un pugno nel cuscino morbido.
''Invece farai proprio come ti ha detto Suigetsu, Sakura. Vai in camera tua, adesso'', Ame la guardò, di nuovo, troppo serie in volto.
''Ma fanculo!'', Sakura era ancora più sconvolta di prima, per questo sbraitò e si allontanò immediatamente sbattendo la porta del salone e correndo verso la sua camera. Una volta dentro, si chiuse a chiave ed infine si buttò sul letto iniziando a piangere. Le lacrime la fecero addormentare all'istante; era distrutta emotivamente, reggere ancora era diventato troppo difficile, per lei.

Nel frattempo, nell'altra stanza, Ame e Suigetsu iniziarono a parlare.
''Lo avevo capito da quando tu e Hidan siete venuti qui a trovarci, che c'era qualcosa che non andava'', la donna sospirò mordendosi un labbro.
''Ame, ascoltami, da ora in poi non sarà più per niente facile, l'ora è arrivata''.
''Non deve succedere nulla a Sakura, Suigetsu, ti prego..., io... Io gliel'ho promesso!''.
''Ame, calmati e ascoltami.., Pain ha infine ripreso le redini dell'Akatsuki, adesso ne è il capo ufficiale. E non si fermerà, stavolta. Sakura è figlia degli Haruno, ed è proprio per questo che ha incaricato agli altri di venire a prenderla. Ora come ora noi siamo in netto svantaggio, la guerra inizierà tra breve, e l'unica cosa che io e Hidan siamo riusciti a fare è stata quella di riunire il Clan Hyuga ed il Clan Uzumaki per formare un'alleanza.
Il Clan Uchiha, per quel che ne rimane, ci farà da scudo finché potrà resistere: Itachi è dalla nostra parte. Cercheremo di fermarli il prima possibile, al prossimo raduno che si terrà fra una settimana; sarà un evento importante, per questo non corriamo rischi e nessuno ci noterà, però non dobbiamo assolutamente far avvicinare Sakura, per nessuna ragione al mondo... Hidan sta ripagando per i suoi danni, darebbe la sua vita per lei, questo poco ma sicuro..., però, io, non voglio altri spargimenti di sangue''.
''Questo solo perché il Clan Haruno ha deciso di vendere la propria anima al Diavolo...''.
''No, Ame, non dire così... è una cosa troppo vecchia per poter dare la colpa a qualcuno..., no, oramai non si può più!''.
''Mia sorella quindi è morta così? Per puro caso? Suigetsu ma cosa cazzo dici?''. Suigetsu si morse un labbro, mentre la donna gli medicava la ferita; decise di non continuare con la conversazione, capiva che adesso lei era fin troppo provata e preoccupata per l'incolumità di Sakura, e su questo non poteva darle torto, lui stesso provava una forte sensazione d'angoscia che non lo aveva abbandonato per un minuto, da quando Hidan gli aveva detto tutta la verità.
Prima o poi tutto sarebbe dovuto tornare a galla, e adesso, tutti loro dovevano fare i conti con il passato.
''È colpa del passato, Ame'', sibilò appena il ragazzo, guardando Ame negli occhi.
''Il passato...'', ripetè lei, sembrava stesse osservando il vuoto, nonostante lo sguardo fosse rivolto all'albino.
''Colpa del passato..., quindi, adesso..., diventerà colpa...., del futuro?''.

 

   
 
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