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Autore: Fanelia    02/09/2013    2 recensioni
Questa storia parte dalla fine del manga/anime che dir si voglia e sviluppa una what if, anche su alcune informazioni lette in rete sul Final Story. E' una what if in cui uno dei protagonisti soffre di amnesia a causa di un incidente e solo grazie al ritorno nella sua vita del suo grande amore, ricomincerà a riappropriarsi di frammenti del proprio passato.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIV
 
Sfiorandosi

 
- colonna sonora, Sorprendimi, Stadio
 
“Che serata!” pensò Karen una volta svegliatasi quella mattina.
Ripercorse mentalmente quanto accaduto durante la festa la sera precedente e, guardandosi allo specchio, non poté fare a meno di sorridere al riflesso della propria, radiante immagine.
Aveva avuto modo di conoscere buona parte dei famigliari di Albert, gli amici, i collaboratori più stretti e, soprattutto, aveva potuto trascorrere tutta la sera in compagnia del suo cavaliere.
Albert si era dimostrato un perfetto padrone di casa e un perfetto accompagnatore.
Per buona parte del tempo avevano chiacchierato, scherzato e riso senza sosta.
L’arrivo di Kathrine alla festa, poteva considerarsi l’unica nube all’orizzonte ma, fortunatamente, dopo lo show messo in atto da Terence, la giovane aveva battuto la ritirata, per quanto strano ciò fosse parso agli occhi dell’allegra compagnia.
Sia Karen che Albert erano rimasti davvero sbalorditi dal gesto di Terence ma entrambi avevano sorriso della sua ritrovata impulsività.
Durante l’intera serata, diversi scapoli d’oro si erano fatti aventi invitando l’attrice per un ballo, che lei aveva declinato con cortesia.
Non le erano certo passati inosservati gli sguardi iniettati di sangue, e probabilmente gelosi, delle giovani donne che, quasi certamente, avevano sperato in quell’evento mondano per poter allungare i propri artigli sul bel William Andrew.
Sfortunatamente per loro, Albert non sembrava interessato ad altre donne all’infuori dell’attraente sua ospite.
Quando quella mattina Karen lo aveva raggiunto per colazione, gli risultò difficile trattenere un sorriso. Era molto bella, eccome se lo era e, la sera precedente, si era reso seriamente conto che aveva corso il rischio di doverla dividere con tutti quei corteggiatori, che si erano fatti avanti. Ma era stato felice di constatare che la fortuna aveva deciso di baciarlo: Karen aveva infatti declinato tutti gli inviti a danzare che aveva ricevuto, al di fuori di quelli provenienti di lui.
“Buongiorno, spero che tu abbia dormito bene.” l’aveva accolta lui alzandosi per aiutarla ad accomodarsi.
“Buongiorno a te. Sì, ho dormito bene, ti ringrazio.” gli aveva risposto lei abbozzando un timido sorriso, la presenza della zia Elroy la faceva sentire a disagio; fortunatamente la donna sarebbe ripartita lo stesso giorno, per tornare a Lakewood, dove era solita trascorrere il periodo estivo.
“Spero che tu ti sia divertita ieri?!”
“Decisamente! Credo che la festa sia riuscita bene.”
“Osa dire che la festa è riuscita bene? A me pare vergognoso che quel vostro amico si sia permesso di fare quella improvvisata, coinvolgendo una Andrew! Mi chiedo cosa gli sia passato per la testa quando ha deciso di dare spettacolo in quel modo così poco dignitoso!” la zia Elroy si intromise nel loro discorso.
“Zia, ti prego, non essere così rigida nel giudicare il mio giovane amico, è una persona impulsiva ma non avrebbe mai fatto nulla per rovinare la festa.” replicò Albert, cercando di difendere Terence.
La zia, probabilmente troppo stanca per discutere oltre, lasciò cadere l’argomento.
Quei due attori non le piacevano, e non vedeva l’ora di poter tornare nella tranquillità di Lakewood.
Persino Albert si sentì sollevato quando, appena dopo colazione, la zia lasciò Chicago. L’anziana donna decise di partire, nonostante non avesse avuto modo di salutare il resto della famiglia, perchè si sentiva affaticata.
“Temevo seriamente un incontro fra la zia e Terence stamattina!” ammise Karen ridendo.
“Ad essere completamente sincero, anche io! Specie dopo lo scambio di battute di un paio di sere fa! E sapevo che la zia avrebbe avuto da ridire sul gesto di ieri sera, anche se io ho trovato l’improvvisata divertente. A quanto ne ho capito credo che Candy e Terence abbiano fatto una scommessa e, anche se mi spiace ammetterlo, credo che Candy abbia subito una sconfitta schiacciante!”
“Concordo con te. E credo fermamente che abbia ricevuto anche un piccolo smacco, quando Terence si è rifiutato di riscuotere il premio.”
“Se devo essere sincero, mi ha stupito la reazione di Candy, la vecchia Candy non si sarebbe arresa alla sconfitta e si sarebbe ingegnata per uscire da quella situazione, mentre lei …”
“Lei chi?” chiese Candy entrando.
“La zia” - mentì spudoratamente Albert - “ è partita e mi ha chiesto di salutarvi. Si sentiva molto stanca …”
Candy non disse nulla, si accomodò e attese che le servissero del caffè.
Si estraniò ripensando al sogno che aveva fatto quella notte.
Si trovava ad una festa in maschera e aveva danzato sia con Archie che con Stair, per poi volteggiare allegramente con un terzo cavaliere, il cui volto non riusciva  a distinguere. Nemmeno la sua voce le arrivava chiara alle orecchie, per poter capire di chi si trattasse. Avrebbe dovuto chiedere ad Archie per fugare ogni dubbio, non sapeva se fosse un mero sogno o un ricordo di qualcosa accaduto anni addietro. Così, era giunta alla decisione che avrebbe aspettato la partenza di Karen e Terence, poi avrebbe messo al corrente Albert, Annie ed Archie di quei pochi ricordi che finalmente pareva aver recuperato. Poteva aver sognato di ballare con Anthony? O forse era un altro ragazzo di cui aveva sognato?
All’improvviso, la figura di Terence, che stava entrando nella sala delle colazioni, le apparve innanzi e, fu costretta a tornare alla realtà.
Il suo arrivo in quella stanza la investì con le emozioni che, quanto accaduto la sera prima, aveva suscitato in lei. Sin da quando si era alzata quella mattina, aveva cercato di non pensarci, di ricacciare quella splendida sensazione di calore e felicità, nei meandri più reconditi della propria mente.
Si era chiesta come lui si sarebbe comportato, e cosa dovesse fare lei, ma non avendo trovato risposte, in quel preciso momento si sentì smarrita.
Lui le rivolse uno splendido sorriso e le diede il buongiorno, salutando, solo successivamente, il resto dei commensali.
Lei rispose timidamente al sorriso e arrossì. Non riuscì a sostenere quel suo sguardo che sembrava aver acquisito un nuovo bagliore. Si chiese se fosse solo lei a vederlo, o se anche agli altri risultasse evidente, e si domandò anche se, quello stesso bagliore, fosse presente anche nel proprio sguardo.
Aveva baciato quel giovane dagli occhi blu e quel bacio pareva aver risvegliato in lei il ricordo di un bacio perduto. Eh sì, perché il ragazzo con cui aveva ballato felice e spensierata nel suo sogno, l’aveva baciata e, la cosa che la straniva particolarmente, era la sensazione di paura e di smarrimento che aveva provato in seguito, come se quel bacio l’avesse turbata. Un po’ come la paura che aveva provato nell’istante in cui aveva pensato, dopo aver perso la scommessa, che le labbra di Terence avrebbero toccato le proprie.
Possibile quindi, che fosse già stata baciata e non lo ricordasse? Possibile che Annie non lo sapesse? A quel punto, il dubbio di un fidanzato misterioso si faceva ancora più insistente, peccato che nessuno paresse saperle dire qualcosa.
Per una frazione di secondo, la sua mente fu sfiorata dalla possibilità che i suoi famigliari le stessero nascondendo qualcosa, ma poi perché mai avrebbero dovuto?
Proseguì la colazione in silenzio, staccando raramente  gli occhi dalla propria tazza fumante.
Le poche volte che aveva azzardato a guardarsi intorno, aveva notato lo sguardo di Terence posato su di lei.
Terence, per buona parte della colazione, fu taciturno, sembrava quasi essere tornato il giovane scontroso che avevano conosciuto anni addietro. Pareva assorto nei suoi pensieri e, svariate volte, Karen ed Albert si scambiarono sguardi di curiosa intesa: entrambi si chiedevano cosa fosse successo ai loro due commensali, che quella mattina parevano le ombre delle persone che erano solitamente.
Con una scusa, Karen ed Albert li lasciarono soli, ma Candy fece in tempo a scusarsi e lasciò Terence da solo a terminare il su tè.
L’attore si scontrò così con Archie quella mattina. Quest’ultimo aveva deciso che avrebbe detto due paroline al duca sulla bella improvvisata della sera prima.
“Ah bene, visto che sei solo … come diavolo ti è venuto in mente ieri sera di cercare di baciarla?!”
“ Cornwell uno, non sono affari tuoi, due, ha perso una  scommessa e lei stessa voleva onorarla.”
“E tu ti saresti approfittato così meschinamente di lei?”
“Perché, ti sembra che l’abbia fatto?” chiese Terence alzandosi innervosito.
Il solo arrivo di Annie scongiurò che la lite fra i due si accendesse e si trasformasse in uno scambio di pugni. Annie ricordava ancora le scazzottate a cui aveva dovuto assistere da ragazzina.
“Archibald, smettila di comportarti come un bambino viziato! Candy è libera di fare ciò che crede e vorrei che il tuo giudizio non fosse così offuscato. Non ho dubitato di Terence per un solo istante, sapevo che non lo avrebbe fatto. Sai, mi preoccupa dovermi rendere conto di come tu non abbia badato minimamente alla reazione di tua cugina.”
“Cosa stai insinuando?”
“Archie, non fare finta proprio con me!”
“Mi spiace Cornwell ma devo concordare con la tua futura moglie. La Candy che conoscevi tu, si sarebbe lasciata baciare senza batter ciglio?”
“Stai scherzando spero?”
“No, appunto. Ecco io credo che quello che volesse suggerirti Annie …”
“E’ che lei volesse essere baciata, sciocco! Come posso farti capire che il suo cuore ha ricordato? Non importa che la sua mente non l’abbia ancora fatto!”
“Mi rifiuto di crederci!”
“Oh Cornwell, sinceramente non mi interessa, è un problema tuo. E ora scusatemi, ma ho di meglio da fare che perdere tempo appresso a questo zuccone.” disse Terence uscendo dalla stanza.
“Ah, quindi io sarei uno zuccone?” gli strillò dietro Archie, non desiderando affatto deporre le armi, ma l’attore aveva davvero altro ad occupargli i pensieri.
Candy quella mattina era stata sfuggente, non lo aveva mai guardato negli occhi. Gli aveva sorriso, arrossendo, ma poi aveva evitato il contatto con lui, fissando per buona parte del tempo la sua tazza di caffè. Alcune volte aveva provato a guardarlo e, ovviamente, aveva incontrato il suo sguardo, per affrettarsi poi a distogliere gli occhi dai suoi zaffiri infuocati.
Durante l’intera mattinata non ebbe modo di parlarle e, all’ora stabilita per la lezione di piano giornaliera, non si presentò, facendo recapitare un messaggio a Terence, nel quale lo avvisava che quella mattina non aveva tempo per il pianoforte. Quel comportamento era strano, e Terence temette che potesse essersi pentita di quanto accaduto fra loro.
Durante il pranzo si ripresentò lo stesso scenario di quella mattina a colazione, così
Il giovane si ripromise che avrebbe cercato di chiarire quella situazione imbarazzante, con Candy, situazione che non era certo passata inosservata agli occhi degli altri commensali.
Lei aveva passato buona parte della mattina a cercare di collegare il bacio ricevuto da Terence a quello del sogno, e aveva finito col dedurne che doveva aver baciato Anthony. Chi altri avrebbe potuto baciare? Sicuramente non era una ragazza che disseminava fidanzati a destra e a manca …
Stava facendo un giro nel giardino senza una meta precisa, quando si ritrovò vicino al lago.
Il suo cuore l’aveva portata lì. Le guance rosse, il cuore che le batteva a mille.
Poi si era accorta di non essere la sola ad essere tornata in quel luogo, solo che era decisamente troppo tardi per battere la ritirata: Terence l’aveva vista e si stava muovendo nella sua direzione.
Quando si accorse del suo sguardo sorpreso e quasi smarrito, e del fatto che sarebbe voluta scappare, non riuscì e reprimere quel senso di frustrazione, delusione e rabbia che finì inevitabilmente per prendere il sopravvento.
La raggiunse e la prese per un braccio e quasi scuotendola le urlò contro.
“Perché mi fuggi Candice?” le chiese arrabbiato.
Si arrabbiò ancor di più dopo aver udito il tono che stava utilizzando con lei, che non gli piaceva affatto. Per una frazione di secondo, si sentì vulnerabile come quando l’aveva conosciuta e aveva imparato ad amarla.
Era lei e solo lei che riusciva in qualche modo a tirare fuori sia il meglio che il peggio di lui.
Lei lo guardava spaventata, non capiva il perché di quella sua reazione fuori luogo, quella rabbia malcelata che trapelava dai suoi occhi e dai suoi gesti.
Poi lo guardò negli occhi e, un istante dopo, la presa di lui si allentò e il suo sguardo sembrò quasi perdere quell’alone di turbamento che vi aveva appena letto.
“Perdonami, non volevo spaventarti!” si scusò lui.
“Scusami tu.” Rispose lei.
Un silenzio imbarazzante calò fra di loro, prima che uno dei due riprendesse a parlare.
“Ecco io …” cominciarono entrambi.
“Cosa?”
“No, dimmi prima tu?”
“No tu …”
Candice prese la parola. Non voleva che lui pensasse che era dispiaciuta di quanto successo la sera precedente, voleva solo che capisse che si sentiva in imbarazzo, non le era mai capitata una tale situazione e non sapeva come comportarsi.
Udendo le sue parole, Terence sembrò rilassarsi, la preoccupazione che lo aveva assillato tutto il giorno, che lei potesse essere pentita o che lui potesse aver sbagliato, finalmente era stata allontanata.
Lui non le confessò i propri timori ma non ne aveva bisogno, perché proprio grazie alla reazione iraconda di poco prima lei aveva compreso.
“ Che ne dici della lezione di piano che hai saltato?” le propose lui. Stava cercando di invitarla a comportarsi normalmente, del resto come altro avrebbero potuto comportarsi? La loro era una giovane amicizia, lui era rimasto vedovo di recente, che altro avrebbero potuto fare? Poteva rimanere un segreto fra di loro e potevano coltivare icò che forse stava nascendo, nella massima riservatezza.
“ Andiamo!” rispose lei.
Si incamminarono, passeggiando vicini, talmente vicini che le loro braccia potevano sfiorarsi e diverse volte la mano dell’uno sembrò accarezzare la mano dell’altra in uno sfiorarsi rincuorante, rassicurante e molto intimo.
Quel piccolo gesto consentiva loro di sentirsi più vicini.
 Rientrarono in casa in estrema tranquillità, per quanto, ogni tanto, lei arrossiva qualora incrociava lo sguardo di lui.
Terence non le aveva mai tolto gli occhi di dosso ma, non lo faceva a posta, non voleva che si sentisse a disagio.
Il solo starle vicino, sfiorarla, sentire il suo profumo, erano per lui dei regali preziosi.
Al termine della lezione, lei gli prese una mano. Lui rimase stupito di quel suo gesto improvviso, del resto sarebbe potuto entrare chiunque in quel momento, ma a lei non pareva interessare.
Così non si stupì quando lei prese a disegnargli sul palmo.
All’inizio fece fatica a capire cosa lei stesse facendo, poi si rese conto che stava scrivendo qualcosa.
“Grazie della splendida serata.” erano le parole che il dito di Candy aveva tracciato sul palmo di Terence.
Lui le aveva sorriso e aveva copiato il suo gesto.
“ Grazie a te di essere così speciale.” le aveva scritto lui, facendola arrossire.
Era ormai pomeriggio tardo, l’orologio a pendolo rintoccò le 18.30, a breve sarebbe stata servita la cena.
Così Terence e Candy si separarono, seppur a malincuore, per prepararsi per la cena.
Nonostante sapevano che si sarebbero rivisti di lì a breve, volevano godere il più possibile di quegli attimi di intimità che, la pace apparente della villa, ogni tanto sembrava regalare loro.
 
Terence fece una doccia veloce per rinfrescarsi, mentre il suo pensiero volava a Candy e a quella carezza fra le loro dita e le loro mani.
Quel gesto forse infantile ma così delicato e tenero, gli aveva riempito il cuore. Amava le loro scaramucce, quelle stesse che gli avevano tenuto compagnia per tutto il tempo in cui erano stati a Londra, e poi durante quella stupenda estate trascorsa in Scozia.
Non aveva dubbi sui propri sentimenti, non aveva dubbi su ciò che avrebbe voluto fare, ma era consapevole che ci fossero dei vincoli da rispettare e che non poteva correre come avrebbe voluto.
Se avesse potuto, le avrebbe raccontato tutto e le avrebbe chiesto di sposarlo. Ma non poteva.
Si rivestì velocemente, indossò il suo solito profumo alla lavanda, quel profumo tanto caro a Candy, che le aveva permesso di ritrovare quel suo primo frammento di memoria, e poi si recò nel salone.
Quella sera avrebbero cenato nel salone centrale e, quando vi giunse, non era ancora arrivato nessuno.
Il primo a raggiungerlo fu Albert.
“Ciao Terence.”
“Ciao Albert.”
“Non abbiamo avuto modo di parlare oggi, ma ti sei divertito ieri sera?”
“Oh, decisamente.”
“ Senti io … ecco volevo sapere se c’è qualcosa di cui vorresti mettermi al corrente. Non fraintendermi, non voglio impicciarmi di ciò che succede fra te e Candy, ma stamattina c’era una strana elettricità nell’aria …”
“Se ti dicessi di non preoccuparti e che abbiamo chiarito, ti basterebbe? Oh no, fammi aggiungere che non le farei mai del male.”
“A chi?” chiese Candy entrando e sorprendendo i due uomini nel loro scambio di battute.
“A te.” rispose lui senza riuscire a filtrare quanto aveva pensato.
Candy rise.
“Perché mai dovresti farmi del male?” chiese lei sorpresa e divertita.
“Beh, Albert mi diceva che …”
“Mi è sembrato di notare un po’ di imbarazzo fra voi due stamattina così mi chiedevo …”
“Ah, non ti preoccupare, abbiamo chiarito. Può capitare di fraintendersi, non ti pare? L’Importante è riuscire a chiarirsi.”  mentì spudoratamente lei. Non le piaceva l’idea di mentire ad Albert ma ancor meno la solleticava l’idea di dirgli cosa era accaduto.
Cercò di non pensarci per evitare di arrossire, e fortunatamente fu salvata dall’arrivo di Annie, Karen ed Archie.
La cena si svolse in relativa tranquillità, fatta eccezione per quella tensione fra Terence ed Archie, che Candy aveva notato, anche se faticava a capirne il motivo.
Da quanto ne sapeva erano amici ma, dal primo momento in cui si erano incrociati, aveva percepito dell’astio da parte di entrambi.
Avrebbe voluto chiedere loro perché aveva quella strana sensazione ogni volta che si trovava con loro, ma poi aveva desistito dal suo intento.
Si soffermò poi a guardare Karen ed Albert e la loro crescente intimità. Era bello vederlo così, felice, vederlo sorridere spensierato. E, per quanto avesse conosciuto Karen da poco, era contenta di vedere anche lei radiante. Se il destino li aveva messi l’una sulla strada dell’altro, doveva avere avuto i suoi buoni motivi.
Anche Annie era raggiante, era rimasta davvero soddisfatta della propria festa di fidanzamento, e si era divertita molto dell’improvvisazione di Terence. Tutto sommato, quella settimana di vacanza dei due attori, la visita alla casa di Pony e, la festa, non sarebbero potuti andare meglio.
Candy si rabbuiò, per una frazione di secondo, al pensiero che in meno di sette giorni avrebbe dovuto separarsi da Terence. Si fece poi coinvolgere dalla conversazione e la sua mente venne momentaneamente distratta.
Lo sguardo di lui, che dovette leggere nei suoi occhi un velo di  preoccupazione, si incupì a sua volta. Anche lui stava pensando la stessa cosa, solo sette giorni e sarebbe tornato a New York. Solo sette giorni e si sarebbe separato da lei, nuovamente.
Cercò di non pensarci e di concentrarsi sulla cena e sulla piacevole visuale di cui, il posto a tavola che Albert aveva predisposto per lui, gli consentiva di godere.
Sotto quella luce, Candice gli pareva più bella del solito. O forse, era quello sguardo così spensierato e felice a conferirle una bellezza maggiore.
Consapevole che il proprio sguardo volesse indugiare sulle curve di Candice, distolse la propria attenzione e si intromise nella conversazione che stava avendo luogo.


NDA: Volevo ringraziare tutte coloro che hanno atteso con pazienza. In questo periodo tra ferie e, successivi impegni di lavoro, oltre al fatto che non sto particolarmente bene, ho faticato a correggere.
Vi chiedo scusa. Volevo dirvi che, sono felicissima del seguito, ci sono circa duecento persone che mi seguono con costanza e la cosa mi rallegra, anche se ad essere onesta, mi farebbe piacere ricevere qualche commento in più e sapere che ne pensate.
Grazie ancora! E preparatevi, perchè il prossimo capitolo ... anzi, i prossimi due vi proveranno un po'!
Le grà go deo!

 
   
 
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