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Autore: SaraShawol1994    02/09/2013    4 recensioni
[JongKey, Accenni 2Min]
Vorrei tornare indietro nel tempo. Vorrei non fare lo stesso errore di nuovo. E' tutta colpa mia è se è finita così. Avrei dovuto farmi aiutare. Mi manchi, mi manchi tanto. Mi mancano tutti i momenti passati insieme... e solo ora... mi ricordo di quanto ti amavo davvero. Grazie dei bei momenti, ti amo... e ti amerò per sempre.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 9: Thank you!


POV Jonghyun

L'attesa fu snervante, davvero tanto. Il non sapere cosa fosse successo al MIO Kibum mi stava torturando! Mi stava logorando.

E sapete la cosa peggiore? Non me lo lasciavano vedere! Perché non ero parte della sua famiglia! E invece si che lo ero! Ma non biologicamente, ne secondo i documenti. Non me lo avrebbero fatto vedere nemmeno con il consenso dei suoi genitori o parenti biologici. Odio queste cose! Diavolo, ne io ne i membri degli SHINee - e tutti i suoi amici - lo avremmo potuto vedere. Solo il nostro manager poté entrare nella sala dove venne ricoverato, dato che ne faceva praticamente le “veci”. Ovviamente però, anche lui dovette firmare mille mila documenti dove si assumeva certe responsabilità del paziente eccetera. Cose che io non capirò mai.

 

Ero seduto su una delle sedie bianche davanti alla sala operatoria e guardavo fisso nel vuoto, con lo sguardo rivolto verso il pavimento. I gomiti sulle cosce ed il mento che si appoggiava sulle mani, unite. Le dita intrecciate, come a pregare un Dio in cui non credevo. Si, non credevo in Dio, ma lo stavo pregando lo stesso di salvare Kibum! Ero all'oscuro di tutto quello che stava combinando, e di conseguenza, non potevo sapere il perché si fosse sentito male. Potevo semplicemente aspettare la diagnosi dei medici.

Il tic nervoso alla gamba destra non aveva accennato a calmarsi. Non ero ancora per nulla tranquillo. Erano passate ore dall'incidente – credo –, ore da quando ero lì seduto ad aspettare “qualcosa”, o almeno credo... mi sembrava di essere dentro quel posto, dalle mura bianche e color crema, da un'eternità. E ancora nessuno mi aveva detto come stesse la mia vita.

Gli altri membri del gruppo mi avevano voluto lasciare da solo per un po'. Sapevano che mi sarei trattenuto dal piangere in loro compagnia in una situazione del genere, ma non sarei potuto andare in un posto isolato per farlo.
Dovevo rimanere ad aspettare Key. Dovevo aspettare che uscisse da quella sala. Dovevo rivedere il suo magnifico sorriso. Le sue adorabili fossette. La sua bocca perfetta a forma di cuore. Gli occhi sensuali e felini. La pelle candida. I suoi capelli morbidi ed il suo viso angelico.

Dovevo rivederlo entro breve, o sarei impazzito!

Cominciai a singhiozzare silenzioso. Senza nascondermi tra le braccia. Le lacrime scendevano indisturbate ma non mi scomponevo. Restavo immobile a fissare il pavimento, facendo tremare – ancora - la gamba con quel tic involontario. Osservavo le lacrime che cadevano pesanti sulle piastrelle color crema, senza passare dalle mie guance, data l'inclinazione della testa.


 

Presentammo la nostra nuova versione della canzone “Lucifer”. Quella giapponese.

 

Cominciai a cantare subito dopo il mio leader.
Tada hitotsu negau yo mada aishite kureru no naraba
mou owari ni shite” caricai i polmoni.
Her whisper is the Lucifer”

Iniziammo la coreografia. Magnifici. Come sempre. Gli SHINee stavano brillando. Continuavano ad essere coordinati in tutto e ad emanare splendore.

 

Cantai insieme ai miei compagni il testo, finché non arrivò la parte rap di Key.
Kimi to hajimete shisen wa butsukatta toki
mabataki no aida kusae mo eien de susuku yonde...”
Perfetto. Kibum riusciva ad essere sempre perfetto. Il suo sguardo penetrava le telecamere - che i cameraman stavano usando per riprendere l'esibizione - talmente erano profondi i suoi occhi da gatto.

 

Continuammo a ballare durante il turno di Taemin. Toccò di nuovo a me cantare una frase.
Kimi ga boku no subete omou shittan de.”
Soko da suru dake no ai na to omoi mitte
Dakedo muri shite dounika tsunaide
Kita everyday kai o shite kuretara
zutto sou kimi dake aiseru hatsureru I swear...”

 

Muovevamo i bacini e le braccia a tempo di musica, guardando le telecamere senza mai scomporci o agitarci. Come sempre, insuperabili. Seri. Professionali. Alzavamo ed abbassavamo le braccia, muovevamo le gambe come se non ci appartenessero. Senza sentire stanchezza. Ci muovevamo in armonia, leggeri ma decisi, cantando in modo corretto ogni parola di quella canzone in lingua giapponese. Ormai ci eravamo abituati e non facevamo più fatica a distinguere le due versioni differenti.

 

Notai che durante la penultima frase, Kibum non stava più eseguendo al meglio i passi, stava rallentando e tentennando.

Stavamo per cantare “LoverHolic RoboTronic” quando girai lo sguardo verso la mia destra – come da coreografia –, lo vidi cadere a terra.
Repentino mi buttai nella sua direzione, afferrandolo al volo. Sbattei il braccio sinistro per prenderlo. “KIBUM!!”

 

Lo strinsi a me, con le lacrime agli occhi. Lo strattonai un po' cercando di farlo riprendere. Niente. Gli cadde il cappello. Era pallido, la sua espressione non mi faceva pensare a nulla di buono.

 

Hyung!!” urlò Taemin avvicinandosi a me e guardando preoccupato la sua omma.

Si avvicinarono anche gli altri due membri. Minho cercò di sentire il polso del ragazzo svenuto. “Hyung! Controlla se respira! Non sento il battito!!” si rivolse a me preoccupato.

Avvicinai velocemente il viso al suo, provai a mettere anche un palmo davanti alla sua bocca, per sentire se stesse respirando. “Chiamate un'ambulanza!!”

 

 

“Hyung...” si avvicinò il maknae, sedendosi sulla sedia a fianco alla mia. “...come stai?”

“Come vuoi che stia?!” risposi acido continuando a fissare il pavimento. Asciugai le lacrime e mi alzai.

“Vuoi che ti porto qualcosa da bere?”

“CAZZO, TAEMIN! SEI UN FOTTUTO BASTARDO!” mi avventai alla sua gola, prendendolo per il colletto della maglia e sbattendolo contro la parete opposta alle sedie. Lo alzai – di pochissimo, purtroppo – da terra. “E' COLPA TUA SE KIBUM STA MALE!”

Taemin era spaventato ed aveva le lacrime agli occhi per l'improvvisa rabbia che stavo tirando fuori. Non parlava e rimaneva fermo tra le mie mani. Questo mi dava ancora più sui nervi. Non potevo di certo prendere a pugni una persona che non si sarebbe difesa. E sapete perché non si sarebbe difeso? Perché io ero un suo hyung, un suo amico, siamo una famiglia.

 

Non feci in tempo a continuare che mi ritrovai per terra con la guancia dolorante.

“HYUNG! CHE CAZZO STAI FACENDO? COME TI PERMETTI DI METTERGLI LE MANI ADDOSSO?!”

Mi alzai più arrabbiato di prima. Ora anche Minho mi voltava le spalle?! “Come mi permetto?! E' COLPA SUA SE ADESSO KEY E' IN QUELLA FOTTUTA SALA OPERATORIA!”

Il rapper mi afferrò per la maglia furioso. “Non ti azzardare a toccare un'altra volta Taemin in quel modo o nella sala operatoria ci finisci pure tu!” grugnì a pochi millimetri di distanza dal mio viso.

Il leader ci separò. “Basta ragazzi, non mettetevi a litigare proprio ora!! E' un brutto momento per tutti!”

Mi prese per un braccio trascinandomi via, mentre Minho controllava che il maknae stesse bene. Il piccolo si era accasciato a terra una volta che la mia presa su di lui era svanita. E mi guardava con le lacrime agli occhi, con lo sguardo di chi si sentiva confuso e mortificato. Mi sentii così anch'io, quando venni portato via dallo hyung.
Afferrò saldamente le mie spalle. “Jonghyun! So che sei scioccato e preoccupato per la situazione di Key! Ma non puoi prendertela con chi cerca un approccio con te!”

“Hyung, è stato lui a nasconderci delle compresse che prendeva Kibum! Lui ha nascosto anche la ferita alla testa!”

“Cosa?” chiese confuso.

“Si! Taemin sapeva tutto!! Taemin sapeva... e non ne ha parlato con noi, CON ME! Sa che amo Kibum da prima del debutto!! Perché non mi ha voluto dire che si riempiva di antidepressivi per chissà quale ragione? E gli antidolorifici? No perché forse non lo sai, ma il motivo per cui sono sicuro che Minnie sa tutto è grazie agli antidolorifici!!”

“Jonghyun, le tue sono accuse pesanti, lo sai vero?”

“Hyung, sai che voglio un bene da morire a Taemin. Lo sai. È come un fratellino per me!”

“E perché allora lo incolpi? Come puoi esser sicuro?!”

“Me l'ha detto Kibum! Mi ha detto che l'antidolorifico lo aveva ricevuto da Taemin e probabilmente centra la ferita sulla testa! Quindi è tutta colpa sua!”

Onew mi guardò perplesso. Inarcò un sopracciglio. “Sai che non posso però difendere le tue azioni, anche se potresti non essere in torto?”

“Hyung... voglio solo che il mio Kibum si riprenda, non chiedo altro.” dissi rammaricato.

“Sentiamo anche la versione del maknae, ok? Ovviamente non in presenza del manager!”

Acconsentii.

“Ora calmati. Andrà tutto bene.”

 

Cercai di fargli la respirazione bocca a bocca. Lo appoggiammo per terra, gli aprimmo i vestiti e dopo aver mandato giù l'angoscia fermatasi poco prima in gola, misi le mani sul suo torace e gli aprii quanto bastava la bocca. Cercai di farlo riprendere come meglio riuscivo.
Tossì un poco. La sua espressione di dolore mi stava mandando in crisi. “KIBUM!!” cominciai a piangere. Almeno ora stava respirando, anche se non sarebbe durata a lungo la cosa.
Onew mi tirò su da terra e mi fece allontanare mentre il rapper prendeva in braccio il ragazzo e lo portava fuori dalla sala.

 

Il programma ovviamente si fermò, e quella puntata non andò mai in onda.

 

 

 

L'ambulanza arrivò abbastanza in fretta. Potevano salire due persone sul mezzo, per assistere il paziente. Il leader sarebbe andato di sicuro ed implorai il manager di prendere il suo posto. Acconsentì senza fare storie. La situazione era troppo critica, non c'era tempo da perdere: Kibum non stava praticamente respirando – se non fosse stato aiutato da quegli arnesi dei dottori che ti pompano l'ossigeno con una mascherina –.

Un medico continuava a controllare che Kibum non peggiorasse mentre io gli tenevo insistentemente la mano. Lo hyung invece cercava di tranquillizzarmi, accarezzandomi la schiena.

Kibum, andrà tutto bene, tranquillo!” dissi più volte stringendogli una mano, ed accarezzandogli i capelli impregnati di sangue secco. Non staccai gli occhi da lui nemmeno mentre lo avevano trasferito dalla barella dell'ambulanza a quella dell'ospedale. Corsi insieme ai medici, tenendo la mano del mio amato fino a quella porta. Quella maledettissima porta.

Ragazzo, tu devi restare qui!” mi disse un'infermiera, bloccandomi.

NO, LEI NON CAPISCE! DEVO STARE CON LUI!”

Posso capire che tu voglia assisterlo, ma ora saresti d'impiccio per le persone che cercano di salvarlo.”

Mi si appoggiarono tre mani sulla schiena. I miei compagni erano li con me. Mi abbracciarono tutti insieme.

La porta di chiuse e si accese la spia rossa sopra di essa.

Jonghyun, andrà tutto bene.” mi dissero.

 

Grazie ragazzi.





















 

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Ma ciao *-*

Eccoci al nono capitolo!!! (waaa, il prossimo ha due cifre *-*) Oddio che emozione, mi seguite sempre di più! çAç *le me commossa*
Questa parte, diciamo che è “assestante” perché serve a spiegarvi che cosa è successo dopo “l'incidente”. Ho deciso di dedicarci un capitolo intero, per spiegare la situazione mentale (?) del bronto cane.

Ho avuto l'ispirazione del “far cadere Kibum durante le riprese” perché, mentre guardavo il video di Lucifer, ho notato la sua espressione seria (e la mia mente malata ha iniziato a farsi i viaggi)... no perché in teoria doveva svenire dopo l'esibizione XD ahaha <3

 

Ringrazio tanto chi recensisce sempre, chi ha messo nelle seguite/preferite di recente (ovviamente anche chi mi segue dai primi capitoli)

E Grazie a chi legge <3

Un bacione grande grande.

Sara.

   
 
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