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Autore: smarties89    02/09/2013    4 recensioni
Christine e Slash sono amici da quando hanno 15 anni. La vita li porterà a perdersi di vista e ritrovarsi più volte negli anni, facendogli comprendere che la loro amicizia non si è mai sopita. Che poi, è sempre stata davvero solo amicizia?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Slash rimase impalato in mezzo al giardino, fino a quando la macchina di Christine non sparì dalla sua vista. Sospirando, rientrò in casa, dove Mandy e Duff stavano sistemando gli ultimi residui del party; nessuno dei due lo notò, accorgendosi solo della presenza del riccio quando prese una bottiglia di spumante mezza vuota, scolandosi il rimanente.
 
“Ti ha dato picche, eh?” gli domandò Duff, posando il sacco dell’immondizia che aveva in mano.
 
“Non credo fosse così difficile da immaginare…” aggiunse Mandy, mordendosi poi subito la lingua per il poco tatto. “Scusami, Saul, è che…”
 
“Lo so, non devi scusarti…hai più che ragione. Tu che la conosci bene, Mandy, pensi che ci sia ancora una qualche minima chance per me?”
 
“Non lo so, Saul…detto in tutta franchezza, non voglio che Christine soffra ancora per te. Quindi se non hai intenzione di impegnarti sul serio, questa volta, lascia perdere…”
 
“E se invece volessi cambiare davvero?”
 
“Allora devi dimostrarle che la tua è una scelta definitiva, non una redenzione temporanea che finirà tra una settimana.” Disse Mandy, sparendo poi in cucina.
 
Duff guardò il suo amico, che si grattava i ricci ribelli perplesso, e andò in suo aiuto. “Corteggiala, falle vedere che sei lì per lei, che non te ne vuoi andare a nessun costo. Lascia perdere le parole, usa i fatti…di parole ne hai già usate talmente tante.”
 
“Christine non è una che si fa incantare facilmente…”
 
“Lo so, però tutte le donne sono sensibili a certe piccole attenzioni…contando che tu poi a lei non gliele hai mai riservate, potrebbero funzionare. Basta che poi al momento clou non te la dai a gambe.”
 
“Non lo farò…nemmeno per la musica. Almeno, finchè Christine non avrà capito che ho intenzioni serie.”
 
“Così mi piaci, man!” concluse Duff, dandogli una bella pacca sulla spalla.
 


I mesi successivi Slash non si risparmiò: aveva iniziato provando con le telefonate, ma quando vedeva che Christine non aveva intenzione di rispondere al telefono, probabilmente proprio per timore che fosse lui, iniziò a lasciarle messaggi nella segreteria. Non insisteva perché le rispondesse o la richiamasse, semplicemente le dava il buongiorno, la buonanotte, le chiedeva se le erano piaciuti i fiori.
Sì, i fiori, perché ogni giorno lui gliene mandava un mazzo. O a casa o in ospedale, ed entrambi parevano più delle serre che delle stanze normali.
Il fioraio li lasciava sempre alla reception del reparto di pediatria e i colleghi più stretti di Chris, che sapevano almeno a grandi linee quello che era accaduto, la incoraggiavano a dargli un’altra chance.
Ma la ragazza non era convinta: certo, le facevano piacere quelle piccole attenzioni, i fiori, le telefonate, i bigliettini nella buca delle lettere che ormai riceveva da quasi due mesi…però era sempre Saul e la faccenda era complicata.
Quel giorno in particolare, il 53° di regalini e cose simili (sì, aveva contato ogni singolo giorno e lo aveva segnato sul calendario), Christine si sentiva particolarmente in crisi: forse era per il lavoro, dato che c’erano state diverse emergenza in un’unica notte e tutte finite nel modo peggiore; forse era l'arrivo imminente del ciclo, che la rendeva più incline alle lacrime del solito…o forse era sempre e solo Saul, che non faceva che complicare la sua esistenza, in bene e in male.
Appena finì il turno alle 9 del mattino, senza passare nemmeno a casa, andò da Mandy; sapeva di trovarla già sveglia dato che la piccola Grace non era mai stata una dormiglione e quindi comprò due cornetti e due cappuccini per fare colazione insieme.
Suonò il campanello e, quando la bionda aprì, fece un grande sorriso, di chi la sapeva lunga.
 
“Immaginavo saresti passata, sai…del resto non ci vediamo da un po’.”
 
“Cosa mi nascondi?” domandò Chris, entrando in casa.
 
“Nulla, perché?”
 
“Sono le 9 del mattino, io mi presento qui e tu non mi chiedi nemmeno perché…”
 
“Guarda che so che sei in crisi. Non mi hai chiamato per una settimana, e ciò accade solo quando hai qualcosa che non va.”
 
Christine alzò gli occhi al cielo per l’esasperazione. “Duff ti ha detto tutto?”
 
“Non solo lui, contando che Slash viene qui quasi tutte le sere da più di un mese…”
 
“53 giorni, sì…”
 
“Esatto, viene qui a sfogare il suo turbamento per il fatto che continui a ignorarlo.”
 
“Mandy, ti prego…”
 
“Chris, sai bene che sono sempre stata la prima a scoraggiare questo tira e molla tra te e Slash…ma credo che le cose siano cambiate…che lui sia cambiato.”
 
“Dio! Quante volte abbiamo già sentito queste parole, eh?”
 
“Non urlare che Grace si è riaddormentata 10 minuti fa. Siediti a fare colazione e parliamone con calma.”
 
Christine tacque, gustandosi in silenzio il cappuccino schiumoso e la brioche cioccolato e panna anti-depressione. Si sentiva incredibilmente frustrata e non riusciva a non esprimere a voce tutto quello che le passava per la testa.
“Perché devo sempre trovarmi in queste situazioni? Perché quel maledetto giorno del 1981 lui non mi ha semplicemente ignorato come faceva con tutte le ragazzine sfigate della scuola? Non poteva andare dalle cheerleader che gliela avrebbero sganciata dopo 5 minuti? No! Da me! Dalla stronza di turno, che ha persa la testa per un capellone rockettaro che ha avuto pure il culo di diventare una rockstar strafamosa, strapagata, strasexy…ma cosa ho fatto di male per meritarmi uno così? Senza offesa, Mandy, ma le rockstar sono una delle peggiori categorie di uomini esistenti sulla terra. Poi ci sono tipi più o meno centrati come Duff…ma la maggior parte sono psicopatici come Saul che sanno solo rovinarti la vita.”
 
Christine non aveva preso fiato durante quel monologo; Mandy l’aveva ascoltata in silenzio, continuando a mangiare il suo cornetto e con un mezzo sorriso sulle labbra. “Però lo ami…”
 
“Cristo, ma come si fa ad amare uno con così tanti difetti? Tossico, alcolizzato, che ti ha fatto passare le pene dell’inferno per più di dieci anni? Perché lo amo, perché!!!!”
 
“Non si decide chi amare. Si ama e basta. Pensi che per me sia stato facile essere ragazza e poi moglie di una rockstar per cui l’alcool era l’unica ragione di vita, dopo la musica? Pensi on abbia mai vacillato e che non mi sia mai maledetta per essermi innamorata di lui? Tante volte me lo sono detta, mi sono detta che forse avrei fatto meglio a lasciarlo e cercarmi una persona normale, con molti meno problemi e casini nella vita. Ma è andata così. E non mi pento di nulla. Come so che tu non ti penti di nulla di quello che è accaduto con Saul.”
 
“Che merda l’amore…”
 
“No, non lo è. Chris, Slash è l’uomo della tua vita. È chiaro. Si vede nei vostri occhi, che si illuminano ogni volta che vi guardate. Nell’elettricità che scorre tra i vostri corpi quando vi incontrate. Nel fatto che nonostante tutto voi siete ancora qui, che vi inseguite come sempre…e se lo avete fatto fino ad ora vuol dire che non è una cotta passeggera o un capriccio. E’ amore, Christine, e non te lo devi lasciare sfuggire. Non questa volta che lui c’è, davvero, e per sempre.”
 
Christine sbuffò, scolandosi il cappuccino ormai praticamente freddo. “Perché quando parlo con te mi si chiariscono sempre le idee?”
 
“Non sono io che te le chiarisco! Sei tu che sai già cosa vuoi, ma hai troppa paura per fare il primo passo senza l’approvazione di qualcuno. Ora vai da lui, levati dalla mia vista!”
 
Mandy si alzò in piedi, imitata subito da Christine.
 
“Sciò! Aria!” le disse ridendo la bionda e aprendole la porta.
 
“Vado vado!” rispose ridendo a sua volta Chris. “Grazie, tesoro. Non so che farei senza di te.”
 
Le due si abbracciarono con calore, per poi salutarsi.
Christine saltò in macchina e partì rapida verso l’appartamento del chitarrista, che sapeva trovarsi poco lontano da casa McKagan. In 5 minuti, infatti, la raggiunse e fu felice di non aver avuto nemmeno il tempo per pensare a cosa dirgli. Avrebbe suonato il campanello, lui le avrebbe aperto e poi…poi avrebbe improvvisato.
Si diede un’occhiata nello specchietto, imprecando per il suo aspetto poco fresco e per le occhiaie violacee che le stavano spuntando sotto gli occhi come risultato della notte in ospedale. Decise di fregarsene, contando che Slash in quegli anni l’aveva vista in tutti i modi possibili e immaginabili. E che doveva solo ringraziare di vederla ancora.
Arrivò alla sua porta e, dopo un profondo respiro, suonò; lui aprì velocemente, rimanendo non poco stupito alla visione di Christine.
 
“Chris…”
 
“No, non dire nulla. Lasciami parlare o dubito che io possa farcela. Non interrompermi, ok?”
 
“Ok, promesso.”
 
“Perfetto…beh, in realtà non so bene cosa dirti. Sono esattamente 53 giorni che immagino questo incontro, ma non pensavo avvenisse quindi…senti, io…io ti amo, e non è un segreto. Non è un segreto quello che c’è tra di noi, non lo è mai stato. Sei stato uno stronzo per dieci anni, io un’idiota di prima categoria ad aspettarti…ma siamo qui…e, come ha detto una persona che amo, se dopo tutte quelle che abbiamo passato siamo ancora qui, ci sarà un motivo. E questo motivo è l’amore. In questi 53 giorni mi hai dimostrato di essere cambiato e io voglio fidarmi…l’ho già fatto decine di volte, e decine di volte è andata male. Ma questa andrà bene, me lo sento…sento che questa è volta definitiva. E poi…” Chris si interruppe per riprendere fiato. “E poi non so davvero che altro dire…”
 
Slash le sorrise, uno di quei sorrisi belli, sinceri, commossi, che riservava solo alle persone speciali, le persone che lo meritavano davvero. La avvolse nelle sue braccia muscolose e Chris nascose il viso nel suo collo, inspirando quel profumo meraviglioso che le era sempre rimasto nelle narici. Saul chinò il capo e la baciò sulle labbra, lievemente, aspettando una reazione della ragazza; Chris in tutta risposta allacciò le braccia intorno al suo collo e approfondì il bacio, permettendo così a Slash e a se stessa di riassaporarsi dopo tanto tempo.
 
“Vieni, rientriamo.” Le disse lui a un certo punto, una volta terminato il bacio.
 
Per mano, entrarono in casa e si chiusero la porta alle spalle…e con lei tutto il male che si erano fatti in quegli anni, pronti per una nuova vita insieme.
 

 


 
Buonsalve! Come vedete, ci stiamo avvicinando alla fine…ci saranno ancora tre capitoli: due parleranno di importanti episodi della vita di Slash, e il terzo sarà l’epilogo. Grazie a tutti coloro che seguono, leggono e lasciano un commento! Baci
  
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